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Autore: Lea_z_98    23/07/2013    6 recensioni
Ah, l’amour… un sentimento bellissimo quanto struggente, grazie al quale anche gli animi più razionali finiscono con l’ammattire… Ah, l’amour!
~ ~ ~
Raccolta dedicata a un Don Jouan di nostra conoscenza, che, pur di conquistare una certa cartografa aguzzina, si farà in mille parti e si butterà nelle imprese più impossibili!
Riuscirà Sanji a far breccia nel cuore di una Nami apparentemente apatica? O Cupido se la riderà con mille tiri mancini?
Ah, l’amour…
~ ~ ~
#1 - Ammalata; “Perché, se solo lei ne avesse avuto il bisogno, le avrebbe donato il cuore.”
#2 - Borsetta; “Per quanto un uomo potesse adorare ed amare una donzella, infatti, il suo peggior nemico rimaneva sempre e solo uno: lo shopping.”
#3 - Cerotto; “- Grazie, Nami-san.-”
#4 - Decaffeinato; “- CAFFÈ!!! CAFFÈ, DANNAZIONE, CAFFÈ!!! HAI BISOGNO DI UNA LAUREA IN LETTERE PER CAPIRE!?!? CAFFÈ!!!-”
 
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ONE PIECE in

 

 

Victim of Love ~ go to the rescue!

 

( Sanji and Nami’s collection )

 

di Lea_z_98

 

 

#1 ~ Ammalata

 

 

 

 

 

 

Il mestolo ruotava lentamente, accompagnato da tediosi movimenti di mano.

La pastura gialla, densa quanto dannatamente insolita, mulinava a ritmo col cucchiaio, trascinando nel suo impercettibile gorgo pezzi di carne e di verdura.

Tutto nella cucina aveva un aspetto stranamente monotono e infelice, come se una cappa di miseria si fosse addensata in un unico luogo, sopra un'unica persona.

Lo sguardo era languido, le labbra erano strette in una smorfia penosa, il ciuffo solitamente ordinato era zeppo di viluppi.

Eh no, Sanji non aveva proprio una bella cera.

Il motivo di tale turbamento dolente, tuttavia, era giustamente discolpato: Nami era ammalata.

Dopo aver abbandonato l’isola di Little Garden, la navigatrice si era improvvisamente sentita cuocere. La prima scusa che aveva tirato in ballo era quella di aver preso un colpo di sole ma, vinta da una stanchezza indicibile, si era accasciata al suolo, per poi essere stata scortata a letto dai compagni.

Con grande rammarico avevano scoperto che le era venuta la febbre alta. Però, ignorando la causa della malattia, non potevano curarla, dunque erano alla disperata ricerca di un dottore.

Intanto il cuoco doveva impegnarsi per servire quanto meglio la sua piccola stella, dandole un’alimentazione consona al momento.

Nami si era ammalata.

La sua Nami si era ammalata.

Per quanto si sforzasse, non riusciva a pensare ad altro; nemmeno le sigarette, che tanto spesso lo aiutavano a distendere i nervi, riuscivano a dargli un po’ di sollievo.

E questo non lo faceva di certo stare meglio.

Un turbine di sentimenti l’attanagliava: rabbia mal celata, tristezza mal repressa, dubbi oltremodo acri e confusione assoluta.

Si sentiva male, si sentiva preoccupato.

Ma la domanda che più lo premeva era: come mai si sentiva così preoccupato?

Dopotutto, in una vita passata a rincorrere le donne non gli era mai capitato un fatto simile: per lui erano tutte degne d’amore, degne di essere corteggiate, meritevoli d’esser considerate a pari merito.

Insomma, non aveva mai avuto preferenze.

Allora perché?

Perché sentiva le budella contorcersi al solo pensiero che la cartografa potesse non farcela, perché le viscere trabalzavano ad ogni peggioramento, perché tutto ciò che ingeriva si rimescolava e a stento tratteneva un conato di vomito?

E perché gli sembrava sempre di aver ingoiato delle farfalle?

Perché!?

Forse… forse…

Forse… forse…

Forse…

Forse l’amava davvero.

L’amore. Quella cosa che aveva detto di provare tante volte senza averla mai provata. Quell’emozione che confondeva spesso con una mera frenesia d’ormoni. Quel sentimento che esprimeva a tutte senza fare eccezione.

Si impietrì, dimentico di girare il mestolo.

Possibile?

Possibile che quella ragazza, con la sua tenacia, la sua solarità, la sua falsa ipocrisia, il suo risentimento sfuggente, i suoi scatti d’ira, la sua avidità, il suo coraggio e la sua paura, la sua grazia e il suo splendore…

Possibile che l’avesse davvero fatto innamorare?

Si mise a rimuginare, irrigidendo le tempie per il notevole sforzo.

Dopotutto era un rompicapo che teneva testa al Cubo di Rubick.

Rivide nella sua mente tutti i momenti passati insieme, quelli di stupidità e quelli di serietà, quelli di eccitazione e quelli di tristezza, quelli di collera e quelli di tenerezza.

L’amava.

Sì, non c’era altra spiegazione: l’amava davvero.

L’amava, l’amava più d’ogni altra.

Perché, se solo lei gli avesse parlato ancora una volta, sarebbe crollato di gioia.

Perché, se solo lei l’avesse lasciato, sarebbe morto di un buio tormento.

Perché, se solo lei l’avesse abbracciato, si sarebbe messo a volare.

Perché, se solo lei gliel’avesse chiesto, si sarebbe tagliato le vene.

Perché, se solo lei ne avesse avuto il bisogno, le avrebbe donato il cuore.

Sì, sì, sì e sì.

La sua non era solo attrazione fisica, no, era molto di più. Il sentimento che provava era vero, era reale.

Era talmente reale che ne ebbe quasi paura.

Era forse una cosa così grande che avrebbe finito con l’impossessarsi di lui, col sovrastarlo, con lo schiacciarlo.

… Verosimile?

No, forse no.

E adesso tornava a dirsi che era assurdo, inammissibile, che era talmente fuori dai suoi schemi da non essere credibile.

Andiamo, si era sbagliato tante volte, no? Forse stava vagando troppo con l’immaginazione.

Sì, doveva essere così.

Ma allora… allora c’era qualcosa che non andava.

Ed ecco che nuovamente i crucci tornavano a suppliziarlo, a torturarlo con inutili e contrapposte domande.

Quando, dieci minuti dopo, vide che la cena si stava lentamente bruciando sotto i suoi occhi, cadde nel panico, correndo a cercare dell’acqua.

Impedito un possibile incendio con una provvidenziale rovesciata del catino, i dubbi si dissiparono all’improvviso.

Niente cose impossibili, niente sbagli, niente immaginazione.

Forse era stata l’acqua che, cristallina, gli aveva schiarito la mente, oppure il fumo che gli aveva aperto gli occhi. Chissà.

Adesso solo una cosa era certa: lui l’amava e lei era gravemente ammalata.

Serviva altro?

Certamente no.

Si rimboccò in fretta e furia le maniche, gettando via l’impasto abbrustolito, afferrando un’altra pentola e cercando irrefrenabilmente altri ingredienti.

L’unica cosa che poteva fare per Nami era cucinare. Ergo, l’avrebbe fatto talmente bene da stupire persino se stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino delle banane *w* dell’autrice

 

Ohayo a tutti voi! :D

Eccomi qui con una raccolta SanjixNami ù_ù

Viva l’amour! *lancia dei petali di rose bianche accompagnata dalla marcia nuziale di Mendelssohn*

… Okay, torno seria *si schiarisce la voce*

No, sul serio… ho davvero scritto una SaNa dal punto di vista di Sanji? °-°  <---- enormemente stupita di se stessa

Bah…

In verità non so come mai. L’ho scritta e basta.

L’idea mi è venuta dopo aver visto l’amv “Cash Cash ~ Victim of Love (SanjixNami)”, da cui ho preso il titolo di questa fic.

Vi consiglio di guardarlo. Se vi interessa, eccovi il link: http://www.youtube.com/watch?v=rSvqTRymzyQ

Incredibile quanto sia azzeccato il testo di quella canzone O___o

( Ah, se non sapete particolarmente bene l’inglese come moi *si vanta sebbene ci sia largamente da vergognarsi*, vi suggerisco di leggere il testo o/e la traduzione. )

Se vi state chiedendo che razza di lista di prompt segua - o, ancor meglio, che diavolo di fanfiction abbia scritto - vi rispondo subito: non ne ho la più pallida idea.

Mi spiego: su internet ho cercato dei prompt adatti ma, non avendo trovato una lista che mi ispirasse particolarmente o che mi fornisse degli argomenti pressoché casuali, mi sono arrangiata e ne prenderò un po’ alla cavolo.

Dunque, se avete qualcosa da consigliarmi, sarei molto felice di ascoltarvi ^__^

Adesso vorrei parlare velocemente della One Shot, se avete ancora pazienza di ascoltarmi ( NO!!! è__é ndTutti ).

Non so se lo stile di scrittura vi aggrada e spero seriamente di non aver commesso degli errori madornali come al solito *si va a deprimere in un angolino*

Segnalatemi se ne trovate, neh!

Non so nemmeno se mi sia venuto il carattere del cuoco o se sono andata troppo OOC. Anche in questo caso, avvisatemi che metto subito la nota.

Ma vedete, ultimamente Sanji-kun mi sta particolarmente simpatico, e in fondo mi sono fatta tanti di quei filmini mentali che appena mi è venuta in mente questa raccolta non ho esitato a scriverla ù_ù

Spero vi sia piaciuta, o per lo meno non abbia fatto proprio schifo ^_^

Rigrazio chiunque abbia letto e ( se ) chi vorrà recensire.

Un saluto dal paese dei balocchi, ciao! :3

 

Lea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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