ONE PIECE in
Victim of Love ~ go to the rescue!
( Sanji and Nami’s
collection )
di Lea_z_98
#1
~ Ammalata
Il
mestolo ruotava lentamente, accompagnato da tediosi movimenti di mano.
La
pastura gialla, densa quanto dannatamente insolita, mulinava a ritmo col
cucchiaio, trascinando nel suo impercettibile gorgo pezzi di carne e di
verdura.
Tutto
nella cucina aveva un aspetto stranamente monotono e infelice, come se una
cappa di miseria si fosse addensata in un unico luogo, sopra un'unica persona.
Lo
sguardo era languido, le labbra erano strette in una smorfia penosa, il ciuffo
solitamente ordinato era zeppo di viluppi.
Eh
no, Sanji non aveva proprio una bella cera.
Il
motivo di tale turbamento dolente, tuttavia, era giustamente discolpato: Nami
era ammalata.
Dopo
aver abbandonato l’isola di Little Garden, la navigatrice si era
improvvisamente sentita cuocere. La prima scusa che aveva tirato in ballo era
quella di aver preso un colpo di sole ma, vinta da una stanchezza indicibile,
si era accasciata al suolo, per poi essere stata scortata a letto dai compagni.
Con
grande rammarico avevano scoperto che le era venuta la febbre alta. Però,
ignorando la causa della malattia, non potevano curarla, dunque erano alla
disperata ricerca di un dottore.
Intanto
il cuoco doveva impegnarsi per servire quanto meglio la sua piccola stella,
dandole un’alimentazione consona al momento.
Nami
si era ammalata.
La
sua Nami si era ammalata.
Per
quanto si sforzasse, non riusciva a pensare ad altro; nemmeno le sigarette, che
tanto spesso lo aiutavano a distendere i nervi, riuscivano a dargli un po’ di
sollievo.
E
questo non lo faceva di certo stare meglio.
Un
turbine di sentimenti l’attanagliava: rabbia mal celata, tristezza mal
repressa, dubbi oltremodo acri e confusione assoluta.
Si
sentiva male, si sentiva preoccupato.
Ma
la domanda che più lo premeva era: come
mai si sentiva così preoccupato?
Dopotutto,
in una vita passata a rincorrere le donne non gli era mai capitato un fatto
simile: per lui erano tutte degne d’amore, degne di essere corteggiate,
meritevoli d’esser considerate a pari merito.
Insomma,
non aveva mai avuto preferenze.
Allora
perché?
Perché
sentiva le budella contorcersi al solo pensiero che la cartografa potesse non
farcela, perché le viscere trabalzavano ad ogni peggioramento, perché tutto ciò
che ingeriva si rimescolava e a stento tratteneva un conato di vomito?
E
perché gli sembrava sempre di aver ingoiato delle farfalle?
Perché!?
Forse…
forse…
Forse…
forse…
Forse…
Forse
l’amava davvero.
L’amore.
Quella cosa che aveva detto di provare tante volte senza averla mai provata.
Quell’emozione che confondeva spesso con una mera frenesia d’ormoni. Quel
sentimento che esprimeva a tutte senza fare eccezione.
Si
impietrì, dimentico di girare il mestolo.
Possibile?
Possibile
che quella ragazza, con la sua tenacia, la sua solarità, la sua falsa
ipocrisia, il suo risentimento sfuggente, i suoi scatti d’ira, la sua avidità,
il suo coraggio e la sua paura, la sua grazia e il suo splendore…
Possibile
che l’avesse davvero fatto innamorare?
Si
mise a rimuginare, irrigidendo le tempie per il notevole sforzo.
Dopotutto
era un rompicapo che teneva testa al Cubo di Rubick.
Rivide
nella sua mente tutti i momenti passati insieme, quelli di stupidità e quelli
di serietà, quelli di eccitazione e quelli di tristezza, quelli di collera e
quelli di tenerezza.
…
L’amava.
Sì,
non c’era altra spiegazione: l’amava davvero.
L’amava,
l’amava più d’ogni altra.
Perché,
se solo lei gli avesse parlato ancora una volta, sarebbe crollato di gioia.
Perché,
se solo lei l’avesse lasciato, sarebbe morto di un buio tormento.
Perché,
se solo lei l’avesse abbracciato, si sarebbe messo a volare.
Perché,
se solo lei gliel’avesse chiesto, si sarebbe tagliato le vene.
Perché,
se solo lei ne avesse avuto il bisogno, le avrebbe donato il cuore.
Sì,
sì, sì e sì.
La
sua non era solo attrazione fisica, no, era molto di più. Il sentimento che
provava era vero, era reale.
Era
talmente reale che ne ebbe quasi paura.
Era
forse una cosa così grande che avrebbe finito con l’impossessarsi di lui, col
sovrastarlo, con lo schiacciarlo.
…
Verosimile?
No,
forse no.
E
adesso tornava a dirsi che era assurdo, inammissibile, che era talmente fuori
dai suoi schemi da non essere credibile.
Andiamo,
si era sbagliato tante volte, no? Forse stava vagando troppo con
l’immaginazione.
Sì,
doveva essere così.
Ma
allora… allora c’era qualcosa che non andava.
Ed
ecco che nuovamente i crucci tornavano a suppliziarlo, a torturarlo con inutili
e contrapposte domande.
Quando,
dieci minuti dopo, vide che la cena si stava lentamente bruciando sotto i suoi
occhi, cadde nel panico, correndo a cercare dell’acqua.
Impedito
un possibile incendio con una provvidenziale rovesciata del catino, i dubbi si
dissiparono all’improvviso.
Niente
cose impossibili, niente sbagli, niente immaginazione.
Forse
era stata l’acqua che, cristallina, gli aveva schiarito la mente, oppure il
fumo che gli aveva aperto gli occhi. Chissà.
Adesso
solo una cosa era certa: lui l’amava e lei era gravemente ammalata.
Serviva
altro?
Certamente
no.
Si
rimboccò in fretta e furia le maniche, gettando via l’impasto abbrustolito,
afferrando un’altra pentola e cercando irrefrenabilmente altri ingredienti.
L’unica
cosa che poteva fare per Nami era cucinare. Ergo, l’avrebbe fatto talmente bene
da stupire persino se stesso.
Angolino delle
banane *w* dell’autrice
Ohayo a tutti voi!
:D
Eccomi qui con una
raccolta SanjixNami ù_ù
Viva l’amour!
*lancia dei petali di rose bianche accompagnata dalla marcia nuziale di
Mendelssohn*
… Okay, torno seria
*si schiarisce la voce*
No, sul serio… ho
davvero scritto una SaNa dal punto di vista di Sanji? °-° <---- enormemente stupita di se stessa
Bah…
In verità non so
come mai. L’ho scritta e basta.
L’idea mi è venuta
dopo aver visto l’amv “Cash Cash ~ Victim
of Love (SanjixNami)”, da cui ho preso il titolo di questa fic.
Vi consiglio di
guardarlo. Se vi interessa, eccovi il link: http://www.youtube.com/watch?v=rSvqTRymzyQ
Incredibile quanto
sia azzeccato il testo di quella canzone O___o
( Ah, se non sapete
particolarmente bene l’inglese come moi *si vanta sebbene ci sia largamente da
vergognarsi*, vi suggerisco di leggere il testo o/e la traduzione. )
Se vi state
chiedendo che razza di lista di prompt segua - o, ancor meglio, che diavolo di
fanfiction abbia scritto - vi rispondo subito: non ne ho la più pallida idea.
Mi spiego: su
internet ho cercato dei prompt adatti ma, non avendo trovato una lista che mi
ispirasse particolarmente o che mi fornisse degli argomenti pressoché casuali,
mi sono arrangiata e ne prenderò un po’ alla cavolo.
Dunque, se avete
qualcosa da consigliarmi, sarei molto felice di ascoltarvi ^__^
Adesso vorrei
parlare velocemente della One Shot, se avete ancora pazienza di ascoltarmi (
NO!!! è__é ndTutti ).
Non so se lo stile
di scrittura vi aggrada e spero seriamente di non aver commesso degli errori
madornali come al solito *si va a deprimere in un angolino*
Segnalatemi se ne
trovate, neh!
Non so nemmeno se
mi sia venuto il carattere del cuoco o se sono andata troppo OOC. Anche in
questo caso, avvisatemi che metto subito la nota.
Ma vedete,
ultimamente Sanji-kun mi sta particolarmente simpatico, e in fondo mi sono
fatta tanti di quei filmini mentali che appena mi è venuta in mente questa
raccolta non ho esitato a scriverla ù_ù
Spero vi sia piaciuta,
o per lo meno non abbia fatto proprio schifo ^_^
Rigrazio chiunque
abbia letto e ( se ) chi vorrà recensire.
Un saluto dal paese
dei balocchi, ciao! :3
Lea