lo guardo...
sta piangendo...
il viso nascosto fra le pallide dita non mi permette di intravedere le calde lacrime che solcano le guance cineree, ma i singhiozzi angosciati che rimbombano fra le pareti della stanza lasciano prepotentemente comprendere il dolore che sta spezzando l'anima di quel bambino.
c'è un orso di pezza steso a terra.
è sporco.
il petto marrone è chiazzato da macchie rosse, gli occhi vitrei sono resi inquietanti da sfumature vermiglie.
mi fa paura, sembra una piccola bambola infernale, intinta nel sangue delle vittime strappate alla vita dal malinconico spettro della morte.
ma non è il cupo mietitore ad avere dilaniato il corpo vicino all'orso.
non la orribile falce del demone della morte ha deturpato la candida pelle dell'uomo riverso a terra, l’espressione grottesca impressa sul volto per il resto dell'eternità.
i miei occhi tornano lentamente sul fagotto di stracci, piegato su se stesso, che ripete una litania malinconica.
"scusa"
la voce spezzata dalle salate lacrime che scorrono veloci sul viso contrito alterna questa semplice parola ai violenti brividi che scuotono tutto il corpo.
"scusa"
un urlo silenzioso, un sussurro assordante, che in questa stanza buia pare non voler smettere di martellarmi nelle orecchie.
il bambino inizia a dondolare, le mani si spostano dal volto fino a scivolare alle tempie.
penso che è pazzo.
pazzo.
"non volevo"
le labbra livide tremano violentemente, mi chiedo come riesca a parlare.
gli occhi chiari come vetro urlano il dolore e l’agonia da cui è trafitta l'anima del bambino, e come vetro improvvisamente si rompono in mille pezzi, facendo largo ad un bagliore di follia.
"non volevo" urla sbattendo i pugni a terra.
una leggera nuvola di sabbia danza nell'aria, per poi ricadere sui capelli rossi, sporchi del sangue di troppe vittime.
minuscoli spilli affondano nel cuore di quel bambino dagli occhi di ghiaccio, crudeli insetti divorano voraci i pezzi dell’anima di quel bambino dal viso spettrale: pezzi di anima, come cocci rotti, attraversati da una ragnatela di crepe che minaccia di ridurre quello spirito in un miserabile mucchio di morte e disperazione.
una mano violenta mi scosta dalla fessura da cui spiavo l’orribile scena.
"vattene temari" rugge una voce roca e scortese.
poi spalanca con foga la porta.
"che diavolo hai fatto piccolo mostro?" urla alternando lo sguardo prima dal bambino poi al cadavere.
il piccolo afferra l'orsacchiotto insanguinato con paura, gli occhi sgranati e la bocca tremante.
non voglio vedere altro.
chiudo la porta con lentezza e mi allontano.

quanto sono stata sciocca.
stupida bambina che contribuì alla lenta decadenza di mio fratello nell'orrore della pazzia.





eccoci alla fine.
mio dio che cattiva sono stata col nostro gaara-kun ç_ç
un grazie alla mia amoVa angy che mi ha fatto da beta e che mi ha dato molti consigli.
un grazie anche a niraw che mi ha dato il coraggio di postare coi sui (per fortuna) posiviti pareri  ^^