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Autore: SilviAngel    23/07/2013    8 recensioni
Era piccolo piccolo, con gli occhioni grandi e luminosi spalancati e mai fermi, Derek pensò che lo stessero fissando concentrato – non sapeva che appena nati i bambini seguissero perlopiù udito e olfatto – le mani chiuse a pugno e la bocca aperta intenta a emettere ancora quegli squittii acuti e singhiozzanti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci arrivati alla fine di un’altra mia storiella che, senza pretese, spero vi abbia fatto compagnia.
Ringrazio come sempre chi ha letto, commentato e/o inserito la ff in una delle categorie presenti su EFP.

 
Cap. 13
“Occasioni e possibilità”
 
Per Stiles le ore di scuola volarono via anche se le numerose domande di Scott su cosa avesse combinato a casa del mannaro non gli avessero dato tregua e oramai allo stremo e al suono dell’ultima campanella, esasperato il figlio dello sceriffo ordinò “Ora vai a casa, recuperi il necessario per la notte dicendo a tua madre che starai da me e aggiungi il sacco a pelo per fingere di andare in campeggio domani notte”
“Ma cosa”
“Andremo a stare da Derek per almeno un paio di notti. Eviteremo così di essere facili bersagli per quel pazzo e cercheremo di impedire che il nostro caro lupacchiotto ci lasci le penna per chissà quale motivo”
 
Tutto andò liscio e Derek vide piombare in casa propria, poco prima del tramonto, i due ragazzi equipaggiati di tutto punto.
Fece finta di non notare lo sguardo da cucciolo bastonato che Scott di tanto in tanto gli rivolgeva soprattutto quando il padrone di casa si incantava ad osservare il castano che gironzolava per casa come una trottola.
Stiles era stato inflessibile e aveva dichiarato che avrebbe cucinato qualcosa di commestibile dopo aver visto le confezioni di cibi precotti nel freezer e i cartoni del take away e, alla ricerca di questo o quello per cassetti e antine, riempì il ripiano della cucina aggiungendo quanto recuperato nella tappa compiuta poco prima al supermercato.
 
“È meglio lasciarlo fare, fidati” disse a un certo punto Scott, incoraggiando il maggiore a seguirlo fuori dalla cucina e solo una volta seduti sul grande divano del soggiorno, riprese “Tanto per sapere, come hai intenzione di… cioè pensi di dirgli quello che”
“No”
“Ma come? Se quello che mi hai detto è vero”
“È vero” lo interruppe, togliendogli ogni dubbio.
“Ok, allora mettiamola così: considerando quello che mi hai detto, hai intenzione di lasciare le cose come stanno? Senza”
“Cosa diavolo vuoi che gli dica Scott?” di nuovo Derek impedì al beta di parlare “Sai Stiles io e te siamo destinati a stare insieme, ah, dimenticavo, per tutta la vita, quindi scordati chiunque altro sulla faccia della Terra, io ho solo te e tu avrai solo me?”
“Beh, forse non proprio così, però, non puoi neppure permettere che”
“Se deve succedere, succederà”
“Oh, un grande piano, davvero” lo sbeffeggiò Scott “intanto lui sabato se ne andrà al ballo con Lydia”
Derek non rispose, ma rimettendosi in piedi ancora un po’ a fatica, lo lasciò lì da solo e raggiunse Stiles.
 
“Ehi, ciao” lo accolse il piccolo, intento a spadellare una non ben identificata verdura “come stai”
“Bene”
Lo sguardo non convinto del castano, costrinse il lupo a rivedere la sua precedente risposta, intavolando una leggera e tranquilla conversazione che Scott evitò accuratamente di interrompere, fino a quando non venne chiamato a tavola dall’amico.
 
La serata e la notte passarono veloci e, solo quando vide i due lasciare il suo appartamento il mattino dopo per recarsi a scuola, Derek iniziò a darsi dello stupido.
Scott aveva ragione – forse – non poteva pensare all’eventualità che l’appuntamento con la rossa andasse bene e alle conseguente che ciò avrebbe comportato.
Derek sarebbe rimasto solo, dannatamente solo.
Si arrovellò tutto il giorno a ipotizzare cosa quell’assatanata avrebbe potuto fare con il suo Stiles e tutte le possibilità gli mandarono in poltiglia il cervello.
 
Il moro non doveva avere una bella cera quando il figlio dello sceriffo e il beta rientrarono nel tardo pomeriggio se il suo compagno gli corse incontro con l’espressione preoccupata e accovacciatosi a terra accanto al divano posò ingenuamente la mano sulla fronte “Stai male?”
“No, sono solo stanco. Tu, voi tutto bene?”
“Sì, nessun pazzo all’orizzonte e questa sera si va in campeggio” esultò alzando entrambe le braccia e rischiando di perdere l’equilibrio.
“Campeggio? “ ripeté Derek.
“Sì, abbiamo i mashmallow, siamo riusciti a farci comprare qualche birra e questa notte bivaccheremo nel bel mezzo del tuo salotto. Contento?”
“Da morire” ironizzò il lupo.
 
Ogni volta che si perdeva ad osservare il volto sorridente e rilassato, nonostante gli eventi degli ultimi giorni di Stiles, Derek si sentiva stranamente bene anche se cercava di impedire alle sue labbra di piegarsi all’insù.
Anni e anni di allenamento però non aveva reso per nulla semplice resistere a quell’accozzaglia di sentimenti che credeva oramai a lui non destinati e che sembravano aver preso dimora in un angolo difficile di difficile collocazione, ma piantato lì nel profondo, tra lo stomaco e i polmoni.
Anche quella notte passò, con il padrone di casa perso in mille fantasie, alcune decisamente inenarrabili e al mattino i due ragazzi lo lasciarono di nuovo solo, salutandolo dalla porta appena prima di sparire giù per le scale.
 
Quella giornata fu per Derek eterna, sapeva che Stiles e Scott avrebbero tardato dovendo passare a ritirare lo smoking per il ballo, ma questa consapevolezza non lo aiutò.
Solo quando sentì il motore della Jeep tossicchiare in strada, tirò un paterno sospiro di sollievo, anche quella volta fortunatamente non era successo nulla di male e andando loro incontro spalancò la porta.
“Ehi, guarda qui, il mio primo abito da adulto” trillò il castano agitandogli davanti un appendiabiti accuratamente ricoperto da una pellicola opaca e rivolgendosi poi al compagno di scuola “Dato che abbiamo fatto più tardi di quanto pianificato, vuoi andare a prepararti tu per primo? Io cucino qualcosa intanto”
“Ma mi pareva di aver capito che non avremmo cenato qui” puntualizzò Scott, avviandosi verso il bagno.
“Lo so, ma lui sì” indicando con un cenno del capo Derek.
 
Dopo aver adagiato con cura il completo sullo schienale del divano, il figlio dello sceriffo si incamminò verso la cucina, seguito a vista dal padrone di casa.
“Non è necessario che tu perda tempo a”
“Non sto perdendo tempo e poi se non ci penso io a te, chi lo fa? Scommetto che ordineresti di nuovo qualche schifezza. Lascia fare a me e poi per un’insalata e una bistecca non servono di certo delle ore”
Il moro lo lasciò fare e appoggiandosi al bordo del tavolo lo osservò muoversi per tutta la stanza con una disinvoltura che gli solleticò il cuore.
“Allora questa sarà la sera del grande ballo” ruppe il silenzio il maggiore.
“Non ci posso credere, io al ballo con la più bella ragazza della scuola. Non hai idea di quante volte me lo sono ripetuto oggi, tentando di convincermi fosse vero”
Come predetto da Stiles, bastarono pochi minuti e la casa si riempì del profumino della carne che rosolava e con un tempismo perfetto, la cena fu pronta nell’istante esatto in cui Scott, entrando in cucina, invitò gentilmente l’amico a darsi una mossa.
 
Dopo una doccia veloce e una maniacale sistemata ai capelli, Stiles scivolò in quello smoking nero e lucente che lo abbracciava come una seconda pelle e regalata un’ultima occhiata allo specchio, tornò in soggiorno.
Scott era in piedi accanto alla porta e Derek seduto, all’apparenza tranquillo, sul divano.
I loro occhi vennero calamitati dall’entrata in scena del figlio dello sceriffo e il maggiore rimase letteralmente senza parole.
Stiles era uno schianto. Non c’erano altre parole che potessero descriverlo meglio.
La stoffa avvolgeva con cura e maestria le gambe e le spalle del ragazzo disegnando e modellando perfettamente il suo corpo e l’imbarazzo che gli colorava le guance lo rendevano un bocconcino a dir poco prelibato.
“Allora sono o non sono stupendo?” chiese pavoneggiandosi, improvvisando una piroetta.
Se Derek non fosse stato anticipato dall’altro beta avrebbe certamente risposto “Sì, lo sei” ma fortunatamente Scott reagì per primo “Sì, mi ti farei! Ma ora datti una mossa Casanova”
“Aspetta” disse con urgenza il padrone di casa e alzandosi di scatto raggiunse il castano. Portandosi esattamente davanti a lui, alzò le mani fino a stringere tra le dita i lembi del farfallino “Lo hai fatto in modo pessimo” e tirando in direzioni opposte, rinsaldò il nodo “Beh, buona serata”
“Grazie, ci vediamo dopo”
E i due ragazzi scapparono via verso le loro belle, lasciando il lupo triste e solo.
 
Quella era di gran lunga la serata più noiosa della sua vita.
In poco più di due ore, Derek aveva fatti zapping passando e ripassando su tutti i canali della TV via cavo senza trovare nulla di suo gradimento, si era dedicato a un po’ di esercizio fisico sperando di scaricare il nervoso, si era concesso una doccia e addirittura aveva iniziato a riordinare i cassetti.
Tutto pur di non pensare a Stiles che al momento, molto probabilmente, era avvinghiato a quella sciacquetta dai capelli rossi che non lo aveva considerato minimamente fino a pochi giorni prima.
Ancora perso nei suoi pensieri, venne preso alla sprovvista quando, poco prima delle dieci di sera, la porta del suo appartamento si spalancò rivelando la figura del castano che con il cravattino slacciato e la giacca buttata su una spalla gli sorrideva.
“Cosa ci fai qui?” domandò curioso il padrone di casa.
“Ci credi se ti dico che non lo so neanch’io? Cioè, un attimo prima stavo cercando di avere la conversazione più brillante della mia vita per fare impressione su Lydia e un attimo dopo non me ne importava più niente e poi è arrivato Jackson”
“Ti ha mollato per quel biondino slavato?” incalzò il moro.
“No, anzi, a dirla tutta sono stato io a mollarla a lui” e scuotendo il capo, si sedette accanto a lui sul sofà, puntando i gomiti sulle ginocchia “davvero ad un certo punto le ho detto Perché non vai a ballare con lui? Lei mi ha guardata e dopo un frettoloso bacio sulla guancia è corsa via. Meglio per tutti”
“Mi dispiace” sussurrò sincero il moro.
“Anche a me. Fa sempre male quando un sogno o una fantasia si infrangono o semplicemente ti rendi conto che sono passate”
“Passate?” ripeté Derek.
“Sì, credo che questa cotta decennale alla fin fine non avesse né capo né coda, era solo un’abitudine, una cosa che rimaneva lì fissa e immobile dandomi l’illusione che nulla nella mia vita fosse cambiato, ma non è così”
Dopo un attimo di silenzio, il liceale riprese “Vado a mettermi qualcosa di meno ingessato, poi ti va se ci guardiamo un film?”
Derek non rispose, ma semplicemente annuì, ricevendo in cambio un sorriso mentre il ragazzo lo superava per raggiungere il borsone, recuperare gli indumenti con cui era solito dormire e dirigersi poi verso il bagno.
 
Derek continuò a fissare il punto in cui l’altro era temporaneamente sparito. Forse il destino gli aveva concesso una possibilità, la sua possibilità di accaparrarsi finalmente un angolo felice, di mostrare il proprio cuore ferito alla una persona che sarebbe stata al suo fianco per sempre, contro tutto e tutti.
 
Aprendosi in un adorabile ghigno prese consapevolezza che il suo compagno era appena tornato su piazza e Derek Hale non si sarebbe lasciato sfuggire una così ghiotta occasione per nulla al mondo. 
   
 
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