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Autore: Jane_    02/02/2008    4 recensioni
Missing moment del 6° libro, continuo della fic "Distrazioni"!
"Avete mai riflettuto sull’importanza di un titolo? Spesso determina l’interesse verso l’intera storia.
Ebbene, io non so che titolo dare alla mia "storia". La gloriosa storia di Ronald Weasley."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E per la serie, a volte ritornano.
Questa storia che vi apprestate a leggere è il continuo di Distrazioni; credo che possa essere letta anche da sola in fin dei conti, ma se leggete prima distrazioni credo acquisterà ai vostri occhi molto più senso!
A dire il vero non pensavo che avrei mai scritto un seguito, non era nata nella mia mente per questo...
E credevo di non aver mai accennato sul fatto che fosse solo un inizio, o che ci fosse un continuo xD Ma visto che alcuni hanno capito così, dopo tanta insistenza come potevo io dimostrare un cuore di pietra, non accontentandovi?!? Infatti, non potevo. Ed eccomi qui!
Ho deciso però di non aggiungere lì un capitolo, ma di crearla come un'altra storia. Dopotutto era pur sempre nata come one-shot.
Ma stop con le chiacchere, quelle le continuerò dopo. Buona lettura! * si fa per dire*



*Solito disclaimer: Nell’ambientazione della storia, i ragazzi seguono ancora Storia della Magia, sebbene siano al 6° anno… ed Harry e Ron, il G.U.F.O. in Storia della Magia, non l’hanno ovviamente mai passato! Ma visto che si tratta di un missing moment del 6° libro necessariamente non potevo cambiare anno, e non credo che con un altro insegnante il livello di attenzione sarebbe mai stato così basso xD






Time will follow (Untitled)

Avete mai riflettuto sull’importanza di un titolo? Spesso determina l’interesse verso l’intera storia.
Deve essere breve, incisivo. Deve rimanerti impresso, lettera dopo lettera, come marchiato a fuoco sulla pelle. Anche se qui non dovete intendermi alla lettera, non vorrei foste parenti di una certa Megeres Umbridge.
Devi poterne gustare la melodia, dicevo, ripeterlo lentamente per un’infinità di volte, come un sommelier gusta a poco a poco il suo vino.
Non importa di quante lettere o di quante parole sia formato, deve riuscire a intricarti come ogni titolo di un romanzo che si rispetti e che conserverai nel cuore.
Deve essere misterioso. Perché tu parta carico di suspense al punto giusto, ma non troppo perché decida di passare a un’altra storia, meno bella ma più sicura.
Deve essere azzeccato. Perché a fine lettura tu non ti senta tradito, pensando che il titolo, in verità, con la storia non aveva poi molto a che farci.
Possibilmente, deve essere figo. Andiamo, il Signore degli Anelli non avrebbe avuto tutto questo successo se Tolkien l’avesse chiamato Baba Raba, o peggio se i suoi traduttori avessero avuto la stessa fantasia dei traslatori di Beda.

Ebbene, io non so che titolo dare alla mia storia.
La gloriosa storia di Ronald Weasley. Nah, non c’è niente di glorioso. Poi nemmeno suona bene.
Weasley King, the tale? Troppo incisivo, non esageriamo. Ron, l’imbecille. Ecco, andiamo già meglio. Ma di certo non è un titolo misterioso.
No, questa storia non ha un senso, quindi ho deciso che non avrà nemmeno un titolo.
La mia storia. senza titolo.
Suona così comico che potrei quasi ridere, in effetti.

Lo so che dopo una conferenza mentale sull’importanza di un titolo, vorreste ancora almeno un residuo d’inventiva, ma io in genere non tengo conferenze e non racconto storie. Ne raccontai una a Ginny quando aveva 5 anni; ma se vi dico che fu l’ultima capite che mia madre per quel ruolo era decisamente migliore.
Anche se a forza di mostrarmi chino sui libri, patetica tattica per mostrarmi migliore agli occhi di una strega petulante, qualcuno ho finito per leggerlo davvero. Voglio dire, prendete Storia del Quidditch attraverso le Ere magiche, il titolo inizia proprio come Storia di Hogwarts, o come qualsiasi libro nell’aula di Rüf, ma era interessante, perbacco!

Rüf, ecco. Dopo il mio volo pindarico, si torna alla brusca realtà. Il verbo sfracellarsi renderebbe ancora meglio l’idea.
Ho appena abbandonato la lezione di Rüf, farfugliando di avere urgente bisogno dell’infermeria. Ed è vero, al momento ho disperatamente bisogno di trovarmi in qualunque posto ci sia anche lei.
Deve spiegarmi, deve.

So che avete già sentito questa parte della storia, ve l’ha raccontata lei.
Ma visto che proprio Hermione mi ha insegnato ad essere oggettivi, mi sembra giusto che il continuo, almeno a narrarlo se non a gestirlo, sia io.
Il fatto è che dopo un’infinità di tempo, i nostri occhi si sono incontrati. Lei era distratta per colpa mia. So che è così, anche senza aver letto la sua parte di storia, lei guardava me.
Non Harry, non Rüf, me.
Come desideravo facesse dal post canarini-day. Con lo stesso sguardo ardente con cui accidentalmente mi aveva invitato alla festa di Slughorn e, altrettanto accidentalmente e poco romanticamente io le avevo, credo, detto di sì.

Di sicuro non le avrei mai detto accidentalmente che avevo provato e riprovato almeno 4 dei 3 abiti da cerimonia (per sbaglio presi anche quello del Ballo del Ceppo, scartandolo subito) che i gemelli mi avevano regalato, né che avevo costretto Neville ad improvvisarsi mia dama danzerina, su in dormitorio.
D’altronde erano tante le cose che non le avevo detto, che non le avevo chiesto, che le avevo fatto. Ma ora ero stufo di piangermi addosso.
Se aveva intenzione di buttare sei anni di amicizia così, per le mutande a canarini di Merlino, doveva dirmelo in faccia una volta per tutte, guardandomi negli occhi ad ogni parola!
Avrei dovuto trovare la forza di farlo tempo fa, ma quella scarica che mi ha colpito quando mi ha guardato deve finalmente avermi riempito di coraggio.
Chi potrebbe smettere di desiderare ardentemente qualcosa, subito dopo esservisi di nuovo tuffato.

Ma adesso basta con le chiacchiere Weasley, è tempo di passare ai fatti.
In qualunque modo finirà questa storia.










*
The end! Scherzo, questo capitolo è solo una piccola introduzione, il continuo arriverà tra qualche ora!

Diciamo che avevo bisogno di "abituarmi" a scrivere dal punto di vista di Ron, e questo era il mio modo di entrare in sordina nel personaggio. Mi era capitato di scrivere dal suo POV, ma mai un' intera storia, in genere finisco sempre per tornare a pensare come Hermione, e passo a lei!
Ma stavolta sapevo di dover far narrare Ron, non c'è un motivo preciso, ma sentivo fosse meglio così. Non so se ci sono riuscita bene; sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate a riguardo! *scruta le facce pensierose e schifate, che si affrettano a ricordarsi il vero caro vecchio Ron*

A chi ha creduto di notare qualche intento polemico nascosto, diciamo ad esempio sulla traduzione del 7° libro di Harry Potter, voglio subito tranquillizzarlo: ogni riferimento è puramente non casuale. I "traslatori" di Beda erano il mio unico bersaglio di quel panegirico sull'importanza di un titolo.

Detto questo, devo davvero dire grazie e ancora grazie a chi ha recensito Distrazioni, nonchè a chi mi ha "costretto" a continuarla, siete stati davvero dolcissimi! Un bacio al mitico foro di KTS che lovvo e che mi ha accettato nella famiglia drunkosa, e un altro anche a chi ha solo letto!
  
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