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Autore: silvi    24/07/2013    7 recensioni
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“Non capisco perché si sia risposata con un uomo. Forse voleva darmi un padre. Forse non voleva più dormire da sola e passare tutte le notti piangendo. Ma non ha smesso di piangere, solo che ha cominciato a farlo in bagno. Il padre dei miei fratelli non è una cattiva persona, è solo una persona sbagliata, sbagliata per mia madre. Ogni persona che non sia lei è sbagliata per mia madre.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nona stagione
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Cose da fare
 
Il buffet che ho scelto con mia figlia è ottimo. Il vino è perfetto e le pietanze non sono eccessive. La mia piccola rispettosa dell’ambiente, degli animali e contro gli sprechi ha voluto che tutto fosse il giusto, riducendo al massimo gli sprechi. Qualcuno dirà di noi che abbiamo voluto risparmiare. A noi non importa. Gli amici di Sofia sembrano divertirsi comunque anche se i loro piatti non sono rimasti pieni a partire dal secondo o addirittura dall’altro primo. Il vino non manca però. Il vino non deve mancare mai ai matrimoni, le persone vogliono dimenticare e non notare la vera felicità dei festeggiati. A meno di non essere la madre della sposa. Io sono sobrissima, non voglio perdermi neanche un attimo di questo loro fantastico momento.
 
Lo so che è lì dietro, in un tavolo insieme ad alcuni parenti lontani di Steve, sento la sua carica. Non ci siamo incrociate mai. Fortunatamente. Non avrei potuto sostenere un altro scambio di sguardi come quello in chiesa, con quello che poi ha comportato. Devo tenermi lontano da quell’ala del ristorante e dal tavolo dei dessert. So che potrei trovarla lì, lei adora i dolci.
 
Mi hai trovata e mi tendi la mano come se volessi ballare con me. Ma io non posso ballare con te, sono la madre della sposa, la madre sposata della sposa. Non posso ballare con te.
 
Non vuoi ballare con me. Cosa vuoi allora? Sei brilla. Hai gli occhi lucidi di una follia serena. La tua ubriachezza è figlia della felicità.
 
Tu vuoi me. Io riesco a leggertelo negli occhi e tu non fai niente per nasconderlo.
 
Dove mi stai portando? Hai delle chiavi. Sei brilla ma non hai perso la cognizione. Hai chiesto una camera al receptionist e mi stai chiedendo di salire con te.
 
Io sono sposata. E sono in una camera d’albergo con un’altra persona sopra il ristorante dove mia figlia sta festeggiando il suo matrimonio. Devo uscire.
 
Non ti avvicinare. Mi spaventi.
 
Mi fai sentire la donna più bella del mondo. Se mi guardi così.
 
Il tuo tocco è ancora leggero. Sto perdendo la testa. Tu mi sfiori e io non riesco più a capire niente. E il tuo profumo mi dà alla testa. Potrei perdermi nel tuo profumo per sempre.
 
Devo andarmene. Sono rimasta qui in piedi impalata sulla porta e non ho il coraggio di andarmene. Devo tornare da mia figlia. Ma non posso uscire se mi guardi così.
 
Collo. Orecchie. Guance. Ancora collo. Le tue labbra sono impazzite su di me e io sono ancora qui bloccata. Sono il tuo dessert, sono il tuo ossigeno. Tu vuoi me.
 
Non mi sentivo così da circa … venti anni, forse qualche mese in più qualcuno in meno. Nessuno mai dopo di te e prima di te mi voleva come solo tu potevi. Come solo tu puoi.
 
Le mie mani si muovono da sole come se conoscessero ciò che le farà felici, come se conoscessero i giusti gesti da fare. Ti spoglio e non me ne accorgo. E tu sei bellissima.
 
Porti dell’intimo sobrio, due pezzi spaiati, una volta non sarebbe mai successo neanche in un giorno normale, ma forse la donna che conoscevo una volta è molto lontana da quella che sei adesso.
 
Le tue mani sembrano impazzite su di me, accarezzano folli senza spogliarmi. Sembra che tu abbia paura di quello che potrebbe succedere.
 
Io sono cadente. Non vorresti vedere davvero quello che è rimasto di me.
 
Cosa è cambiato? Perché adesso hai tutta la fretta del mondo di spogliarmi? Non hai paura, paura che non ti piaccia? Stiamo parlando con gli occhi. Tu non hai paura.
 
Nude, possiamo muoverci adesso. La fretta è passata, adesso ci conosciamo. Non ho più niente da nasconderti, sono esposta completamente a te eppure non ho paura. Non ho paura di quello che pensi anche se non mi riempi di complimenti. Il tuo sguardo su di me mi rilassa, nessun complimento potrebbe tranquillizzarmi come il modo in cui mi guardi.
 
Adesso possiamo avvicinarci a quel letto così lontano. Quel letto così spaventoso eppure così dolce, così desiderato. Quando il mio corpo toccherà quelle lenzuola il mio cervello smetterà di pensare.
 
 
 
 
 
Dove vai? Stai cercando di scappare con il cuore che mi hai tirato fuori dal baule stanotte? Dove diamine stai cercando di andare?
 
Forse sei cambiata ma ancora qualcosa di te conosco. Averti nascosto le mutandine ieri notte ti ha fatto perdere tempo stamattina. Perché sapevo che avresti cercato di scappare?
 
Forse è stato quando ti ho detto che ti odio? Mentre mi baciavi la pancia ho detto di odiarti. Volevo dirti altro, ma sono riuscita a non farlo. Io ti odio. Odio la persona che mi ha fatto del male. Ma come posso odiare la donna che questa notte mi ha fatto sentire così bene, così bella, così amata? Tu mi fai stare bene e poi mi distruggi. Io dovrei starti lontana.
 
Dovrei lasciarti andare adesso. Ma non riesco a trattenere le lacrime. Mi sei mancata. Mi sei mancata come la pasta quando si è a dieta, la sopravvivenza non è vera vita. La dieta non è vera vita e l’astinenza da te neanche.
 
Lasciarti sparire o sposarti? Vuoi che io mi innamori di questa donna. Vuoi che io dimentichi il male che mi hai fatto e ti dia la possibilità di essere una persona diversa, un’altra persona.
 
Vuoi che io mi sposi per la quarta volta con una donna conosciuta ieri.
 
Devi fare solo una cosa.
 
 
 
 
 
 
Devo fare delle cose.
 
Sono in ritardo.
 
Sto correndo. Ho le scarpe con il tacco in mano e sto correndo sulla strada scalza, se mi vedesse Arizona mi sgriderebbe molto, direbbe che non è affatto igienico.
 
Ho terribilmente fretta però. Devo fare delle cose.
 
Non riesco a pensare qual è la prima cosa da fare.
 
Salutare mia figlia.
 
Sì, devo concentrarmi sulle priorità. Mia figlia è la priorità. Devo andare a salutarla, sta partendo per il suo lunghissimo viaggio di nozze.
 
Dove sarà? A casa mia? In aeroporto?
 
Che ore sono? Quanto tempo ho dormito? Dove ho messo il cellulare?
 
Per fortuna che non sei ancora partita. Per fortuna che avevi il telefono lì vicino a te. Sarei impazzita se non fossi riuscita a salutarti. Sarei impazzita. Sono impazzita.
 
Ciao amore. La mamma ti ama. Sì non piango. Piango in segreto quando te ne vai, siamo state sempre solo io e te, gli uomini sono diversi. I tuoi fratelli non ci hanno mai capite. Eppure tu li hai amati e continui a farlo. Siamo state sempre io e te eppure tu hai sempre pensato all’altra mamma ed anche io.
 
Non guardarmi così altrimenti mi leggi dentro e capisci in che situazione sono. Capisci il mio disagio interiore. Tu mi hai sempre capito. Quando tua madre ci ha lasciato sei venuta a dormire con me e non mi hai mai lasciato la mano, hai imparato a farmi ridere nei momenti di tristezza, non ti sfugge mai quando penso alle persone lontane.
 
Non mi guardare adesso perché altrimenti ti spezzi con me. Questo è il tuo momento e niente te lo deve distruggere neanche i miei tormenti.
 
Buon viaggio amore mio, scusa le mie lacrime ma sto cercando di nasconderti quello che ho dentro per farti partire senza pensare a me.
 
Lasciare Tony.
 
Casa. La prossima destinazione è casa. Devo iniziare a sistemare la mia vita. Iniziare da ciò che non funziona. Il padre dei miei figli non funziona. Anzi il padre funziona è il marito che non funziona. Sono stata sposata per anni al padre dei miei figli senza avere un marito.
 
Ho sempre e solo avuto una moglie. E poi se n’è andata e non sono potuta essere più la moglie di nessuno, se non potevo essere sua moglie potevo essere solo una madre. Sono stata la madre al meglio delle mie possibilità ma ho smesso di essere una moglie anni fa. Molti anni fa.
 
Devi andartene. Questa è la mia casa. Tu puoi andare nella casa in campagna che hai voluto comprare, tu la adori e io la odio. Io odio la campagna e odio gli insetti.
 
Devi andare adesso perché io non sono mai stata tua moglie e non sono mai riuscita ad amarti. Ti ho dato una vita infelice. Vai scappa adesso. Ti ho perdonato quando non avrei dovuto e ti ho costretto ad altri anni di infelicità. Sono stata un’egoista. Adesso sono ancora egoista e non ti voglio più qui.
 
Adesso qualcosa si è risvegliato in me. Qualcosa che sembrava morto ha ricominciato a battere le ali all’interno del mio stomaco.
 
Sento ancora le sue labbra sul mio seno e mentre ti guardo inizio ad odiare il fatto che dormi nel mio letto.
 
Devi andartene Tony. Sei stato un bravo padre e potrai continuare ad esserlo, ma non posso più essere nuda in tua presenza, non dopo come sono stata guardata stanotte.
 
Vai. È ora di andare.
 
Trovare Arizona.
 
L’ho lasciata sulla porta di una camera d’albergo. L’ho lasciata senza una risposta.
 
Stava scappando e l’ho fermata. Mi ha chiesto di sposarla o di farla sparire per sempre.
 
Sono scappata senza dirle niente.
 
Senza darle una risposta.
 
Senza dirle cosa avrebbe dovuto fare.
 
Eppure l’ha fatto.
 
È rimasta ferma in questa camera per sedici ore. Senza muoversi. Senza cambiarsi l’abito del matrimonio di sua figlia.
 
È rimasta qui per la mia risposta.
 
Mi ha aspettato.
 
Ha aspettato che sistemassi le cose e potessi darle una risposta sicura.
 
Ha aspettato me.
 
Devo fare ancora delle cose.
 
Devo fare ancora una cosa.
 
Continuare a baciare Arizona.
 
Per sempre.
 
 
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NdA: capitolo più lungo e più veloce del solito, spero sia una gradevole novità.  Mi è stato consigliato di aggiungere anche la parte iniziale, un esperimento azzardato. Spero vi sia piaciuto.
  
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