Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: laragazzachescrivestorie    24/07/2013    0 recensioni
Nelle nostre vite, arriva per tuti il momento di crescere. Per la quindicenne Lona, questo avviene troppo presto, ed in maniera tragica, per un suo errore.
Mentre Nanrho, scopre di essere adulto sulla carta, ma di non essersi mai comportato come tale neanche una volta in tutta la vita.
Quello che uno di loro non sa, è che c'è qualcuno che sta manipolando la loro storia, con importanti conseguenze, sul loro futuro.
Non sempre, quello in cui crediamo è vero. Non sempre è quello in cui crediamo davvero.
in così poco tempo, due giovani impareranno l'uno dall'altra qualcosa della vita, all'ombra di alberi che crescono al contrario, alla luce di tre lune che contengono tre verità alquanto amare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nanroh
 
“Ma che diavolo…”
Vedevo la polizia rincorrere il niente nell’erba alta.
Insomma, forse era un cane, oppure… No, non poteva essere un cane.
Dopo qualche secondo mi resi conto che davano la caccia ad una ragzza. Non potevo credere ai miei occhi. Era lei.
 
Un’ora prima
 
“scordatelo!”
“Nanroh, ti prego, per una volta nella vita, smettila di fare il bambino viziato e comportati da adulto!”
Odio quando il mio manager mette tre t nelle parole e le fa uscire sputacchiando.
Odio quando la mia truccatrice mi mette quegli stupidi pennelli negli occhi e soprattutto, odio avere tutta questa gente intorno nel MIO camerino.
Gettai a terra tutto quello che si trovava su tavolo e uscii.
Questi erano i miei pensieri di quella mattina. Avevo ancora addosso tutto lo stress dell’uscita del mio nuovo album.
Mia madre diceva che partecipare a questo programma avrebbe aumentato la mia popolarità in modo esponenziale, e avremmo venduto di più. Non che io sapessi cosa significasse esponenziale, ecco. Solo, mi scocciava dover partecipare ad un altro reality show come quelli dell’anno scorso.
L’obbiettivo è recitare, per convincere quelli dall’altra parte dello schermo che mi sto divertendo.
Certo, questo è un po’… particolare.
Sinceramente non sapevo cosa Aspettarmi.
Forse è per questo che ero così spaventato all’idea di partecipare.
La mia vita era sempre stata coma una partita di carte truccata: sapevo sempre che mossa fare e potevo sbirciare a mio piacimento, le carte del mio avversario.
Sono sempre stato ubbidiente, fo sempre fatto quello che mi veniva ordinato.
Ho lasciato che manipolassero la mia immagine e il mio talento come se fossi un burattino in questa partita che è lo show bisness.
Avevo percorso una serie di lunghi corridoi, qualche cameraman di passaggio aveva tentato di fermarmi, ma non gli avevo dato retta. Ero quasi alla porta dell’uscita di emergenza,mancavano pochi metri.
“Nanroh!”
Era mia madre dannazione. “Che ci fai qui, non ho bisogno di te!”
“Invece io necessito che torni immediatamente in camerino”.
I suoi capelli biondi e fintocci ricadevano in una treccia spettinata sulla sua spalla sinistra. A volte mi chiedevo se fosse mia madre, dato che non ci assomigliamo per  niente.
“Vattene!”
“Devi smetterla di comportarti come…”
“Come un bambino!?” Adesso ero davvero arrabbiato. “secondate è una cosa da bambini voler prendere in mano la propria vita?”
“si nel tuo caso, Nanroh, tu non sei una persona qualunque”
Il dialogo si interruppe .
 
Quel giorno avevo visto una foto della ragzza che ora era inseguita.
Dove l’avevo vista? Credevo nel mio camerino, ma non poteva essere lei! Non poteva essere la ragazza con cui avrei girato il reality!
Istintivamente, feci le scale per scendere dal tetto della stazione, uscii ed iniziai a correre verso di lei… circa. Era tutto buio, ormai era sorta la luna e non sapevo bene in  che direzione andare.
Decisi che se dovevo trovarla, lo avrebbe scelto il caso per una volta, e non mia madre o il mio manager.
La sentivo lamentarsi per il dolore a pochi metri da me.
 Lei alzò la testa di scatto quando sporsi una mano tra l’erba e le dissi di venire con me. Sempre ammesso che fosse una lei. Poteva essere anche un uomo con dei capelli lunghi e un kilt.
Mentre correvo stringeva sempre più forte la mia mano. Non era un uomo, aveva delle mani troppo belle, per esserlo.
Improvvisamente, quando sbucammo alla luce della luna, fu come se il tempo si fermasse. Il mio cuore si arrestò quando mi misi a pensare, che l’ultima volta che avevo corso mano nella mano con qualcuno era stato all’asilo.
Il treno stava per partire, dovevamo muoverci.
Saltai su, e la tirai con forza, ma ne sarebbe bastata di meno, dal momento che era piuttosto leggera. Ci accasciamo nel vagone semivuoto del treno merci accanto ad una finestrella. Non riuscivo a vederla bene, ma sapevo che era ridotta uno schifo, vedevo il dangue e le cicatrici. Distinguevo anche un principio di bernoccolo.
La prima cosa che avrei fatto, sarebbe stata portarla in ospedale.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: laragazzachescrivestorie