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Autore: FriedLarge    24/07/2013    1 recensioni
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Deliri pseudo-rockettari di una me di qualche tempo fa.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Usciti dalla grotta ed aperta la porta, Angus affondò le gambe in uno spesso strato di neve gelida. La luce lo stava accecando. Plant, intanto, trafficava con le briglie e chiacchierava con Zappa.

Il cavaliere stringeva in una mano lo strumento in una custodia, anch'essa bruciacchiata, fornitagli in precedenza da Jimmy, e nell'altra l'amplificatore. Gli risuonavano ancora in mente le parole dello stregone. “ la Chitarra potrà essere suonata solo dal sincero dolore”... chissà cosa voleva dire... di certo era vero. A questo punto, Angus sarebbe stato disposto a credere a tutto.

Senza pensare a quello che stava succedendo, ma rimanendo concentrato su quella frase, ascoltando mentalmente i suoni delle parole che cozzavano tra di loro, si lasciò docilmente cadere nella tasca di Zappa.

In quell'involucro di stoffa pesante chiara i suoni gli arrivavano più ovattati. Prese in mano la Chitarra e la esaminò per bene, sfiorandone ogni centimetro. Sentiva provenire da lei una forza selvaggia e primitiva, un potere immenso.

-Sarà meglio che mi scaldo le dita, non si sa mai.- bofonchiò. Buttò giù due note, godendosi ogni singolo decibel. Persino gli esercizi di tecnica più banali sembravano riff potentissimi, suonati con quello strumento.

Stavano volando già da un quarto d'ora, quando le dita di Angus cominciarono a dolere.

-Dove siamo?- Chiese a Zappa.

-Stiamo ancora sorvolando le montagne, ma intravedo del verde all'orizzonte. Probabilmente siamo quasi arrivati alla tundra del Punk Rock, o giù di lì.- Rispose il gigante, con il vento negli occhi.

-Perfetto.- Angus continuò a suonare, ma dopo qualche minuto le dita facevano troppo male e dovette smettere.

Si guardò le mani. I polpastrelli erano diventati gonfi e sanguinanti, pieni di piccole piaghe.

Sarà forse questo il dolore sincero?” Pensò Angus.

Cercò di produrre qualche altra nota ma le sue dita facevano sempre più male, e il suono della Chitarra aveva sempre meno energia.

Evidentemente Jimmy non parlava di questo. Ma allora cosa faccio?” Si frugò in tasca... spiccioli... pezzetti di carta... schegge di ferro... una punta di freccia (!)... UN PLETTRO!

Lo strinse tra pollice e indice e continuò a suonare. Niente da fare, le dita continuavano a far male e a sanguinare. Le corde sembravano diventate di marmo.

Ed ora che faccio?” Angus passò qualche minuto nello sconforto più totale, senza sapere più che cosa fare.

-Siamo arrivati- La voce di Zappa, interrotta a tratti da un “tunz-tunz” fortissimo, interruppe i suoi pensieri e lo fece tornare alla realtà.

-Si, ma dove siamo arrivati?-

-Siamo nella cimitero di Slidetown.- Zappa prese delicatamente Angus per il mantello e lo poggiò in terra.

-E perchè siamo qui?-

Plant lo prese per un braccio e, con aria afflitta, lo accompagnò verso una tomba ricoperta di rose nere. Era la più imponente di tutte, e, si vedeva bene, una delle più recenti.

Angus si avvicinò alla scritta incisa sulla pietra rossastra.

-Qui giace KIRK HAMMETT, sovrano amato e saggio, prode condottiero, padre amorevole.-

 

 

Lesse ad alta voce, ignorando il rumore. Senza che lui stesso se ne rendesse conto, le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi. Si inginocchiò, con la Chitarra in mano, e, seduto in terra, cominciò a suonare. Ignorava il dolore, la frustrazione, la tristezza. Suonava, e questo gli bastava.

Plant cominciò a canticchiare...

-So close no matter how far, couldn't be much more from the heart... Forever trust in who we are... And nothing else matters.-

I due continuarono a duettare, seduti, davanti alla tomba, la voce e il suono della Chitarra che si facevano sempre più sicuri, meno incerti. La loro musica sovrastava i rumori intorno a loro.

La terra davanti a loro cominciò a smuoversi. Plant, spaventato, smise di cantare.

Dalla ghiaia spuntò una cosa nera appuntita.

Si allargava sempre di più... sempre di più...

Era una foglia.

Era una piantina. Nera e grassa, dall'aria robusta. Angus, che intanto non aveva smesso di suonare, la toccò. Era calda e le foglie sembravano fatte di ferro. Un'idea gli stuzzicò la mente. Perché no, poteva provare. Staccò una delle foglie più piccole. La forma era perfetta, triangolare e stondata ai vertici. La strinse nella mano destra e continuò a suonare.

Il suono era perfetto, sotto ogni punto di vista. Sovrastava qualsiasi rumore. Angus aveva scoperto il dolore sincero, ed era veramente pronto alla battaglia.

  
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