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Autore: moni_cst    24/07/2013    6 recensioni
dal testo
"I suoi propositi omicidi le fecero passare davanti una serie di immagini della sua amica Kate Beckett sopra il suo tavolo all’obitorio. Lentamente i sentimenti buoni presero il sopravvento e con gesto veloce recuperò quello stralcio di giornale..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gina Cowell, Kate Beckett, Lanie Parish, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Rick e Kate'
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La dottoressa Parish era inchinata sul corpo di una giovane donna che era stata uccisa quella notte e cercava di effettuare tutti i suoi rilievi velocemente in modo da poter lasciare spazio alla Scientifica. La temperatura era ancora contenuta ma in quei giorni a New York c’era un’ondata di caldo notevole e nel giro di poco tempo, con quell’afa, il cadavere avrebbe iniziato velocemente il suo processo di decomposizione e lei aveva assoluto bisogno di esaminarlo in obitorio prima che ciò avvenisse.

“Ragazzi ho quasi terminato” disse alzandosi per prendere un termometro dal suo kit.

Spostandosi lo vide.

Si guardò intorno e senza farsi vedere spostò il giornale sotto il cassonetto lì accanto in maniera da nasconderlo alla vista altrui.

Non ci poteva credere.

Non poteva essere vero.

Una rabbia folle le offuscò la vista ma cercò di controllarsi e di finire il suo lavoro sulla scena del crimine per poter andare in obitorio e fermarsi passando a comprare il NY Ledger.

Mentre la sua mente stava cercando di capire quale fosse il miglior modo per vendicarsi, finì di prendere la temperatura corporea e informò i colleghi che aveva terminato. I suoi propositi omicidi le fecero passare davanti una serie di immagini della sua amica Kate Beckett sopra il suo tavolo all’obitorio. Lentamente i sentimenti buoni presero il sopravvento e con gesto veloce recuperò quello stralcio di giornale in maniera che i colleghi del dodicesimo non potesse vederlo, lo appallottolò in mano e si allontanò. Ma tanto, a questo punto, sarebbe stata solo una questione di tempo.

Si avvicinò al furgone del medico legale e rivolgendosi all’autista lo informò di portare il corpo all’obitorio non appena la Scientifica avesse finito di effettuare i prelievi.

Come girò l’angolo prese quello stralcio di giornale e osservò quella foto macchiata e strappata. Beckett e Castle erano stati paparazzati ma un dubbio atroce le passò per la mente. C’era un ingrandimento della mano di Kate ma non si riusciva a vedere nulla perché la carta era macchiata, così la dottoressa sorridendo buttò quel foglio e si affrettò verso il distributore di giornali dall’altra parte della strada. Cercò affannosa un dollaro nella borsa e lo infilò nel distributore prendendo con l’altra mano il quotidiano.

Istintivamente si portò una mano alla bocca.

Il Ny Ledger aveva dedicato diverse pagine alla notizia. C’erano molte foto e dall’atteggiamento dei due, sereno e rilassato, era chiaro che non si fossero accorti di nulla. Lanie indugiò molto su quella foto che aveva già vista prima sgualcita e macchiata. Un sorriso le comparve sul volto e un senso di felicità le si diffuse in corpo. Sicuramente l’avrebbe uccisa per non averglielo detto ma era così contenta per loro.  

Continuava a guardare ininterrottamente quella foto ingrandimento e a fissare quell’anello che svettava sulla mano sinistra di Kate. Sorridevano felici mentre passeggiavano nel National Mall di DC e sembrava che non si fossero accorti dei paparazzi.

Kate sarà stata furiosa quando avrà visto il giornale con le foto. Erano riusciti a non farsi fotografare mai e ora, alla prima paparazzata, li avevano beccati con tanto di anello di fidanzamento!

In ogni caso non poteva aspettare un minuto di più: prese il cellulare e compose il numero della detective.

“Beckett” rispose, come di consueto.

“Sei ignobile! Non mi sarei mai aspettata una cosa così da parte tua… due mesi a Washington e già ti dimentichi di me?” il tono della voce non lasciava dubbi sul suo stato d’animo.

“Lanie! Ciao.. ma che succede? Cosa stai farneticando?”

“Non fare la furba con me”.

Beckett si guardò intorno e si allontanò dalla scrivania dirigendosi verso l’ampia sala ristoro del suo nuovo ufficio.

“Lanie non so di cosa tu stia parlando.” Rispose curiosa ed esasperata, anche un po’preoccupata.

“Kate, questa me la paghi. Non è normale che io sappia dalle pagine del NY Ledger che tu e Castle vi siete fidanzati e lo trovo davvero inaccet…”

“Cosa? L’hai letto sul NY Ledger? Sono finita sul NY Ledger??”. Beckett era percettibilmente scossa.

“Mi stai dicendo che non lo sai?”

“Lanie finiamola con le domande e dimmi cosa ha pubblicato il NY Ledger! Subito!”

Quando Kate entrava in modalità detective da interrogatorio, bisognava assecondarla.

“Ci sono diverse pagine… aspetta… ben 3 pagine dedicate a voi due. Non ho ancora letto l’articolo ma il titolo dice RICK CASTLE RITENTA PER LA TERZA VOLTA LA SORTE. LA FORTUNATA E’ L’ALTER EGO DI NIKKI HEAT. Le foto sono molte e c’è un ingrandimento sulla tua mano e Kate… che fantastico anello!”

Si sentì solo un sospiro dall’altra parte del telefono. Lanie immaginò che Kate davvero non ne sapesse nulla e un poco le dispiacque, sapeva quanto ci tenesse alla sua privacy. Da quando aveva iniziato a frequentare Castle facevano una vita molto casalinga e  molto poco mondana, anche un semplice cinema era un ricordo lontano. Anche se, da qualche battuta che le aveva fatto Kate, aveva capito che tutta quella clausura serale non era poi tanto male!

“Kate!..... Kate! Ci sei?”.

“Si…non li abbiamo visti… ma dove…”

“Al National Mall e stai tranquilla, sorridete e sinceramente, te lo dico da amica, si vede che siete felici e presi uno dall’altra ma non c’è nessuna foto imbarazzante.”

“Ah no? E l’ingrandimento dell’anello? E quel titolo? Ritenta la sorte? Ma che sono una slot machine?  Neanche mio padre sa che Castle mi ha chiesto di sposarlo, anche tu… insomma non l’abbiamo ancora detto a nessuno… non lo dovevate scoprire così.”

“Ormai lo sanno tutti, cara. E non so cosa faranno gli altri ma io ti posso dire in quanti modi ho pensato di poterti sezionare sul mio tavolo… però sono felice per voi. Per te Kate, davvero. Te lo meriti… ve lo meritate entrambi”.

“Grazie Lanie... sono felice anche io ma…tu non capisci.  Qui all’FBI è un grosso problema. Per questo non l’avevamo detto ancora a nessuno. Quando ho fatto il colloqui ho assicurato loro di non avere legami familiari”.

“E perché hai firmato una cosa del genere?” chiese Lanie sconcertata.

“Perché è prassi Lanie e poi quando me lo hanno chiesto avevo litigato con Rick e insomma, lo sai, non ne avevamo mai parlato apertamente di queste cose”.

 

Il lenzuolo gli si era aggrovigliato addosso e più scalciava e più rimaneva incastrato. Stava sognando beatamente Kate quando aveva iniziato a girarsi e rigirarsi nel letto trovandosi avvinghiato alla stoffa. Proprio in quel momento il suo cellulare squillò.

“Castle” rispose con voce assonnata.

“Vieni immediatamente alla casa editrice che dobbiamo fare un comunicato stampa immediato”.

“Gina? MA che diavolo… ma che ore sono?”

“Sono le 9 Castle, vieni subito ti aspetto”.

“Ma si può sapere che …”

“Ritira il NY Ledger fuori la porta e vieni da me il prima possibile. E comunque congratulazioni!”

“Gina ma che stai dicendo? Congratulazioni?”

Dall’altra parte della cornetta si sentì soffocare una risata.
“Dai Rick, prendi il giornale, incassa la botta e vieni qui che proviamo sistemare le cose.”

Castle si precipitò fuori dal letto e mentre si stava dirigendo verso la porta di casa il telefono iniziò di nuovo a squillare. Ma che diavolo avevano tutti quella mattina?

“Castle”

“Richard, oh darling, gliel’hai chiesto!!!! Bravo ragazzo, questa è la cosa migliore che tu abbia mai fatto. Katherine è la donna giusta per te, fidati”.

 “Mamma! Ma...ma come …”

“Non hai ancora visto il NYLedger?”

“No, mi ha chiamato Gina due secondi fa per dirmi che dobbiamo sistemare una cosa e a questo punto temo di aver capito”

“Darling, come l’ha presa Kate?”.

“Mamma, ma cosa? Fammi vedere il giornale prima. Aspetta”. Socchiuse la porta e tirò fuori la testa per vedere se ci fosse nessuno e poi allungò una mano per prendere la copia che era sulla soglia.

Aprì velocemente e … maledizione!

“Pronto, mamma?”

“Rick, allora, come l’ha presa Kate?”

“Non so se l’abbia già visto, lei non compra il Ny Ledger a meno che qualcuno non l’abbia avvisata”.

“Rick, chiamala. Sbrigati.”
“Accidenti! Mi sa che vado direttamente a Washington”.

“E Gina?”

“Se la caverà da sola mentre vado in aeroporto cercherò di sistemare le cose per telefono”.

“In bocca al lupo darling e… quando torno dagli Hamptons dovrai farti perdonare di non avermi avvisato. Inaudibile che io venga a sapere che mio figlio si risposi dalla stampa!!”

“Certo mamma, fammi andare adesso.” Disse alzando gli occhi al cielo.

 

Il sole era forte e il tipico bianco delle costruzioni di Washington lo abbagliava.

Aveva mandato un sms a Kate dicendole che era in strada e se poteva scendere.

Non l’aveva neanche avvisata, per fare presto aveva noleggiato un aereo privato e in poco più di un’ora si trovava sotto l’ufficio del FBI. Quella mattina non si erano neanche sentiti al telefono. Kate sapeva che la notte prima lui avrebbe fatto tardi perché doveva scrivere per rispettare le scadenze e quindi non l’aveva chiamato.

Chissà se era ancora all’oscuro. Sicuramente si, pensò tra sé, altrimenti avrebbe telefonato.

Non aveva risposto quindi cominciò a pensare che magari non era in ufficio e stava agendo sul campo ma la sera prima avevano concluso un caso e gli aveva detto che l’indomani sarebbe stata tutto il giorno in sede per sbrigare le pratiche di chiusura.

Stava valutando se telefonarle quando la vide dall’altra parte della strada. Si meravigliava sempre come le togliesse ancora il fiato la sua vista improvvisa.

Era bellissima con i capelli appena raccolti e la camicetta bianca che risaltava il suo personale. Era scesa senza giacca quindi non si sarebbe trattenuta a lungo. Purtroppo.

“Hey” le sorrise.

“Hey” fu la sua risposta.

Un saluto ormai consueto tra loro da tanti anni.

“Non mi chiedi perché sono qui?”

La donna sorrise “Lo so che non sei venuto per farmi una sorpresa! Anche se avrei tanto preferito che fosse così”.

“Quindi sai?”

“Si lo so. E apprezzo che tu sia qui.”

“Come stai, Kate?”. La sua era una sincera preoccupazione, sapeva quanto la detective provava disagio con il suo lato pubblico.

“Avrei pensato peggio. Vieni prendiamoci un caffè, ho scoperto un posticino dove possiamo parlare tranquilli”. E oltrepassò il solito locale dove si fermavano tutti i federali per dirigersi verso un caratteristico localino dalla parte opposta della strada.

“Non scherzo, Kate come ti senti?”

“Arrabbiata. Ma chi credono che sia, un’arrampicatrice sociale?” gli sorrise.

Non era arrabbiata allora, dispiaciuta, questo si. In fin dei conti era la seconda volta che finiva sulla stampa ma la prima era un servizio su Cosmopolitan ed era stato concordato.

“Kate posso dirti che Gina mi ha chiamato stamattina dicendomi che dovevo fare un comunicato stampa urgente. Di solito non si fa per ogni servizio fotografico che esce ma visto che c’è quella foto dell’anello…”

Le guardò la mano e vide che non lo indossava, come sempre quando era in servizio. Quelle foto erano state scattate una domenica, uno dei rari momenti in cui la sua fidanzata non era solo l’agente Beckett ma tornava ad essere solo la sua Kate.

Rick prosegui. “In realtà le ho detto che avrei voluto parlarne con te prima”.

“Come funziona Rick? Cosa bisogna fare in questi casi? Dimmelo tu perché io non saprei proprio”.

“Kate, guardami.” Poi si interruppe per permettere alla cameriera di lasciare sul tavolo i caffè che avevano ordinato.

“Kate, purtroppo le foto le hanno pubblicate ed è un dato di fatto. Ci sono tre possibili opzioni: potremmo dire che sei fidanzata con un altro e che ci siamo incontrati per via del mio prossimo libro; oppure possiamo negare facendo un comunicato di un secco No Comment e rimandare il problema a data da destinarsi; oppure, Kate, possiamo dire la verità, ma sai che questo per un po’ comporterà tanta curiosità e interesse da  parte dell’opinione pubblica. Potremmo trovarci fotografati spesso per quanto noi possiamo stare attenti. Per non parlare dei problemi che potresti avere al FBI”.

Kate sorseggiò lentamente il suo caffè tenendo gli occhi fissi sul tavolino.

Rick continuò. “Kate, mi dispiace.”

A quel punto lei gli sorrise dolcemente e portò una mano sulla sua guancia.

“Lo sapevo che sarebbe successo prima o poi, non ti preoccupare.”

“Mi dispiace Kate, vorrei evitarti tutto questo. Per tenere un profilo basso ho anche ottenuto da Gina che la festa di lancio di Frozen Heat fosse in toni minori, proprio per non coinvolgere te e il distretto ma …”

“Non dichiarerò mai che sono fidanzata con un altro.” disse con tono perentorio che non ammetteva repliche.

Rick le sorrise.

“A questo punto Rick, che senso avrebbe mentire? Tanto, prima o poi, dovremo affrontarlo tutto questo, no?”.

“Temo di si, fa parte del pacchetto Castle, purtroppo”.

“La cosa che più mi addolora è che anche mio padre l’ha saputo così. Gli ho telefonato appena l’ho saputo ma aveva già visto le foto.”

“Si è arrabbiato?”

“No” sorrise “Era sorpreso ma contento che finalmente avessi seguito il mio cuore senza fuggire”.

“Anche mia madre l’ha saputo così e Alexis è ancora in Costarica, la dovrò chiamare prima che qualche amica le mandi le foto con Whatsapp.”

“Già non sarebbe carino. Chiamerò anche Martha più tardi.” Castle annuì contento che Kate andasse così d’accordo con sua madre. Erano due donne agli antipodi ma entrambe si rispettavano e stimavano reciprocamente.

“Insomma sei sicura? Se facciamo il comunicato stampa del nostro fidanzamento a breve seguirà una conferenza stampa in cui cercherò di non coinvolgerti... “

“Rick! Ci sarò! Fa parte del pacchetto Castle.” E gli fece l’occhiolino ridendo per  sottolineare quanto aveva detto.

“Kate e come la metti col lavoro?”.

“Non so, ma per sicurezza chiamerò anche la Gates”.

“La Gates? Che c’entra?”

“Rick, non credo che potrò continuare a lavorare al FBI se c’è il rischio che appaia nei gossip, potrei mettere a rischio la soluzione di un caso, o peggio, la vita dei colleghi.”

Rick annuì comprensivo, capendo, forse per la prima volta, quanto anche Kate avrebbe dovuto fare scelte e rinunce.

“Non vuoi pensarci un po’?”

“Rick quando ho accettato di sposarti, quando mi hai sorpreso con quella proposta che proprio non mi aspettavo, quando sono rimasta a bocca aperta per un tempo indefinito, il mio cervello correva e ho visto tutti gli scenari possibili e immaginabili, compreso questo. Quindi non voglio pensarci un po’. Sapevo che sarebbe successo ed è successo ora.”

Castle le passò delicatamente un braccio intorno alla vita e le chiese se avesse potuto assentarsi per qualche ora dall’ufficio. Chiamò la cameriera per pagare i due caffè e insieme uscirono in silenzio dalla porta.

Senza dire una parola si diressero al loro appartamento per poter chiamare Gina e organizzare il primo comunicato insieme a Kate.

Poi l’avrebbe stretta tra le sue braccia per un tempo indefinibile.

Spazio di Monica

Bene: anche questa storia è stata scritta a 4 mani, come l’esperimento già fatto l’altro giorno, ma al contrario. Partendo da una mia idea sono partita con la stesura e poi Germangirl è intervenuta con altre idee, commenti e intuizioni, mettendoci del suo.

Un gioco nato per caso ma che ci ha divertito molto.

Se volete lasciarci una recensione, ci fa piacere.

Vi lascio il link dell’altra storia:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2016428&i=1

 

  
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