Capitolo
11.
Litigi e regali
-Ehi
Machi, prima mi hai detto che questa Kaede
aveva due tesori: il ciondolo e la spada. Ma perché proprio
questi due oggetti?-
chiese Phinks interrogativo.
La ragazza si prese un istante di silenzio per
ragionare sulla risposta.
-Allora... Per quanto riguarda il ciondolo... Una
volta mi ha raccontato che era l'unico ricordo che possedeva dei suoi
veri
genitori. Anche se l'avevano abbandonata non li odiava, anzi teneva
quella
croce in ricordo di loro. Diceva "per non commettere gli stessi
errori".-
Il giovane era rimasto totalmente perplesso sentendo quella
risposta così assurda. Poi sospirò, fece
spallucce e continuò con le domande.
-Ok... Mamma mia quanto era strana questa qui... E la spada?
Perché era così
preziosa?- chiese nuovamente.
Machi sorrise intenerita, ma allo stesso tempo
triste.
-Quella... Per un motivo molto semplice: è un regalo.-
spiegò.
L'altro
inarcò un sopracciglio. -Un regalo?-
ripeté.
Lei annuì. -Sì. Un regalo... da
parte di Feitan. Le ha regalato quella spada dopo che la sua venne
spezzata
durante un combattimento, nella Città delle Stelle Cadenti.
L'aveva trovata lui
non so esattamente dove, ma di sicuro l’aveva presa quando
era andato fuari
dalla Città, e gliela offrì. È stato
un gesto molto gentile da parte sua.-
Il
viaggio era lungo e noioso, dovevano attraversare tutto il deserto fino
alla
Città delle Stelle Cadenti, e non era certo un tragitto
breve.
I ragni un po'
chiacchieravano tra loro, un po' pensavano ognuno per conto
suo.
Feitan
camminava tranquillo, a ritmo regolare ma per lui fin troppo
lento.
Non vedeva
l'ora di arrivare, proprio non riusciva ad aspettare altro tempo. Aveva
rimandato il momento della rimpatriata troppe volte, ed ora era giunto
il
momento di prendere coraggio e decidersi.
"Ehi, sei ancora lì testona?
Spero per te di sì. Tanto, dove potresti andare?"
pensò sorridendo tra sé
e sé.
-Ehi, Fei, il caldo ti ha dato alla testa? Perché sorridi
così, senza
motivo?- scherzò Phinks.
Evitò di rispondergli, anche perché l'avrebbe
insultato pesantemente.
Si limitò a sbuffare e a superarlo.
"Il motivo
c'è, stupido, solo che tu non puoi capirlo."
Alla fine arrivarono alla
Città, e già dall'ingresso la gente li lasciava
passare quasi con ammirazione.
-Bentornati- li salutò un tipo coperto da capo a piedi e con
la maschera
anti-gas.
Erano tutti vestiti così, in quel luogo, solo loro facevano
eccezione. Tutti frugavano tra i rifiuti in cerca di qualcosa di
interessante.
"Non so perché, ma mi è tornato in mente quando
ti regalai quella spada...
Il tuo sorriso... Eri davvero buffa, sai? Quanto sono stupido... Sono
proprio
un idiota."
-Ehi
ragazzi! Quanto che non ci si vede?
Mezz'anno come minimo! Non siete cambiati per niente!-
esclamò Nobunaga appena
vide arrivare i due ragazzi.
-Troppe parole. Non ti ricordavo così rompiscatole.-
lo riprese Feitan.
-Invece tu sei rimasto identico...- sospirò il samurai,
mentre gli altri ridevano di gusto.
-Brava Kaede: i messaggi sono arrivati
puntuali e precisi come al solito.- si complimentò Kuroro
sorridendo.
Ubo
scoppiò in una grande risata. -A proposito... Questa
è mica tua?- chiese
indicando l'aquila che aveva appollaiata sulla spalla.
La ragazza sobbalzò.
-Cavolo! Come mai non si è dissolta?- disse sorpresa,
facendola scomparire
subito.
-Non preoccuparti: mi ha fatto compagnia durante il viaggio.- rise
l'altro.
-Ehi... Ora che ti guardo meglio, ti sei per caso tagliato i capelli?
Ora sono lisci e... argentati!-
L'uomo annuì. -Già. L'afro è passato
di moda,
ormai.- scherzò.
-Ok. Ma adesso passiamo alle cose serie- propose Paku.
-Bene.
Il nostro obiettivo questa volta è molto, molto
particolare...- iniziò il capo.
-Di cosa si tratta?- domandò Franklin incuriosito.
-Occhi scarlatti. Ne avete
mai sentito parlare?-
Tutti scossero la testa negativamente.
-C'è una tribù
chiamata Kuruta, i cui membri solitamente hanno gli occhi o azzurri o
castani.
Ma quando provano emozioni forti le loro iridi si tingono di rosso,
assumendo
una tonalità tra le più belle al mondo. Valgono
tantissimo, sul mercato nero.-
spiegò.
-In pratica dobbiamo farli arrabbiare o cose così, poi
ucciderli e
strappargli i bulbi oculari, ho ragione?- intuì
Feitan.
-Mamma mia! Per come
l'hai detto tu sembra facile!- lo prese allegramente in giro
Kaede.
-Il
rapporto tra quei due si sarà pure evoluto, ma i loro litigi
rimangono
comunque!- sussurrò complice Machi all'orecchio dell'altra
ragazza, che
ridacchiò.
-Ah. Ah. Ah. Quanto sei divertente!- rispose lui, indignato.
-Ghiacciolo-
-Scema-
-Stupido nano killer!-
-Pazza lunatica!-
Continuarono a
bisticciare per un pezzo, ma come al solito vinse lei.
-È sempre così...-
sospirarono gli altri, ormai rassegnati a quei due e ai loro modi di
fare.
-Ah...
Uffa!- si lamentò Kaede gettando a terra
dei frammenti di metallo.
Feitan la guardò sconsolato e sospirò. -Mi
spieghi
come hai fatto a spezzarla? Era una lama robusta!- fece
interrogativo.
-Colpa
tua: per parare un colpo che ti avrebbe fatto parecchio male, sai!
Dovresti
ringraziarmi che ti salvo la pelle tutte le volte!-
Il volto di lui si
contrasse in una smorfia.
-TU salvi la pelle a ME?! Sarà mica il contrario?! E
poli sei stata tu ad attaccar briga con quelli!- si alterò,
accennando ai
cadaveri a terra.
Per tutta risposta lei gli fece la linguaccia.
-Non mi pare
di averti mai chiesto di aiutarmi!- continuò
arrabbiato.
-No. Infatti non l'hai
fatto. Sei troppo stupido e orgoglioso per farlo!- lo
sfotté.
-Sì sì. Tanto
devi aver ragione per forza tu. Muoviti, dai, che dobbiamo raggiungere
gli
altri.- la riprese avviandosi verso il Covo.
-Che palle! Adesso come ti sfido?-
Feitan si voltò scocciato.
-E materializza una spada! Come faccio io, no?-
propose con tono ovvio.
-Ma lo sai! Sono brava a creare cose vive, non
oggetti!- replicò lei raggiungendolo.
-Sei una tale seccatura... Tieni, va.- le
disse lanciandole qualcosa.
Kaede l’afferrò al volo, si fermò e
sguainò l'arma
con un movimento elegante.
-Che bella!- esclamò ammirata, rimirando la lama
lucida e argentea. -Dove l'hai trovata?-
Il ragazzo fece spallucce. -L’ho
rubata l’ultima volta che sono andato fuori dalla
Città. Tienila, a me non
serve.-
Era il suo modo di dire "Te la regalo".
Lei gli saltò al
collo, abbracciandolo contenta.
-Staccati! Ma che diavolo fai?!- gridò l'altro
tentando di liberarsi.
Kaede si distanziò subito, imbarazzata.
Guardò
nuovamente la sua nuova spada, soffermandosi soprattutto sul topazio
giallo incastonato
sul pomo.
Spostò lo sguardo sul volto del compagno.
-Che c'è?- chiese lui,
lievemente irritato.
-È lo stesso colore dei tuoi occhi- rispose semplicemente,
mostrandogli quel sorriso che era solo per lui.
Ok,
finalmente ce l'ho fatta! Come state? Vi godete l'estate?
Io... Domani
mattina partirò per il campo scout, quindi non
aggiurnerò prima di allora. Mi spiace...
Spero che questo
obrobrio di capitolo vi piaccia anche solo un minimo...
Keyla