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Autore: Syryus90    24/07/2013    3 recensioni
dopo un incidente per salvare un bambino, Jack comincia a ricordare pezzi della propria nuova vita che aveva dimenticato.
Grazie ad un dente cadutogli nell'incidente e a Dentolina, accederà ai ricordi perduti.
Cosa avrà ricordato?
chi avrà ricordato?
cosa centrano un drago e un ragazzo vichingo?
se volete scoprirlo non vi resta che leggere ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles Of Winter Spirit '
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Nord e Jack erano tornati al polo, la stanchezza della sera precedente li aveva infine raggiunti.
L’omone dovette stringere i denti per arrivare in tempo al proprio letto, mentre Jack si trascinò a mala voglia nella camera dove era stato dopo l’incidente, la stanza degli ospiti.
Quando vi entrò, gli sembrarono passati mesi e mesi da quando vi era costretto a causa delle ferite; il comodino, il letto al centro della stanza appoggiato al muro e la finestrella di vetri colorati, tutto era così distante.
Jack si lasciò cadere sul letto sconfortato, non sapeva cosa aspettarsi da Padre tempo e allo stesso tempo pensava ancora all’espressione di Hiccup, poco prima che svanisse il ricordo dei cristalli di neve.
Jack: Hiccup, quanto male ti ho fatto? – si chiese affondando il viso nel cuscino.
Il guardiano del divertimento, con quel ricordo fisso in testa, crollò in un sonno profondo e infelice.
Nel sogno, Jack si ritrovò a Berk, il villaggio era stato attaccato di nuovo e Hiccup era stato fatto prigioniero.
L’albino guardava la scena impotente, tutti erano in pericolo, le persone morivano dinanzi ai suoi occhi, il sangue scorreva per le strade del villaggio, sia umano che di drago; Jack in tutto quel trambusto notò Stoik e vide che stava combattendo per salvare Hiccup ma, vedendo il padre in difficoltà e per impedire il vantaggio dei nemici, il suo amato vichingo si era gettato nel vuoto cadendo inesorabilmente verso la morte.
Jack si svegliò urlando e annaspando, l’incubo lo aveva profondamente scosso; aveva sentito tutto, il vento, l’odore del legno delle case bruciate, perfino quello del sangue della battaglia; i ruggiti dei draghi e le urla dei vichinghi, anche le ultime parole di Hiccup “Sto arrivando Jack”.
Una stretta gli avvolse il cuore, aveva paura che ciò che aveva appena sognato fosse un altro frammento del passato, la visione della guerra che distrusse Berk.
Per riprendersi guardò fuori dalla finestra e notò che era già il crepuscolo, si sorprese di aver dormito così tanto, non gli capitava da secoli una cosa del genere.
Usci dalla stanza e andò nella sala centrale del globo dove, con sua grande sorpresa, ad attenderlo trovò tutti i guardiani radunati.
Dentolina non appena lui arrivò verso l’effige dei guardiani, gli si fiondò addosso per consolarlo con uno dei suoi abbracci; ovviamente Nord aveva detto a tutti cosa era accaduto.
Jack guardò l’omone dalla barba bianca e lo fulminò con lo sguardo.
L’albino, durante il viaggio di ritorno al polo nord, si era deciso a raccontare tutta la sua storia all’amico, sperando però che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
Dentolina: Jack mi dispiace che quel dente contenesse dei ricordi così tristi – disse atterrando sconfortata – non volevo che tu soffrissi così.
Jack: Dentolina, io non sono triste perché ho ricordato – disse lui aiutandola a rialzarsi – ricordare quel passato è stata la cosa più bella di tutte, forse non è finita come speravo, ma almeno so che per un periodo della mia vita, almeno una volta, io ho provato un amore immenso – disse con un sorriso malinconico – e ne ho anche ricevuto molto.
Nord: questo è parlare – disse per evitare che Jack entrasse nell’argomento “ non dovevi parlare” – ora veniamo a noi, Jack ho chiamato qui Padre tempo – disse serio – dovrebbe raggiungerci a momenti, e prima che lui arriva ti devo avvertire – disse ancora più serio – lui è tipo uno po’ particolare – disse con un tono spiritoso nella voce.
Jack: c-che cosa? – chiese confuso.
Sand Man allora fece delle figure con la sabbia, rappresentavano un uomo folle e uno serio, le immagini si susseguivano in continuazione e velocemente, lasciando Jack solo più confuso.
Calmoniglio: parole sante Sandy – disse quando l’omino del sonno ebbe finito di spiegare.
Jack: Em, chi è disposto a rispiegarmelo più lentamente ? – non volendo dire apertamente che ancora non capiva bene le immagini di Sandy.
Sandy alzo gli occhi al cielo e fece segno a Calmoniglio di ripetere il tutto al posto suo.
Calmoniglio:  diciamo che Kronos è una persona molto seria, mentre Kairos è un po’ particolare – disse gesticolando con le mani.
Jack: Ma non doveva arrivare solo Padre tempo? – chiese sempre più confuso.
Dentolina: il fatto Jack è che Padre tempo ha una personalità doppia molto contrastante – disse con un tono di rispetto – è un po’ eccentrico, su questo non si discute, ma è un uomo molto saggio e sa il fatto suo – disse lei con un sorriso.
Jack aveva la situazione in testa un po’ più chiara, ma ancora non capiva perché quel tipo era stato chiamato li al polo nord.
Jack: Nord, perché lo hai chiamato? – chiese lui scrutando l’omone.
Nord: non essere ovvio? – chiese lui con sorriso.
Jack: em.. no, non per me – disse ciondolandosi con il bastone.
Calmoniglio: Nord non glie lo hai spiegato?– chiese lui sorpreso.
Jack: spiegato cosa esattamente? – chiese un po’ spazientito.
Calmoniglio: ciò che hai visto sull’isola era una sincronia temporale – disse saltellando verso Jack per poi ergersi in tutta la sua altezza.
Jack: Si questo me lo aveva detto Nord – disse facendo scorrere il bastone nella mano.
Calmoniglio: ciò significa che tu eri destinato a vedere quel frammento del passato, perché il tuo dovere in quella fascia di tempo non è ancora finito, è stato interrotto da uno sbalzo temporale che ha fatto accadere qualcosa che non sarebbe dovuto accadere – disse a braccia incrociate camminando avanti e in dietro.
Jack: e cosa può essere? – chiese guardando Nord che aveva visto con lui la rievocazione temporale.
Nord: Io crede che sia quanto tu e tuo drago vi siete riuniti – disse facendo scorrere le dita sulla lunga barba bianca – l’esplosione di potere ha fatto dimenticare a te tutto quanto, probabilmente non doveva andare così – concluse mettendo le mani sui fianchi.
Jack allora capì, sembrava strano anche a lui tutto quanto, però aveva un’altra idea più triste in mente.
Jack: forse non è quello Nord, forse la cosa che non doveva accadere era il fatto che con un desiderio , io avevo rinunciato alla mia immortalità per mio puro egoismo – disse facendo scorrere nella mano il bastone per poi camminare verso il globo – avevo ricevuto un dono meraviglioso dalla luna e glie lo avevo rispedito con neanche una parola di ringraziamento – disse con un tono amaro in bocca – sono stato uno stupido, così facendo ho finito col ferire molte persone, se fossi rimasto uno spirito a quest’ora….  – si interruppe, non sapeva nemmeno lui dove sarebbe stato in quel momento se tutto fosse andato liscio come l’olio.
I guardiani si zittirono alle parole di Jack, non sapevano che lui avesse rinunciato all’immortalità rispedendo il dono al mittente, era davvero un oltraggio, ma Jack non poteva sapere quale era il suo vero dovere in quei tempi remoti, non ancora, perché i tempi non erano maturi e lui non era ancora un guardiano.
Dentolina : Jack , ogni cosa accade per un motivo – disse sollevando il suo volto sconsolato – e non credo che fosse quello il fatto che non doveva accadere, magari non dipende nemmeno da te, non ci avevi pensato? – chiese lei con una mano sulla sua spalla.
Jack allora riflette bene sulle sue parole, cercò all’infinito nei propri ricordi un altro fatto che non sarebbe dovuto accadere, e ne trovò uno solo; Astrid che attaccava un drago.
La vichinga era antipatica a Jack, e l’aver ferito Calien glie l’aveva resa ancora più insopportabile, lo tediava il ricordo di quella smorfiosa; il sangue ghiacciato si scioglieva dalla rabbia, nel ricordare ciò che lei gli aveva fatto.
Calmoniglio: hei Jack, fai attenzione – disse osservando le mani dell’albino – ti stai ferendo le mani.
Jack si guardò le mani, aveva stretto talmente forte i pugni da ferirsi.
Rimase a guardare le proprie ferite, il sangue gli ricordò l’incubo che aveva fatto; il ricordo delle urla gli risuonò nella testa provocandogli una forte fitta che gli fece scuotere la testa.
Nord chiamò uno Yeti e si fece portare delle bende, Dentolina fece sedere Jack e glie le mise, mentre lui osservava ancora il vuoto, appoggiato al proprio bastone; Quando la fatina ebbe finito, passo una mano nei capelli del ragazzo per consolarlo, ma lui non si mosse.
I guardiani erano preoccupati, non era mai successa una cosa del genere ad uno di loro, Calmoniglio era quello più preoccupato di tutti; era abituato a sentirsi preso in giro da Jack.
Vederlo li, così malinconico, assorto nei propri pensieri, lo fece andare su tutte le furie.
Calmoniglio: Ok ora basta – urlò andando verso Jack – cerca di riprenderti ghiacciolo, o ti faccio riprendere io dopo averti ridotto a una granita – gli disse prendendolo per la felpa – il Jack che conosciamo non si abbatterebbe in questo modo, troverebbe una soluzione e agirebbe – disse scotendolo un po’ – riprenditi dannazione.
Jack: la mia unica attuale soluzione, caro canguro, sarebbe di tornare in dietro nel tempo, per vedere se lui sta bene – ribatte l’albino – ma come tutti ben sappiamo è una cosa impossibile – disse staccando la maglia dalla presa di Calmoniglio che era rimasto senza parole – ora ho solo bisogno di un po’ di tempo, devo metabolizzare troppe cose, troppi avvenimenti, troppe emozioni, troppi ricordi – disse tenendosi la mano nei capelli – vi chiedo scusa, ma per un po’, non credo che riuscirò ad tornare me stesso – disse infine distogliendo lo sguardo dai propri amici guardiani.
 Il silenzio calò nuovamente nella sala dei guardiani e durò per degli interminabili minuti, il sole era ormai calato del tutto all’orizzonte e le luci dei giocattoli erano l’unica fonte di luce nella sala assieme a delle candele accese dagli yeti e al camino, dove Calmoniglio si era appollaiato per restare al caldo, borbottando tra se e se per il nervoso; gli dava sempre e comunque fastidio sentirsi chiamare canguro.
Uno strano rumore improvviso attirò l’attenzione dei presenti.
In mezzo alla sala, proprio davanti al globo con le luci dei bambini che credevano, si creò un vortice di nubi scure.
I guardiani sapevano già cosa significava, mentre Jack era in allerta, pronto a combattere con il proprio bastone alla mano.
Il vortice si allargo irradiando luce dal centro, una luce azzurra e bianca; da essa usci atterrando con delicatezza uno strano individuo incappucciato con un lungo vestito da mago tutto bianco con delle rifiniture d’orate; sopra aveva una casacca lunga, collegata al cappuccio, anch’essa bianca e contornata d’oro.
Quando abbassò il cappuccio, il viso si vide.
Era molto vissuto,sulla nuca aveva una folta chioma bianca raccolta in una treccia, mentre sul viso, aveva una lunga barba bianca, con dei cordini di colo oro a fermarla ogni quarto, la barba gli arrivava alle ginocchia.
I suoi occhi erano d’orati come quelli di Sand man, ma avevano un qualcosa di più antico, ed erano circondati da molte rughe; il bastone che egli teneva nella mano destra, era fatto di oro e ottone, in cima vi era una pietra gialla iridescente circondata da degli ingranaggi che si muovevano fluentemente ed era lungo più del suo possessore; era impressionante restare li ad osservarlo per lo spirito del gelo.
Jack si sentì impaurito dalla presenza di quell’uomo, sentiva la grande influenza che aveva sull’ambiente circostante, gli oggetti: come i giocattoli volanti della fabbrica, passandogli a meno di un metro di distanza, a volte andavano a rallentatore a volte si velocizzavano.
Jack allora capì; lui era padre tempo.
Nord: ah, kronos, mio vecchio amico – disse avvicinandosi a lui a braccia aperte – quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti ?
Kronos: Nicolas Nord – disse abbracciando bonariamente l’omone russo – sono passati precisamente, trent’anni, cinque mesi, tre giorni, otto ore e quarantacinque minuti dall’ultima volta – con tono magnanimo e calmo.
La sua voce risuonava roca e anziana alle orecchie di Jack, ma era allo stesso tempo rassicurante come quella di un genitore.
Nord: preciso come sempre – disse ridacchiando di gusto.
Vedere i due così vicini faceva impressione.
Per quanto Nord fosse immenso, Padre tempo era invece esile, il vero spessore lo davano i suoi vestiti, però era alto sicuramente quanto il suo amico Nord.
Tutti i guardiani andarono a salutare il nuovo ospite, meno Jack che ancora lo osservava pensieroso.
Kronos: mi rincuora vedervi in ottima forma – disse mettendosi una mano sul petto in segno di rispetto – sono lieto per la vostra vittoria contro l’uomo nero, non mi potevo aspettare niente di meno da voi cinque – disse osservando Jack – ah, ed ecco qui lo spirito del gelo e del divertimento – disse avvicinandosi a lui – non ti si addice per niente quell’espressione truce – disse guardandolo con tutta la dolcezza di questo mondo.
Jack: è un piacere conoscerti – disse chinandosi leggermente in avanti; è vero che era arrabbiato e confuso, ma sapeva ancora riconoscere le persone ala quale andava portato rispetto.
Kronos: oh oh oh, non c’è bisogno che ti inchini Jack Frost – disse lui con un sorriso premuroso – So perché sono stato chiamato qui, e so anche che nel tuo cuore alberga solo la confusione al momento e la paura – disse annuendo con la testa – sono pronto a darti le dovute spiegazioni, e so che ne rimarrai piacevolmente sorpreso.
Jack : come fai a saperlo? – chiese guardandolo incredulo.
Kronos: perché io conosco ogni singola cosa che riguarda, il passato, il presente e il futuro – disse facendo fluttuare dal proprio bastone la sfera che vi stazionava sopra, essa lampeggio dal giallo al verde al bianco, seguendo il ritmo delle sue parole.
Jack: ah – disse un po’ scettico – allora andiamo dritti al sodo – disse puntando il bastone per terra – perché mostrarmi il passato? Cosa ci ho guadagnato nel vederlo se non altra sofferenza? Che cosa vi aspettavate tu e la stella che ti ha aiutato a realizzare le immagini fatte di cristalli di neve? Perché mostrarmi quella “sincronia o come si chiama”? – chiese con il viso pieno di rabbia mentre riprendeva fiato.
Kronos: Risponderò ad una domanda alla volta se non ti dispiace – disse camminando verso il grande globo centrale e senza arrabbiarsi, nonostante il tono sgarbato usato da Jack – il tempo è effimero, può solo che andare avanti, ma ci son casi in cui esso è stato manipolato da delle forze superiori come noi spiriti, che intralciando il suo corretto flusso, anno creato un punto di stallo – spiegò con calma – qualcuno ha modificato le fila del tuo passato con dei sussurri, portando le persone a interferire nel tuo flusso temporale.
Jack allora cominciò ad assemblare i pezzi del mosaico.
Astrid era stata manipolata da qualcuno, ma da chi ? e perché?
Kronos: La vichinga non avrebbe mai fatto una cosa così crudele di sua spontanea volontà Jack – disse voltandosi verso di lui – e chi ha corrotto lei con dei sussurri, ha anche messo il suo tocco personale nel momento in cui tu e Calien siete tornati una cosa sola, interrompendo il giusto flusso del tuo potere provocando quell’esplosione incontrollata che ti ha cancellato la memoria – disse lasciando Jack perplesso.
Jack: M-ma chi? Chi potrebbe portami così tanto rancore? – chiese allarmato.
Kairos: e io che ne so? – disse cambiando completamente il suo modo di parlare – forse rimugini troppo sul passato figliuolo, hi hi hi – disse ridacchiando come un folle.
Jack era rimasto a bocca aperta, non si aspettava una risposta così menefreghista dal rispettoso spirito che aveva dinanzi a se.
Jack: Kronos, state bene? – chiese indietreggiando verso i propri amici guardiani.
Kairos: ma che Kronos e Kronos, lui è mio fratello – disse con la faccia tutta impegnata a ficcanasare attorno in cerca di qualcosa – io ragazzino depresso, sono Kairos hi hi hi – rispose ridacchiando nuovamente.
Jack: che gli è successo? – chiese agli altri guardiani – gli si è srotolato il cervello per caso? – chiese con un tono preoccupato nella voce mentre lo indicava con entrambe le mani.
Nord: be, noi ti aveva avvertito no? – disse l’omone mentre faceva spallucce – Queste che stai vedendo sono le due personalità contrastanti di Padre tempo, Kairos – disse indicando quello dinanzi a se, che stava scotendo un elfo per sentire il rumore della campanella sulla testa a punta – e Kronos, colui con il quale stavi parlando poco fa.
Jack: quanto ci mette a tornare Kronos di solito? – chiese rassegnato.
Nord: ah! È molto semplice – disse ridacchiando – basta chiamare lui per nome – rispose come se fosse ovvio.
Nel momento in cui tutti si rigirarono verso Padre tempo per chiamare Kronos, notarono che lui non era più li con loro.
Nord si mise una mano sulla testa; chissà cosa poteva combinare un folle come Kairos con a disposizione la sua intera fabbrica di giocattoli.
I cinque guardiani stavano per mettersi alla ricerca di Padre tempo, quando udirono una risatina proveniente dalla cima del globo; quando guardarono, non cedettero ai loro occhi.
Kairos aveva messo dei pattini a quattro ruote nei piedi e ci aveva legato dei razzetti giocattolo, pronti a partire da un momento all’altro.
Calmoniglio: Ok, è ufficialmente partito – disse mettendosi una zampa sul volto.
I razzi partirono e Kairos volò per tutta la stanza principale, esultando come un bambino su di uno snowboard; tutti lo guardarono saltare da una parete all’altra con enorme stupore; Dentolina era del parere che andasse fermato, e Calmoniglio pure, mentre Jack , Sand man e Nord erano quasi tentati di unirsi a lui per quanto sembrava divertente mentre lo seguivano con la testa all’unisono.
Dentolina guardò i tre con uno sguardo di rimprovero e allora Jack e Sand man escogitarono un modo per fermarlo.
Jack creò uno scivolo di brina entusiasmante, al quale nessun giocherellone sarebbe riuscito a resistere, era pieno di giri della morte e tornanti apparentemente pericolosi; Sand man invece realizzo un morbido cuscino di polvere dorata per alleviare la caduta dello spirito a fine percorso, niente era stato lasciato al caso, o meglio così pensavano loro.
Kairos notò lo scivolo di fatto da Jack e non seppe resistere, ci si fiondò sopra non appena i razzi si spensero; girò e girò sul ghiaccio e su se stesso per moltissimi minuti.
Calmoniglio: Non hai fatto un percorso un po’ troppo lungo-? – chiese all’albino.
Jack: tu trovi, coda di cotone? A me sembra anche troppo corto – disse osservando le giravolte dell’anziano spirito del tempo.
Il percorso stava per finire e ad attenderlo vi era un morbido letto di sabbia dorata, ma qualcosa andò storto, per qualche motivo i razzi ripartirono, dando a padre tempo una spinta eccessiva verso la fine della corsa.
Un piccolo balzo divenne enorme e Kairos volò dall’altra parte della stanza, volteggiando su se stesso schiantandosi poi con la faccia contro un palo.
Jack: osp, questo non era previsto – disse ridacchiando lievemente mentre lo spirito scivolava a terra per poi cadere all’indietro – deve avergli fatto parecchio male – puntualizzò.
Nord andò verso l’amico e lo aiutò a rialzarsi; era divertito anche lui nonostante lo nascondesse.
Kairos, una volta in piedi, si sistemò tunica e i capelli, si massaggiò il naso dolorante e riprese il suo atteggiamento serio e docile.
Kronos era tornato.
Kronos: chiedo scusa, ora che mio fratello mi ha lasciato il posto possiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti – disse con la calma delle nubi – mi stavi chiedendo chi potrebbe voler interferire in quel modo nel tuo destino giusto? – chiese conferma all’albino che annuì – ebbene mio fratello a modo suo ti aveva risposto correttamente, non ne ho la minima idea purtroppo – disse chinando il capo – ma visto che costui ha infranto il regolamento del flusso temporale, anche tu puoi farlo – disse con un sorriso rassicurante.
Jack: Che cosa vuoi dire? – chiese con il respiro che aumentava mano a mano ascoltava.
Kronos: significa che ti posso rimandare nel passato per sistemare le cose – disse sollevando le braccia al cielo – il tuo flusso temporale va corretto, come quello di Berk e dei suoi abitanti.
Calmoniglio: cosa centrano loro ora? – chiese confuso.
Kronos: quando una persona ne incontra un’altra, il flusso temporale delle due si incrocia formando ad ogni incontro una ragnatela fittissima e regolare, ma quando una persona è la speranza di molte, diventa il fulcro che deciderà il loro futuro – spiegò lui – in pratica è come se Jack avesse collegato a se il futuro dell’intero villaggio di Berk, che senza di lui è caduto durante una guerra – disse facendo scorrere il proprio sguardo tra i cinque guardiani.
Jack indietreggiò leggermente, il sogno che aveva fatto era davvero un’altra visione del passato; tutti quei morti, tutto quel dolore, Hiccup era morto e lui non era li per impedirlo; fino ad allora.
Le parole di Kronos erano state molto chiare, lui poteva mandarlo in dietro nel tempo per cambiare la sorte della battaglia, ora Jack poteva salvare Hiccup e l’intero villaggio.
Jack: Fallo – disse frenetico – rimandami in dietro per salvare Berk – gli disse supplicante.
Nord: non così in fretta – disse con gran voce – se tu crede che noi ti manda in guerra da solo, ti sbaglia di grosso – disse l’omone facendosi avanti – noi siamo una squadra e come squadra combatteremo insieme – disse sorridendogli.
Calmoniglio: ben detto Nord – disse foderando i propri bumerang – noi siamo con te Jack – disse per incoraggiarlo.
Dentolina: ali al vento damigelle e nessuna pietà – disse svolazzando per la stanza.
Sand man fece i pollici all’insù per mostrare il suo sostegno e Jack, alla vista del coraggio dei propri amici, non poté che commuoversi; cercò di non mostrare i propri occhi lucidi ma loro li notarono comunque.
Nord: noi siamo i guardiani, quando uno di noi a bisogno, gli altri lo aiuteranno sempre – disse esultando.
 
Kronos chiese due globi di neve a Nord, dicendo che li avrebbe modificati per farli tornare nel passato, nel frattempo loro si sarebbero potuti preparare per l’imminente battaglia; Jack descrisse a loro come erano i nemici e quanti fossero, descrisse loro i punti deboli dei draghi e indicò loro quale fosse il più forte tra i nemici, abilità e punti deboli.
Spiegò anche che non dovevano puntare a coloro che guidavano i draghi, perché ogni attacco li avrebbe attraversati visto che non credevano in loro, ma che dovevano puntare ai draghi, perché potevano benissimo vedere gli spiriti.
I guardiani rimasero stupiti da quante cose Jack conoscesse sui draghi e le loro specie, talmente tanto che Dentolina chiese al ragazzo di ghiaccio come le aveva imparate.
Jack: Me le ha insegnate la persona che voglio salvare più di tutte – disse con un dolce sorriso sul volto.
Kronos richiamò la loro attenzione per consigliargli i due globi di neve.
Kronos: questi due globi vi serviranno per andare e tornare dal passato – disse consegnandoli a Nord – avete tempo due giorni per salvare Berk dalla rovina e tornare in dietro, se mancherete il tempo di ritorno, il futuro potrebbe risentirne fortemente – li avvertì – non sbagliate.
I guardiani annuirono.
Kronos: Jack.
Jack: si?
Kronos: La notte prima del vostro ritorno riceverai un regalo, nel preciso momento in cui ti guarderai tuo riflesso nel ghiaccio di una pozzanghera – disse guardandolo dolcemente – fanne buon uso perché svanirà con il sorgere del sole.
Jack: Non lo dimenticherò – promise.
 
I guardiani andarono nella sala della slitta pronti a partire tutti insieme per il passato.
La partenza, per Calmoniglio, fu traumatica come sempre, mentre per gli altri fu divertentissima; i tornati che la slitta fece per le gallerie di ghiaccio del polo nord per partire, erano meglio delle montagne russe.
Quando nord vide la fine del tunnel schioccò le redini, la slitta si sollevò e volò alta nel cielo notturno.
Una volta stabilizzato il volo, Nord diede in mano a Jack il globo di neve da lanciare.
Lo spirito del gelo pronunciò la destinazione con una voce calda, lanciò il globo ed esso si disintegrò, aprendo così il varco dimensionale verso il villaggio di Berk.
 
La slitta attraversò il portale.
Lo spettacolo che i guardiani si trovarono dinanzi era tremendo, la battaglia era già inoltrata e l’odore di sangue e di legno bruciato, infestavano l’aria.
Jack senza dire neanche una parola si getto fuori dalla slitta in picchiata con alla mano il proprio bastone; stava cercando di raggiungere ad ogni costo un ragazzo che stava precipitando nel vuoto con gli occhi chiusi.
Jack: devo farcela – di disse sfrecciando nel cielo per raggiungerlo.
Jack riuscì a prendere il vichingo al volo e lo portò con se sulla slitta.
Il ragazzo si riprese.
I guardiani guardarono la scena sbalorditi, i due si guardavano intensamente, come fossero anime gemelle rimaste troppo a lungo separate, dopo di che, il vichingo fece scorrere lo sguardo sui presenti.
Hiccup: lo sapevo – disse con ironia – sono morto.
Il ragazzo, dette quelle parole svenne, facendo ridere lievemente i presenti; l’albino accarezzò dolcemente i capelli del vichingo per poi chinarsi a baciarlo con lo stupore e l’imbarazzo dei presenti.
Jack: non ti avrei mai lasciato cadere – disse con la sua dolce voce che arrivo al cuore di Hiccup come se fosse un sogno – ti amo.
Dette quelle parole colme di gioia, Jack abbraccio Hiccup e lo strinse forte a se; erano passati solo tre giorni da quando aveva ricordato il suo passato, ma sentiva chiaramente che il contatto tra loro gli mancava da duecentosettanta anni.
Hiccup riprese conoscenza per via del freddo del corpo di Jack, si guardò nuovamente attorno e le lacrime gli rigarono il volto.
Hiccup: ti prego – lo supplicò – dimmi che non sei un’altra allucinazione .
Jack: no, non lo sono – disse guardandolo con le proprie iridi azzurre ghiaccio – non lo sono mai stato .
Hiccup sentì il vuoto nel petto colmarsi di nuovo di quel caldo sentimento, un sentimento che gli era mancato follemente.
Jack era nella stessa situazione, continuava a fissarlo come se volesse imprimerlo nella propria mente per sempre, per la paura che da un momento all’altro il suo amato sarebbe svanito in tanti fiocchi di neve.
Calmoniglio: piccioncini, siamo nel bel mezzo di una guerra nel caso non ve lo ricordaste – disse richiamando la loro attenzione – le smancerie tenetele per la vittoria – disse ridacchiando.
Jack : sei un guasta romanticismo, coda di cotone – disse ridacchiando dopo avergli congelato la coda – però hai ragione è ora di combattere – disse posizionandosi sulle ali esterne della slitta.
Calmoniglio: questa me la pagherai ghiacciolo – disse puntandogli il dito contro mentre si sfregava la coda con una delle sue zampe.
Hiccup si alzò e guardò nuovamente il bizzarro gruppo di esseri sovrannaturali che si trovava dinanzi.
Ancora non riusciva a crederci, erano arrivati i rinforzi, ora Berk poteva farcela.
La battaglia era davanti a loro e ora un barlume di speranza si intravedeva nelle nere nubi della guerra  che spirava su Berk.


La battaglia si fa interessante.
I guardiani sono pronti a combattere.
Ma un'ombra si muove, nascosta ai loro occhi, chi sarà mai?
E cosa vorrà da loro?
Se volete scoprirlo, non perdetevi il prossimo capitolo ;)
Cap 13: L'invasione Di Berk Parte 2


se vi piace la storia vi prego, recensite, aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre opinioni :)
ps: le immagini di fine capitolo sono mie personali realizzazioni ;) spero vi piacciano, le aggiungerò appena posso :)
  
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