capitolo 2
Sophie i sedette e si prese la testa fra le mani.
Piangeva forte. Le immagini di quella sera le tornarono in mente.
Georg che picchiava Gustav.
Gustav disteso per terra.
L’ambulanza che correva in ospedale.
Tutto le sembrava solo un sogno, anzi un incubo.
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
Quando si alzò per andare a bere un tè caldo, si sentì debole e le girava la testa. Poi cadde a terra.
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Si svegliò in un letto bianco d’ospedale.
Accanto a lei due ragazzi. Uno portava dei pantaloni larghi, una felpa bianca e un capellino bianco e nero. L’altro indossava dei jeans attillati, felpa stretta nera capello nero.
Entrambi dormivano, uno sulla spalla dell’altro.
Bill aveva il viso segnato da delle lacrime nere.
Quando Sophie si svegliò capì che i due gemelli non piangevano per lei, non li conosceva così bene, ma capiva che volevano bene a Gustav, e che, anche se stava sempre per i fatti suoi, non sarebbero riusciti a continuare la loro carriera.
Georg.
Le venne in mente Georg.
Chissà dov’era.
Chissà come si sentiva.
Chissà se si sentiva in colpa.
Chissà se voleva veramente uccidere il batterista in quel momento o se voleva fargli solo del male.
“In fin dei conti- pensò Sophie- quel che è successo è accaduto per colpa mia”
Una lacrima le scese dai suoi occhi ormai spenti. Li richiuse e si addormentò.
Sognò Gustav. Sognò il batterista che le parlava, le diceva che non riusciva a stare senza di lei e che sarebbe venuto presto a trovarla.
Quando si svegliò, la stanza era buia e lei lo vide lì.
Vide Gustav seduto sulla poltrona di fronte al letto. Aveva gli stessi vestiti di quella sera.
La fissava.
S: “ perché sei tornato a farmi del male?”
G: “ non ti ho detto addio”
S: “ io non ti voglio dire addio”
G: “ bhè… purtroppo, che tu lo voglia o meno, dobbiamo salutarci. Tu hai ancora tanto tempo da vivere, mentre per me è già arrivata l’ora di andarmene”
S: “ non andartene. Resta qui con me. Ho bisogno di te” disse Sophie con voce tremolante.
G: “ mi dispiace Sophie. Ho ancora poco tempo per stare sulla terra e salutarti”
Si alzò, la prese per mano e la fece alzare dal letto. La portò lungo il corridoio dell’ospedale, che stranamente era vuoto.
Arrivarono in una stanza grande e poco illuminata.
Gustav prese Sophie fra le sue braccia e incominciò a coccolarla.
Incominciarono a sentire una musica. Sophie sapeva di averla già sentita.
Infatti era il tango con cui Gustav l’aveva abbandonata.
Danzarono, sempre molto appassionatamente.
A metà ballo Gustav si fermò e le disse:
“ te l’avevo promesso questa notte che sarei venuto a trovarti”
Prese il viso della ragazza, e con molte attenzione, la baciò.
G: “ ti amo Sophie”
Incominciò a sparire. Prima i piedi, poi le gambe, il busto, le braccia e infine la testa.
Sophie sentì un brivido percorrerle la schiena. Piangeva.
L’aveva abbandonata di nuovo.
“anche io ti amo” sussurrò
Quello fu stata l’ultima volta che Gustav e Sophie si videro.
L’ultima volta che si parlarono.
L’ultima volta che danzarono assieme.
Quello fu il loro ultimo ballo.
ECCO QUI!!ciao a tutti.. sono Giada!!
la storia è finita.. e vi prego: RECENSITE!!
così posso migliorare le prossime ff..... grazie a tutti per aver letto!!
ciao a tutti.. bacioni