10.
Next time
There will be no next time
Next time
There will be no next time
Era da quella mattina che non riusciva a smettere di piangere.
Lacrime nervose, di dolore puro e di genuina ira, sbocciate non appena si era guardata allo specchio.
E aveva realizzato che lui non sarebbe tornato. Che cosa si aspettasse dalla sua presenza – il volerlo uccidere o semplicemente sapere che non l’aveva abbandonata, a dispetto di tutto; vaffanculo- non avrebbe saputo dirlo.
L’unica cosa che la riconduceva a pensare alla lei che era stata, in quel vergognoso ammasso arrossato, piagato e sciolto, erano gli occhi. Ancora grigi, ancora presenti, miracolosamente illesi.
Scintillanti furia.
Lacrime nervose, di dolore puro e di genuina ira, sbocciate non appena si era guardata allo specchio.
E aveva realizzato che lui non sarebbe tornato. Che cosa si aspettasse dalla sua presenza – il volerlo uccidere o semplicemente sapere che non l’aveva abbandonata, a dispetto di tutto; vaffanculo- non avrebbe saputo dirlo.
L’unica cosa che la riconduceva a pensare alla lei che era stata, in quel vergognoso ammasso arrossato, piagato e sciolto, erano gli occhi. Ancora grigi, ancora presenti, miracolosamente illesi.
Scintillanti furia.
Non sapeva perché si stava rifacendo vivo dopo un considerevole lasso di tempo, ma lo stava facendo.
Non aveva tempo o voglia di chiedersi perché, di commiserarsi per la scelta; le voci in testa stavano già facendo del loro meglio e, in ogni modo, sentiva che doveva esserci.
Buffo. Prima si risolveva a non volerla più vedere; giorni dopo, eccolo correre da lei.
I corridoi sfrecciavano.
L’avrebbe mandato al diavolo, senza nessun dubbio.
E lui cosa avrebbe fatto? Aveva ancora diritto di urlarle addosso, dopo quello che era successo?
Irruppe. Lei era sveglia, abbandonata sui cuscini, talmente consumata che si sarebbe riusciti a vederle l’anima.
Negli occhi, chiari istinti omicidi.
[110]
Non aveva tempo o voglia di chiedersi perché, di commiserarsi per la scelta; le voci in testa stavano già facendo del loro meglio e, in ogni modo, sentiva che doveva esserci.
Buffo. Prima si risolveva a non volerla più vedere; giorni dopo, eccolo correre da lei.
I corridoi sfrecciavano.
L’avrebbe mandato al diavolo, senza nessun dubbio.
E lui cosa avrebbe fatto? Aveva ancora diritto di urlarle addosso, dopo quello che era successo?
Irruppe. Lei era sveglia, abbandonata sui cuscini, talmente consumata che si sarebbe riusciti a vederle l’anima.
Negli occhi, chiari istinti omicidi.
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BASTARDO. Aveva avuto il coraggio di mettere piede in quella stanza!
L’ira, accecante con quel primo pensiero, divenne così esorbitante da superarle l’anima; Heather non la sentì quasi più.
Era come se fosse calma.
“Heather”.
“Vai fuori dal cazzo”.
Avanzò qualche passo. La sua espressione, a metà tra l’indecifrabile e il terrificato, sarebbe stata quasi comica. Così come lo stato d’animo di Heather, a metà tra il volerlo il più lontano e il più vicino possibile a sé.
L’amore era decisamente una cosa da cazzoni; si ribellava anche alle cose più logiche.
“Esci da questa fottutissima stanza, lurido bastardo, e che non ti debba vedere più. Vattene. Mi hai distrutto”.
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L’ira, accecante con quel primo pensiero, divenne così esorbitante da superarle l’anima; Heather non la sentì quasi più.
Era come se fosse calma.
“Heather”.
“Vai fuori dal cazzo”.
Avanzò qualche passo. La sua espressione, a metà tra l’indecifrabile e il terrificato, sarebbe stata quasi comica. Così come lo stato d’animo di Heather, a metà tra il volerlo il più lontano e il più vicino possibile a sé.
L’amore era decisamente una cosa da cazzoni; si ribellava anche alle cose più logiche.
“Esci da questa fottutissima stanza, lurido bastardo, e che non ti debba vedere più. Vattene. Mi hai distrutto”.
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