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Autore: soholdontome    24/07/2013    3 recensioni
Mi alzai dalla panchina con le lacrime agli occhi, raggiunsi Niall con passi lunghi e decisi, lo costrinsi a girarsi e premetti le mie labbra sulle sue. Con quel bacio realizzai quanto lui fosse diventato importante per me, quanto male ci facevamo a stare lontani, che lo avevo ferito ma che era disposto a perdonarmi, mi strinse forte come a farmi capire che non mi avrebbe lasciato andare. Non un'altra volta.
La nostra non sarebbe stata la solita storia d'amore, noi non ci appartenevamo, noi avevamo bisogno l'uno dell'altra, andava oltre. E in quel momento, giuro, il mondo si è fermato, mi sono sentita viva, al sicuro, salvata.
Niall era la mia ancora, il motivo per cui avevo scelto di non mollare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il segnale luminoso del Motel si accendeva e spegneva continuamente, ronzava in maniera assurda e mi fece realizzare di odiare definitivamente le luci al neon.
“Ce l'ho fatta, ho lasciato casa mia”, continuavo a pensare.
Iniziai a sistemare le coperte del letto schifosamente sottile e scomodo, mi stesi e presi il cellulare, iniziando a scorrere nei messaggi. Emma mi aveva lasciato una serie di SMS arrabbiati e pieni di punti esclamativi, non smetteva di ripetermi quanto fossi stata sciocca a non viaggiare un'ora in pullman per andare direttamente da lei: «Ti rendi conto di quello che stai facendo?! Perché vai in un orrendo motel fuori mano? I tuoi ti pagano il viaggio e ti hanno dato i soldi, almeno saresti potuta venire a casa mia!!!».
Emma era una diciottenne londinese che avevo conosciuto circa un anno prima online, eravamo quel genere di amiche che bada poco alla distanza, per quanto fossimo lontane era probabilmente una delle persone a cui tenevo di più. L'unica alla quale tenessi davvero, forse.
Iniziai a guardarmi attorno ancora una volta, la mia camera era squallida ma poco importava. Ero arrivata in Inghilterra da meno di tre ore e m'interessava solo fermarmi a pensare a cosa fare del denaro che i miei genitori mi avevano regalato per “andare a crearmi un futuro migliore nella terra dei miei sogni”. Scelsi di non pensarci ancora una volta, decisi solo di andare finalmente dalla mia amica il giorno dopo, la chiamai per riferirglielo ed evitando qualsiasi tipo di spiegazione, riattaccai subito.

«Buon compleanno, Dani!» urlò mia madre entrando in camera alle otto del mattino.
«Sono finalmente diciotto eh?» continuò mio padre.
Mi porsero un grande pacco bianco con un nastro rosso che mi affrettai ad aprire. Conteneva tre buste di carta: una aveva un buono sconto per un tattoo shop (finalmente mi stavano dando l'ok per un tatuaggio che aspettavo di fare da almeno due anni), un'altra la mia prima carta di credito, l'ultima, invece, un biglietto aereo sola andata per Londra. Allora capii, dopo tutte le nostre discussioni, dopo i litigi, avevano deciso di lasciarmi realizzare i miei sogni. Per tutto il giorno, tra telefonate e visite a casa prima della mia festa di compleanno e festa d'addio, continuai a girarmi tra le mani quel biglietto aereo, la partenza era fissata per la settimana successiva ed era il primo passo verso la vita che avevo sempre voluto.


Mi alzai presto, incapace di dormire ancora e troppo emozionata per stare ferma, andai via in meno di mezz'ora e presi il primo pullman per il centro di Londra. Quando arrivai, Emma era già lì ad aspettarmi, era emozionatissima per il nostro primo incontro e corse verso di me a braccia spalancate pronta ad abbracciarmi. Casa sua era una villa abbastanza grande con un piccolo giardino avanti ben curato dalle abili mani di suo padre, amante della botanica, e metteva voglia di restarci, per questo fui felice di aver scelto di fermarmi finché non avessi trovato una sistemazione definitiva. Aveva preparato per me una camera accanto alla sua, la camera degli ospiti, per darmi spazio, così portai i miei pochi bagagli al piano di sopra e mi andai a fare una doccia subito dopo. Tornata in camera collegai le casse al mio ipod e iniziai ad ascoltare gli Sleeping With Sirens.
“And I feel, I feel so alive again...”
Saltavo in biancheria qua e là per la stanza mentre mettevo le mie cose nell'armadio e nei cassetti, come per celebrare la mia felicità quando qualcuno entrò in camera. Un ragazzo alto, biondo, con un'espressione irritata sul volto.
«Cacchio Emma, abbassa 'sta musica!» urlò per sovrastare la canzone.
Corsi a nascondermi dietro un'anta dell'armadio per infilarmi una t-shirt e un paio di pantaloncini che avevo appena riposto lì, imbarazzatissima per l'arrivo improvviso, e allungai un braccio per mettere in pausa l'ipod.
«Perdonami, non credevo ci fosse qualcun altro in casa» disse il ragazzo.
Con i capelli ancora bagnati che gocciolavano sulla maglietta mi avvicinai e mi scusai anch'io.
«Scusami anche tu, non avrei dovuto tenere il volume così alto»
«Beh, diciamo che la voce di Kellin Quinn va ascoltata a volume alto per forza, no?»
«Conosci questa band?»
«Sì, Luke è un grande fan quindi ho imparato ad apprezzarli. Sono davvero forti!»
«Luke?»
«Sì, il ragazzo di Emma. Io sono Niall, piacere»
«Avevo dimenticato che Em fosse fidanzata... Comunque piacere mio, io sono Danielle ma puoi chiamarmi Dani»
«Se resterai qui per più di un giorno non potrai dimenticarlo, stanno sempre insieme»
«Si godono la loro storia, quindi»
Ridacchiammo insieme ed Emma fece capolino nella camera con Luke, ci presentò e poi mi permisero andare in bagno ad asciugare i capelli. Solo quando vidi il riflesso di Niall nello specchio realizzai che mi aveva seguito, era poggiato al muro con le braccia incrociate sul petto con un mezzo sorrisetto sfacciato stampato sulla faccia, mi guardava dritto negli occhi attraverso lo specchio ed io cercai di sostenere lo sguardo. Restammo qualche secondo così fin quando lui sorrise davvero, m'incantai quasi a guardarlo tanto era bello, e mi disse: «Sai, ti preferivo con meno vestiti addosso, il tuo intimo nero era proprio carino». Mi voltai di scatto sorpresa da quella affermazione e fece una smorfia, mi scrutò da capo a piedi mentre io abbassavo la testa e arrossivo, per poi lasciarmi sola.
Quando tornai in camera Emma era lì a continuare a sistemare i miei vestiti, e subito notai un post-it sulla porta:
«Dovrei invitarti in piscina... Potrei guardati meglio e tu non avresti scuse per coprirti. -N».
Lo staccai subito e lo mostrai alla mia amica.
«Lo hai visto questo?»
«No, cos'è?»
«Un messaggio di quel Niall, è uno sfrontato!»
«Hai fatto colpo su di lui quindi, brava!»
«Mi ha vista semi nuda, Em»
«Bel vedere, allora. A Nialler piace flirtare. Potresti divertirti con lui, ha molti amici oltre Luke, dovremmo proprio uscire tutti insieme una sera di queste»
«Se quel faccia tosta smette di fare apprezzamenti del genere, per me va bene»
«Che sarà mai, è un tipo amichevole e aperto. Non è affatto male nemmeno fisicamente, scommetto che hai notato che ha degli occhi bellissimi»
«Forse, okay. Sta di fatto che sembra un po' arrogante, il tuo Luke non è così eh?»
«Certo che no, lui è un amore. Ma se non ti conoscessi direi che il biondino ti intriga, Dani»
Non risposi, in effetti quando mi sono fermata a guardarlo ho pensato che fosse carino... e quando ha sorriso era anche molto più che carino.
  
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