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Autore: sterne    24/07/2013    2 recensioni
La sua mano adesso sfiora il mio braccio e la pelle sembra ustionarsi sotto il suo tocco. Mi allontano cercando di andare via.
- “Veronica ti prego rimani. Voglio parlare un po’.” Mi fermo senza volerlo realmente.
- “Per quale ragione? Non abbiamo nulla da dirci io e te, non più.” trattengo le lacrime quando immagini di noi si susseguono nella mia mente come flashback.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Lucciole e lacrime."



3° Capitolo

 
I minuti passavano e Veronica non era ancora riuscita a prendere in mano quel piccolo aggeggio di plastica che probabilmente avrebbe cambiato definitivamente la sua vita e quella di Andrea.
Andrea, proprio lui l’aveva cercata per tutta la mattina e lei, aveva fatto di tutto per rinviare il momento della verità. Prende il test di gravidanza e con gli occhi chiusi lo getta nel cestino accanto al water. Troppo codarda per affrontare la verità.
Il suo telefono ricomincia a suonare, non ha bisogno nemmeno di guardarlo, sa già chi la sta chiamando.
Esce da quel piccolo bagno adiacente alla sua camera, sbattendo la porta e stanca si siede ai piedi del letto.
Per un momento il suo sguardo si posa sulla cassapanca di fronte a lei, precisamente sull’istantanea che un mese fa  i loro amici avevano scattato a lei e ad Andrea.
Erano felici quel giorno, ignari del fatto che la loro vita da lì a poco sarebbe completamente cambiata.
Vuole sapere Veronica, istintivamente porta la mano su quel ventre ancora piatto. Sono giovani, è vero, ma Veronica sa che l’amore supera ogni cosa.
Un sorriso le colora il viso, si precipita in bagno, recupera lo stick, chiude gli occhi, respira profondamente e li riapre.
 
- “Gaia, sei pronta? È tardi dobbiamo andare” urla Veronica guardando in cima alla rampa di scale. Sua figlia si affaccia dalla porta della sua camera con in mano una borsa piena di tutte le sue cianfrusaglie. Fermagli, lucida labbra, profumi e la sua Barbie preferita. Quando finalmente comincia a scendere il primo scalino, intenta a sistemarsi il colletto del cappottino che indossandolo ha coperto le piccole codine nere e ricciolute, si ferma all’improvviso.
- “Aspetta mammina, ho dimenticato Teddy.”
- “Gaia è tardi, lascialo a casa.” Non fa in tempo a finire la frase Gaia si è già precipitata in camera  sua. Pochi istanti dopo esce saltellando con in mano il piccolo orsacchiotto.
- “Mamma ci saranno anche Michele e Sofia?” Quel piccolo scricciolo saltella su un piede seguendo sua madre, che le stringe la mano libera per evitare che, perda l’equilibrio e cada rovinosamente sul parquet di casa.
- “Non lo so, oggi pomeriggio ha chiamato Giulia, ha detto che Michele fino a ieri mattina aveva qualche linea di febbre. E’ probabile che rimanga a casa dei nonni. Sofia però ci sarà sicuramente.”
Sofia e Michele sono i figli della migliore amica di Veronica. Hanno la stessa età di Gaia, sono due gemellini vispi e dolcissimi. Sofia va d’accordissimo con Gaia, anche se, a volte vorrebbe non doverla dividere col fratello, il quale ne è innamoratissimo.
- “Meglio.” Soffia Gaia tra un saltello e l’altro.
- “Come sarebbe a dire ‘meglio’? Gaia, non essere cattiva.” La rimbecca Veronica fermandosi e fermando anche lei e le sue piroette.
- “Ma mamma, vuole abbracciarmi sempre”  Protesta Gaia attaccandosi e dondolandosi sul braccio di sua madre. La quale non riesce a mantenere a lungo l’espressione corrucciata che aveva assunto tanto meno a nascondere un sorriso divertito. Quella piccola peste è così adorabile quando assume quel broncio, così identico a quello che aveva Veronica quando era spensierata come lei, che risulta impossibile rimanere seria e trattenersi dallo stringerla forte e riempirla di baci.
Insieme, Veronica e Gaia lasciano la loro casa per raggiungere presto la loro destinazione.
 
Veronica sorride, è felice. Una brezza leggera le scompiglia la bionda chioma. Afferra la bicicletta e dopo avere sistemato la tracolla della borsa, sferza per le strade della sua città, canticchiando un motivetto che non è sicura esista davvero o sia semplicemente dettato dal cuore.
Passando davanti una panetteria il profumo del pane appena sfornato le solletica le narici, facendole venire l’acquolina. Senza pensarci due volte, si ferma ed entra salutando gioiosamente la proprietaria.
Dopo due bocconi di quel pane profumato, Veronica si rimette in viaggio. Ha una notizia da dare. E deve farlo in un modo speciale. Decide così di fare un’altra piccola fermata. All’angolo, a poche centinaia di metri da casa di Andrea c’è un negozio di giocattoli.
 
Il ristorante è pieno di gente per fortuna, il loro tavolo è in una zona più riservata. Questo permette a Veronica e ad i suoi amici di cenare in tranquillità.
Gaia seduta in mezzo tra sua madre e Sofia, la sua amichetta. Come aveva previsto Veronica, Michele è rimasto a casa dei nonni.
-“Gaia lo sai, il mio papà mi ha promesso che quest’estate mi porta in vacanza a Disneyland.” Veronica a quelle parole scruta attentamente sua figlia. Ultimamente è un po’ sensibile al termine Papà.
-“Anche il mio papà mi ci porta.” Veronica si sbagliava sua figlia è una bambina forte. “Non è vero, mamma?” Sobbalza a quelle parole.
Guarda Giulia seduta accanto a sua figlia che le rivolge uno sguardo comprensivo ed interviene in suo soccorso.
-“Allora bambine, che ne dite se per voi ordiniamo delle pizza a forma di gattino?”
Gaia osserva ancora per un momento sua madre in attesa di risposta, ma presto, sorride e si unisce a Sofia in un urletto d’entusiasmo.
Veronica ringrazia, mentalmente, la sua amica che le sorride complice.
 
-“Come sarebbe a dire, parto domani pomeriggio? E quando lo avresti deciso?” ormai non vi era più alcuna traccia di buon umore. La felicità di pocanzi era ormai un lontano ricordo.
Andrea le da le spalle, non ha nemmeno il coraggio di guardarla in faccia. E lei che era venuta qua con tutti i buoni propositi.
-“Veronica cerca di capirmi.”
-“Cercare di capire cosa? Mi stai lasciando? E’ così?” I suoi occhi pizzicano e si riempiono di lacrime. Ma non piangerà Veronica. Non lo farà lì, davanti a lui.”
-“Non ti sto lasciando, ti ho solo detto che parto per un paio di settimane. Mio padre è stato trasferito e vorrebbe che lavorassi con lui.”
-“ Andrea, non mi hai detto nulla. Ti rendi conto. Hai deciso per entrambi. Lo sai che non ti avrei mai intralciato la strada, ma almeno potevi rendermi partecipe.”
-“Veronica ho cercato di dirtelo in questi giorni, ma tu eri sempre strana. Oggi ti ho chiamata per tutta la mattina. Dove diavolo sei stata?
Veronica gli strattona il braccio finalmente lo guarda negli occhi, ma il suo sguardo è furente, non può scaricare le colpe su di lei adesso.
-“Oh no, non provare a dare la colpa a me. Ero strana? Non ti sei chiesto nemmeno il perché? Certo eri troppo preso da te stesso. E poi ammettilo, tuo padre non aspettava altro.”
-“Non è colpa di mio padre se tu ultimamente sembri entrata in menopausa.”
In menopausa? Questo era decisamente troppo. Veronica lascia la presa sul suo braccio, prende la borsa e esce da casa sua sbattendo la porta. Ottimo, due volte in un giorno solo. Ora è lei a non renderlo partecipe, è lei che sta decidendo per entrambi.
Adesso che è fuori da quella stanza, diventata improvvisamente troppo stretta,  può piangere Veronica. Di nuovo, come stamani,  porta la mano sul suo grembo e accarezzandolo dolcemente sussurra singhiozzando. “Tranquilla, si sistemerà tutto.”.
 
-“Allora Veronica che ci dici riguardo la tua prossima mostra? Manuel mi ha detto che hai prenotato il nostro locale per domenica sera.” Cristina, la donna ha appena interrotto la lunga serie di elucubrazioni mentali che Veronica stava riportando sul suo piatto, usufruendo di fagiolini e carote tagliate a Julienne  per sperimentare una nuova corrente artistica. Probabilmente sorella gemella o magari cugina della famosissima Art Nouveau. E’ la moglie di Manuel Riviera. Uno dei soci proprietari della Riviera’s, la più importante casa d’aste della città. Manuel inoltre è il padrino di Gaia e insieme a Marco il marito di Giulia, era uno dei migliori amici di Andrea.
All’epoca uscivano tutti e cinque insieme. Finché non conobbe Cristina e scappò con lei per sposarla in un agriturismo di campagna. La cerimonia, segretissima, vide la cameriera e il giardiniere, allora novelli sposi anche loro, come unici testimoni di nozze.
Inevitabilmente quell’estate Marco e Giulia diventarono intimi e spesso lasciavano soli Andrea e Veronica, i quali per nulla dispiaciuti trovarono subito un passatempo “Soddisfacente”. Che tutti sappiamo ebbe i suoi frutti. Tutti tranne Andrea. Almeno fino a qualche giorno fa.
 
Andrea si precipita fuori dal portone di casa, ma nel cortile non c’è più l’ombra di Veronica.
-“Idiota! Sono un idiota!” Imprecando e con le mani tra i capelli s’insulta per essere stato così superficiale. E così insensibile. “Sei un uomo” gli risponderebbe Veronica se fosse ancora lì.
Girandosi intorno alla ricerca di chissà quale segno divino, invece di correre per riprendersi la sua donna, Andrea nota un pupazzetto appoggiato sul vaso di terracotta, vicino ad uno dei portici del cortile. Ha una camicetta rossa con una scritta bianca. “Assomiglio a papà” cita. Andrea sorride, commosso. Sarà sicuramente di uno dei figli della vicina di casa. Pensa erroneamente.
Prende il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e digita velocemente il numero di Veronica.
Ma anche questa volta, senza alcuna risposta.





Spazio per me

Non so più come chiedere scusa e davvero non posso dire nulla che possa giustificarmi. Spero che il calo d'interesse nei confronti delle mie storie non sia dovuto ai miei ritardi.
Mi dispiacerebbe moltissimo. Anche se a dire il vero mi dispiacerebbe di più se fosse a causa della storia in sè.
Comunque non credo sia necessario aggiungere nulla riguardo al capitolo. Abbiamo dato uno sguardo al passato e uno al presente. Veronica era andata da Andrea per dirglieLO ma arrivata là ha trovato la spiacevole sorpresa. le lascia il pupazzetto rivelatore in cortile, ma Andrea è un uomo e come ogni uomo non capisce un fico secco xD
Comunque ringrazio con tutto il cuore Dirce per il meraviglioso banner e tutte le ragazze che leggono e recensiscono.
Spero di ricevere tanti commenti =)
alla prossima volta.
Clara.

   
 
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