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Autore: Heyale    24/07/2013    2 recensioni
Kenneth, Michael e Julie.
Tre migliori amici...
...migliori amici finché...
...finché non arriveranno Daphne, Sean, Jamie e Will...
...finché l'amore non si prenderà il posto dell'amicizia.
Tra litigi, pianti, risate, baci, abbracci e tante tante seghe mentali, se ne vedranno delle belle!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN"> Kennethcap.2 Riassunto del capitolo precedente
Julie e Kenneth, dopo aver trascorso il sabato insieme, decidono di andare insime alla comunione del cugino della ragazza. Kenneth è vestito con una maglia assolutamente inadatta all'occasione e per questo squadrato da capo a piedi da un po' di parenti della ragazza. Julie dichiara di non voler assolutamente stare in piedi per tutta la cerimonia, ma come da copione, non c'è nemmeno una panchina libera.

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2-Sei irrecuperabile

-Non ci credo.-
-E dai Julie...tanto si tratta solo di un'ora.-
-Ho capito, ma non ho voglia di stare in piedi.- affermò la rossa convinta.
-Porta pazienza dai. Ora ci mettiamo qui, ci calmiamo e apettiamo che inizi.-
-Col caz...-
-Julie, siamo in chiesa.-
-...volo. Cavolo.-
-Brava- il ragazzo le diede dolcemente un buffetto sulla spalla, per poi sorridere:- Vedrai, passerà in fretta.-
-Lo spero.-
Dopo una mezz'oretta circa la cerimonia inziò. Fu tutto molto lento, accompagnato dai sospiri e dai commenti sarcastici di Julie.
Era il momento della comunione vera e propria.
-Andiamo Kenneth?-
-A far che?-
-Prendere la particola, no?-
-Ecco...-
-Non l'hai fatta te la comunione?-
-Massì che l'ho fatta, è solo che è tanto tempo che non ci vado.-
-E il momento di rifarsi. Vieni.- gli prese la mano e lo accompagnò alla navata centrale, dove c'era la fila.
La prese prima Julie e aspettò Kenneth, che la raggiunse qualche secondo dopo e ritornarono in fondo alla chiesa.
-Julie...ma non è che così ho masticato...Gesù?-
La ragazza scoppiò a ridere:- Masticare Gesù, Kenneth? Mannò...non preoccuparti, non lo mastichi.-
-Fantastico. Buono a sapersi.-
Venti minuti dopo la messa era finita e erano tutti riuniti fuori dalla chiesa per far gli auguri al ragazzino.
-Beh dai Ken...tutto sommato è andata bene.-
-Beh, c'ero io...- scherzò il ragazzo mettendo un braccio intorno al collo di Julie.
Due voci acute da dietro però li fecero sobbalzare:- Voi due state insieme?!?-
Si girarono di scatto. Sally Powell e Deborah Flynn. Le due giornaliste della scuola. Loro due si divertivano a scassare i sentimenti alle persone per estorcere qualche informazione di qualsiasi genere.
Erano del primo anno, ma le conoscevano tutti.
-No, ragazze, noi non stiamo insieme...- rispose seccato il ragazzo:- Comunque, perché siete qui?-
-Mio fratello fa la comunione.- sorrise Deborah.
-Complimenti, ora dobbiamo proprio andare. Ciao ragazze.-
-Ciao Kenneth! Ciao Julie!-
Quanto erano irritanti solo Dio lo sapeva, ma purtroppo, bene o male, a  tutti toccava averci a che fare almeno una volta.
-Ma guarda cosa devo sentire...- sbuffò la rossa.
-Perché dici?-
-Cioè...ora pensano che due persone stiano insieme solo perché si abbracciano?!-
-Cercano storie, Julie, niente di più.-
-Mi irritano.-
-Irritano anche tante altre persone...tra cui io.- sorrise il biondo.
-Si era visto...- rise lei di rimando.
-Vai a casa con i tuoi?-
-Boh...tu che fai?-
-Io vado a casa da solo.-
-E se andassimo a mangiare in una pizzeria?-
-Va bene, tanto mio padre è via tutto il giorno. Però passiamo a prendere anche Michael.-
-Ci sto.-
-Non vuoi cambiarti prima? Sei vestita tutta di bianco...-
-No, dico, sai dov'è casa mia?-
-Sì.-
-Non ti pare un po' tanto distante?-
-Forse. Va beh dai, andiamo da Michael, gli facciamo una sorpresa.-
-Oki, andiamo.-
Circa un quarto d'ora dopo erano davanti casa del loro amico. Suonarono il campanello e uscì la madre di Michael.
-Buongiorno signora!-
-Oh...ciao ragazzi. Ora vi chiamo Michael.-
-Va bene, grazie.-
Circa un minuto dopo Michael si affacciò alla porta:- Che ci fate qui criminali?-
-Ma che accoglienza Harris...dai, mettiti una giacca che andiamo a mangiare la pizza.- sorrise il biondo.
-Un avviso, un messaggio...no?- rise lui, allegro.
-Effetto sorpresa, Michael.- rispose la rossa.
-Va bene, arrivo.- rientrò in casa, chiese a sua madre, si sentirono due o tre urlacci, ma poi Michael uscì tutto intero:- Andiamo.-
Kenneth Matthews, Julie Smith, Michael Harris...trio più affiatato di loro non si era mai visto girare per le strade di New York.
Andarono nella pizzeria in cui erano soliti andare, Pizza&Beer, ma loro andavano lì per la parte pizza, non per la parte beer. A dirla tutta, avevano bevuto alcolici di "nascosto" potremmo dire solo una volta, giocando ad obbligo o verità con altri loro amici, quando loro tre avevano dovuto bere mezza bottiglia a collo di Jack Daniel's per non voler rispondere a domande che riguardavano il loro terzetto. Tra i tre Kenneth era decisamente quello che sopportava meglio l'alcool, perché Julie vomitò due o tre volte, mentre Michael s'addormentò dopo pochissimo. Così dopo quell'esperienza decisero di non bere più, per lo meno quando erano soli.
Si sedettero al loro solito tavolo ordinando una capricciosa, un'inglesina e un calzone.
-Che ci racconti Harris?- chiese Kenneth nell'attesa.
-Bah...niente di che. Voi? Dove siete stati?-
-Alla comunione di mio cugino.- sorrise Julie.
-E tu Kenneth...ci sei andato con quella maglietta?-
-Embè...direi di si.-
-Che coglione che sei.-
-Incasso il complimento...-
-Avrei voluto vedervi voi due...una tutta vestita di bianco e l'altro con la maglietta con scitto "che minchia guaddi"!!- scoppiò a ridere il moro.
-Beh, dal punto che siamo scambiati come coppia avrei voluto vederci anch'io.- affermò sarcastica la rossa.
-Cosa?! E da chi?-
-Prima dai miei nonni, poi da quelle due rompicoglioni a scuola nostra.-
-Aaah...apetta mi sfuggono i nomi...Sally e Deborah.-
-Bravo...Ossignore. Sono stanca.-
-Perché?-
-Siamo stati in piedi tutta la cerimonia! Non c'era nemmeno un fottuto posto.-
-E tu che dici Ken?-
-Mah...è stata una bella cerimonia. Cioè, vedere Julie che si lamenta ogni 5 minuti è fantastico.- scherzò il biondo.
-Fanculo Matthews.- rise lei, picchiandolo sulla spalla. Dopo poco portarono le pizze e i tre chiusero la bocca...finalmente.
-Troppi carciofi.- commentò a bocca piena Kenneth.
-Furbo, è una capricciosa cosa ti aspettavi?- lo riprese scherzosamente Michael.
-Meno carciofi.-
-Guarda che te la fanno sempre così.-
-Ma va...è diversa. Ha troppi carciofi.-
-Sei irrecuperabile, Kenneth.-
-Deve essere vero, sei già il secondo che me lo dice oggi.-
-Chi è stato il primo?-
La rossa farfugliò qualcosa con un pezzo di pizza più grande di lei in bocca.
-Mh?- chiesero entrambi.
-La sottoscritta gli ha detto che è irrecuperabile.-
-E non avevi torto...-
-Ma voi due vi siete coalizzati contro di me?- sorrise il biondo.
Gli altri due risero, per poi continuare a mangiare.


Uscirono dalla pizzeria verso le due e andarono ognuno alla rispettiva casa. E finì anche la domenica.
Lunedì.
Julie si svegliò di buon umore, stranamente. Era contenta di rivedere i suoi amici, anche se li aveva visti il giorno prima. Ultimamente le succedeva spesso di sveglarsi di buon umore. Di lunedì. Quando pioveva.
Arrivò a scuola verso le sette e quaranta e come il solito trovò Michael e Kenneth, entrambi sotto un grande ombrello rosso.
-Ciao ragazzi! Tutto bene?-
-Benissimo Julie. Tu?- rispose Michael.
-Tutto benone. Oggi abbiamo qualcosa di importante?-
-No.-
-Invece sì, Mike. C'è compito di algebra.-
-Ah già...-
Invece la rossa sgranò gli occhi grigi:- Cosa??-
-Compito di algebra.-
-Merda...Non l'avevo scritto nel diario.-
-L'ha detto quel giorno che mancavi. Doveva dirtelo Hannah.-
-Io la scanno Hannah.-
-Se vuoi ti assisto.- scherzò il moro.
-Va beh oh...speriamo bene.-
-Già...-
Rimasero zitti per un po', ognuno pensando a qualcosa che riguardava il compito, quando Hunter li raggiunse:- Ciao ragazzi!-
-Ciao Hunter.- lo salutarono tutti.
-Ascoltate, sabato sera do una festa a casa mia. Saremo in quindici circa. Vi va di venire?-
I tre si guardarono:- Io devo chiedere ai miei, ma penso di sì.- rispose Michael.
-Idem.- aggiunsero gli altri due.
-Va bene, io ci spero. E' a  casa mia eh!-
-Va bene, a dopo Hunter.- lo liquidò Michael.
-Ciao a tutti!!!- e si allontanò.
Entrarono poi dopo dieci minuti e la mattinata passò veloce. Il compito parve andar bene a tutti e tre, a Julie un po' meno, ma se la cavò lo stesso.
Andarono a casa tutti insieme e decisero che sarebbero andati tutti insieme alla festa di Hunter.
Il padre di Kenneth quel pomeriggio era a casa.
-Tutto bene figliolo oggi?-
-Certo, tutto a posto. Ascolta papà, sabato posso andare ad una festa?-
-Dov'è?-
-A casa di Hunter.-
-Via?-
-Elm Street.-
-An...va bene, purché tu ritorni a casa prima di mezzanotte.-
-Papà...- fece a mo' di cantilena il ragazzo.
-Mezzanotte e mezza, non di più.-
-Va bene. Grazie.-
-Figurati. Stanno bene i tuoi amici?-
-Benone. Ieri siamo andati a mangiare la pizza al Pizza&Beer.-
-Avete solo mangiato la pizza, vero?-
-Ma certo papà. Lo sai di essere iperprotettivo?-
-Sì, ma non vorrei vederti fare la fine del tuo amico.-
Il biondo non rispose, anzi, fece un sorriso, un sorriso amaro. Già, Mitch era morto in una maniera non proprio ortodossa.
-Beh papà...vado in camera. Devo finire i compiti.-
-D'accordo. Impegnati, mi raccomando.-
-Sicuro. A dopo.-
-Ciao!-
I giovane corse su per le scale e si rintanò in camera sua. Quanto adorava camera sua nemmeno lo sapeva. Una sera avevano dormito tutti e tre in camera sua e si erano divertiti un casino...senza doppi sensi.

Lunedì volò e arrivò martedì.
Non avevano nulla di speciale da fare, quel martedì 15, tranne annoiarsi sui banchi di scuola.
All'uscita da scuola, Julie non si vedeva così Michael e Kenneth andarono a casa senza la rossa.
-Sai dov'è finita Julie criminale?-
-Oh ce l'hai su con 'sto criminale Harris.-
-Sì. Allora sai dov'è?-
-Sarà rimasta indietro con le sue amiche.-
-Julie? Con le sue amiche? Ma che ti sei bevuto Matthews?- erano adorabili quando iniziavano a chiamarsi per cognome...
-Beh, non è che sta solo con noi, ha anche delle amiche.-
-O...degli altri amici...-
-Cazzo vuoi dire Harris?-
-Voglio dire, Matthews, che magari ha preferito stare con un ragazzo che trova molto simpatico.-
-Stai cercando di farmi afferare un coltello e infilarlo delicatamente nel tuo collo Harris?-
-Io? Ma no...- ghignò il moro, in realtà stava solo stuzzicando il suo amico.
-Fanculo.-
-Maddai Ken...è con le sue amiche. Me l'ha detto prima di uscire.-
-An...certo che sei stronzo te.-
-Oh, grazie...mi commuovi.-
-Schiatta Harris.- il ragazzo si fermò sul cancello di casa sua.
-Auguri e figli maschi Matthews. A domani!-
-Ciao!-
Ed entrò in casa, dove ad aspettarlo c'era suo padre in pigiama.
-Ciao figliolo!-
-Ciao papà...che ci fai in pigiama?-
-Riposo oggi! Heather mi sostituisce.-
-Ah...ho capito.-
-Guarda, per pranzo ti ho preparato l'hamburger!- Erik tirò fuori dal forno due panini strapieni di carne, formaggi, insalate varie e chi più ne ha più ne metta.
-...wow papà...ti sei superato!- finse il biondo.
-Lo so figliolo, grazie. Dai, siediti che mangiamo.-
-Urrà!- Kenneth addentò il panino. Fu una fortuna che riuscì a mandare giù: la carne era abrustolita, i formaggi erano quelli meno indicati per i panini, le verdure...se erano verdure, facevano schifo.
-Allora che dici Kenneth?-
-E'...delizioso. Complimenti. Però, guarda, non t'arrabbiare, ma ho mal di pancia e non ho molta fame. Vado di sopra.-
-Te lo tengo e lo scaldo stasera!-
-Grande idea!- fottutissima idea.
Kenneth andò di sopra, ancora il gusto amaro in bocca. In fondo, non gli didpiaceva quando suo papà cucinava, perché voleva dire che sarebbe stato a casa quel pomeriggio.
All'improvviso sentì un urlo dal piano inferiore:-Kenneth!!!-
-Dimmi papà!-
-Hai lascito tutti i tuoi libri in salotto!-
-Metterò bene dopo!-
-Sei irrecuperabile!-
Il ragazzo sorrise tra se e se, doveva proprio essere vero.
  
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