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Autore: Sar_    25/07/2013    6 recensioni
Emma e Stiles sono finalmente una coppia. Anche se la ragazza non riesce mai a portare a termine la trasformazione, ha acquisito le qualità soprannaturali dei membri del branco. La città è scesa in una calma inquietante, dopo la fuga di Gerard, e tutto va relativamente bene. Ma è soltanto la quiete prima della tempesta: chi attendeva nell'oscurità ha ottenuto ciò che voleva, usando gli abitanti di Beacon Hills come pedine, ed è pronto a scatenare finalmente la guerra sanguinosa che da tempo stava cercando di far scoppiare. Tra passione, violenti scontri e amicizie tradite, cosa ne sarà del lato umano e fragile della ragazza che, come un funambolo, si tiene a malapena in equilibrio sopra un baratro di oscurità e crollo sia fisico che mentale?
«Non posso combatterlo, non sono abbastanza forte!»
«Sei molto più forte di quanto tu creda, Emma.»
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«Scaverò in profondità, tra le tue peggiori paure. Troverò ciò che più ti terrorizza, e te lo regalerò. Come si chiama, quel ragazzo...»

Seguito di "Fly."
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
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Chapter four: Demon.

 

I want to hide the truth, I want to shelter you
But with the beast inside there's nowhere we can hide.

 

Voglio nascondere la verità, voglio proteggerti
Ma con la bestia dentro me non c'è posto per nascondersi.

 

Demons – Imagine Dragons

 

 

 

Ripresi i sensi mentre la corda ancora mi bruciava la pelle, ma non ci feci granché caso. Ero troppo impegnata a contare le frecce che mi spuntavano dal corpo.
Una, due, tre...

«Emma?»

Quattro, cinque.

«Emma!»

Sbattei le palpebre e alzai gli occhi. Allison era china su di me, i capelli raccolti in una coda. La luce fioca del mattino entrava dalla finestrella con le sbarre.

«Cosa ti ricordi?»

Ecco il punto. Ricordavo tutto.

Quando avevo attaccato Stiles avevo rimosso tutto, e invece stavolta ricordavo dal primo all'ultimo secondo. Compreso il dolore alle scapole.
In quel momento, realizzai di essere andata vicinissima allo spuntare delle ali, tanto da sfiorarle appena (metaforicamente), ma non era successo.
Frustrata, lasciai che Allison mi slegasse. Appena fui libera dalla corda, la pelle cominciò a rimarginarsi. Entrambe guardammo il processo meravigliate per un paio di minuti, mentre le bruciature e le piaghe diventavano rosee, poi si ricoprivano di pelle sana e infine ogni traccia scompariva.

«Beh, questo era figo!» esclamai.

Allison annuì e afferrò una freccia, strappandola senza troppi complimenti.
Fece molto più male del previsto.

«La tua guarigione è talmente rapida che non ha espulso le punte. Le ha inglobate nella carne. Quindi dobbiamo riaprire le ferite per toglierle.» Irima era comparso sulla porta della cantina, scendendo velocemente le scalette. Lanciai uno sguardo alla finestrella con le sbarre in alto alla parete e mi resi conto che era l'alba.

«Riaprirle?» proprio in quel momento, Allison si voltò a guadare la luce dell'alba che filtrava dalla finestra e vidi che la parte sinistra del suo viso era grattugiata come un pezzo di formaggio. L'avevo lanciata contro il muro, giusto. «Scusa.» mormorai.

Lei fece spallucce «mi è successo di peggio.»

Irima mi prese il braccio e mi fece girare a pancia in giù. Allison prese l'asta della freccia nella gamba sinistra e la fece dondolare avanti e indietro, riaprendo la ferita che cominciò a sanguinare.

Ricacciai un urlo in gola. Aveva il diritto di prendersi una vendetta per averle grattugiato la faccia.

Dopo aver fatto allargare la ferita abbastanza, con uno strattone secco me la tolse dalla gamba. Mi cacciai il pugno in bocca, mordendolo per non dire niente.

Continuarono così anche con le altre frecce, finché non fui ancora più stremata di prima e sanguinante. Irima spiegò che al contrario delle bruciature delle corde le ferite delle frecce erano più profonde, quindi ci avrebbero messo circa un'ora per guarire completamente, cicatrici comprese. Anche se non capivo per niente la meccanica della guarigione, annuii.

I jeans erano distrutti e sporchi di sangue, la felpa stracciata e ricoperta di uno strato curioso di terra e polvere. La giacca era stata gettata in un angolo.

Il cellulare era ancora a terra, ricoperto della sporcizia nera che si era orribilmente solidificata, diventando come uno strato di asfalto. La grattai via con un artiglio dal display e composi due messaggi: nel primo, dicevo a mia madre che mi ero divertita un sacco “stando a dormire da Erica”. Nel secondo, dicevo a Scott che avevo bisogno di stare in privato con lui.

 

 

 

 

***

 

 

Seduta sul letto di Scott a gambe incrociate, lo osservavo mentre chiudeva la porta della sua camera e mi raggiungeva sedendomisi accanto, il busto inclinato in avanti e le mani unite. Era appena tornato da Stiles.

«Di cos'hai bisogno?» chiese, visibilmente incuriosito.

Sparsi un po' ovunque nella stanza c'erano vestiti e, cosa che mi stupì, libri. Si stava davvero impegnando in quell'anno scolastico.

Mi schiarii la voce. «Hem, ecco... sai che mi sono quasi trasformata, no?» c'erano due cose che volevo chiedergli, e la seconda m'imbarazzava da morire.

Annuì, spronandomi ad andare avanti.

 

«La tua... Ancora è Allison. Come hai fatto a trovarla, a capire che era lei? O l'hai deciso tu?» dovevo trovare un'Ancora, altrimenti avrei potuto far del male a qualcuno. Non ci potevano sempre essere una cacciatrice esperta con il gene nel sangue e uno stregone a fermarmi, e da quanto avevo visto le mie doti si raddoppiavano durante la luna piena. Tutte tranne la velocità, anche se non mi spiegavo perché.

Abbozzò un sorriso. Probabilmente stava ricordando come stava quando era l'unico teen-ager licantropo della città, e doveva affrontare tutto questo da solo... quanto era cambiato?

«L'Ancora è un modo per rimanere attaccati al lato umano abbastanza da provare ancora le emozioni umane. Compassione, rimorso, rabbia... amore.» ne parlava come se fosse la cosa più naturale del mondo, e mi resi conto che pensava ad Allison anche in quel momento. L'amava davvero.
E io, sarei mai stata capace di provare un'amore così? O riceverne? Quello che provavo per Stiles era vero amore o una semplice cotta adolescenziale?

La voce di Scott mi riportò alla realtà.

«Emma?» sorrise, divertito da quel mio momento di distrazione. Io annuii per farlo andare avanti.

«Non la scegli, semplicemente capisci che è un motivo per cui devi stare umano.» concluse.

Credevo di aver capito, a quel punto.

«Quindi... dovrei averlo già capito, giusto? Dopo la mia prima luna piena, intendo...» le parole incespicavano l'una sull'altra. Se non avevo ancora trovato l'Ancora, non l'avrei mai trovata?

Lui fece spallucce «non lo so, Erica ci ha messo più lune per trovarla. Derek ci ha dovuto lavorare parecchio. Forse dovresti chiedere il suo aiuto, ne saprà di sicuro più di me...»

Sospirai. Chiedere aiuto a Derek? Sapevo che sarebbe stato particolarmente spiacevole, ma sembrava l'unica via d'uscita. Irima, Deaton e i cacciatori potevano saperne quanto volevano, ma solo un licantropo avrebbe saputo aiutarmi.
Un alfa.

Intanto, però, avevo un'altra cosa da chiedergli.

«Scott?»

«Che altro c'è?» il tono non era scocciato, ma curioso.

Dovevo parlarne con qualcuno, prima o poi. E beh, da quello che avevo capito, Scott era quello più... indicato.

«Quando tu...» mi fermai, poi ripresi «quando tu ed Allison... insomma... il lupo...»

Giuda ballerino. Era più difficile di quanto pensassi.

Scott aggrottò la fronte. Non capiva. Certe volte avrei solo voluto che fosse più perspicace...

«Quando andavi a letto con qualcuna, ti trasformavi?» lo dissi tutto d'un fiato.

E Scott scoppiò a ridere.

«Era questo che volevi chiedermi?» sembrava quasi sollevato, ed era decisamente meno imbarazzato di me. Volevo solo scavare una buca, sotterrarmici e scomparire fino alla vecchiaia.

Si schiarì la gola, accorgendosi che per me era una cosa seria, ma mi stava rendendo tutto ancora più imbarazzante. Sembra con il sorriso sulle labbra, parlò.

«Sì, ma no. È per quello che... di solito... non succede molto spesso. Bisogna avere molto autocontrollo, ecco.»

Nella mia testa, pensavo solo “Bene, ora sa che penso di andare a letto con il suo migliore amico. Grande Emma!”

 

 

 

***

 

 

Giocherellavo con il cellulare che avevo in mano mentre aspettavo che qualcuno mi aprisse. Certo, sarebbe stato più d'impatto saltare dentro una finestra, ma probabilmente mi sarei strappata i jeans, e comunque non sarebbe stato molto educato. Non mangiavo niente dalla mattina prima, e il mio stomaco gorgogliava furiosamente, ma cercai di non farci caso.

Dopo pochi secondi, la porta si aprì e la testa di Isaac fece capolino dall'interno.
Mi ero dimenticata che anche lui vivesse lì, e mi tornarono in mente anche le occasionali visite di Peter. Lui sì che era inquietante.

«Emma!» esclamò sorridente, prima di assumere un'espressione preoccupata «perché sei qui? È successo ancora qualcosa?»

Abbozzai un sorriso e scossi la testa «no, no, tranquillo. Avevo solo bisogno di scambiare quattro chiacchiere con Derek. È qua?»

Isaac alzò un sopracciglio.

«Derek? Davvero? Non sei venuta qua solo per godere della mia personalità?» e sorrise, quel suo sorriso dolce che ti fa venire voglia di sommergerlo di coccole, soprattutto sapendo ciò che aveva passato.

Emma? Coccole, DAVVERO? Non è il momento.

Sapevo che Isaac voleva solo fare il simpaticone, quindi mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e farmi strada da sola nella casa. In realtà non avevo idea di dove andare a cercarlo, quindi seguii semplicemente l'odore dell'alfa. Lo trovai in una sala ampia e ben illuminata, con un grande tavolo al centro che dava le spalle a una parte di finestre. Isaac mi tallonava, come per assicurarsi che non ci sbranassimo a vicenda visti i nostri precedenti... “poco piacevoli”.

Esibì il suo solito cipiglio, ma non mi cacciò a pedate.
Era già un buon inizio.

«Vengo in pace» cominciai, ficcandomi le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

«Cosa ti serve? Ti senti in colpa per aver attaccato Allison?» chiese, incrociando le braccia. Teneva le gambe leggermente divaricate, e avevo imparato che era un segno di possessione sul terreno e desiderio di supremazia.

Alfa, appunto.

Mi morsi l'interno della guancia, indecisa. Se avessi pronunciato quelle parole, gli avrei fornito una enorme soddisfazione. Ma avevo altra scelta?

«Mi serve il tuo aiuto. Per trovare l'Ancora.» dissi il tutto velocemente, poi incrociai le braccia, imitandolo. Sapevo benissimo che l'effetto su di me era quasi ridicolo, visto che con l'aspetto umano intimidivo meno di un criceto, ma alzai comunque il mento e divaricai anch'io le gambe.

L'espressione sul suo viso mutò completamente. I lineamenti si distesero e, miracolo dei miracoli: sorrise. Un sorrisetto soddisfatto e pieno di grande aspettativa, come prima di una festa che si prospetta molto divertente. Non c'era traccia di cattiveria, fortunatamente.

«Ah, bene! Isaac, vai pure a farti un giro... e trascina fuori anche le chiappe Peter, non m'importa come.» e fece un cenno con la testa indicandomi di avvicinarmi.

Isaac esitò.

«Sicuro di non aver bisogno di aiuto?» e mi lanciò un'occhiata un po' allarmata.

Sembrava che pensasse che l'aiuto sarebbe servito a me. Ma non m'importava di quello che sarebbe successo nelle ore successive, volevo solo trovare quell'Ancora, anche a costo di un po' di ossa rotte e qualche umiliazione.

Più o meno.

«Vai pure, Isaac. Ah, se hai voglia, faresti un salto da Stiles? Penso che ci sia anche Scott, vorrà compagnia.» e gli sorrisi, rassicurante.

Lui fece spallucce e si allontanò. Probabilmente aveva davvero bisogno di prendersi una pausa. Mi girai e feci per parlare, ma Derek mi zittì con un cenno della mano.

Dopo pochi secondi, sentii uno spostamento d'aria, e quando mi girai Peter era proprio davanti a me. Sobbalzai spaventata, e subito dopo ringhiai.

«Cuccia» disse lui, squadrandomi da capo a piedi «Derek, questa non è venuta tanto bene, ora che ci penso.»

Ringhiai ancora, allontanandomi di un passo. «Parla per te, psicopatico!»

Derek rispose con un tono diverso, teso «lei non ha un alfa, Peter. Te ne sei dimenticato? Non è stata trasformata con il morso.»

Peter storse il naso «ah, giusto. Sei una specie di... omega nata. Un caso curioso, forse unico.» sorrise, esponendo le zanne «ti servirebbe una strigliata, però.»

Isaac irruppe nella stanza e prese Peter per il colletto della giacca, strattonandolo indietro. Fu a dir poco esilarante.

Peter gli afferrò il braccio e gli diede una spinta, allontanandolo.

«Fallo di nuovo e te lo stacco, quel braccio. A morsi.» esordì, con tono suadente.

Nonostante tutto, lui e il nipote erano molto simili.

Poi entrambi infilarono la porta.



Hey there!


Sto scrivendo questo angolo autrice a un pigiama party, sono le due di notte e ci annoiamo. Lol. (sono con Commy, una sterek shipper che continua a fangirlare  a caso. Aiuto!) 
n.d. Commy: NON E' A CASO! Sì, certo. Certo
Aiuto, again. Tra poco la obbligherò a leggere il capitolo in cambio alla pubblicità che continua a chiedermi... ok, iniziamo.
VENGHINO SIGNORI VENGHINO! COMMY SCRIVE FAN FICTIONS STEREK (E L'HO ISTRUITA NELLA SCRITTURA QUINDI NON PUO' NEANCHE FAR TANTO SCHIFO), VENGHINOOO!
Ok, penso sia abbastanza LOL 
Eeeeh. Allora, che dire... questo capitolo è un po' sconnesso, con tanti salti, ma non avevo altri modi per farlo. E non posso scrivere dettagli altrimenti questa scema qua in parte capisce tutto, sob. Vabè, spero vi sia piaciuto (soprattutto la parte con Scott, lollino) 
Bene, questo angolo autrice sta diventando chilometrico, quindi meglio che mi fermi... ci sentiamo mercoledì prossimo! klsfkdsfjkdsl
Un bacio,
Sara <3
P.S. Guardate quest'immagine: non è Neir in tutto e per tutto? A volte mi amo.

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