Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
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Autore: Seiten Shiwa    25/07/2013    2 recensioni
- allora… Cos’è successo tra te e la Scarlett?! -
- Veramente…. - occhi azzurri che si spalancano per la sorpresa - io non… CHI?! -, ed un sorriso furbesco che compare non appena le spalle vengono voltate ai giornalisti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Follie di Una Notte Selvaggia'
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Sono le 5 di mattino… Ed ecco un’altra notte insonne passata a scrivere e photoshoppare…
 
E con questo, siamo a due ff che vi posto in meno di 24h…
 
Forse.. vi sto viziando un po’ troppo :P
 
Dediche: Alle mie Girls Adorate… Loro sanno chi sono… vi amo tutte, indistintamente! Siete (dopo Guendah) il mio regalo più grande!
 
Premesse: Tenere fuori dalla portata di idioti, bimbeminchia, cardiopatici, diabetici, gente con problemi di coerenza, grammatica, invidia, gelosia e chi più ne ha, più ne metta ^__^
 
Disclaimer: Jared e Colin nella realtà non li conosco, ignoro cosa facciano dalla mattina alla sera. (Ma in un angolino, tengo sempre la speranza che bumbummeggino come animali da monta! Almeno questo, nel mio cervello, me lo concedo <3 )…
 
<3 Love U So Much <3
 
Fuck The Rest  nIn
 
Buona lettura!!
 
Vostra, Pornosamente-Romantica
Seiten Shiwa
 
 
 
Toronto
 
 
05 Uncomfortable Truths

 
 
 
Jared e Tarkan tornarono insieme all’hotel, dopo aver preso un taxi una volta fuori dall’area pedonale del porto.
 
Ridevano e scherzavano come due amici di vecchia data.
 
Probabilmente, furono i loro schiamazzi ad attirare l’attenzione di un certo Shananimal….
O forse era la stessa preoccupazione del maggiore dei Leto che, non vedendo e sentendo il fratello minore per ore, ormai, temendo che fosse partito per chissà dove lasciandolo lì, era rimasto dietro la porta della propria stanza, in attesa di qualsiasi rumore potesse ricondurlo al suo Little Bro’…
 
 
 
Jared arrivò di fronte alla sua stanza, e rovistò nella tasca posteriore dei pantaloni, in cerca della chiave magnetica.
 
- Dunque mi lasci così!?- chiese con un sopracciglio alzato Tarkan, posando la mano sinistra sulla sua spalla.
 
- Come dovrei lasciarti scusa?!- fece spallucce l’americano, sogghignando.
 
L’altro allungò il collo, avvicinando le proprie labbra all’orecchio destro dell’americano:
- Non mi offri niente? Non mi inviti ad entrare?!-.
 
- Per rischiare di farmi saltare addosso?- lo schernì Jared, ma con aria sarcastica, e puramente giocosa.
 
- Oh… come se te ne potessi pentire, poi, Piccolo Leto…- gli fece la linguaccia il turco, allontanatosi da lui.
 
Il cantante dei Mars ridacchiò.
- Ti devo qualcosa, in effetti…- sorrise, per riporre la carta magnetica, appena trovata, nella tasca del jilet che portava, accantonando l’idea di ritornare nell’immediato in camera sua - ma non in camera… sarà aperto il bar dell’hotel a quest’ora?!-.
 
- Non è un problema…- sorrise in modo poco rassicurante Tarkan -… Non serve ci sia per forza un letto, per sedurti e poi scoparti…. Sarei capace di farlo tranquillamente sul bancone del bar!-.
 
- Di fronte a tutti?!- lo provocò Jared, fingendosi oltraggiato e sorpreso.
 
- … di fronte a tutti!- annuì convinto l’altro, assottigliando gli occhi verdi, con un cenno del capo.
 
-…. Sarebbe fantastico, guarda!!!- soppesò quell’idea l’uomo dagli occhi azzurri- avremmo la prima pagina sul Toronto Times! Ahahahahah!-.
 
- oh sì… -  Tarkan gli mise intorno alle spalle un braccio - immagina lo sguardo sconvolto dei camerieri!!!- e protese un braccio verso il vuoto, delineando qualcosa di impreciso, che solo loro potevano vedere, attraverso gli occhi della fantasia.
 
- ci butterebbero fuori dall’albergo! Ma credo ne varrebbe la pena…- continuò a ridere lo scapolo più gettonato di Los Angeles.
 
 
 
- Dunque sono questi i tuoi piani, dopo avermi accannato da solo, Bro’?!-.
 
Jared sobbalzò, mentre la stretta sulla sua spalla sinistra, da parte della mano di Tarkan, riconfermò la sua presenza rafforzandosi, come a tirarlo di più verso il suo petto: una sorta di istinto protettivo si era attivato.
 
Entrambi si girarono su sé stessi, ed incontrarono due occhi furenti, ed altrettanto verdi come quelli del turco.
 
- Shan…!?- sussurrò Jared, non aspettandosi un’entrata in scena alquanto furiosa da parte sua.
 
- … lo conosci?!- chiese sottovoce Tarkan.
 
- è mio fratello….- spiegò il cantante dei Mars.
 
- owhu!- spalancò gli occhi verdi il turco, sorpreso, e per nulla compiaciuto di tale scoperta - suppongo voglia scannarmi…. Visto il suo sguardo…- sussurrò all’orecchio dell’uomo a cui stava stringendo la spalla.
 
Jared annuì impercettibilmente.
 
- e chi sarebbe questo bel fusto dall’accento americano confuso e strascicato?!-.
Chiese Shannon, chiudendosi la porta della propria stanza, mettendosi a braccia conserte, con fare davvero interessato, studiandolo con un sopracciglio alzato.
 
- Un amico di Jared…!- sorrise affabilmente Tarkan, continuando a stringere Jared contro di sé.
 
- da quando hai un amichetto e non me lo dici?!- Shannon sembrava sulla via di andare su tutte le furie… o forse lo era già, a quella vista?!
 
Jared scansò con un gesto deciso, con mossa ben studiata, il braccio di Tarkan dalle proprie spalle, e fissò suo fratello negli occhi:
- da quando ti ho ridato il permesso di farti i fatti miei?!-.
 
Shannon accusò il colpo, coprendo una crepa che incrinò il suo cuore, già abbastanza scheggiato, con un sorrisetto maledettamente stronzo.
 
- da quando hai deciso di puttaneggiare in giro?!-.
 
A quella risposta, Jared sgranò gli occhi di cielo: cuore e mente furono inghiottite dalla rabbia più nera.
 
Tarkan lo notò, osservandolo di sottocchio: lo vide tremare leggermente, come scosso da un brivido. Temette davvero che il cantante dei Mars tirasse un destro in pieno viso al proprio fratello maggiore.
 
Invece, Jared, decise di sopprimere nuovamente la rabbia: montò un sorriso falsissimo e sarcastico sulle labbra, scrollandosi le spalle.
 
- Sono pur sempre una puttana sopra i miei sogni infranti…-.
 
Shannon, riconoscendo la citazione di Alibi, si morse un labbro, abbassando le sopracciglia poco prima alzate.
 
- Quindi, puttaneggiare non è un problema per me…. Sono la puttana della musica.. del mondo della musica… pur sempre una stupida puttana… quindi non dovresti stupirti del mio comportamento…- fece spallucce Jared. La sua voce ferma e fredda contrastò con la delusione che quella provocazione aveva riversato nei suoi occhi.
 
- Jared…- lo richiamò Tarkan, voltandosi completamente a guardarlo, come se improvvisamente Shannon non esistesse più di fronte a loro - smettila…-.
 
L’americano dagli occhi di cielo allungò un braccio verso di lui, posandogli il palmo della mano sul petto.
 
Ma quella mano stava tremando.
 
E questo bastò a Tarkan: prese quella mano, e se lo tirò contro di sé.
 
Jared aveva sentito vacillare le proprie gambe, colpa di tutta la rabbia che stava sopprimendo: e per un attimo, ringraziò il cielo che l’altro lo avesse afferrato.
 
Il cantante orientale se lo strinse a sé, in una morsa quasi morbosa ed ossessiva.
- Smettila…!- ripeté.
Avvolse le sue mani intorno al suo corpo: la sinistra fra i suoi capelli, proprio dietro la nuca, l’altra sulla sua spalla destra.
- non dirti mai più una cosa del genere… o giuro che ti do una craniata così forte, che ti stendo…!- minacciò a bassa voce.
 
Shannon sciolse la posizione a braccia conserte, stendendo le braccia lungo i fianchi.
- Non toccare mio fratello!- ringhiò.
 
Tarkan, girandosi di scatto verso di lui, rispose a quegli occhi verdi occidentali, che lo stavano minacciando in silenzio, con uno sguardo più che eloquente, e fatto della stessa pasta.
- Con quale coraggio ti spacci per finto interessato alle relazioni intra-personali di tuo fratello… dopo che non hai avuto ritegno a sedurre il suo fidanzato?!-.
 
Fu il turno del batterista dei Mars, di rimanerci di pietra.
Ma che cazzo.. perché quel tizio sapeva della scappatella tra lui e Colin?!
In che grado di confidenza erano lui e Jared?!
Jared non era tipo da raccontare i cazzi suoi a tutti…
 
E se…
 
No.. non poteva essere…
Jared non poteva essersi innamorato di “quell’essere dall’accento “orrendo”!!!
 
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che Jared si sia aperto tanto con lui…
 
I pugni di Shannon si strinsero in una morsa rigidissima.
Quei pensieri gli bruciarono nell’anima.
 
- E tu chi cazzo sei?! Eh?! Per giudicarmi?! Non sono fatti che ti riguardano questi. Fatti i cazzi tuoi!- alzò la voce il batterista.
La gelosia e l’indifferenza di Jared nei suoi confronti, gli stavano annebbiando il buon senso.
 
- Tutto quello che riguarda Jared è mio affare… che ti piaccia o no!- replicò Tarkan.
 
A quell’affermazione, Jared alzò di scatto il viso per guardarlo in volto.
Nessuno mai lo aveva protetto così… senza neppure conoscerlo chissà quanto.
 
O forse sì?!
 
Si ricordò di quella volta, sul set di Alexander The Great, che a causa dei cibi di dubbia provenienza durante le riprese nel deserto, si prese una grastrointerite. A causa di ciò arrivò parecchie volte in ritardo sul set del film, ed Oliver lo rimproverò più di qualche volta. All’ennesima minaccia di farlo cacciare e sostituirlo , Colin prese le sue difese…scannandosi col regista, pur di non farlo sostituire…
 
Ma quei ricordi ormai erano lontani…
 
Il presente era ben diverso.
 
- Se non vuoi che ti spacchi la faccia a suon di cazzotti, dandoteli in sedicesimi, è meglio che ti togli dai coglioni…!- minacciò Leto Senior.
 
Prima che Tarkan potesse ribattere in qualche modo, Jared si liberò dal suo abbraccio, avendo ritrovato le energie nelle gambe per sorreggersi in piedi da solo, e riprese in mano la situazione.
- Tranquillo Bro’, ce ne andiamo noi… -.
 
- E dove te ne andrai?! A farti aprire le gambe e fartelo infilare da lui?! da brava puttanella?!-.
 
All’ennesima provocazione, gli occhi azzurri di Leto Junior iniziarono ad animarsi di rabbia.
- La vuoi smettere Shannon?!-.
 
- Di fare cosa?!- chiese innocente il batterista aprendo le braccia, facendo spallucce.
 
- Di dire cazzate…- sottolineò ormai saturo del comportamento del fratello.
 
- E la verità… tu… la chiami cazzata?!- ribadì Leto Senior.
 
Jared, all’ennesima conferma che suo fratello aveva solo intenzione di provocarlo, alzò le spalle, e sbuffò verso il soffitto.
- basta…. Non insisto…- si voltò poi vero Tarkan - ti dispiace se ce ne andiamo?!-.
 
L’uomo al suo fianco scosse la testa, palesando la sua totale mancanza di dispiacere nella sua decisione presa.
 
Jared iniziò ad avviarsi verso il corridoio, seguito dall’altro cantante.
 
- E pensi che sia finita così?! Pensi che ti basti voltarmi le spalle ed andarti a farti sbattere da lui, per ignorarmi e non sentirmi?!- la voce di Shannon trafisse il silenzio del corridoio.
 
Suo fratello continuò a camminare, senza voltarsi, fingendo di non ascoltarlo.
 
Tarkan, invece, arrestò i suoi passi, e si voltò verso Leto Senior.
- E a te… ti basta riprendere a fare il fratello geloso, per farti perdonare la scopata col suo fidanzato?! Tsk… e poi… che razza di senso ha… insultarlo, per avere la sua attenzione?! Ci sono diecimila modi per ottenere la sua attenzione… e di certo, fra questi, non rientra insultarlo per qualcosa che non è… -.
 
- Evidentemente perché non lo conosci- accennò un risolino Shannon - mio caro tizio dall’accento americano strano… prima ti sedurrà, facendo l’anima in pena… tu gli aprirai il cuore, lui ti aprirà le gambe… -.
Nel mentre, Jared, si fermò, chiudendo gli occhi: pregando che la smettesse il più in fretta possibile.
La sua pazienza stava venendo meno.
- … E quando tu sarai bello cotto ed innamorato… lui sarà già bello sparito ed andato… Lui ama qualcun altro: che non sei tu. Non sarai mai tu. Quindi, non difenderlo come se fosse un’anima in pena, bisognoso di tutto l’aiuto di questo mondo, come se tutti ce l’avessero con lui senza motivo. Perché non è affatto così. Lui non ha bisogno dell’aiuto di nessuno. Tanto meno del tuo… In più, se voleva, se lo sarebbe tenuto stretto l’uomo che amava, o che dice di amare… Non ha bisogno di andare in giro ad elemosinare amori che non può ricambiare…Potrebbe tranquillamente mettere da parte il suo orgoglio, e tornare con l’uomo che ama, senza usarti… senza mettersi a fare tante storielle… senza causare altre rotture di cuore…-.
 
- Dunque è così…!- Jared era tornato indietro sui suoi passi, sorpassando perfino Tarkan, che questa volta, temete il peggio - eccolo qua, quello che realmente pensi! Sai cosa traspare dalle tue parole?! INVIDIA! Non gelosia.. INVIDIA! Tu mi invidi Shannon! Mi hai sempre invidiato! Perché io riuscivo ad avere l’amore di tutti! PERFINO QUELLO DI UNO COME COLIN! -.
Aveva iniziato ad urlare, e la cosa, non era affatto positiva: Jared non era uno solito al dar scena di sé, almeno non nei fatti privati. Era sempre estremamente calmo e paziente, come un buddha.
- Tu, bastardo! È per questo che lo hai sedotto! Tu eri invidioso! Sei tu, quello che cerca disperatamente l’amore degli altri, non io! .. maledetto bastardo….!! Ora capisco, e ho la conferma di, tante cose! Che cretino che sono stato.. SONO STATO UN CRETINO! La carne è debole…. E tu non sei di certo uno brutto, è ovvio che Colin abbia ceduto alla tua “corte”… Ma Colin, ne sono convinto, AMA ME! FICCATELO NELLA ZUCCA! ANCHE SE NON TORNASSI MAI PIÙ CON LUI, PERCHÉ NON SONO CAPACE DI PERDONARGLI QUESTA COSA, LUI AMA ME! Potrai assillarlo con i tuoi messaggi, le tue chiamate, tutto quello che vuoi… Ma lui amerà SEMPRE me!!! Anche se io gli spezzerò il cuore, dicendogli che non lo amo più ed amo un altro! NON AVRAI MAI SPERANZA CON LUI, HAI CAPITO?!?!? MAIIII!! QUINDI SMETTILA!!!!!! SMETTILAAAAAAAAAAAAAAAAA!!-.
 
Shannon era sconvolto: sentirsi rinfacciare tutti i propri pensieri più intimi, le proprie paure, così, su due piedi, nel mezzo di un corridoio d’albergo, di fronte ad uno sconosciuto, e da parte di suo fratello minore, lo sconvolse da capo piedi.
 
Jared aveva i pugni stretti, che tremavano. Il respiro era irregolare, gli occhi gonfi di lacrime, ma ancora non piangeva. Il viso era paonazzo per lo sforzo di aver urlato così tanto, ed aver preso così poco fiato.
 
Tarkan gli pose una mano sulla spalla.
- Basta ora, Jay… hai già dato spettacolo di te… andiamocene… -.
 
Il cantante dei Mars, voltandosi verso di lui, annuì
- sì… solo un’ultima cosa…- sussurrò.
Prese fiato, e si rivolse nuovamente a suo fratello maggiore.
- È davvero una cosa schifosa, scoprire, a distanza di anni… che la persona su cui ho sempre fatto più affidamento… di cui mi sono sempre fidato ciecamente.. .di cui non avevo alcun dubbio a livello di lealtà, affetto, sincerità… è tutto l’incontrario di ciò che mi ha sempre dimostrato… mi fai schifo Shannon….-.
 
Il diretto interessato si morse dapprima le labbra, abbassando il viso a fissare il pavimento, dischiudendole infine.
Come avrebbe potuto reggere, ora, dopo quello tsunami di parole?! Dopo gli occhi inferociti e stra-abbondanti di lacrime di suo fratello minore?!
 
Jared, dal canto suo, sembrava aver esaurito nuovamente tutte le proprie forze. Continuava a fissare il fratello, come a volerlo incenerire, senza avere il minimo input a sospinger sé stesso ad andarsene da lì, da quella vista.
 
- Credo di essere arrivato tardi… - esordì una certa voce dall’accento europeo…
per non dire irlandese
 
Jared si girò di scatto.
 
- E tu.. che diavolo ci fai qui?!- chiese, cercando di tener ferma e stabile la voce, ma, contro ogni aspettativa, il suo risultò un singulto strozzato.
 
- Sono venuto a parlarti, Jared…ma… temo di essere arrivato in un momento brutto, che sinceramente, avrei evitato accuratamente… o magari, anticipato...-.
 
- Ci mancavi solo tu, vero, Eamon?!!?!- Shannon sembrò aver ripreso voce - già… il fratello del suo Principe Azzurro! Bwah… Fatemi la cortesia di andare a fanculo tutti quanti, che è meglio! A FANCULO! INTESI?!?!-, e sotto gli occhi di Farrell Senior, Tarkan e suo fratello minore, si rinchiuse dietro la porta della propria stanza.
 
- Patetico! Scusa se lo dico.. ma è davvero patetico…- sussurrò il cantante turco, indirizzandosi a quella porta. Fece poi spallucce, girandosi verso il nuovo arrivato.
- Tu saresti quindi…!?-.
 
- Il fratello di Colin…- allungò una mano Eamon.
Tarkan gliela strinse.
 
- Tarkan…-.
 
- Eamon Farrell Jr…-.
 
Occhi nocciola e verdi a confronto: si studiarono.
 
Nessuno dei due, però, sembrò contento di fare la conoscenza dell’altro.
 
- Andiamo via….- disse Jared. La sua sembrò più una preghiera che una richiesta.
 
La sua mano si pose sull’avambraccio del suo nuovo amico.
 
- Certo.. - annuì Tarkan, posando a sua volta la mano su quella dell’americano, stringendogliela per un istante.
Si scambiarono un occhiata veloce: occhi negli occhi.
 
Il cantante dei Mars lo stava supplicando con lo sguardo di andarsene molto lontano da lì.
 
- Andiamo, dai…- la mano del turco scivolò sulla spalla di Jared, e lo sospinse verso le scale.
 
- Prego…- li fece passare avanti Eamon, per accodarsi a loro, con sguardo un po’ scettico, data la palese dimostrazione dell’esistenza di una sorta di legame fra quei due…
 
 
 
Tutti e tre si diressero al bar dell’hotel.
 
Una volta preso posto intorno ad un tavolinetto rotondo, date le ordinazioni al cameriere di turno, fu Jared il primo ad iniziare il discorso.
- Perché sei qui, Eamon?! Di tutte le persone che vorrebbero vedermi, non credevo tu facesti parte di questa lista.. -.
 
- Pensavo avessi letto l’email che ti ho mandato alcune ore fa… Purtroppo avevo solo quella per avvisarti che sarei venuto qui a Toronto. Non potevo di certo chiedere il tuo numero a mio fratello… Al solo nominare il tuo nome cambia umore e sparisce alla vista di tutti a casa… Anzi, che per puro caso ho incrociato Tomo all’aeroporto, che era andato a prendere sua sorella, e mi ha detto in che albergo stavate.-
 
Il cantante dei Mars annuì, incitandolo ad andare avanti… Ignorando una domanda stupida ma ingenua che il suo cervello gli pose: perché mai Tomo non gli aveva dato anche il suo numero di telefono, per poterlo chiamare?!
 
-Ma tralasciamo questo argomento. Non mi compete tutto ciò.
Ho un serio problema Jared, di cui devo parlarti… Avrei potuto parlartene per telefono, forzando mio fratello a darmelo, ma non  sarebbe stata la stessa cosa…- spiegò Farrell Senior, posando le mani una sopra l’altra, sulla superficie del tavolino.
 
Tarkan si sentì un pesce fuor d’acqua.
- Forse è meglio se io me ne vada…- si strofinò i palmi delle mani sulle proprie gambe, sotto il tavolino. Iniziava ad accusare anche lui il nervoso che si stava venendo a creare da parte di Eamon, per la sua incognita presenza al fianco del suo ex cognato.
 
- No, ti prego, rimani…- Jared si voltò verso di lui, posandogli, sotto il tavolo, una mano sulla propria, accarezzandola leggermente, regalandogli un sorriso che avrebbe descritto come disperato.
Se non fosse stato per quel senso di angoscia balenante in quegli occhi azzurri, Tarkan non sarebbe mai rimasto: non era sua abitudine farsi gli affari familiari degli altri.
 
- Per quanto non mi faccia felice la presenza di qualcuno di cui ignoro la provenienza, se ritieni che possa ascoltare, non mi resta che continuare ed andare avanti nello spiegarti perché sono qui…-.
 
Jared si rivolse nuovamente ad Eamon, ed annuì, invitandolo a proseguire.
 
- Jared… se pensi che sia qui per Colin, o altre cose del genere, sbagli… non sono qui per lui…- andò dritto al sodo Farrell Senior - … vedi… quello che mi sta a cuore più di tutto, qui, non siete voi adulti, belli, grandi, grossi e vaccinati, ma i più piccoli… Da quando te ne sei andato, James si è chiuso in un mutismo poco rassicurante, ed Henry ha quasi smesso totalmente di mangiare… -.
 
Il cameriere portò la birra ad Eamon, il succo d’ananas-cocco-menta a Jared, ed un rum e pera a Tarkan, posando i bicchieri di fronte ai rispettivi clienti.
 
Il cantante dei Mars si morse le labbra, non sapendo cosa dire.
 
- Io non voglio assolutamente convincerti a tornare con mio fratello, Jared: lunge da me fare una cosa del genere… se le cose tra voi non vanno, non mi permetterei mai di ficcarmi in mezzo.. ma…io tengo ai miei nipoti Jared…e… credo che dopo otto, quasi nove, anni di fidanzamento tuo e di mio fratello, loro abbiano diritto a non essere più riempiti di cazzate! Sono piccoli, d’accordo, non gli si può spiegare tutto, ma non sono stupidi, Jared! - il tono dell’irlandese era deciso e a tratti un po’ burbero. Sembrava come se, dopo tanto tempo passato a rimuginare, avesse finalmente avuto l’opportunità di togliersi un peso dalle spalle.
 
- Lo so, Eamon…- rispose affranto Jared - non credere che non mi manchino…-.
Si sentì colpevole, e neppure lo nascose troppo.
 
Eamon sospirò: il fidanzato di suo fratello non era affatto stupido. Era sicuro, che in qualche modo, il problema lo avesse toccato, ma che ovviamente, non aveva ancora saputo bene come affrontarlo.
 
- Cosa... mi consigli di fare?! Io.. non so davvero come comportarmi, sai?-.
Il cantante dei Mars mise a nudo tutta la sua genuina onestà: un pregio che aveva da sempre.
- Ammetto di… di essermi rinchiuso nel mio dolore, e di esser stato un egoista, nel non aver pensato subito a come comportarmi con loro…mio errore… mea culpa… e ammetto anche di… essermene, in qualche modo, lavato le mani… lasciando indirettamente tutto il fardello, a Colin, di spiegare ad Henry e James il perché non mi sono più fatto vivo o non ho più chiamato… la verità… è che ho avuto paura di qualsiasi domanda mi avrebbero rivolto… sai.. le domande innocenti e senza malizia dei bambini sanno risultare le più scomode… non avrei mai saputo dare una risposta pulita a dovere…-.
 
- Jay…- Tarkan rigirò la mano sotto quella di Jared, posata sulla propria, ed intrecciò le loro dita con fermezza, facendogli avvertire la sua presenza - forse, dovresti prendere un giorno libero dai tuoi impegni, andare dal tuo ex fidanzato, parlargli, decidere cosa dire ai vostri pupi, e trovare un modo per dirglielo… è vero: non esistono modi semplici per farlo, ma un modo che sia comprensibile per loro, vi deve essere.. e lo potrete trovare solo insieme. Se siete stati tutto questo tempo insieme… credo che essi si possano considerare tuoi figli, no?! E allora, se li ami proprio come tuoi figli, non puoi continuare a non dar loro spiegazioni…e prima lo fai, meglio è! il dubbio non lo merita nessuno, tanto meno loro.-.
 
Eamon, stranamente, dovette ammettere di trovarsi d’accordo con quell’uomo incognito.
 
Jared annuì.
- Ora, ho la mia tabella di marcia davvero intasata… non mi libererò prima di ottobre…- spiegò ad Eamon - almeno, per quanto riguarda spostarmi fisicamente… volendo, però… potrei chiamarli e parlarvi al telefono…- sussurrò infine - sempre se Colin me lo lasci fare…-.
 
- Colin non ce l’ha con te, Jared…- sorrise Eamon comprensivo - in assoluto, davvero: non ce l’ha con te…spero che questo ti rassicuri un poco -.
 
- Lo so, Eamon.. non è questo il punto.. è che… il voler parlare con Henry e James, passando tramite Colin, potrebbe trasformarsi in una telefonata “difficile” da sostenere tra me e Colin… io.. non mi sento ancora in grado di sostenere una chiacchierata con lui, perdonami.. ancora… non ci riesco proprio…- ammise il cantante dei Mars, abbassando lo sguardo, fissando il bicchiere di fronte a sé.
 
Improvvisamente, il ricordo del loro incontro in aeroporto pochi giorni fa, delle chiamate e del messaggio di Shannon sul suo telefono, del sorriso di Henry in braccio a sé, delle due fedi, lo rabbuiarono.
 
- Capisco… va bene.. allora…- l’irlandese, ignaro dei pensieri che invasero la mente di Jared, ma notando il suo distaccamento, prese un foglietto dalla sua borsa ventiquattrore, ed una penna.
Scrisse qualcosa.
- Questo è il mio numero, Jared. Quando vuoi, chiama me, te li passerò io Henry e James… Colin sarà impegnato per delle riprese prossimamente, e io mi dovrò occupare dei piccoli nei giorni avvenire… assieme a Steve-.
Gli porse il foglietto.
 
Jared lo prese con entrambe le mani.
Lo fissò: lui e Colin avevano la scrittura simile.
Il cuore gli mancò un battito.
 
- Va bene… grazie… lo farò senz’altro, allora..- sorrise il cantante dei Mars, mascherando le lancinanti fitte al petto.
 
- Parlando d’altro… lui chi è?!- Eamon indicò Tarkan - la tua nuova fiamma?!-, chiedendolo un po’ innervosito.
 
Che per caso volesse fare le veci del fratello minore, geloso,  all’oscuro di tutto?!
 
- EEH!? Ahahahah!!, macché, Eamon! - rise Jared, che a quella domanda dimenticò la tensione che lo stava tenendo sotto torchio -è un mio… un mio amico…-, ritrovandosi a rispondere imbarazzato.
 
Perché mai Eamon e Shannon avevano subito pensato che lui e Tarkan potessero stare insieme?!
Non era affatto così!
Ora… qualsiasi persona si sarebbe dimostrata amica e gentile con lui, sarebbe stata una sua possibile nuova fiamma?! Ma erano fissati?!
 
Tarkan lo guardò come un babbeo: neppure lo conosceva da così tanto tempo, e già lo considerava suo amico?! Si sentì tanto orgoglioso di sé. Gongolò internamente come un idiota.
 
Eamon scrutò il modo in cui il turco guardava Jared, ed il modo di Jared di reagire: non sembrava mentire, eppure, qualcosa continuava a non quadrargli… quell’amico là, gli era proprio nuovo come presenza nella vita di Jared… in ogni caso, si disse, che per ora, era meglio farsi i fatti propri e non indagare… e soprattutto, non dirlo a suo fratello minore.
 
- Senti, tornando al discorso principe…- riprese l’irlandese - come ben sai, i primi di ottobre è il compleanno di Henry… te lo dico in anticipo: farà una festa, e mi auguro ci sarai…-.
 
Jared annuì, sicuro di sé.
- Sì, ci sarò, mi sarò anche liberato in quel periodo…-.
 
- Vedi di gestire il carico di sentimenti che ti porti dietro… non voglio venga rovinata la sua festa…- fece puntiglioso Eamon, puntandolo con il dito indice.
 
- No, figurati! Non lo farò di certo!- lo rassicurò Jared, sorridendo dolcemente, al pensiero di rivedere Henry, e non di meno James.
 
- Meglio così allora…- sorrise, ora più tranquillo, Farrell Senior.
Afferrò il suo bicchiere ed iniziò a bere un sorso.
 
- Dovrò venire a Dublino… o la festa si farà a Los Angeles?!- chiese l’americano.
 
- Non lo so di preciso… chiamami tra qualche giorno,e ti darò tutte le dritte necessarie- rispose, mandando giù un altro sorso.
 
- Va bene…- accennò ad un sorriso più sereno l’uomo dagli occhi azzurri.
 
Tarkan, finalmente, sentendolo più tranquillo, lasciò andare la presa sulla sua mano, e si poté godere il suo short rum e pera.
 
- Mi pare di aver capito che tra te e tuo fratello non va molto bene…-. Eamon parve molto preoccupato nell’affrontare l’argomento.
 
- Già… mi dispiace abbiate dovuto assistere ad una scena patetica come quella di prima… non è mia abitudine sbroccare in questo modo alla gente…- Jared posò il viso sul palmo della mano, sorreggendosi sul gomito, mentre con l’altra si portò la bibita alla bocca, bagnandosi appena le labbra, pensieroso.
 
- Figurati… possono capitare momenti in cui non si è in sé… - lo giustificò Tarkan.
 
Eamon non badò a lui, era totalmente concentrato su Jared.
- … Non riesci proprio a perdonarlo, vero?!-.
 
Due occhi azzurri, a quelle parole, vibrarono leggermente, e si mossero sul proprio interlocutore.
La bocca mandò giù qualche sorso, ma in qualche modo, le papille gustative non percepirono alcun gusto: nulla, tutto sembrò sciapo ed insapore.
 
- Shannon?! o Colin?!...- chiese in un sussurro, appena udibile, causa anche il bicchiere che ancora sostava sulle labbra e non permetteva alle sue parole di espandersi nell’aria.
 
- Shannon…. Colin…. Uno dei due… o anche entrambi…- continuò l’irlandese, in tono vago, agitando lentamente una mano come a disegnare un cerchio nell’aria, mentre con l’altra teneva il bicchiere vicino alla bocca.
 
- Tu perdoneresti mai tuo fratello, se si fottesse tua moglie?!- chiese Tarkan, indispettito da quella domanda fatta al suo protetto.
 
Eamon girò lo guardarlo, assottigliando gli occhi, verso di lui.
Un piccolo rumore avvisò che il suo bicchiere era stato posato sul tavolo.
- la domanda non l’ho rivolta a te… cosa centri!?-.
 
- è maleducazione rispondere ad una domanda con un’altra domanda…!- s’indispettì il turco.
 
La mano dell’irlandese si strinse con rabbia intorno bicchiere, ma non proferì parola.
 
- beh? Che c’è?! ti sei morso la lingua?!- continuò ad insistere Tarkan.
 
Jared pose una mano sul suo ginocchio, sotto il tavolo, per porgli un freno.
- Eamon non è Shannon… lui non potrebbe mai capire… e poi suo MARITO non lo tradirebbe mai… Steve è una persona così precisa e retta… è un uomo semplice e dolcissimo…-.
 
Tarkan si morse un labbro: non credeva che anche Eamon fosse sposato con un uomo… Ma ovviamente, non gli sfuggì lo sguardo dell’irlandese, che per un attimo si alienò sul proprio bicchiere di birra.
 
- Già… hai ragione… magari, neanche lui, ha mai avuto la malsana idea di fregare il marito a suo fratello… come invece ha fatto il tuo!-.
 
Farrell Senior fulminò con lo sguardo il cantante turco, ma Jared non lo notò, in quanto preso a fissare due occhi verdi che cercavano di trasmettergli la loro ritrovata calma, seppure apparente.
 
- Possiamo gentilmente cambiare discorso?! - propose il cantante dei Mars, con sguardo supplichevole verso Tarkan.
 
L’altro cantante annuì, accarezzandogli la spalla.
 
Ad Eamon continuava a non piacere la presenza di quel tizio al fianco del suo ex cognato.
E soprattutto, non continuava a piacere la loro sintonia.
- Forse, per stasera, è meglio…-.
 
Jared, finalmente, sorrise rincuorato.
 
- Prima che mi scordi…- Farrell Senior puntò il bicchiere mezzo pieno verso di lui - ancora complimenti per Artifact… ho letto sul giornale le critiche…-.
 
- Grazie mille, Eamon…-.
Il cantante dei Mars sembrò improvvisamente imbarazzato da quel complimento… E a Tarkan piacque tanto quell’espressione così genuina che gli si dipinse sul volto.
- ma dimmi… sei venuto qui solo per parlarmi di Henry e James?! O c’è dell’altro?!-.
 
L’irlandese mandò giù un bel sorso di birra, per poi riposare il bicchiere sul tavolo, ed alzare lo sguardo su quei due occhi azzurri incantevoli.
 
- No… sono qui anche per lavoro, di Steve.. ma se non fosse stato oggi, sarei venuto da te, comunque, quanto prima…. Questione di giorni ed impegni insomma…Sicuramente, prima di ottobre, ti avrei fatto la mia bella tirata di orecchie, Jared…-.
 
- Ed avresti fatto bene, proprio come hai fatto ora… grazie…- sussurrò Jared, tornando a fissare il fondo del proprio cocktail analcolico, quasi vuoto ormai.
 
Eamon guardò l’orologio.
- Credo sia tempo per me di tornare da Steve, mi sta aspettando…-.
 
- C’è anche lui qui?!- chiese il cantante dei Mars, incuriosito.
 
L’irlandese annuì.
- Era ad una cena di lavoro…e dovrebbe star per finire. Mi attende per andarlo a prendere!- bevve l’ultimo sorso di birra, e si alzò in piedi.
 
Stette per infilare la mano in tasca e prendere il portafoglio, ma Jared si alzò in piedi anch’esso, e pose una mano sul suo polso.
- No, faccio io…-.
 
- Non sono il tipo che lascia debiti o si fa fare favori, Jared, mi conosci.-
 
L’americano scosse la testa.
- Non è un debito, ne un favore… E’ un modo per ringraziarti per questa, come hai detto tu, tirata d’orecchie…-.
 
Eamon tentennò.
In vita sua non si era mai fatto pagare nulla da nessuno: nemmeno dal marito. Neppure dal fratello.
 
E questo Jared lo sapeva. Glielo sottolineava spesso Colin, quando parlavano dei difetti di famiglia.
 
- Per favore… lascia che paghi io…lo metterò sul conto a mio nome dell’albergo…-.
Due occhi di cielo sembrarono supplicarlo.
 
L’irlandese, in una frazione di secondo, capì perché fu davvero raro che Colin avesse vietato qualcosa a Jared in passato: con quell’espressione da cucciolo smarrito e bastonato, abbinata a quei due cieli limpidi, toccava davvero far violenza su sé stessi, per dirgli di no.
 
- va bene…- proferì in un soffio Eamon, riportando la mano lontano dalla tasca dove era il portafoglio.
 
Jared lasciò che la propria scivolasse dal suo polso alla sua mano: la strinse con forza tra le proprie dita.
 
- Grazie infinitamente, Eamon… di tutto…-.
 
Farrell Senior si sentì improvvisamente smarrito: Colin gli aveva parlato spesso della dolcezza dei modi di fare di Jared, ma ritrovarsela addosso, verso sé stessi, quella dolcezza, era davvero tutt’altra cosa.
Si senti le membra incrinare per quanta emozione gli diedero quegli occhi.
 
- O-ora vado…- balbettò - spero di rivederti ad Ottobre…- per poi continuare più deciso.
 
Jared mollò la presa sulla sua mano, annuendo.
 
L’incantesimo si dissolse.
 
Un ultimo veloce scambio di sguardi, un’ultima veloce ossessiva occhiata, mixata ad una dichiarazione di guerra, a Tarkan, che ben ricambio con un sorrisetto da schiaffi, ed Eamon, voltandosi, si diresse fuori dal salone, fuori dall’albergo…
 
 
 
Jared tornò a sedersi al fianco dell’uomo dagli occhi verdi. Lo fece quasi lasciandosi andare con tutto il peso sulla sedia.
 
Tarkan si lasciò andare ad un risolino.
 
- che hai da ridere in quel mondo?! Sotto i baffi?!-.
 
- nulla, Jared, nulla… solo…. Tu non ti rendi conto di cosa fai alla gente…. Tu non te ne rendi proprio conto…- disse, passandosi una mano sul volto.
 
- … scusa, credo di non aver capito a cosa ti riferisci?! Che avrei fatto?!- spalancò gli occhi, non capendo davvero cosa l’altro volesse dire: per sé stesso, tutto era così normale, nel proprio comportamento.
 
- nulla, Jared.. nulla… - scosse la testa Tarkan, rassegnato: era così inconsapevole del magnetismo che a volte riusciva ad emanare con la sua dolcezza, che era davvero inutile starglielo a spiegare… Per fortuna, almeno, era consapevole del magnetismo del suo carisma a livello artistico. Peccato ignorasse tutte le altre sue proprie sfumature comportamentali: quelle che, realmente, erano state capace di magnetizzare, se non elettrizzare, verso di sé Colin, e perché no, anche lui stesso.
- muoviti a finire la tua bibita… ho sonno… -.
 
Jared annuì, finendo di bere il suo cocktail.
 
In silenzio, si alzò, e Tarkan lo seguì.
Ringraziarono la cameriera con un cenno del viso, e Leto Jr lasciò detto di aggiungere le consumazioni di quella sera al proprio conto stanza.
 
Insieme, in silenzio, si avviarono alle proprie camere…
 
 
Continua…
 
 
 
 
 
 
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