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Autore: Rio    04/02/2008    6 recensioni
Shot introduttiva alla prossima nuova storia di SiLvIeTT4, intitolata 'Il Ritorno'. Il dolore di un abbandono, le lacrime per un amore strappato...
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non C’è


A SiLvIeTT4,

grazie di esserci Dray...


 
 

I tenui raggi di un pallido sole riscossero dal suo sonno agitato Hermione Jane Granger, che istintivamente allungò una mano sul cuscino posto sull’altra piazza del letto, speranzosa che fosse stato solo un brutto sogno.
"Non c’è" realizzò, sentendolo freddo e senza pieghe.
Calde lacrime scivolarono, lente e disobbedienti come una carezza rubata, sulle sue guance di pesca, ormai secche per via di tutte le gocce salate che aveva pianto il giorno prima.
Cercò il cellulare sulla scrivania di noce della sua stanza, rimasto acceso per tutta la notte, come il suo udito, che aveva inutilmente pregato per uno di quei trilli che lui odiava tanto.
Nessuna chiamata persa.
Nessun messaggio.
Ricompose per la milionesima volta quel numero che conosceva a memoria come le sue tasche.
Uno squillo. Due. Tre. Quattro…


 
"Tu non rispondi più al telefono
E appendi al filo ogni speranza mia
Io non avrei creduto mai di poter
Perder la testa
Per te…"


 
Perché non rispondeva? Per quale cazzo di maledettissimo e fottutissimo motivo??
Odiava quel maledetto affare che gli aveva regalato per sentirlo sempre vicino, ogni volta che, a tarda notte, dopo essersi visti di nascosto ed essersi amati, tornavano nei loro rispettivi dormitori, quindi era impossibile che non lo stesse sentendo suonare.
Non dopo tutte le volte che l’aveva chiamato, almeno.
Dodici, tredici squilli.
Quattordici…

- La informiamo che questa chiamata verrà trasferita alla segreteria telefonica… –

Mise giù, ridendo d’amarezza.
Tutto quello era assurdo.
Era assurdo che fosse sparito nel nulla.
Era assurdo aver trovato un semplice biglietto con tre dannatissime parole che tentavano in tutti i modi di spiegare il motivo di quel suo gesto a una ragazza sconvolta.

"Ho dovuto farlo"

Era assurdo che le sue iridi dorate, in cui ancora erano presenti le immagini di quelle argentee di lui, guardassero quel foglio senza leggerlo più.
In fondo, però, non ce n’era bisogno.

Lo aveva imparato a memoria, dopo averlo appallottolato e chiuso in una morsa ferrea tra le sue dita, per poi riaprirlo ed osservare ancora la scrittura di lui.
Elegante, decisa, senza fronzoli…essenziale.
L’unica cosa che le era rimasta.
Era assurdo che avesse pianto litri e litri di lacrime per uno spocchioso, arrogante, altero, bastardo, egoista e maledetto Draco Malfoy.
Già, Draco Lucius Malfoy, il Principe di Serpeverde.
Quel ragazzo alto, biondo, fisicamente perfetto con degli occhi di un colore così particolare che, al mondo, solo il suo sorriso era più raro.
Ma non per lei, no.
Hermione l’aveva potuto ammirare ogni volta che erano soli e il Serpeverde toglieva quella maschera di freddezza e ostilità che riservava a tutti gli altri, mostrandosi per ciò che realmente era.
Un ragazzo che sapeva essere dolce, simpatico, perfino geloso.
Merlino, si disse, se solo l’avesse sentita si sarebbe comportato da vero bastardo per sfatare il mito che stava creando di lui.
Eppure, era la verità.
Lo aveva dimostrato al ballo dell’ultimo anno.
Ma poi…


 
"All’improvviso sei fuggito via
Lasciando il vuoto in questa vita mia
Senza risposte ai miei perché
Adesso cosa mi resta di te…"
 


Un biglietto spiegazzato, ecco cosa le restava.
Oltre ai ricordi, naturalmente.
Stupidi, felici e, al contempo, dolorosi ricordi.

 
FLASHBACK
- Herm, con chi andrai al ballo?-
- Non credo ci andrò, Lav.-
- Motivo, scusa?-
- Non ho un cavaliere.- cioè, ce l’aveva, ma il suddetto cavaliere si era ben guardato dall’invitarla, evitando l’argomento "ballo" come la peste.
- Scherzi?! Ma se te l’ha chiesto praticamente tutta Hogwarts!-
- Non esagerare, Lav…-
- È la verità, Herm! Ehi, Jess…- disse bloccando il Tassorosso per un braccio, - Hai già trovato una ragazza per il ballo?-
- Beh, veramente…no…-
- Perfetto. Ci vai con Hermione.-
- Cosa?!?! Ma…-
- Ma niente. È deciso.-
FINE FLASHBACK

 
E così al ballo ci era finita con Jess Julius Montgomery.
Il che non aveva di certo provocato la gioia del suo ragazzo segreto, nonché mancato cavaliere.
 

FLASHBACK
- Cosa?! E tu non hai rifiutato?!-
- Credi sul serio che non ci abbia provato?!-
- Non abbastanza a quanto pare.- sentenziò il bel biondo, accendendosi una sigaretta.
- Beh, neanche tu ti sei impegnato a rifiutare l’invito di Mary Anne Steele, la rossa di Serpeverde!-
- Non cambiare discorso, Mezzosangue…si stava parlando di te.-
- Così io dovrei andare al ballo da sola, mentre tu con una serpe illusa che ti sbava dietro?! Merlino anche Ron e Pansy ci vanno insieme!-
- Non mi rompere le palle, Hermione, faccio quello…-
- Sì, fai sempre quello che vuoi tu…- aveva mormorato, allontanandosi per non fargli vedere le lacrime che le pungevano gli occhi.

 
***  ***  ***  ***  ***  ***

 
La Sala grande era stata addobbata a festa quel giorno e le sembrava più bella ed elegante che mai.
Miriadi di candele levitavano sulle teste di altrettanti studenti stupiti e felici, ognuno con al proprio fianco la dama o il cavaliere che, da sempre, aveva desiderato.
Soltanto loro due dirigevano lo sguardo oltre il proprio partner, cercandosi.
- Hermione, quel vestito ti sta d’incanto, davvero! Te l’ho già detto?!-
Ringraziò Jess per la quinta volta, per nulla interessata ai suoi commenti.
Aveva indossato quell’abito solo per lui, in realtà.
Era in una delle tante vetrine di Hogsmeade, vestito da un manichino.
Lungo fino ai piedi con un corto strascico, aveva una profonda scollatura sulla schiena ed era legato all’altezza dei fianchi da un fiocco che, come lui le aveva detto, lasciava immaginare cosa sarebbe successo se, con un gesto fulmineo, si fosse preso la libertà, che riteneva gli spettasse di diritto, di slacciarlo.

Quel morbido blu cobalto che la avvolgeva, il colore preferito di lui, le metteva in risalto gli occhi dorati e i boccoli color cioccolato, fermati in un’acconciatura particolare, opera di Lavanda, tranne qualche boccolo che le era sfuggito e ricadeva provocante lungo la linea delicata del collo.
Aveva visto Draco rimanere stupito, allorché aveva fatto il suo ingresso nella Sala, ma poco dopo riprendere la sua maschera di indifferenza, tornando a mangiare le fragole che Blaise aveva appena preso dal ricco buffet preparato dagli elfi domestici della Scuola.
Anche lui era stupendo, aveva notato Hermione.
Le scarpe scure e lucide, i pantaloni di stoffa nera pregiata dal taglio classico ed elegante che gli fasciavano i fianchi stretti, la giacca, anch’essa nera, che sembrava contenesse a stento quelle larghe spalle che più volte l’avevano riparata dal freddo delle sere d’inverno in cui si incontravano, avvolgendola, e, al suo interno, una camicia di seta, grigia come i suoi occhi, nascondeva i muscoli scolpiti dall’assiduo allenamento di Quidditch, i cui primi bottoni erano rigorosamente aperti a lasciare intravedere l’incontro delle clavicole.
Occupata com’era ad ammirarlo, non si era accorta dell’estrema vicinanza del suo cavaliere, il quale le aveva chiesto se avesse sete. Voltatasi, se l’era ritrovato a un palmo dal naso con occhi adoranti.
- Jess…non fare stupidaggini…-
- Hermione, rilassati…- le aveva risposto.
Due forti breccia l’avevano sollevato di peso e un paio di lame d’argento l’avevano così atterrito, da indurlo a cambiare subito aria.
- Già stanco della tua dama?-
Draco aveva continuato a fissarla, muto.
- Non l’ho invitata io.-
- Hai accettato. Fa lo stesso.-
- No. Ho accettato solo dopo aver saputo di te e quello.-
Hermione fissava il pavimento.
Il biondo la fece voltare verso di lui, sollevandole il mento con la sua mano, fredda come al solito.
- Avrei invitato te. Lenticchia non sarà l’unico ad uscire allo scoperto questa sera.- le aveva detto prima di baciarla davanti a tutta Hogwarts.
FINE FLASHBACK

 
 
 
"…non c’è, non c’è il profumo della tua pelle
non c’è il respiro di te sul viso
non c’è la tua bocca di fragola
non c’è il dolce miele dei tuoi capelli
non c’è che il veleno di te sul cuore
non c’è via d’uscita per questo amore
non c’è, non c’è vita per me più
non c’è, non c’è altra ragione che mi liberi…
…l’anima…
Incatenata a notti di follia
anche in prigione me ne andrei per te
solo una vita non basta
per me…"
 
 

 
Hermione si avvicinò alla finestra.
Fuori deboli gocce di pioggia iniziavano a cadere.
Dentro di lei, però, dal giorno prima era calato il gelo.
Non aveva voluto vedere nessuno.
Né Harry, né Ron, Lavanda, Pansy o Blaise.
Era rimasta in camera, rannicchiata dalla sua parte del letto con la testa affondata nel cuscino su cui l’aveva visto dormire, di nascosto, tante notti, silenziosamente, per non disturbare il suo sonno tranquillo.
Chissà se l’aveva mai sognata, come a lei accadeva con lui…
Decise di tornare a lasciarsi inebriare da quel profumo di menta e limone che aveva lasciato sulle coperte, se ancora ne era rimasto.
Perché?!
Se lo domandava da più di 48 ore ormai.
Avevano sconfitto Voldemort.
Draco, Blaise e Pansy erano passati dalla parte dei buoni, finalmente, ed erano persino riusciti a diventare grande amici.
Tra loro due era nato qualcosa di inspiegabilmente folle.
Ma era una follia che avrebbe voluto vivere fino alla fine dei suoi giorni.
E anche oltre.
 
 

 
"…e anche l’estate ha le sue nuvole
E tu sei l’uragano contro me
Strappando i sogni nei giorni miei
Te ne sei andato di fretta
Perché…
Non c’è che il veleno di te sul cuore
Non c’è via d’uscita per questo amore
Non c’è, non c’è vita per me più
non c’è altra ragione per me…"
 
 

 
Lo aveva promesso, maledizione!
La sera del ballo le aveva giurato che non se ne sarebbe mai andato, che non l’avrebbe lasciata da sola…
Se c’era una cosa che aveva imparato, era che Draco Lucius Malfoy manteneva solo le promesse che gli interessavano.
Ma perchè?!
Aveva forse fatto qualcosa di sbagliato?!
"Ho dovuto farlo" significava tutto, significava niente.
 
Perché Draco? Perché mi hai lasciato così…vuota?
 
 
 

 
"…se esiste un Dio non può scordarsi di me
Anche se
Tra lui e me c’è un cielo nero
Nero senza fine
Lo pregherò, lo cercherò e lo giuro ti troverò
Dovessi entrare in altre 10, 100 o 1000 vite
In questa vita buia senza di te
Sento che
Ormai per me sei diventato l’unica ragione…
Se c’è un confine nell’amore giurò lo passerò
E nell’immenso vuoto di quei giorni senza fine
Ti amerò…
Come la prima volta a casa tua
Ogni tuo gesto mi portava via
Sentivo perdermi dentro di te…"
 
 

 
Rigirandosi fra le coperte, appena sazia del profumo di lui, si rizzò a sedere e, preso il suo cuscino, lo strinse forte al petto, tornando con la mente a un Natale trascorso in un accogliente chalet di montagna di proprietà di Draco.
E non potè più fare a meno di singhiozzare di dolore.
Ancora.

 
 

 
FLASHBACK
- Muoviti, Dray, si gela!- lo pregò infreddolita, correndo verso la direzione indicatale dal Serpeverde.
- Beh, è Natale, sbaglio o eri tu quella che voleva la neve a Natale?-
- Si , ma non ho detto che volevo passarlo NELLA neve!-
- Non sei NELLA neve.- disse raggiungendola.
Era già troppo tardi quando la riccia si accorse dei suoi intenti da serpe.
Era ormai stata buttata di peso in quel freddo manto bianco.
- Ehi!- piagnucolò, fintamente offesa.
- E che sarà mai…per un po’ di neve!- ghignò, sinceramente divertito, porgendole la mano per aiutarla a tirarsi su.
Ma Hermione, anziché alzarsi, lo strattonò facendolo cadere accanto a lei, ridendo come una matta.
- Non mi provocare, Mezzosangue…-
- Altrimenti che mi fai?-
Presto detto.
La trascinò di nuovo giù con lui nella neve, catturandole la bocca in un bacio mozzafiato.
Esigente, ma tenero al tempo stesso.
Consapevoli del desiderio l’uno dell’altra, corsero veloci verso lo chalet in legno di quercia di lui e, una volta entrati, inginocchiati accanto al fuoco, oltrepassarono il limite di un semplice bacio.
Le mani esperte di lui percorrevano lente il corpo sinuoso di lei, che, per la prima volta da innamorata persa, abolì l’uso della ragione e seguì il cuore, sollevandogli la felpa di colore grigio scuro che l’aveva protetto dal freddo fino a poco prima.
- Sicura?- mormorò Draco fra un bacio e l’altro, mentre le passava una mano sotto il maglione.
Sorpresa, ma non troppo, dalla domanda uscita dalle labbra che era intenta a baciare, gli regalò un sorriso e annuì, sussurrandogli che non se ne sarebbe mai pentita e ottenendo in cambio l’espressione più dolce che avesse mai visto.
Draco risalì piano la scia di baci che aveva lasciato sulla pelle al profumo di vaniglia di lei, che, sebbene titubante, ricambiò quelle carezze che sperava durassero in eterno.
- Tremi…- gli disse, inebriata dal suo respiro irregolare sul viso.
Sfiorandole la bocca con le labbra, intrecciò le dita a quelle piccole di lei e le sorrise.
- Sto bene. Non fare la solita Grifondoro con me…-
Con lo sguardo incatenato al suo, si muoveva lentamente dentro di lei, quasi non volesse farle male, ma mirando a procurarle l’estasi.
- Sei mia…- le sussurrò all’orecchio.
‘Lo amo’, pensò Hermione, ‘lo amo e lo amerò per sempre.’
FINE FLASHBACK
 
 

 
"…non c’è, non c’è il profumo della tua pelle
non c’è il respiro di te sul viso
non c’è la tua bocca di fragola
non c’è il dolce miele dei tuoi capelli
non c’è che il veleno di te sul cuore
non c’è via d’uscita per questo amore
non c’è, non c’è vita per me
più non c’è…"
 
 

 
Intorno a lei solo un letto disfatto, il suo cuscino per terra, libri sparsi sul pavimento, maltrattati da un eccesso di rabbia improvviso e la mano destra dolorante per aver tentato di toglierselo dalla testa procurandosi un dolore diverso.
Fisico, non più dell’anima.
Hermione rialzò il capo dalle sue ginocchia e fissò un punto indefinito della stanza, ancora seduta per terra con la schiena contro il muro.
"Lo odio", decise.
Nessuno avrebbe più giocato con il suo cuore.
Lei, Hermione Jane Granger, non si sarebbe mai più innamorata di nessuno, non fosse altro che perché lui possedeva ancora il suo maledetto cuore che ancora stupidamente batteva per il biondo Principe di Serpeverde, Draco Malfoy.
Sì, confermò a se stessa, da quell’ora in avanti avrebbe imparato a controllare i suoi sentimenti per chiunque.
Doveva farlo.
 

"…non c’è altra ragione che mi liberi l’anima…"
  
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