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Autore: RemusJohnLupin    25/07/2013    7 recensioni
Thalmor e Impero: due potenti fazioni in una battaglia senza fine. La Grande Guerra non salverà nessuno!
Quali intrighi si celano dietro le battaglie? Quali sono i pensieri dei nostri eroi?
Tante nuove situazioni e tanti nuovi personaggi!
*PRIMO CAPITOLO RISCRITTO*
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo la Crisi dell'Oblivion
 

1°, Stella della Sera, a. 389 3°E
Palazzo Imperiale, Imperial City, Cyrodiil, Tamriel

-Sig… Signore, mi-mi dispiace… non…-, il servo, inginocchiato con gli occhi rivolti verso il pavimento, singhiozzava continuamente.
L’uomo che gli voltava le spalle non fiutava il significato di tanta disperazione.
-Sig-signore… Sign…ore-, sempre più lacrime sgorgavano dai suoi occhi lucidi, di un grigio chiaro unico al mondo. Le sue guance erano bagnate e piano piano iniziava a salivare fuori controllo, non riuscendo a così a spiegare il motivo della sua sofferenza. Eddard, il servo, si sentiva le gambe stanche: aveva fatto una lunga corsa per arrivare alla stanza imperiale.
Sentiva il suo corpo magro ed esile molto rigido. Ogni tanto alzava la testa e ripeteva tanti “no” e “perché”.
L’altro uomo nella stanza era ormai stanco dei pianti del servo e pretendeva di sapere.
Smise di girare le spalle ad Eddard. Era alto e possente, con le spalle larghe. Capelli corti di un forte nero e occhi profondi, solcati dall'età, anch'essi scurissimi.
Un'ispida barba grigiastra si estendeva sul suo viso.

Si osservarono a lungo.

Inginocchiato a terra, ai piedi dell’altro, il servitore continuava a singhiozzare e a disperarsi. Smunto, portava vestiti poveri: sporchi e stracciati in alcune parti.
Il “Signore” invece era quello che stava retto sulle proprie gambe, guardava fisso il servo che si disperava, che continuava a non capire. La sua mente era confusa e un poco offuscata dalla paura, dal presentimento. Robusto, disponeva sicuramente di una buona e quotidiana nutrizione. Una sua tunica blu, una cintura in cuoio, avente una fibbia molto decorata, suoi stivali ornati da dei bottoni in oro… Tutti piccoli dettagli che solo una persona di alto rango poteva permettersi. Ma quel mantello azzurro, che pareva sempre più limpido alla luce del sole, quello identificava l’uomo che lo portava. Sì, perché solo l’Imperatore poteva possederlo. E l’Imperatore corrispondeva a: Uriel VII Septim.
Le pareti bianche contornavano la stanza e la rendevano vuota ed insignificante. Il fuoco nel camino scoppiettava ogni qualvolta che entrava in contatto con dei pezzi di legno, ma ciò non distraeva i due uomini nella stanza.
Uriel si abbassò ai livelli del servo, piegandosi sulle ginocchia. Gli mise una mano sulla spalla -Ed… Ed. Adesso fermati. Raccontami, spiegati…-
Il servo alzò gli occhi: era pronto, doveva dirglielo! Ma con quali forze? Con quale coraggio? Quale uomo è in grado di portare una simile notizia?
Eddard si asciugò un poco gli occhi con la manica della propria veste.
-Sig-signore – nonostante si fosse ripreso, alcuni singhiozzi lo assalivano – Non-n abbiamo potuto fare nul-la. Suo figlio si è sacrificato. Ha attraversato Il Cancello…-
Nascose il proprio viso dietro le braccia e ricominciò a versare lacrime.
-Mio? Mio? Mio figlio?... Martin… Martin… MARTIN!-
Uriel guardava incredulo Ed, con gli occhi già riempiti di lacrime. Aveva la testa piena di domande. Urlava il suo nome. Chiedeva spiegazioni.
-Ci ha salvati signore. Era l’unico modo.-, commentò Eddard.
L’Imperatore si passò una mano tra i capelli, si alzò da terra e voltò nuovamente le spalle al servo. I primi singhiozzi cominciarono ad arrivare anche per lui, ma non voleva mostrare il suo pianto al suddito e disse solo:

-Ha salvato Tamriel, ma ha distrutto l’Impero…-

* * *

31°, Stella del Mattino, a. 433 3°E
(Ultimo anno della Terza Era)
Palazzo Imperiale, Imperial City, Cyrodiil, Tamriel

-Prego, prego… sedetevi pure.-
Il rumore di sedie trascinate sul pavimento si alimentò in tutta la sala. Una cinquantina di persone, tra Uomini e Elfi, era riunita all’interno della stanza. Oggi erano venuti tutti.
Haggar non se l’aspettava, anzi, temeva un' assenza di massa.
-Benvenuti! Ed eccoci tutti qui, nuovamente riuniti alla 394° Riunione del Consiglio degli Anziani!-, disse.
-Inutile dire perché siamo qui, o su cosa, anzi... su chi ci serve subito! Per dunque: di valorosi volontari ne abbiamo?-
Silenzio, silenzio tombale in tutta la sala. “No, ovviamente non ce ne sono” pensò Haggar, “di cinquanta nemmeno uno di questi nobili ha voglia di rischiare la propria pelle per salvare le redini dell’Impero”.

Dal fondo della stanza una nuova persona si fece avanti, con passi pesanti.
Aveva un viso appuntito, due iridi color nocciola e una bocca sempre pronta ad aprirsi per commentare e intervenire ogni dove. Non era magro, non era basso, non era alto e non era grasso.
-Scusate il ritardo gentili signori, ma il mio cavallo oggi era svogliato.-
Oh, si parlava di nobili codardi? Questo non’è codardo, ma è il più imbecille fra tutti! Eccolo, è lui Mr. Sono-il-cugino-di-5°-di-Uriel-Septim-quindi-pretendo-rispetto! Ma vaffanculo!" 
-Ah, eccovi, all'appello mancavate solo voi. Tuttavia se il cavallo era svogliato potevate anche non venire...-
-Ho pensato che questa riunione fosse importante.-
Ad Haggar scappò una risata: -Da quando pensate?-
-Sir Hufflepuff! Io Sono Il Cugino di 5° grado di Uriel Septim, quindi pretendo rispetto!-, gli sbraitò contro Sir Maxis Finnerthone.
Beh è chiaro che i due si odiano. Tra loro c'è una netta rivalità: Sir Hufflepuff è sempre stato il consigliere preferito di Uriel VII, e perciò otteneva dall'Imperatore grandi pegni, che Maxis pretendeva di avere per diritto, perché lui è il cugino di bla bla bla...

Dopo la discussione, Ser Finnerthone sedette accanto a Lady Mila Sinsabis, una nobildonna cinquantacinquenne ereditiera di terreni grossi tanto quanto la sua ciccia. E lei ne aveva tanta.
Sappiamo tutti che Mila dovrebbe essere l'ultima a parlare, a causa delle sue vesti sempre patetiche, ma rise mezza sala quando squadrò Maxis e gli disse: -L'avete rubato ai tre moschettieri quel cappello?-
In effetti quel coso sulla testa era abbastanza ridicolo; per non parlare dei lunghi calzettoni bordeaux che s'intonavano perfettamente col fazzoletto che spuntava dalla tasca del vestito celeste...

-Allora... dove eravamo rimasti?-, riprese Haggar – ah, sì... niente volontari quindi dobbiam...-
-Scusami Hufflepuff, ma in realtà un volontario ci sarebbe.-, lo interruppe nuovamente Maxis, massaggiandosi la vispa barba che copriva il mento all'insù.
-No, non c'è... nessuno dei presenti si è alzato, ora, magari, visto che l'Impero va a catafascio...-, Haggar calcò notevolmente le parole - penso che dovremmo continuare la riunione senza che tu intervenga sempre.-
-Com'è pesante! Si rilassi, l'abbiamo capito chi è: un rompipalle!-, intervenne, grazie ai Nove Divini, Mila.
-Grazie Mila, ora vorrei proseguir-...-
-Comunque-, riprese nuovamente Maxis - il volontario sarei io.-
Facce incredule si voltarono verso Maxis... circa la metà dei presenti reagì con un ''Leiii?'' ''Cosa?'', Haggar stava davvero perdendo la pazienza.
-Basta! Sir Finnerthone la smetta con queste dicerie e si renda utile una volta tanto. Il suo amato cugino di 5° grado è morto ieri sera e l'Impero è senza un Septim, rischia di cadere in disgrazia e di certo lei Non E' Un Septim!-
-Io ne ho il diritto! Quel trono è mio!-, disse alzandosi Maxis.
-Lei ha solo voglia di potere! Lei vuole solo sentirsi importante! La smetta! Brutto Viziato Capriccioso!-, lo sgridò Mila, alzandosi anch'ella. L'intera sala si rivoltò contro Maxis... in tantissimi urlavano: -Chi crede di essere? Ma non si vergogna? Nessuno la vuole!-

Un uomo magrissimo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio si drizzò, mosse il proprio mantello verso sinistra e urlò: -SILENZIO! Piantatela! Sembrate una bambocciona balbettante banda di babbuini!-

Il silenzio ricomparve nella stanze e pochi secondi dopo tutti erano seduti.
-Sir Gryffindor ha ragione... l'Impero ha bisogno di noi... di tutti noi... e noi litighiamo!-, disse stanco Haggar.
Kurmis prese la parola: -Proposte? Qualcuno ha qualche idea? Serve un Imperatore come si deve. Coraggioso, audace, galante ed anche un poco esibizionista: deve piacere al popolo!- Kurmis Pudley era il proprietario della provincia di Leyawiin, la provincia più a sud di Cyrodiil. Da anni manteneva la tranquillità con gli Argoniani di Black Marsh e i Khajiiti di Elsweyr. Ognuno ha ammirato l'architettura moderna che regna oggi a Leyawiin. A differenza degli altri nobili Kurmis era un uomo molto sul semplice, girava spesso per la propria città e, anche oggi, indossava abiti abbastanza normali, sicuramente non cari come quelli del Signor Hufflepuff o del Signor Finnerthone.

-Io propongo me stesso.-, ripeté il cugino di 5° grado della minchia.
-Io propongo Titus Mede.-, azzardò soave il nobile a fianco di Kurmis.
-Titus? Che dici? Titus?-, chiese Haggar, senza ricevere risposta. L'anziano accanto a Sir Mede gli scosse braccio e spalla destra. Titus mugugnò qualcosa e alzò appena la testa. Le rughe ricoprivano il suo viso stanco e vecchio. Portava una lunga veste blu, contornata da una pelliccia bianca, una cintura d'oro gli stringeva il bacino coperto da un vestito rosso acceso. Le braccia erano incrociate e appoggiate al tavolo, su di esse prima riposava la testa.
-Ehi...Titus?-, lo incitò l'anziano al suo fianco.
-Come? Di che si parla? Vi prego ditemi che Maxis non sarà imperatore!-, esalò Sir Titus Mede. Sir Finnerthone abbassò la testa in segno di rassegnazione, probabilmente dentro di sé stava ripetendo che era il cugino di un morto.
-No, tranquillo Titus: Maxis non sarà imperatore... Ma tu? Tu vorresti diventare Imperatore?-, chiese disperato Haggar.
-Come? Io? Non ci penso assolutamente! Sono alla fine dei miei giorni, non voglio di certo morire assassinato!-, concluse Sir Mede... Haggar si rattristì e così la maggior parte del consiglio, ma una luce si accese in lui, si spostò dal tavolo.
-Ocato! Sir Gryffindor sarete voi il nostro Imperatore! Per Talos, voi siete l'uomo giusto!-
Sir Ocato Gryffindor si erse educatamente prima di parlare. -Io? Perché io?-
-Sì, giusto! Perché lui?-, sbuffò con un solito capriccio Maxis Finnerthone. -Perché tu sei leale, audace e gentile... Piaci alla gente... Non sei né troppo vecchio né troppo giovane. Non hai altre mansioni se non esiste un Imperatore. Tu! tu sei l'uomo giusto Ocato.-, disse speranzoso Haggar.

Sir Ocato Gryffindor sorrise, cercò di pensare a una soluzione migliore, ma forse era davvero l'uomo migliore. Cominciò a camminare avanti e indietro per la sala, facendo risuonare a ogni contatto gli stivali marroni alle assi di legno del pavimento. Dei lucidi pantaloni coprivano le gambe. Portava una camicia rosso fuoco con dei bottoni in oro e un lunghissimo mantello, anch'esso rosso.
-Sempre pronto a servire l’Impero. Ma un calice di Brandy non sarebbe male accetto!-, concluse.
-Tutto quello che vuoi. Tu sei l'Imperatore-

* * *

31°, Stella del Mattino, a. 115 4°E
Palazzo Imperiale, Imperial City, Cyrodiil, Tamriel

Più ci si avvicina alle stagioni fredde, meno dura la giornata e più velocemente arriva la notte. Infatti, nonostante fosse metà pomeriggio, il tramonto era già iniziato e finito.
Le lune Masser e Secunda già si mostravano nel cielo buio, e con la loro luce bianca ravvivavano l’intera Città Imperiale.
Accalcato a una delle finestre di Imperial City, dietro il vetro, sostava con sguardo rassegnato e desolato l’Imperatore Ocato II Gryffindor.

-Nyund l’inverno è alle porte, queste stanze cominciano a raggelarsi… portami la veste più pesante che trovi.-
-Certamente signore.-, rispose pronto il servitore. Portava vestiti esili e sicuramente stava soffrendo molto più il freddo lui che Ocato II. Difatti, subito dopo la richiesta dell’Imperatore, prese a correre per riscaldarsi. Saliva scale su scale rapidamente, e intanto agitava il più possibile mani e braccia.
Entrò nella camera dell’Imperatore, cercò tra gli armadi: non voleva sembrare disonesto, maleducato o altro, ma la volontà di sopravvivenza supera quella della giustizia. Prese la prima pelliccia che trovò e se la posò sulle spalle. Smise quasi subito di tremare e di battere i denti, tirò un sospiro e con calma cercò la veste adatta per l’Imperatore.
Alla fine optò per portargli la stessa veste che aveva addosso. Nyund percorse i corridoi e le scale del Palazzo con molta più calma di come era arrivato nella camera.
Raggiunse fin troppo presto la stanza in cui l’Imperatore l’attendeva.
Si tolse la pelliccia e la piegò bene sulle proprie braccia. Aprì la porta di legno, il colore scarlatto delle pareti lo rassicurò.

-Ecco, signore questa pelliccia dovrebbe andare bene.-
-E' perfetta Nyund, grazie.-
L’Imperatore se la mise addosso e un brivido di calore lo pervase lungo tutto il corpo.
Ciò non valeva per Nyund che aveva ricominciato a tremare.
-Vuole anche che le accendo il camino, signore?- disse il servitore tentando di trovare un modo per riscaldarsi.
Ocato annuì e Nyund velocemente mise alcuni pezzi di legna all’interno del focolare, ma poi il suo lavoro venne interrotto dall’arrivo di un nuovo servo: Akryd.

-Mi scusi Signore. Nyund puoi venire a dare una mano? Ci sono altri ribelli all’entrata del Palazzo.-
-Signore?-
-Va pure.-, disse Ocato II dandogli una pacca sulla spalla. Nyund raggiunse Akryd e insieme si allontanarono dalla stanza. Ocato sedette davanti al camino... ''Sempre i soliti... Ma cosa vogliono? Pensano sia facile avere un Impero da governare?''... Il fuoco adesso era acceso, l'aria della stanza si sarebbe scaldata in fretta.
-Tutto risolto Signore, come sempre.-, risuonò dal fondo della stanza la voce di Akryd
-Dov'è Nyund?-, chiese Ocato II, guardandolo con occhi torvi.
-Sta scortando al di fuori delle mura quei “Thalmor”.-
-Con quale nuova pretesa si sono presentati oggi?-
-Altri Altmer, Signore, sostenevano quei... quei T-Thalmor... dicevano che torneranno e che cambieranno le sorti dell'Impero.-
-Penso che sia necessaria una dimostrazione: alla prossima ribellione manderemo direttamente le guardie a dare una fine alla loro vita-
-Ottima decisione, mio Signore... Gradite qualcosa?-
-Un brandy...-

Akryd tornò poco dopo con l'alcolico: -Ecco il suo brandy, Signore-, disse porgendogli il bicchiere.

-Grazie.- Ocato II scostò il mantello e prese il bicchiere “tutto d'un sorso” pensò.

Bevve tutto d'un sorso, innalzò il calice... poi fu preso da una specie di scossa, appoggiò il ginocchio a terra, mostrò il calice ad Akryd che non si mosse di un millimetro, quindi lo lasciò cadere, ed esso si ruppe... Ocato si rialzò da terra, cerco di appoggiarsi alla credenza, ma cadde nuovamente, le gambe avevano perso la forza... un formicolio lo prese in tutto il corpo… tentò di fare lunghi respiri, appoggiò la testa al suolo... era freddo, rilassante... cercava di agitare le gambe. Cominciò a tremare... il sangue si fermò... rimase accasciato a terra... la sua testa cominciava a  mostrargli strane visioni, la propria nascita, i primi passi, le cene con i genitori e i parenti, il giorno in cui venne nominato generale, il giorno in cui venne nominato Imperatore, tutti coloro che gli erano sempre stati vicini poi comparve Akryd... No, lui non era una visione, lui era lì, lo osservava mostrandogli un lungo sorriso...

Akryd si abbassò e guardò negli occhi Ocato II.

-Buono il brandy?-, scoppiò in una sonora risata e uscì dalla stanza... La vita di Ocato terminò e con quella l'Impero... di nuovo...

Note:

Questa è la mia prima storia... Spero che sia bella e avvincente...
Ringrazio amichevolmente Ser Lestrange alias IKilledSiriusBlack e Rita! ;)
Ah, si, è probabile che la maggiorparte di voi non ci capisca niente quindi se volete saltarci fuori studiatevi un po' di storia della serie ''The Elder Scrools''
Ogni riferimento ad'altre saghe, romanzi, film o videogiochi è puramente casuale
_I Tre Moschettieri è un racconto bretone sulla storia di quattro baldi combattenti al servizio del Re di Daggerfall(High Rock)_ ;)

Posso inoltre assicurarvi che nessuna macchina da scrivere è stata maltrattata durante la stesura del racconto soprastante

Buona Lettura,
Remus

p.s.= Il testo è stato riscritto, perché la prima versione non mi piaceva tanto e ho voluto modificarla :)

   
 
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