Molti dicono di averle contate tutte, alcuni di non averci neanche provato.
Una piccola luce immersa in un mare di buio. Forse è per questo che si dice poco di me. Sono una piccola umana immersa in un mare di buio. Dove non posso essere distinta. Dove nessuno capisce la diversità dalle altre.
 Forse chiedo troppo. Forse dovrei smettere di dire forse. Troppi dubbi nella mia vita mi hanno portato qui. In questo lugubre posto. Una stanzina 3 metri per tre. Con un lavandino, un sanitario, tra l’altro sporco, una branda. La porta che richiude la mia stanza ormai è arrugginita da anni. Stringendo le mani alle sbarre di ferro si sente lo scricchiolare della ruggine e della vernice che si stanno scrostando. Le coperte del  letto devono essere cambiate una volta a settimana durante l’ora d’aria. L’ultima volta che l’hanno fatto è stato un mese fa. Ormai me le porto dietro durante il giorno del bagno e me le lavo a mano. Sanno di sapone e fresco.
Negli angoli della stanza si vedono le prime trecce di ricomparsa della muffa. Era dovuti venire tre mesi fa per disinfestarla. Mi avevano fatto trasferire nella stanza accanto per una settimana. Probabilmente ci
dovrò tornare.
È da anni che sono qui. Da sola. È dura riuscire a non perdere la testa.
Ma mi ci sono abituata alla vita dentro una cella. Non ricordo neanche perché sono qui.