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Autore: Bellafifi1986    25/07/2013    5 recensioni
Tra Violetta e Leon è amore vero, sono alle prese i primi approcci, i primi sussulti e il desiderio dell'uno verso l'altra ma quanti ostacoli nel loro camino e il segreto della famiglia di lei cambierà per sempre le loro vita entrando in qualcosa di immaginabile. Riusciranno i due a restare insieme nonostante tutto? E quali amori nasceranno nello Studio 21?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Leon, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
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Cap 15 Guardiane 



-Come ti è saltato in mente, German? Prende in quel modo Violetta e portarla via da tutto. Non mi stupisco che Violetta sia scappata con Leon!-urlò Ana arrabbiata e delusa.-mi ha deluso molto!-
-Cerca di capirmi, Ana. Ho trovato l'anello di Maria, non potevo permettere che Violetta incontrasse a Lio e scoprisse tutto. Ho fatto questo per proteggerla-disse German sincero.
-Non potrai tenerla lontana per molto dalla sua vera natura e dal suo mondo. Violetta è nata per essere una...-
-Non dire quella parola! Odio la magia e quel mondo!-esclamò German deciso.-E non voglio che mia figlia faccia la fine di sua madre!-
German se ne andò nel suo studio sbattendo la porta e subito Ana arrabbiata per quel suo atteggiamento, lo raggiunse.
-Non farlo mai più, German Castillo! Non puoi prendere e andartene quando stiamo parlando-disse Ana furiosa.-Le situazioni si affrontano con coraggio. Non puoi far i bagagli ogni volta che si presenta un problema! Sei un uomo adulto, quindi tira fuori le palle!-
Amava German ma stava sbagliando ed era giusto farglielo notare. L'amore serviva anche a queste cose.
All'improvviso il cellulare di lui squillò e subito lo prese tutto speranzoso.
-Violetta...-
-Si sono io papà. Volevo dirti che sto bene e che non tornerò a casa finché non capirai che il mio posto è a Buenos Aires con tutti i miei amici, Leon, Ana ed Angie-
-Violetta, io tutto quello che faccio è per...-
-Finiscila con questa scusa, papà. Non so che ti è preso ma non si affrontano così le cose, qualunque cosa sia-
-Violetta, io non voglio perderti-
-Non capisco questa tua paura. Io non vado da nessuna parte ma se continui così, papà, mi perderai perché non sono un pacco postale che puoi spostare quando vuoi. Sono una persona, papà, con dei sentimenti e non no so... io non ti riconosco... non so che ti prende e... voglio indietro il mio papà, quello di un tempo... quello che aveva a cuore la mia felicità-
German sapeva che Violetta aveva ragione ma non poteva far altrimenti, doveva tenerla lontana da quel mondo.
Lui non sapeva che Violetta era proprio vicina a qualcuno del suo mondo.
Sara guardò i due ragazzi preoccupati per quella possibile gravidanza, si arrabbiò con sé stessa per essere andata un attimo all'Ordine della Musica a cercare un libro e aver permesso questo.
Violetta non era ancora pronta a diventare madre, era ancora troppo piccola e sarebbe stata ancora più in pericolo con una bambina e senza ancora poteri sbloccati.
Che razza di guardiana era!!!
Doveva proteggere Violetta come aveva sempre fatto di nascosto da German.
Da adesso in poi non avrebbe fatto più errori.
...
Ludmilla era andata via prima dello Studio e Nata era preoccupata perché era in uno stato orribile non voleva dirle il motivo, si sentiva un po' triste per quello. Ludmilla si era sempre confidata ma non capiva perché ora la respingeva, non si era fatta neanche abbracciare.
Era successo qualcosa di grave.
Sapeva che con Maxi era tutto apposto quindi c'entrava la melodia o qualche Sibilyn.
Se era per questa cosa, doveva intervenire subito. Era il suo compito.
-Che hai Nata?-chiese Napo preoccupato, vedendola tutta sola sulla panchina e con quel faccino triste.
-si tratta di Ludmilla, era in uno stato tremendo quando è andata via e mi ha respinta quando ho cercato di consolarla. Sono preoccupata-rispose Nata. 
-sai bene come fatta mia cugina, vedrai che domani ti dirà tutto-disse Napo sicuro. 
-Vedi io non sono solo la sua amica ma sono anche la sua guardiana. Devo proteggerla, come ho sempre fatto ma oggi qualcosa mi ha impedito di farlo, penso che era una presenza oscura-gli spiegò Nata attentamente.-e i miei poteri non mi hanno protetta dall'incantesimo che voleva che io non stavo vicina a Ludmilla-
Napo la guardò con confuso a quelle parole.
Guardiana? Proteggerla? Presenza oscura? Poteri magici? Incantesimo?
Ma di cosa stava parlando? 
Non capiva.
Nata sentì i suoi pensieri e quelle domande e quella confusione erano normali poiché non aveva mai parlato a nessuno della sua vera natura. Parlare senza riflettere con lui era stato così naturale.
Doveva a Napo delle risposte.
Aveva un po' paura della sua reazione, perché era innamorata di lui ma non voleva avere segreti.
-Vedi, noi guardiani veniamo da un altro mondo. Un mondo magico. Io sono per metà umana e per metà guardiana. La mia famiglia è piena di guardiani e guardiane e serviamo i Magycol, essere speciali e magici. Tua cugina è una Magycol, anche se lei non so sa ancora e io come gli altri guardiani, all'età di undici anni iniziamo la nostra educazione magica e proprio in quello stesso anno, scopriamo tramite la magia chi sarà il nostro protetto. Io sono stata subito contenta quando ho saputo che era Ludmilla, la mia amica da tutta una vita-gli spiegò Nata con attenzione.
Ora Napo sapeva tutto e doveva sola aspettare la sua reazione.
Era in ansia perché aveva sentito molte storie di guardiane rifiutate da chi amavano per la loro natura.
Napo rimase sorpreso di quella storia, non si aspettava certo che esisteva un altro mondo.
Aveva sempre pensato che Nata aveva qualcosa di speciale ma questo era incredibile. Questo rendeva Nata ancora più affascinante ai suoi occhi.
-mi fai vedere una magia?-chiese Napo curioso.
Nata si stupì di quella reazione positiva perché come aveva già detto, non tutti gli umani reagivano in quel modo. 
-tu mi accetti per quello che sono!-esclamò Nata sorpresa.
-certo perché ti amo e questo fa parte di te-disse Napo prendendole le mani.-sapevo già che eri speciale ma non immaginavo fino a questo punto, questo mi fa innamorare ancora di più di te e ti ripeto la domanda di ieri: vuoi essere la mia ragazza?-
Nata sprizzava gioia da tutti i pori e si avvicinò a Napo per dargli un bacio.
Quella era la sola più bella per lei: essere accettata da quelli che amava soprattutto da Napo.
...
Camilla era con Luca in un negozio di oggetti particolari, entrambi erano preoccupati sia per Violetta e Leon sia per Francesca. Erano spariti nel nulla senza dare notizie e i loro cellulari erano spenti.
-che cerchiamo?-chiese Camilla curiosa.
-Voglio far un regalo a Francesca-rispose Luca cercando di distrarsi dai cattivi pensieri.-una spilla o un portagioielli un po' particolare-
Adorava vedere Luca nelle vesti di fratello premuroso. Sapeva quando fosse importante Francesca per lui.
Camilla aiutò a Luca a cercare un perfetto regalo per Francesca, si guardò intorno e il suo occhio andò una strana penna sopra una chiave di violino e tante note musicali su di essa.
Sapeva che Francesca teneva un diario segreto con le note musicali, aveva perso quella al suo interno molto particolare quindi quel regalo era perfetto.
Camilla provò la penna su un foglio di carta, riportando una serie di note musicali che aveva nella testa da quando era entrata nel negozio e... puff!!!
Uno strano cerchio di note musicali avvolse il suo corpo, senti una strana energia dentro di sé e quando apri gli occhi alla fine di quella cosa strana, si trovò di fronte ad una villa o una scuola.
Rimase incredula.
Una donna con i capelli rossi, gli occhi verdi e un abito un po' antico le andò incontro.
-Benvenuta alla scuola per Guardiane, mia giovane Camilla. Sei un po' in ritardo con gli anni però la bacchetta rivelatrice non sbaglia mai-disse la strana donna con un sorriso.
Camilla la guardò stranita.
Scuole per guardiane???
-non capisco di cosa sta parlando! Come sono arrivata qui e che cosa la scuola per Guardiane?-chiese Camilla confusa.
-E' stata la bacchetta rivelatrice che tieni in mano, mia giovane Camilla-disse la donna con un sorriso.-io sono una delle professoresse di questa scuola, mi chiamo Caroline Ice-
Camilla continuò a guardarla confusa.
Caroline sentì li suo animo confuso così con uno schioccò di dita e Camilla si trovò a lievitare nell'aria fino ad una poltroncina di una stanza bianca.
La donna fece apparire un vassoio con il té e poi la teiera verso da sola il liquido nella tazza.
Doveva essere un sogno, non poteva essere altrimenti eppure senti una strana pace dentro di sé come se appartenesse a quel posto.
Lei non capiva però non era il tipo da spaventarsi e voleva sapere tutta quella storia.
 
  
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