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Autore: amavoilamore    25/07/2013    1 recensioni
Una ragazza dagli occhi grandi e tristi,costretti a vedere cose che non vorrebbero vedere.
Un ragazzo curioso e ingenuo,che deve solo scontrarsi contro la dura realtà.
Una notte stellata,una collina,del whiskey,un brutto passato e un bacio rubato sotto una luna che non può tacere. E la meravigliosa innocenza di chi, sotto quella luna, ha ancora vergogna di incominciare a vivere.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caldo. Un soffocante caldo, in un piccolo locale di Londra. Un addio al celibato, del mio migliore amico. L’addio al celibato peggiore di sempre, per inciso. Noioso. E quel caldo, quel caldo terribile. L’unica nota positiva della serata era la presenza di alcune ragazze particolarmente attraenti che sedevano al bancone. Una tra tutte mi colpì. Era in piedi e spostava il peso da un piede all’altro, come se fosse a disagio. I capelli biondi voluminosi appoggiati sulla spalla destra, gli occhi castani sgranati, come in perenne stato di sorpresa e le labbra dischiuse. Improvvisamente, con finta nonchalance, prese a camminare tra i tavoli,sussurrando cose incomprensibili ai commensali. Appena finiva di parlare alcuni scuotevano la testa ridendo, altri facevano segno di no sventolando la mano con la bocca semiaperta e altri facevano finta di non aver sentito, girando la testa dall’altra parte con espressioni indecifrabili dipinte sul volto. Non riuscivo a capire cosa stesse chiedendo a quei apparentemente disinteressati uomini finchè un ragazzo del tavolo accanto al mio non iniziò ad annuirle e a risponderle con fare interrogativo. Tempo due minuti e lui era in piedi, trascinato per mano dalla ragazza per tutta la sala fino a delle scale che portavano a quello che doveva essere un magazzino e che in un quarto d’ora vedevi risalire. Questa scena si ripetè altre due volte con uomini diversi e finalmente capii ciò che chiedeva la biondina a quegli uomini. Scossi la testa, ma stranamente la cosa non mi scandalizzò più di tanto. Di fatti, la mia curiosità e strana attrazione per lei aumentarono ancora di più. Sarà stato perchè ogni volta che vedeva un uomo dire di sì alla sua proposta il suo sorriso si spegneva un poco, sarà stato che mi girava la testa e sarà anche stato un bicchierino di whiskey di troppo, che quando la vidi sedersi ad un tavolino le mie gambe si mossero da sole e il mio fondoschiena si accomodò sulla sedia davanti alla sua. Mi squadrò con quei giganteschi occhi nocciola e alzò un sopracciglio.
-Guarda che per stasera ho finito.- disse accendendosi una sigaretta.
-Quanto hai fatto oggi?-
-Quanto fa’ tua madre, più o meno.-
-Oh,ma come sei simpatica. Guarda, sto ridendo come un matto.- sorrisi.
-Senti, non sono in vena di parlare con qualcuno. Quindi se te ne andassi mi faresti piacere.-
-Ti è passato per l’anticamera del cervello che magari non voglio necessariamente quello che tutti gli uomini ti vengono a chiedere?-
-No.-
-Be’,dovrebbe.-
Mi guardò negli occhi e per la prima volta nella mia vita mi sentì messo a nudo, completamente. Sentivo di non poter reggere il contatto con quegli occhi così carichi di tristezza e solitudine. Gli occhi di chi ne ha passate – e viste – davvero tante. Distolsi lo sguardo.
-Come ti chiami?- sussurrò, con la sigaretta accesa appesa alle labbra.
-Harry,Harry Styles. Tu?-
Mi soppesò a lungo con lo sguardo e poi spense la sigaretta nel posacenere blu al centro del tavolo.
-Roxanne. E ora, gentilmente, dimmi cosa vuoi da me prima che mi spazientisca.-
Sono tutte così,le cattive ragazze? Si aspettano sempre che una persona le cerchi per uno scopo in particolare, hanno paura di tutto e di niente. Si sento libere e prigioniere al tempo stesso. Si fanno la doccia per togliersi lo sporco di dosso,ma quando chiudono l’acqua e si avvolgono nell’accapatoio si sentono più sporche di prima.Sono le donne delle aspettative e vengono immancabilmente deluse. Trovano l’uomo dei loro sogni e oh,ironia. Dopo due giorni lui le confessa che è sposato con figli. E’ per questo che son cresciute con la doppia pelle, la corazza. Dopo un po’ smettono di sognare e incominciano a vivere quanto basta per farsi male e ricominciare a sognare,nel loro mondo fatto di sporco accumulato su quella doppia pelle che non è più la loro da tanto,troppo tempo.’
-Voglio scoprire com’è che riesci a fare la dura con quel cuoricino tenero che ti ritrovi.-
Ride.
-Oddio, bravo Sherlock! Mi hai scoperto. Faccio tanto la bad girl ma poi ho un cuore di panna che si scoglie al tuo schiocco di dita. Per favore, chico , lasciami da sola. Devo pensare.-
Mi spiazzò letteralmente con quella risposta, ma non mi lasciai abbattere così facilmente.
-Vorrai mica raccontarmi con lo sguardo vacuo che va’ tutto apposto, che sei felice e che la vita che hai scelto ti va benissimo?- dissi sorridendo.
-Ma per favore. Se ho scelto questa vita sono fatti miei e se mi butta male o meno sono sempre fattacci miei, non  sarà certo un riccio incontrato in una bettola da quattro soldi a farmi cambiare idea e a convincermi che davvero, ‘sta vita è uno schifo.-
-Quindi ammetti che questa vita è uno schifo?- ridacchiai.
-Cominci a starmi vermente sulle scatole, Styles.-
-Quale onore! Ti sei ricordata come mi chiamo.-
-Infatti, cerco di memorizzare il più possibile la tua faccia e il tuo nome per evitarti se per un malaugurato scherzo del destino ti dovessi incontrare per strada.-
-Non hai risposto. Ammetti che questa vita è uno schifo o no? E ammetti che quella tristezza mista a solitudine che ti leggo negli occhi è vera? E che soffri così tanto la solitudine che sei seduta con uno sfigato riccio al tavolino di ‘una bettola da quattro soldi’?-
Mise su un sorrisetto e fissò il vuoto. Era così bella e così sola, che in tutta quella solitudine brillava ancora di più. Come ci si doveva sentire ad essere di tutti e di nessuno? Come ci si doveva sentire a nascere donna e a vivere come un insulso oggetto, parte della splendida collezione delle donne meravigliose di un uomo che di buono non ha niente? Io di certo non lo sapevo, ma lei sì. E lo sapevano anche i suoi occhi e le sue labbra e il suo corpo e la sua anima, come ci si sente.
Dieci minuti dopo era dietro di me in sella alla mia moto, con il vento che ci frustava il viso e i nostri respiri sincronizzati contro quella trapunta stellata che era la notte.
 
 
 
  
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