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Autore: 3lkom    25/07/2013    4 recensioni
Era solo. Ancora.
Era sempre solo, anche se aveva mille persone attorno..
Da quando aveva smesso di farsi, da quando aveva mollato tutto, preferiva così.
Non voleva stare male, non poteva, anzi, o resistere all'astinenza sarebbe stato praticamente impossibile.
Aveva tagliato i ponti con la sua vita di prima, era come rinato.. Non poteva mandare tutto a puttane, assolutamente.
Era uscito di casa - un piccolo appartamento in una zona tranquilla, per una volta -, diretto a un pub decente dove ultimamente passava tutte le sue serate.
Da solo, ovvio.
Non che le persone non provassero ad avvicinarlo, anzi..
Proprio lui, Jeff, che era solito essere quello silenzioso, quasi invisibile, tra i cinque, e gli era sempre andata bene così, ora non lo lasciavano mai in pace: lo infastidivano sempre, spesso poi per semplici stronzate..
Ma davvero erano convinti che a lui importasse?
O semplicemente lo facevano per darli ancora più fastidio, per provocarlo e vedere se avrebbe ceduto?!
Il moro entrò nel pub. Voleva rilassarsi, sperava solo che nessuno lo avrebbe infastidito..
Rimanere calmo sarebbe stato difficile. Alquanto.
Rimasugli della sua vecchia vita lo confermavano: non era bravo ad evitare casini.
Sopratutto con un alto quantitativo d'alcol in corpo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzy Stradlin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giovane seduto al bancone del pub beve, beve e fuma senza sosta.
Cosa normale in un pub, anzi, perfino scontata, ma ciò che è inusuale invece è il ragazzo stesso, i suoi atteggiamenti, i suoi lunghi silenzi sopratutto.
Sembra sempre pensieroso, un po' triste, e lo avvolge una particolare aurea di mistero che spesso, quasi sempre in realtà, porta le signore a girarsi.
Soprattutto quelle dai 30 in su, chissà perché poi.
Ha i capelli neri e gli occhi azzurri, le labbra sottili ma ben delineate, la pelle diafana.
A tutti quelli che fanno caso a lui, sembra di averlo già visto da qualche parte, ma nessuno si ricorda mai dove.
Ha già ordinato cinque giri, ma continua a bere come se l'alcol nemmeno lo sentisse, proprio come fa ogni benedetta sera, li al pub.
Il barman ormai l'ha preso in simpatia, sia perché lascia delle belle mance, sia perché, ha scoperto da poco, quel ragazzo un po' strano sa di musica come nessun altro.
Viene sempre da solo, e rimane in silenzio per la maggior parte del tempo; il whiskey e il tabacco sono la sua unica compagnia.
E anche quella sera sta in silenzio, e dopo un po' il barman smette di provare a farlo parlare.
È inutile, quel ragazzo è troppo preso dai suoi pensieri, fissa il vuoto giocherellando distratto col bordo del bicchiere.
Nemmeno se ne accorge, se una ragazza, anche avvenente, prova in tutti i modi a sedurlo con lo sguardo.
O forse finge di non notarlo, chissà.
Se una invece gli si avvicina la respinge sempre, rimanendo gentile ma distaccato.
E anche oggi è così, lui sta zitto e beve.
Fuma.
Beve.
Alza un dito per ordinare un altro giro, spegne la sigaretta ormai finita e se ne accende un' altra.
Così tutte le sere, e questa non fa eccezione.
Se non lo avesse sentito parlare, qualche volta, il barman penserebbe che è muto.
Oppure che non ha la lingua, è uguale.
Ma mica è stupido, quel ragazzo: anzi, di sicuro è più intelligente di tutti gli altri clienti messi insieme.
Potrebbe comandarli a bacchetta, se volesse, il barman ne è più che sicuro.
E quella sera, al pub, di gente stupida ce n'è pure troppa.
Gli iracondi stanno a destra, i depressi a sinistra.
Al centro poi ci sono quelli ubriachi, un'unione confusa delle due parti.
E infine c'è un tavolo vicino al bancone, attorno al quale sono sedute un gruppetto di ragazze.
Carine, tutte quante, e giovani; non dovrebbero essere li, chissà cosa hanno detto ai loro genitori.. un mucchio di stronzate, probabilmente.
Il barman le guarda sorridendo, ma loro, specialmente una, quella bionda, sono ben più interessate ad osservare il ragazzo, che lui.
Il diretto interessato non le vede, è girato; ma sente degli occhi puntati addosso, delle vocette parlare di lui, e la cosa non lo mette a disagio ma gli procura un grande senso di fastidio.
La bionda poi prende coraggio, si alza, e si avvicina al bancone, rivolgendo al ragazzo quella fatidica domanda che lui tanto disprezza.
"Scusa? 
Ma tu sei Izzy Stradlin, l'ex chitarrista dei Guns n'Roses?"
Il ragazzo alza lo sguardo quasi infastidito, trovandosi davanti una giovane bionda, poco vestita e truccata come una diva: potrà avere 17, 18 anni, se le si toglie tutto quel fondotinta e ombretto nero e rossetto..
Senza quella robaccia in viso, sarebbe carina.
Ma lui ora non è più come prima.. Non cerca amore, non cerca rapporti di nessun genere.
Solo alcol, sigarette, e un po' di silenzio per poter pensare.. E ora quel magico silenzio si è infranto, maledizione.
"No, ti sei sbagliata." ribatte squadrandola un po' male, per farla allontanare più in fretta.
"Oh.. È che ci assomigli un sacco! ... Vabè,  niente" la ragazza, visibilmente delusa e confusa, se ne torna al suo tavolo e riprende a confabulare con le amiche, ogni tanto guardandolo di sottecchi.
Non se l'è bevuta, lo sa lui e lo sa anche lei.
Jeff sbuffa, scocciato.
Odia la fama, odia quello che lui stesso rappresenta: un ex tossico, ora drogato solo di droghe legali, ex chitarrista di una famosissima band.
Amata, odiata, non fa differenza: sempre idolatrata, sulla bocca di tutti.
Lui è uno che ha girato il mondo, ha fatto i soldi, si è sparato in vena tutto il disponibile sul mercato e si è scopato una ragazza diversa ogni sera.
Per anni, sempre la stessa storia.
Non ha mai voluto essere al centro dell'attenzione: lui voleva solo divertirsi, suonare con i suoi amici, ma la cosa è degenerata orribilmente.
Quando si è disintossicato, poi, ha finalmente potuto aprire gli occhi su la realtà che lo circondava: e lo ha disgustato, tanto che senza giri di parole ha preso e ha mollato il gruppo.
Proprio quando erano all'apice del successo.
Un folle, pensano in molti.
 "La scelta migliore che abbia mai fatto, ma anche la più dolorosa", pensa lui.
Ora cerca un po' di pace, un luogo dove poter bere senza sentirsi sempre al centro della scena.
E quel pub gli piace, si, è abbastanza tranquillo.
Apparte quando succedono cose del genere, allora gli viene quasi l'idea di andarsene, e al diavolo il terzo sgabello del bancone, al diavolo tutto.
Ma non cambierebbe niente, prima o poi qualcuno lo riconoscerebbe comunque, e non può continuare a vivere come un emarginato: dovrà smettere di nascondersi, prima o poi..
Poi.
Meglio.
Ordina un altro giro, gli piace sentire il Jack scendergli lungo la gola.
Ripensandoci, non cambierà pub: il servizio è discreto, e il barman tutto sommato è sempre gentile, anche se sembra che voglia estorcergli informazioni sul suo passato..
Una spia?! 
No, questo non è un film d'azione.
"E poi, manco ha capito chi sono.. Mica come quella troietta di prima, che se ha 18 anni è già tanto" Pensa lui, rivolgendo poi un mezzo sorriso al barman che gli ha versato un altro bicchiere.
Senza che lui dovesse chiederglielo.
È questa l'affinità ideale, tra un alcolizzato e il suo spacciatore.
Si, rimarrà fedele a quel pub; il terzo sgabello a partire da sinistra, ormai è diventato il suo posto fisso.
Non ci si siede nessun altro, mai.
Tutti i clienti abituali hanno rispetto per quel ragazzo silenzioso, e nessuno lo ha mai infastidito; solo qualcuno di quelli nuovi, come quella ragazzina di prima.
Sempre quella cazzo di domanda, gli fanno.. Non ne può proprio più.
No, lui non è Izzy Stradlin, maledizione!
Lui è Jeff, Jeff Isbell. Viene da Lafayette, Indiana, e ancora non sa bene cosa fare nella sua vita.
Sa piuttosto cosa non fare: e cioè, ripercorrere gli stessi sbagli che hanno portato lui e i suoi amici a rischiare più volte la vita, nel corso degli anni, per colpa della fottuta droga.
Lui non è Izzy Stradlin, non più.
Ma il suo nome lo perseguita, seguito a ruota dalla sua fama.
Seguita a ruota dai pregiudizi che si fa la gente.
Seguita a ruota dalle occhiate che gli lanciano, manco fosse un ricercato, o un numero da circo.
Gli da fastidio, punto.
Lui non cerca la fama, anzi, la allontana.
Ma quella stronza torna sempre, poi, quando meno se lo aspetta: quando abbassa le difese, e si rilassa un po', quella è sempre pronta a metterglielo al culo.
"Basta così, per oggi."
Il ragazzo paga, lascia la mancia, saluta con un cenno il barman e se ne va.
Non barcolla mica, spesso beve molto di più; ma ha proprio voglia di farsi una passeggiata, stasera, e anche quel pub gli sembra asfissiante, ora come ora.
Esce fuori, finalmente.
Si tira su la zip della giacca, si accende l'ennesima sigaretta.
Fuori fa freddo, ma è un freddo sopportabile, e poi è normale, è inverno inoltrato.
Dentro al pub faceva caldo, ma non era per quello che si sentiva soffocare..
Inspira aria pulita, finalmente.
Cammina, senza sapere dove i suoi piedi lo stiano portando.
Si fida di loro, dopotutto, sono con lui da quando è nato..
No, considerazione sbagliata.
E inesatta, lui lo sa bene: può capitare, anzi, capita, che anche la persona che pensi di conoscere meglio di come conosca te stesso, si riveli essere un completo estraneo.
Ed Axl ne era la prova, quel pallone gonfiato.. 
Ma dopotutto, gli voleva ancora bene. 
Gli vuole, anzi.
 E gliene vorrà anche tra 50 anni.. Sempre che ci arrivi, ovvio.
Jeff si perde a fare cerchi di fumo, come quando aveva 13 anni.
Non ha idea di dove stia andando.. Ma un' idea in testa ce l'ha, invece.
È da un po' che voleva farlo, a dirla tutta, ma alla fine rimandava ogni volta..
Ma questa sera no: questa sera, o la va o la spacca, e deve smetterla di scappare e affrontare i suoi mostri, dannazione. 
Compone il numero, lo sa a memoria. 
"Sempre che non l'abbia cambiato.." Pensa poi, temendo che in tal caso sarebbe praticamente impossibile rintracciarlo ora come ora.
E invece no, il numero è ancora attivo, e dopo un paio di squilli..
"Chi cazzo è a quest'ora?"
 Risponde incazzata una voce piu che familiare, appartenente a un più che familiare rosso, mentre è ben udibile la voce di una ragazza sotto che gli sussurra:"Torna a letto, mandalo a fanculo e attacca.."
"Sono io, man.. Sono Izzy."
Pronuncia quel nome a forza, quasi, perché è così che lo chiamavano tutti..
"Jeff! Jeff, cazzo, sei tu!
Sei scomparso, stronzo che non sei altro.. Dove cazzo sei? Che stai facendo?"
L'ha chiamato Jeff.
Non Izzy, no.
Quel coglione di Axl non è poi così coglione, dopotutto..
E la sua voce gli era mancata, inutile negarlo.
E continuano a parlare, anche se dove sta il rosso sono le 3 del mattino, e anche se è in dolce compagnia; e si danno appuntamento per vedersi, la prossima settimana, proprio come se fossero i bei vecchi tempi..
Prima di diventare famosi, ovvio. 
Quando erano tutti uniti, tutti amici, quando insieme volevano affrontare il mondo intero: e con la loro musica, far vedere a tutti di che fottuta pasta sono fatti i fottutissimi Guns n'Roses!
(Che poi, magari, erano fatti di paste per davvero.. Ma questo è quasi irrilevante, ora)
Si può ricominciare.
Niente sarà uguale a prima, perché dimenticare il passato è impossibile, ma con un piccolo sforzo da parte di tutti si potrà ristabilire qualcosa di simile a ciò che c'era prima, tra loro.
Amicizia.
Complicità.
Onestà.. Affetto, fiducia..
Ecco, quella sarà la più difficile da recuperare.
Ma prima o poi tornerà, perché ne vale sicuramente la pena.
Il ragazzo lo sa.
Questa si che è una serata piacevole.. 
"Non fa neanche così tanto freddo", pensa Jeff, ora che il suo cuore si è scaldato un pochino.

Il giovane seduto al bancone del pub beve, beve e fuma senza sosta.

Cosa normale in un pub, anzi, perfino scontata, ma ciò che è inusuale invece è il ragazzo stesso, i suoi atteggiamenti, i suoi lunghi silenzi sopratutto.

Sembra sempre pensieroso, un po' triste, e lo avvolge una particolare aurea di mistero che spesso, quasi sempre in realtà, porta le signore a girarsi.

Soprattutto quelle dai 30 in su, chissà perché poi.


Ha i capelli neri e gli occhi azzurri, le labbra sottili ma ben delineate, la pelle diafana.

A tutti quelli che fanno caso a lui, sembra di averlo già visto da qualche parte, ma nessuno si ricorda mai dove.

Ha già ordinato cinque giri, ma continua a bere come se l'alcol nemmeno lo sentisse, proprio come fa ogni benedetta sera, li al pub.

Il barman ormai l'ha preso in simpatia, sia perché lascia delle belle mance, sia perché, ha scoperto da poco, quel ragazzo un po' strano sa di musica come nessun altro.


Viene sempre da solo, e rimane in silenzio per la maggior parte del tempo; il whiskey e il tabacco sono la sua unica compagnia.

E anche quella sera sta in silenzio, e dopo un po' il barman smette di provare a farlo parlare.

È inutile, quel ragazzo è troppo preso dai suoi pensieri, fissa il vuoto giocherellando distratto col bordo del bicchiere.

Nemmeno se ne accorge, se una ragazza, anche avvenente, prova in tutti i modi a sedurlo con lo sguardo.

O forse finge di non notarlo, chissà.

Se una invece gli si avvicina la respinge sempre, rimanendo gentile ma distaccato.

 

E anche oggi è così, lui sta zitto e beve.

Fuma.

Beve.

Alza un dito per ordinare un altro giro, spegne la sigaretta ormai finita e se ne accende un' altra.

Così tutte le sere, e questa non fa eccezione.

Se non lo avesse sentito parlare, qualche volta, il barman penserebbe che è muto.

 Oppure che non ha la lingua, è uguale.

Ma mica è stupido, quel ragazzo: anzi, di sicuro è più intelligente di tutti gli altri clienti messi insieme.

Potrebbe comandarli a bacchetta, se volesse, il barman ne è più che sicuro.


E quella sera, al pub, di gente stupida ce n'è pure troppa.

Gli iracondi stanno a destra, i depressi a sinistra.

Al centro poi ci sono quelli ubriachi, un'unione confusa delle due parti.

E infine c'è un tavolo vicino al bancone, attorno al quale sono sedute un gruppetto di ragazze.

Carine, tutte quante, e giovani; non dovrebbero essere li, chissà cosa hanno detto ai loro genitori.. un mucchio di stronzate, probabilmente.


Il barman le guarda sorridendo, ma loro, specialmente una, quella bionda, sono ben più interessate ad osservare il ragazzo, che lui.

Il diretto interessato non le vede, è girato; ma sente degli occhi puntati addosso, delle vocette parlare di lui, e la cosa non lo mette a disagio ma gli procura un grande senso di fastidio.

La bionda poi prende coraggio, si alza, e si avvicina al bancone, rivolgendo al ragazzo quella fatidica domanda che lui tanto disprezza.

 


"Scusa? Ma tu sei Izzy Stradlin, l'ex chitarrista dei Guns n'Roses?"

 


Il ragazzo alza lo sguardo quasi infastidito, trovandosi davanti una giovane bionda, poco vestita e truccata come una diva: potrà avere 17, 18 anni, se le si toglie tutto quel fondotinta e ombretto nero e rossetto..

Senza quella robaccia in viso, sarebbe carina.

Ma lui ora non è più come prima.. Non cerca amore, non cerca rapporti di nessun genere.

Solo alcol, sigarette, e un po' di silenzio per poter pensare.. E ora quel magico silenzio si è infranto, maledizione.



"No, ti sei sbagliata." ribatte squadrandola un po' male, per farla allontanare più in fretta.

"Oh.. È che ci assomigli un sacco! ... Vabè,  niente"

 

la ragazza, visibilmente delusa e confusa, se ne torna al suo tavolo e riprende a confabulare con le amiche, ogni tanto guardandolo di sottecchi.


Non se l'è bevuta, lo sa lui e lo sa anche lei.


Jeff sbuffa, scocciato.

 

 

Odia la fama, odia quello che lui stesso rappresenta: un ex tossico, ora drogato solo di droghe legali, ex chitarrista di una famosissima band.

Amata, odiata, non fa differenza: sempre idolatrata, sulla bocca di tutti.

Lui è uno che ha girato il mondo, ha fatto i soldi, si è sparato in vena tutto il disponibile sul mercato e si è scopato una ragazza diversa ogni sera.

Per anni, sempre la stessa storia.



Non ha mai voluto essere al centro dell'attenzione: lui voleva solo divertirsi, suonare con i suoi amici, ma la cosa è degenerata orribilmente.

Quando si è disintossicato, poi, ha finalmente potuto aprire gli occhi su la realtà che lo circondava: e lo ha disgustato, tanto che senza giri di parole ha preso e ha mollato il gruppo.

Proprio quando erano all'apice del successo.

Un folle, pensano in molti.

 "La scelta migliore che abbia mai fatto, ma anche la più dolorosa", pensa lui.

 


Ora cerca un po' di pace, un luogo dove poter bere senza sentirsi sempre al centro della scena.

E quel pub gli piace, si, è abbastanza tranquillo.

Apparte quando succedono cose del genere, allora gli viene quasi l'idea di andarsene, e al diavolo il terzo sgabello del bancone, al diavolo tutto.

Ma non cambierebbe niente, prima o poi qualcuno lo riconoscerebbe comunque, e non può continuare a vivere come un emarginato: dovrà smettere di nascondersi, prima o poi..


Poi.


Meglio.

 


Ordina un altro giro, gli piace sentire il Jack scendergli lungo la gola.

Ripensandoci, non cambierà pub: il servizio è discreto, e il barman tutto sommato è sempre gentile, anche se sembra che voglia estorcergli informazioni sul suo passato..

Una spia?! No, questo non è un film d'azione.

 


"E poi, manco ha capito chi sono.. Mica come quella troietta di prima, che se ha 18 anni è già tanto" Pensa lui, rivolgendo poi un mezzo sorriso al barman che gli ha versato un altro bicchiere.

Senza che lui dovesse chiederglielo.

È questa l'affinità ideale, tra un alcolizzato e il suo spacciatore.

 



Si, rimarrà fedele a quel pub; il terzo sgabello a partire da sinistra, ormai è diventato il suo posto fisso.

Non ci si siede nessun altro, mai.

Tutti i clienti abituali hanno rispetto per quel ragazzo silenzioso, e nessuno lo ha mai infastidito; solo qualcuno di quelli nuovi, come quella ragazzina di prima.

Sempre quella cazzo di domanda, gli fanno.. Non ne può proprio più.

 


No, lui non è Izzy Stradlin, maledizione!


Lui è Jeff, Jeff Isbell. Viene da Lafayette, Indiana, e ancora non sa bene cosa fare nella sua vita.

Sa piuttosto cosa non fare: e cioè, ripercorrere gli stessi sbagli che hanno portato lui e i suoi amici a rischiare più volte la vita, nel corso degli anni, per colpa della fottuta droga.


Lui non è Izzy Stradlin, non più.


Ma il suo nome lo perseguita, seguito a ruota dalla sua fama.

Seguita a ruota dai pregiudizi che si fa la gente.

Seguita a ruota dalle occhiate che gli lanciano, manco fosse un ricercato, o un numero da circo.

 Gli da fastidio, punto.

Lui non cerca la fama, anzi, la allontana.

Ma quella stronza torna sempre, poi, quando meno se lo aspetta: quando abbassa le difese, e si rilassa un po', quella è sempre pronta a metterglielo al culo.

"Basta così, per oggi."


Il ragazzo paga, lascia la mancia, saluta con un cenno il barman e se ne va.

Non barcolla mica, spesso beve molto di più; ma ha proprio voglia di farsi una passeggiata, stasera, e anche quel pub gli sembra asfissiante, ora come ora.

 


Esce fuori, finalmente.

Si tira su la zip della giacca, si accende l'ennesima sigaretta.

Fuori fa freddo, ma è un freddo sopportabile, e poi è normale, è inverno inoltrato.

Dentro al pub faceva caldo, ma non era per quello che si sentiva soffocare..

 

 

Inspira aria pulita, riempiendosene i polmoni, come se fosse stato in apnea fino a quel momento.

 

Cammina, senza sapere dove i suoi piedi lo stiano portando.

Si fida di loro, dopotutto, sono con lui da quando è nato.. No, considerazione sbagliata.

E inesatta, lui lo sa bene: può capitare, anzi, capita, che anche la persona che pensi di conoscere meglio di come conosca te stesso, si riveli essere un completo estraneo.

 

 

Axl ne era la prova, quel pallone gonfiato.. 

Ma dopotutto, gli voleva ancora bene. 

Gli vuole, anzi.

 E gliene vorrà anche tra 50 anni.. Sempre che ci arrivi, ovvio.



Jeff si perde a fare cerchi di fumo, come quando aveva 15 anni.

Non ha idea di dove stia andando.. Ma un' idea in testa ce l'ha, invece.

 


È da un po' che voleva farlo, a dirla tutta, ma alla fine rimandava ogni volta..

Ma questa sera no: questa sera, o la va o la spacca, e deve smetterla di scappare e affrontare i suoi mostri, dannazione. 


Compone il numero, lo sa a memoria. 

"Sempre che non l'abbia cambiato.." Pensa poi, temendo che in tal caso sarebbe praticamente impossibile rintracciarlo ora come ora.

E invece no, il numero è ancora attivo, e dopo un paio di squilli..

 


"Chi cazzo è a quest'ora?" 

Risponde incazzata una voce piu che familiare, appartenente a un più che familiare rosso, mentre è ben udibile la voce di una ragazza sotto che gli sussurra:"Torna a letto, mandalo a fanculo e attacca.."

 


"Sono io, man.. Sono Izzy."


Pronuncia quel nome a forza, quasi, perché è così che lo chiamavano tutti..

 



"Jeff! Jeff, cazzo, sei tu!

 Sei scomparso, stronzo che non sei altro.. Dove cazzo sei? Che stai facendo?"

 

L'ha chiamato Jeff.

 
Non Izzy, no.


Quel coglione di Axl non è poi così coglione, dopotutto..

E la sua voce gli era mancata, inutile negarlo.

 


Continuano a parlare, anche se dove sta il rosso sono le 3 del mattino, e anche se è in dolce compagnia; e si danno appuntamento per vedersi, la prossima settimana, proprio come se fossero i bei vecchi tempi..

Prima di diventare famosi, ovvio. 


Quando erano tutti uniti, tutti amici, quando insieme volevano affrontare il mondo intero: e con la loro musica, far vedere a tutti di che fottuta pasta sono fatti i fottutissimi Guns n'Roses!

(Che poi, magari, erano fatti di paste per davvero.. Ma questo è quasi irrilevante, ora)

 

Si può ricominciare?!

 

Niente sarà uguale a prima, perché dimenticare il passato è impossibile, ma con un piccolo sforzo da parte di tutti si potrà ristabilire qualcosa di simile a ciò che c'era prima, tra loro.

 

Amicizia.

 

Complicità.

 

Onestà.. Affetto, fiducia..

 

Ecco, quella sarà la più difficile da recuperare.

 

Ma prima o poi tornerà, perché ne vale sicuramente la pena.

 

Il ragazzo lo sa.



Questa si che è una serata piacevole.. 

"Non fa neanche così tanto freddo", pensa Jeff, ora che il suo cuore si è scaldato un pochino.

 

  
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