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Autore: TheBoss    04/02/2008    2 recensioni
Craig è un ragazzo normale. La battaglia lo accerchia ma lui ha un'altra necessità, un'altra vita a cui pensare: Jenny... è una FF che ho scritto di getto, senza pensarci troppo. Ho preferito assecondare ciò che provavo quando ho finito il libro. Mi raccomando commentate!
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Cho Chang, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SA
Avevo appena finito il settimo libro quando ho comicniato a scrivere, sotto l’influsso di Wish you were here (Pink Floyd) e Before I Forget (Slipknot). Questo è il risultato. Che ve ne pare? COMMENTATE!!!



SENTIERI SPEZZATI
(i wish you were here)





La battaglia infuriava. Ovunque si girasse vedeva lampi verdi e fatture che volavano nel buio. Urla senza nome riempivano l’intera scuola: i Mangiamorte erano entrati. Craig si accucciò dietro un’armatura, ansimando per lo sforzo. Una luce rossa lo sfiorò e capì che forse non era ancora tutto perduto. Finché c’era qualcuno a lottare, Hogwarts non sarebbe caduta. Asciugò la fronte sudata con una manica e strinse più forte la bacchetta.
Si sporse cercando di capire la situazione, ma vide solo il lungo corridoio in mattoni pieno di fumo.
Trattenne il fiato e saltò fuori dal suo nascondiglio, la sua unica arma ben puntata contro l’uscita. Il primo colpo arrivò improvvisamente: una maledizione che non perdona lo accarezzò di sfuggita ma riuscì ad evitarla lanciandosi di lato all’ultimo istante.
<< IMPEDIMENTA! >> gridò Craig mirando al solo movimento che intravide nella coltre di fumo. Pochi secondi dopo un Mangiamorte emerse camminando a fatica, il cappuccio abbassato, come se il tempo per lui girasse più lentamente. Craig lo riconobbe: Travers, uno del ministero.
<< Ci vediamo idiota >> gli disse passandogli vicino mentre si dirigeva  verso le scale. Doveva trovarla, e anche alla svelta.
Craig Suderland era un Grifondoro. Coraggio, lealtà e cavalleria. Come potessero essergli utili queste virtù in quel momento proprio non lo sapeva.
Salì le scale tutte d’un fiato, evitando un gruppo di Tassorosso che battevano in ritirata.
<< Che succede? >> gridò ad uno di loro afferrandogli il braccio,
<< è una follia! I Mangiamorte stanno uccidendo tutti! >>
<< Che cosa?! >> gli chiese ma il ragazzo si era divincolato, fuggendo insieme ai sui compagni.  
Craig proseguì per la sua strada, sorpassando la grande arcata che delimitava le scale.
Lo spettacolo era orrendo. Ovunque guardasse c’erano duelli in corso: le maledizioni lasciavano molti a terra.
 La prima linea non aveva resistito.
 Vide il suo amico Timmy Gruber cadere e sentì un tuffo al cuore.
<< Stupeficium! >> esclamò puntando la bacchetta verso il suo aggressore ed un lampo di luce rossa centrò il bersaglio. Non vide mai il colpo andare a segno; corse verso un gruppo di difensori che si erano barricati dietro ai tavoli e saltò con un balzo dietro al primo banco, atterrando rumorosamente sul pavimento.
Il volto dei ragazzi lo colpì. Erano tutti stanchi e feriti, ma la determinazione brillava nei loro occhi. Non si sarebbero arresi.
<< Quanti siete? >> chiese Craig rapidamente.
<< Otto, tre grifondoro, quattro corvonero ed un tassorosso. >> rispose quello più vicino.
<< Hey io ti conosco! >> esclamò un ragazzo alto, dal respiro affannoso. Una macchia di sangue si allargava sui colori di Grifondoro. << Tu sei Craig vero? Sei un Grifondoro anche tu. >>
<< Non c’è tempo per le presentazioni. Ora ci dividiamo in due gruppi. Voi quattro venite con me >> disse indicando i Corvonero << Dobbiamo passare per l’aula di trasfigurazioni. >>
<< Ma ci sono i Mangiamorte! >> esclamò il Tassorosso, che continuava a sporgersi per lanciare maledizioni contro gli avversari.
<< Voi ci coprirete. Pronti? ANDIAMO! >>
Uscirono dal loro rifugio rapidamente cercando di evitare le maledizioni. Craig continuava a gridare controincantesimi cercando di proteggere i suoi alleati mentre il secondo gruppo li copriva da dietro i tavoli. I corvonero usarono le sporgenze dei muri come copertura ed uno di loro colpì un Mangiamorte al petto con un incantesimo di Disarmo. Il Mangiamorte cercò di riprendersi la bacchetta, ma un secondo incantesimo lo colpì facendolo cozzare contro il muro.
<< SECONDO GRUPPO!! AVANZATE!! >> Gridò Craig ed i ragazzi rimasti si aggregarono al primo gruppo. Uno di loro venne trafitto da un anatema, accasciandosi al suolo senza un lamento. Gli altri presero posto lungo le due pareti, eliminando la resistenza rimasta.
Craig vide la porta dell’aula aperta, ordinò agli altri di rimanere lì e si lanciò al suo interno.

<< Fermo! >> gli intimò una voce roca, e subito senti il freddo legno di una banchetta carezzargli la tempia.
Alzò gli occhi per capire la situazione: c’erano tre persone vestite di nero all’interno della stanza; dall’altra parte si intravedeva la sola via di fuga. Pregò che gli altri non entrassero.
<< Fallo fuori e facciamola finita Rockwood! >> gridò una voce femminile.
<< No! Non voglio rimanere qui! Ci servirà…per uscire. Sarà la nostra assicurazione!! >> disse ansimante l’altro.
<< Ho detto di n…>> ma non riuscì a finire la frase. Gli occhi gli si rovesciarono all’indietro e la donna cadde a terra esamine. Dietro di lei, la figura di Remus Lupin troneggiava nella stanza.
<< Fermalo Stan! >> Gridò Rockwood, ma non riuscì puntare la bacchetta. Craig gliel’aveva afferrata impedendogli di attaccare. Non aveva tempo per estrarre il suo legno così gli sferrò un pugno con tutta la forza che aveva in corpo.
Il sangue fuoriuscì dal naso di Rockwood e Craig puntò la bacchetta contro il secondo Mangiamorte che stava per assalire Lupin, intento a lottare contro il terzo nemico.
<< AVIS! >> Gridò il ragazzo ed un gruppo di colombe uscirono dalla sua bacchetta lanciandosi contro l’obbiettivo. L’uomo barcollò un po’ all’indietro mentre cercava di liberarsi, ma lo schiantesimo di Craig lo colpì in pieno volto lasciandolo disteso a terra.
Intanto Lupin aveva sopraffatto il suo avversario e si era avvicinato a lui. Il suo aspetto emaciato rispecchiava i continui duelli, l’ansia, l’angoscia.
<< Stai bene? >>
<< Si, grazie. Lei fa parte dell’Ordine vero? >>
Lupin inclinò la testa in modo affermativo.
<< Ti conviene andare nella sala principale ragazzo, li sarai più al sicuro. >>
<< Fuori dalla porta ci sono altri studenti…li porti nella sala principale. Io…devo cercare una persona. >>
<< E tu..>> cominciò Lupin ma Craig era già uscito dalla stanza.
Incontrò un paio di Mangiamorte lungo il corridoio ma li evitò e si infilò in una camera sulla destra.
Continuò a correre, combattendo duramente, cercando di orientarsi all’interno dell’enorme castello. Non sembrava nemmeno più di stare ad Hogwarts; tutto era diverso. Aveva passato gli anni più belli della sua vita lì, ed ora invece le porte dell’inferno si erano aperte, sputando male e tormento ovunque.
La morte si era impossessata dell’intera scuola.
Svoltò a destra e si ritrovò dinnanzi ad una creatura orribile. Aveva otto zampe e l’intero corpo ricoperto da fitti peli marroni: un ragno. Anzi, un ragno gigante!
Metà degli occhi erano stati squarciati da un incantesimo, ma le zanne sporgenti erano ricoperte di sangue.
Sangue umano.
Craig vece qualche passo indietro lentamente mentre il grosso ragno avanzava minaccioso verso di lui. Era una visione da incubo; gli sarebbe bastato un solo morso per spedirlo all’altromondo,
Sentiva delle voci provenire da dietro la creatura. Qualcuno stava chiedendo aiuto.
Il ragno balzò.
Fece appena in tempo ad abbassarsi, mandando il ragno fuori traiettoria oltre la sua testa, poi si mise a correre dalla parte opposta, tentando di mettere quanta più strada possibile tra lui ed il mostro. Correva a perdifiato, sentendo il cuore battergli impazzito, mentre il ragno continuava ad inseguirlo. Girò ad un paio di angoli nel tentativo di seminarlo ma non ci riusciva; era sempre dietro di lui.
Quando voltò di nuovo si trovò davanti una bacchetta puntata alla fronte. Era in trappola.
Da una parte il ragno, i mangiamorte dall’altra. Che fare?
L’uomo gli urlò di stare giù ed istintivamente si scansò dalla sua gittata. Un lampo di luce rossa partì ferendo il ragno che stava per attaccare di nuovo. I restanti occhi esplosero, una sostanza gialla colò dalle lesioni; era cieco. Il mostro stridette di dolore, sbatte contro le pareti e poi fuggì da dove era venuto. Craig si girò verso il suo salvatore: Aberforth Silente.
<< Stai in guardia ragazzo >> gli disse e poi svanì nel buio.
Craig si sedette appoggiandosi al muro e respirò profondamente. Chiuse gli occhi.
Doveva fare qualcosa, doveva aiutare gli altri. Gli faceva male la testa, i polmoni gli scoppiavano e l’idea che forse avrebbe dovuto abbandonare tutti e mettersi in salvo cominciò ad insinuarglisi nella testa. Dopotutto non era lui che doveva affrontate il Signore Oscuro, non era lui Colui-Che-Era-Sopravvissuto. Non era una sua battaglia.
Forse avrebbe davvero dovuto andarsene. Sospirò ed estrasse dalla tasca una pietra. In realtà era solo metà di una sasso dalla forma ovale, ma lui ci teneva molto. Se la rigirò tra le mani, passando le dita sulle incisioni presenti nello spacco: per sempre amici. Per sempre.
Doveva trovarla.
Lei avrebbe continuato a cercarlo. Avrebbe ricongiunto le due estremità.
Si rimise in piedi e riprese a camminare. Sembrava un fantasma. Il volto bianco, la mente altrove.
Doveva lottare.
Fece qualche metro cercando di capire dove andare. Era il suo compito.
Strinse ancora di più la sua arma e decise una direzione. Anche se sarebbe morto.
L’avrebbe salvata, avrebbe salvato tutti.
Anche se sarebbe morto.

Proseguì, stando ben attento a non farsi sorprendere. Aveva saputo che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato si era portato dietro qualsiasi tipo di creatura malvagia aveva trovato: Orchi, Troll, Giganti, Dissennatori.
Enormi ragni puzzolenti.
Si sporse da una porta cercando di capire la situazione. C’erano un gruppo di banchi trasfigurati che impegnava due Mangiamorte e la cosa lo stupì, lasciandolo a bocca aperta. Poi vide la professore McGranitt destreggiarsi abilmente tra i nemici incitando i tavoli e l’incredulità svanì.
Il volto austero della donna brillava di selvaggio furore.
Uscì dirigendosi verso la professoressa per darle una mano ma un altro Mangiamorte si frappose tra loro e Craig fu costretto a riparare dietro un’armatura per evitare la sua maledizione.
<< AVADA KEVADRA! >> strillò di nuovo l’uomo e l’armatura andò in frantumi. Una scheggia di ferro si infilò nel fianco di Craig facendolo gridare di dolore. Sangue rosso cominciò a sgorgare dalla ferita ma il ragazzo era già passato al contrattacco, incurante del dolore. Con un semplice gesto della bacchetta fece levitare l’alabarda dell’armatura conficcandola nel ventre del Mangiamorte. L’uomo cadde a terra senza vita ma un nuovo avversario prese il suo posto lanciando maledizioni. Craig gli andò incontro evitandole e quando fu a pochi metri lo schiantò facendolo volare proprio davanti alla McGranitt.
La professoressa gli scoccò un sorriso compiaciuto prima di continuare a duellare.
Craig uscì dalla sala incontrando studenti come lui. Non aveva la più pallida idea di dove stesse andando, girava senza meta. Scese altre scale per arrivare al piano di sotto ma si bloccò all’ultima rampa trovandola inaccessibile: i gradini erano scomparsi lasciando posto ad uno scivolo di pietra. Due mangiamorte erano a terra, apparentemente svenuti. Fece uscire delle corde dalla bacchetta e li legò per impedirgli di continuare l’attacco una volta ripresi sensi. Abbassò lo sguardo verso lo stipite e vide passare tre ragazzi di corsa. Uno di loro aveva capelli rossi.
“Un Weasley” pensò Craig ma il pensiero gli sfuggì di mente in poco tempo. Scivolò lungo la rampa e si intrufolò in una porta a destra.
Uno schizzò di sangue lo colpì in pieno volto e il corpo di un Mangiamorte cadde vicino a lui. Sentiva il calore avvampargli nelle vene, non riusciva più a distinguere il suo sangue da quello dei nemici. Si avviò a destra dove intravide due ragazze dar battaglia ad un gruppo di Mangiamorte: Hannah Abboth e Calì Patil.
<< A TERRA!! >> strillò con quanto fiato aveva in gola ma prima che le due potessero sentirlo un’esplosione viola le uccise entrambe. Craig fu scaraventato sul pavimento e sentì l’osso della spalla incrinarsi.
Rimase immobile, gli occhi vitrei come sfere di ghiaccio.
 Ormai il dolore era insopportabile, non riusciva più ad ignorarlo.
<< Jenny…>> sospirò.
Avvertì la presenza di qualcuno.
Istintivamente alzò il la testa e ciò che vide gli fece sgranare gli occhi per la seconda volta dall’inizio della battaglia.
Un immenso, gigantesco Troll veniva dalla sua parte, facendo stridere l’enorme mazza lungo il pavimento. Accanto a lui c’erano altri due Mangiamorte a coprirlo. Uno di loro era McNabb, un purosangue del sesto anno che aveva sempre la puzza sotto al naso.
Sentì che ormai non c’era più speranza. Impugnò la bacchetta mirando al Mangiamorte più basso e lo sentì ridere. Evidentemente riteneva il suo tentativo di difendersi del tutto inutile. Il Troll si stava avvicinando.
Non aveva scampo.
<< STUPEFICIUM!! >> strillò una voce alle sue spalle ed uno dei due Mangiamorte cadde a terra privo di sensi. Contemporaneamente, con uno sforzo immane, lui riuscì a schiantare Mcnabb. Ma ormai era troppo tardi, il Troll stava per schiacciarlo.
Sentì un paio di braccia sottrarlo alla morte e venne sfilato da sotto al Troll.
<< Hai deciso di farti ammazzare amico? >>
Era la voce di Neville Paciock; in quel momento non avrebbe voluto sentire nient’altro che lui. Lo sentì cercare di schiantare il Troll e alla sua voce se ne unì una femminile: Cho Chang.
La creatura fece soltanto una smorfia infastidita.  
Craig si alzò, incapace di stare a guardare puntò insieme agli altri due. Aveva la vista annebbiata, ma riuscì a concentrarsi quel tanto che bastava per inquadrare la vittima.
<< Tutti insieme al mio tre chiaro? >> gridò Paciok  cercando di sovrastare il rumore del Troll. Il puzzo cominciava a bruciargli il naso; si faceva sempre più vicino.
<< 1…2…3!!!>>
I tre incantesimi insieme colpirono il Troll in pieno volto; fece un paio di piroette su se stesso, barcollando come un burattino a cui avevano tagliato i fili, prima di cadere.
<< Grazie ragazzi >> disse Craig toccandosi il fianco che continuava a sanguinare.
<< Stai bene? >> si sincerò Neville guardandolo con apprensione. I due si conoscevano già poiché appartenevano alla stessa casa. Cho l’aveva incontrata durante le riunioni dell’ES. Era una Corvonero…come Jenny…
<< Cho..hai visto..>> cominciò Craig ma la ragazza lo interruppe subito.
<< L’ho vista rifugiarsi nella torre di Corvonero. Vai a destra e poi gira a sinistra, arriverai prima >> disse indicando la strada .
<< Non credo che la parola d’ordine serva più, ti conviene sbrigarti >> aggiunse preoccupata.
<< Grazie >> rispose il Grifondoro abbozzando un sorriso. Non riuscì a fare di più.
Abbandonò i due ragazzi zoppicando verso la torre di Corvonero. Vedeva persone trasportare feriti, Mangiamorte morti, studenti abbattuti. Correva voce che Lupin fosse stato ucciso, ma lui non ci credeva. Gli aveva affidato quei ragazzi, doveva essere ancora vivo. E poi aveva appena avuto un bambino…
La testa gli faceva male. Aveva perso molto sangue.
Qualcuno gli disse che era bianco come un cadavere e che avrebbe fatto meglio a farsi vedere da qualcuno ma lui lo ignorò.
Incontrò Nick-Quasi-Senza-Testa e gli chiese informazioni.
<< Un disastro! Abbiamo avuto almeno quaranta morti…Aberforth è stato ferito, ma se la caverà. Per ora è a comandare le difese sono la professoressa McGranitt e il professor Vitious ma non so quanto riusciremo a resistere. >>
<< Sono rimasti solo loro? >> chiese il ragazzo tastandosi la spalla. Probabilmente era lussata, e per un attimo sperò che Madama Chips fosse in grado si aiutarlo.
<< La Sprite e  Lumacorno stanno combattendo. Hagrid è scomparso >>
<< E…Potter? >>
<< Non sappiamo cosa gli sia successo. >> rispose Nick abbassando la testa, incupendosi all’istante.
Craig lo ringraziò, lo congedò e si rimise in cammino.
Se anche Harry non ce l’aveva fatta, che speranze avevano loro? Per la seconda volta il dubbio gli lacerò l’anima.
Svoltò l’angolo come aveva detto Cho e si ritrovò faccia a faccia con un Mangiamorte. I loro nasi si sfioravano e Craig riconobbe subito i suoi occhi, cupi e neri come caverne oscure: Thorfinn Rowl, uno dei Mangiamorte che aveva attaccato Hogwarts l’anno prima, uno di quelli che avevano ucciso Silente. Le sue immagini erano apparse sul giornale.
Craig gli sferrò una dura testata facendolo barcollare all’indietro, ma il Mangiamorte non perse i sensi. Vide il sangue macchiare il pavimento e urlò.
<< NOTT!!!! >>.
Un altro Mangiamorte comparve da dietro una porta posta in cima a delle scale: la torre di Corvonero.
Riconobbe anche il secondo avversario. Theodore Nott, uno dei Serpeverde. Suo padre era finito ad Azkaban dopo l’attacco al Ministero.
Nott disse una semplicissima parola, Crucio, ed il dolore si impossesso di Craig. Sentiva il fianco esplodergli, la spalla sembrava doversi staccare da un momento all’altro. Ogni centimetro del suo corpo era scosso da una lancinante sofferenza.
<< Ti sta bene bastardo… >> disse Rowl rialzandosi e cercando di fermare la fuoriuscita di sangue. <>
Non riusciva più a respirare. Prego che tutto finisse, che tutto scomparisse.
Voleva Morire.
Sentì un urlo provenire dalla sala di Corvonero e riaprì gli occhi.
Jenny….
<< Hey Thorf…c’è qualcosa che non va…>>
Non poteva essere in pericolo. No, non ora che era così vicino. No ti prego no…Jenny ti prego…
<< Che cavolo stai dicendo Ted? Concentrati! Voglio vederlo agonizzare questo stronzo! Figlio di puttana, mi ha rotto il naso…>>
Strinse le mani a pugno cercando di contrastare la maledizione. Il ricordo di Jenny gli tornò in mente. Così allegra, così bella mentre correva tra i prati di Hogwarts. Così affascinante quando si decorava i capelli di fiori. Ed ora poteva essere in pericolo....poteva essere…no no non lei…oh ti prego Jenny no…NOO!
<< Thorf ti dico che >> ma la maledizione era già scomparsa.
Nott cadde a terra in un secondo, schiantato dall’incantesimo di Craig che ora si rivolgeva all’altro Mangiamorte con rabbia, lo sguardo votato alla morte.
<< ENGORGIO! >> urlò mentre Rowl si gonfiava sempre di più, sempre di più finché, giunto al punto critico, non esplose con un rumore terribile.
Era coperto di sangue; salì le scale verso la torre a tre a tre, incurante delle ferite e del dolore. Il dipinto che doveva proteggere la sala era stato divelto e lui entrò incurante dei pericoli che vi si potevano annidare.
Lo spettacolo era orribile. I Corvonero si erano difesi bene ma non avevano avuto speranza. I corpi degli studenti e dei Mangiamorte ricoprivano il pavimento, attorcigliati in un eterno abbraccio. Le finestre erano rotte; probabilmente gli aggressori erano passati per di là, facendo scempio di tutti quelli che erano sul lro cammino.
Sentì un gemito in fondo all’angolo ed il suo cuore si strinse, fin quasi a scomparire. D’un tratto tutta la disperazione, l’angoscia, la tristezza gli crollarono addosso insieme, abbattendolo. Distesa in un angolo attaccata al muro c’era lei, Jenny.

Craig gli passò un braccio attorno al collo e le si distese accanto, baciandogli i capelli insanguinati.
<< Craig…>> sussurrò ma lo sforzò fu molto. La faccia si contrasse in una smorfia di dolore.
<< Shhhh… >> la zittò il ragazzo << Sono qui Jenny…non ti preoccupare >>
<< Nella mia tasca….pre-prendila….>>
Fece come diceva stando ben attento a non farle altro male. Infilò una mano nei suoi jeans, sfiorandole il corpo.
Aveva già notato le sue ferite. Il pullover era interamente coperto di sangue. Era grave, doveva portarla subito via di li.
Le lacrime sgorgarono involontarie quando capì cosa aveva trovato. Estrasse delicatamente l’oggetto guardandolo con soggezione.
Tra le mani aveva metà di una pietra e sulla spaccatura c’erano incise semplici parole: PER SEMPRE AMICI.
<< Uniscili….ti pr…ti prego >> gli sussurrò la ragazza e Craig fu scosso da un gemito. Jenny sorrise…era così bella…
Tirò fuori anche la sua pietra e la unì a quella di Jenny.
Combaciavano perfettamente…come loro…
Ricordò il momento in cui se le erano scambiate.
Lui aveva trovato quella pietra vicino al lago, ma Jenny la voleva. Lui non intendeva concedergliela, così, tanto per giocare, ma lei lo prese sul serio.
“Descendo” aveva sussurrato e la pietra si era divisa in due parti irregolari; poi con la bacchetta aveva inciso le parole e gliene aveva porto una metà sorridendo.
<< Finché ognuno di noi conserverà la propria parte, saremo sempre insieme. Io per te e tu per me, ognuno per l’altro. Sempre capito? Sempre. >> e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
Ora la ragazza era là, morente, tra le sue braccia, e lui non poteva fare nulla.
<< J-Jenny andiamo dai, ti porto dagli altri. D-devi guarire chiaro? Chi correrà co-con me tra i prati sennò è? Chi? >>
<< Sarò sempre con te Craig…sempre… >>
La vita cominciava a scivolare via. Ormai i suoi occhi erano vacui, vitrei, le sue mani fredde.
<< No no Jenny…no…ti prego…no Jenny….io..io ti amo!…mi senti?! TI AMO!! Ti prego…ti prego…no..no…….no….no…>>.
Ma lei ormai se ne era andata. La morte se l’era presa con se. I suoi occhi non avrebbero più visto il lago innevato, ne le sue gambe avrebbero più percorso gli infiniti corridoi di Hogwarts. Non avrebbe più salutato le amiche ne abbracciato i suoi genitori…non sarebbe stata più con lui.
<< NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! >>
Rimase a pensare. Perché a lui? Lui non era nessuno….non aveva mai affrontato il Signore Oscuro. La sua era una famiglia purosangue! Non aveva una stupida cicatrice a forma di saetta sulla fonte! LUI ERA NORMALE!!
Normale…continuò a ripeterselo all’infinito….normale…
Pianse, pianse come non aveva mai fatto prima. Tutto quello che non aveva mai detto, il suo amore per Jenny, la sua disperazione, voleva sfogare tutto, gemere fino a deperire. Fino a tornare con lei.
Con lei.
Con lei.
Per lei.
Aveva combattuto per lei. Era una mezzosangue, non avrebbe mai potuto sopravvivere.
Per lei, perché l’amava…e non l’avrebbe mai saputo.
Pianse più forte stringendo il corpo di Jenny al suo, tentando di rianimarla con le sue lacrime, sperando che in qualche modo potesse dare offrire la sua vita in cambio della ragazza che aveva sempre amato. Voleva uccidersi, strapparsi il cuore per non soffrire più, rimanere lì con lei…per sempre, si si per sempre…sempre insieme…
<< C’è qualcuno? >> disse una flebile voce da un angolo.
Craig si voltò asciugandosi le lacrime. << Chi sei? >>
Un ragazzino uscì da dietro una colonna, il volto pallido e spento, la paura che si leggeva nei suoi occhi.
<< Mi..mi chiamo Oliver Jetson…sono..sono..del primo anno. Non sono riuscito a fuggire! C’erano Mangiamorte ovunque! Io ho cercato..ho cercato…>>
<< Tranquillo>> disse Craig.
Depose il corpo di Jenny delicatamente, ancora incapace di accettare la sua morte.
 << Ora andiamo a cercare gli altri ok? Non ci vorrà molto, sicuramente ci aiuteranno.>> aggiunse sorridendo.
Sembrava che fosse tutto passato e il ragazzino si tranquillizzò vedendolo così sicuro; il rumore di lotta si stava man mano allentando. Non si sentivano più urla disumane ne pronunciare anatemi senza perdono. Forse gli assalitori si stavano ritirando.
L’animo di Craig invece era una continua battaglia. Il suo cuore si chiuse, riusciva a pensare solo a Jenny, alla sua Jenny. Si voltò e baciò la ragazza; poi la sollevò, incurante della spalla che lo faceva soffrire, abbracciandola come non aveva mai fatto. Le diede ancora un bacio, l’ultimo.
Non avrebbe lasciato il suo corpo lì. L’avrebbe seppellita. Gli avrebbe dato l’ultimo saluto. Doveva farlo lui.
Si girò verso il ragazzo e gli fece segno di seguirlo. Il corpo di Jenny lo sfiorava dolcemente e le lacrime tornarono a sgorgare. Il suo mondo era finito. Tutto era finito.
Si incamminò verso l’uscita.

Minerva McGranitt fece disporre i corpi lungo una linea retta.
Quasi non riusciva a trattenere le lacrime, ma non poteva piangere. Doveva mostrarsi seria, doveva dare l’esempio agli altri.
Però era molto difficile. Prima Silente…poi tutti quei ragazzi.
Si voltò cercando di non guardare quei corpi senza vita.
Si erano ritrovati tutti nella sala principale. I feriti venivano medicati, i familiari piangevano i caduti. Rimase a guardare la famiglia Weasley piangere il povero Fred. Quanta pena gli avevano dato lui ed il suo gemello. Pensare che ora quel ragazzo non c’era più la faceva stare malissimo. Accanto a lui c’erano Lupin e Tonks, lo sguardo perso nel buio. Avevano avuto da poco un figlio.
Lupin era stato sorpreso mentre aiutava un gruppo di ragazzi, ed ora erano tutti distesi là.
Decise di camminare, incapace di trattenersi oltre. Forse avrebbero potuto fare di più, forse non avevano dato il massimo come credevano. Forse…
Il suo sguardo venne catturato da un ragazzo che stava entrando nella sala. Era completamente ricoperto di sangue, il volto macchiato sul quale serpeggiava lo sguardo duro di chi ne ha viste talmente tante da aver perso ormai la propria mente. Il fianco sanguinava copiosamente e la spalla era sicuramente slogata vista la strana angolazione.
Ma incurante di tutto ciò portava tra le braccia una ragazza, bianca come un fantasma, bella come una sirena. Era morta.
C’era un ragazzo che gli camminava accanto, sicuramente uno dei nuovi arrivati, spaventatissimo.
Cosa gli era successo lo sapevano soltanto loro. Riconobbe immediatamente lo stemma di Grifondoro sulla sua maglia e si chiese come poteva essersi ridotto così. Le passarono accanto due studenti che portavano il corpo esanime di Colin Canon e lei si voltò un attimo a contemplarlo. Poi si girò di nuovo verso il ragazzo. Stava posando la fanciulla vicino ai cadaveri. Le posò qualcosa sul petto, una pietra o qualcosa di simile. Poi gli lesse sulle labbra le ultime parole:
 “ti amo, vorrei che fossi qui.”
La voce di Voldemort invase la sala cogliendola di sprovvista.
Tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona. Io ti aspetterò nella foresta proibita… un’ora…
Voleva far uscire Harry allo scoperto…benedetto ragazzo, chissà che fine aveva fatto.
Si girò di nuovo verso Craig e lo vide mentre indicava al bambino la professoressa Sprite. Poi estrasse la bacchetta con un gesto freddo, distaccato, pronto a combattere.
Le ricordò che non era ancora finita. Le ricordò che il peggio doveva ancora arrivare.
Imitò il suo gesto.  
  
  
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