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Autore: pandacattivo    25/07/2013    4 recensioni
"Io forse mi ero innamorato in quel bagno, semplicemente e naturalmente, con lo stesso sforzo con cui cantavo. Mi era uscito come istinto, quello di cadere per lui. Mentre l'acqua mi sciacquava le mani, Louis senza nemmeno saperlo mi stava sporcando l'anima. Uno sguardo amichevole, un primordiale saluto ed ero già suo."
[Harry/Louis]
Harry pov.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot in realtà è un cagata, ma stasera ho avuto la malsana idea di riguardare i Video Diary di X-Factor e...quando diamine erano carini Harry e Louis? Erano così fluffy e coccolosi, che questa cosuccia che nemmeno ho avuto la pena di rileggere è nata da sola.

Ho deciso di scrivere dal punto di vista di Harry perchè adoooro l'immagine di Louis filtrata dai suoi occhi. E' una cosa che mi rende molto emotional.

Se non avete 18 anni please non vi scandalizzate o, forse è meglio, non leggete. Io lo scrivo per precauzione, anche se sappiamo tutti che la leggerete ugualmente...





 

Forse.





Quando mi ero innamorato di lui? A quella domanda non sapevo veramente rispondere. Quando me la ponevo, disteso sul mio, sul nostro, letto la risposta rimaneva sempre vacua. Era come domandarsi quando il mondo aveva iniziando a girare, quando le stelle erano apparse. Si potevano fare mille supposizioni, certo, ma mai si sarebbe trovato l'attimo esatto. Quindi perchè continuavo a chiedermelo, anche mentre lui si distendeva accanto a me, il pigiama forse troppo stretto di flanella, il respiro assonnato diretto verso la mia pelle? Forse perchè in realtà mi sarebbe piaciuto sapere quando era iniziato tutto. Avrei voluto poter rivivere quel momento milioni e milioni di volte perchè, senza ombra di dubbio, quel momento era stato da mozzare il fiato. Ma con Louis, in realtà, tutti i momenti erano così. Ogni cosa successa fin dal primo momento mi aveva lasciato senza il respiro, senza la possibilità di dire nulla. Mi ero arreso a lui, che mi insegnava e guidava verso un mondo che io avevo sempre voluto conoscere. Mi ero arreso mentre mi portava a sé. E poi era successo che mi aveva inghiottito, mi aveva succhiato e morso. Era riuscito ad assaporare ogni angolo di me, del mio corpo e della mia mente. Era arrivato in anfratti che nemmeno io sapevo di possedere. Si era insinuato, impalandomi con quei dannati, ma innocenti occhi azzurri. Non azzurri...celesti. Non celesti...cielo. Gli occhi di Louis per me erano il cielo. Erano la cosa più bella a cui potessi aspirare. In quegli occhi avrei voluto farci il bagno, avrei voluto volarci e poi perdermici dentro come mai avevo fatto prima. Con quegli occhi volevo farci l'amore. E ogni tanto lo facevo. Lo accalappiavo con lo sguardo e quegli occhi diventavano solo miei. Adoravo quando Louis da predatore diventava preda, quando si lasciava catturare da me. Perchè quei pozzi di cielo, in quegli attimi di pura estasi, diventavano solo miei.

Una volta, preso da un momento di fragilità, gli chiesi quando lui si era innamorato di me. Le sue mani si erano posate sulla mia pelle nuda, accarezzandomi, domandomi come mai nessuno era mai riuscito a fare. La fragilità provocata dall'orgasmo mi aveva fatto abbassare ancora più le difese e lo avevo baciato innocentemente, dolcemente e con un retrogusto di amore commerciale che né io né Louis ricercavamo. Era stato un momento di fragilità meraviglioso. Perchè anche lui mi aveva baciato calmo e tenero come una canzone d'amore. E io mi ero aggrappato alla sua schiena, imprigionandolo in me e rendendolo impossibilitato a scappare. Lui non aveva nemmeno tentato di scappare e, ancora con l'odore del recente orgasmo appiccicato addosso, avevamo nuovamente fatto l'amore. Così, accogliendolo nella mia bocca e poi stringendolo tra il materasso e il mio corpo, mi ero scordato che Louis, alla mia domanda, non aveva mai risposto.

 

Io forse mi ero innamorato in quel bagno, semplicemente e naturalmente, con lo stesso sforzo con cui cantavo. Mi era uscito come istinto, quello di cadere per lui. Mentre l'acqua mi sciacquava le mani, Louis senza nemmeno saperlo mi stava sporcando l'anima. Uno sguardo amichevole, un primordiale saluto ed ero già suo. Perchè nello specchio davanti a me vidi riflesso solo lui. Non l'uomo sulla quarantina che borbottava nervoso, non il ragazzino spavaldo. Avevo notato solo il mio cielo. Era così luminoso da togliere il fiato. Così fu logico che l'acqua mi schizzasse, facendo in modo che la maglietta si bagnasse. Facendo un leggero salto indietro avevo urlato un terribile “Ooops!”, prima di afferrare della carta per asciugarmi malamente. Alzando lo sguardo lo avevo trovato ancora al suo posto, Louis e i suoi occhi puntati su me come a indagarmi. Poi aveva sorriso, squillando “Hi!”. Inq uel suo modo gioviale, ma malizioso. Poi era entrato in bagno ed io avevo sentito una strana sensazione, come se il sole fosse improvvisamente stato oscurato. Forse mi ero innamorato in quel bagno, forse no.

 

Forse lui si era innamorato di me dietro le quinte, mentre io mi mangiavo le mani dal nervosismo, lo stomaco che andava in mille pezzi e al testa che urlava. Forse la fragilità lo aveva colpito come una pugnalata, o almeno questo era quello che io avevo letto nei suoi occhi quando avevo alzato il mio sguardo preoccupato verso di lui. Lo avevo trovato a fissarmi e capii che anche lui era preoccupato. Ma non per la performance, la prima sul palco dal vivo. Lui era preoccupato per me. C'era una nota di ansia nei suoi cieli, una scintilla amorevole che nel tempo avevo imparato a riconoscere, ma che allora mi parve ineguagliabile: la scintilla che Louis aveva solo per me. Mi aveva guardato per una frazione di secondo in quel modo, prima di mettere su il suo miglior sorriso, quasi a sfidarmi. La scintilla era scomparsa, mentre Louis sorrideva e io facevo automaticamente lo stesso. Poggiò una mano sulla mia guancia, delicatamente, forse troppo, e per un attimo pensai che volesse accarezzarmi come un cucciolo. Invece mi diede un buffetto, facendomi un occhiolino scherzoso a cui non potei resistere. Ma c'era amore, c'era preoccupazione, c'era cura per me. Mentre il sipario si alzava, Niall, Liam e Zayn davanti a noi, Louis forse si era innamorato di me. Mentre le luci ci inondavano e lui sussurrava lontano dal microfono “Ci sono io vicino a te, no?”

 

Forse in realtà mi ero innamorato quando per la prima volta avevo sentito il suo respiro sulla mia pelle. Così lieve e malizioso da farmi girare la testa. Louis in quel momento sapeva di menta e miele, di salsedine e anche un po' di sole. Sentirlo su me era stato un attimo di pura estasi, mentre bendato si avvicinava a me. Stavamo filmando un semplice video diary e lui stava mettendo in atto uno dei suoi soliti siparietti. Era così esuberante e vitale, così reale da spaccare il cuore. Aveva deciso di bendarsi, di fingere di non sapere che quello accanto a lui ero io e non Liam. E ogni volta che chiamava Liam si voltava verso me e ogni volta si avvicinava. Ogni volta mi annusava e, io lo sapevo, giocava con me divertito, come se io fossi un cucciolo tenero. Di quelli che vuoi coccolare, ma anche prendere un po' per il culo, perchè è troppo divertente vederli spauriti ma curiosi. Questo ero per Louis, un cucciolo, mentre bendato si avvicinava a me, millimetro dopo millimetro, inesorabile come la vecchiaia. Si avvicinò così tanto che io non potei fare a meno di socchiudere un po' gli occhi e farmi travolgere dalla menta, dal miele, dalla salsedine e dal sole. E mentre mi innamoravo, ero sicuro che lui stesse sorridendo beffardo.

 

Forse lui si era innamorato di me la prima volta che aveva toccato le mie labbra. Le aveva scrutate, si era avvicinato, aveva contato le crepe in esse ed aveva sognato di succhiarle, probabilmente. Ma mai fino a quel momento le aveva sfiorate. Nel mio lettino della casa, stretto ed accogliente come un nido, lui aveva deciso di stringermi a sé. Per debolezza, pensai. Probabilmente gli mancava casa, un contatto fisico...magari gli mancava una ragazza. Così avevo lasciato che lui mi abbracciasse da dietro, in posizione fetale, così stretti gli uni agli altri che non potei fare a meno di pensare al suo cazzo conficcato nella mia schiena. Era la sensazione migliore che io avessi mai provato. Lo sentivo vicino, vero, unico. E lo sentivo anche un po' mio.

“Girati” sussurrò nel mio orecchio, così piano che all'inizio pensai solo fosse un grande sogno. Poi sentii la sua mano che mi obbligava a voltarmi, la menta e il sole. Sentii la sua erezione e sentii il suo cuore. E infine sentii le sue labbra. E forse lui si innamorò di me così, succhiandomi le labbra e l'anima, facendomi per sempre suo.

 

Forse però, a pensarci bene, mi innamorai di lui la prima volta che lo sentii dentro di me. Mi innamorai nel lampo di un secondo, nella gloria della mia verginità che voleva via. Quando Louis era entrato in me spaccandomi la carne e l'anima, io sentii di essere innamorato veramente. Spingendomi contro il muro freddo, la guancia premuta contro la calce granulosa, Louis mi stava facendo suo ed io gli urlavo che lo ero veramente, suo. Gli urlavo di andare più veloce, gli urlavo di prendermelo in mano e gli urlavo di venire con me. Forse mi innamorai quando, nello spasmo dell'ultimo gemito, capii che lui era venuto. Venni anch'io di istinto, come se non avessi aspettato altro che lui per tutta la mia vita. Nella pace dopo l'orgasmo, mentre gli leccavo le dita sporche del mio stesso amore, gli dissi che lo amavo. Lui per risposta mi baciò, impastato di sperma e carezze. Impastato di me.

 

La realtà però, alla fin fine, è che io e Louis ci innamoriamo uno dell'altro ogni giorno. Mi innamoro vedendolo farsi la doccia, trovandolo in cucina sporco di farina mentre tenta di cucinare e poi finge che i pancakes non siano per me. Mi innamoro quando si china per baciarmi e quando fa le sue battutine sconce. Perfino quando dice di essere fidanzato durante le interviste. Mi sono innamorato quando è arrivato in casa sbattendo la porta e imprecando contro la povera Taylor Swift. “Tu sei mio” aveva borbottato, facendomi innamorare come non mai. E lo adoro, amo, sporco, ogni notte nel nostro letto, in cucina, dietro le quinte, per le scale. Lo venero quando lo sento dentro di me, muoversi spasmodico ed eccitato. Mi innamoro ogni secondo, ogni battito di ciglia ed ogni respiro.

 

Forse mi sono innamorato di lui esattamente quando sono venuto al mondo. Forse lui si è innamorato di me quando io ho emesso il primo respiro.

   
 
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