Non
si fermava
spesso a pensare. Quasi mai.
Il suo era un essere impetuoso, sempre in movimento, fatto di corpo,
non di
anima.
Eppure,
eppure c’era qualcosa in quell’attimo che lo
constringeva a starsene
imbambolato ad osservare le lunghe dita di Fuusuke reggere la pagina di
un
libro, per poi volare agli occhiali e dare un leggere colpo per
risistemarli
sul naso.
Silenzio.
Suzuno era affondato completamente nel divano e nella
canotta, col viso un
po’ incassato nelle spalle e lo sguardo stancato dalle
occhiaie.
E Shuuya pensava a quanto gli spezzava il cuore anche il solo vederlo
un po’
più lontano, il sentire una parola che non fosse per lui.
Fuusuke girò pagina, senza accorgersi che la presa di
Gouenji sul DS era
perfettamente immobile.
Il biondo non si accorse nemmeno dell’espressione triste che
aveva, degli occhi
stretti, delle labbra semiaperte.
Non pensava mai a quanto fosse perso senza Fuusuke.
Anche solo senza tutte quelle mattine passate a litigarsi il gel. Senza
tutte
quelle urla che avevano via via rotto i ponti che si erano costruiti
– che
tornavano intatti dopo qualche broncio bambinesco.
Quanto avesse bisogno di quella presenza irritante e rilassante allo
stesso
tempo, che lo attraeva come una calamita.
Frasi velate gli attraversavano la mente mentre percorreva con lo
sguardo, si
immaginava di accarezzare la pelle dell’altro, in modi che a
un semplice amico
non sarebbero dovuti passare per la testa.
Squadrava Fuusuke leggermente confuso dalla sua stessa gelosia che
gridava in
quel silenzio.
Espirava pesantemente, l’albino, aggrottando le sopracciglia
nel leggere
qualche frase.
Quel cinismo era benzina sul fuoco di Shuuya.
Pensò in un attimo a come sarebbe stato perdere
Gazel per sempre.
In un attimo solo.
Al suo viso senza vita.
Strinse i denti, represse un milione di impulsi e fece
scivolare un braccio
attorno alle spalle dell’altro, per affondare il viso dove si
riposano i
pensieri, nell’incavo del collo che sapeva di lunghe, stanche
dormite
pomeridiane.
Doveva tenerselo stretto, non buttare via nessun millesimo di secondo.
Fuusuke sembrò svegliarsi; sobbalzò leggermente
socchiudendo il libro.
«Che hai?» disse sottovoce, senza nemmeno una
punta, un ago di provocazione, il
tono leggermente roco.
«Bisogno.»
Suzuno stette immobile ad interrogarsi qualche secondo, mentre le
guance gli diventavano
carbonelle. Piantò un leggerissimo bacio sulla guancia
dell’altro, forse un po’
troppo vicino all’angolo delle labbra. «E non
iniziare a farti idee, l’ho fatto
solo perché l’hai detto espressamente.»
Il biondo sorrise sghembo, quasi divertito. «Io non ho mai
detto di aver
bisogno di un bacio.» e si crogiolò in quel
silenzio che serviva a Fuusuke per
formulare la sua risposta quasi sempre pronta.
«Ma hai ammesso di avere bisogno. E’ come ammettere
di aver paura. – chiuse il
libro. – e sai che ritengo più coraggiosi quelli
che ammettono di aver paura di
quelli che dicono di non averne.»
«Quello – Shuuya puntò il libro,
sdraiandosi sulle gambe dell’altro –
l’hai
chiuso per degnarmi di qualche attenzione, finalmente?»
Fuusuke appoggiò il libro sul bracciolo del divano,
lanciando uno sguardo
all’altro come fosse un dardo gelido. «Evita di
sviare ancora quello che vuoi
dirmi.»
Era sempre così. Fuusuke riusciva a scavare anche nella
più stupida delle sue
frasi, a capire cosa ci fosse dietro quella maschera di
vitalità e movimento.
‘Dopotutto le fiamme grandi non sono
sempre le più forti’, diceva spesso.
E l’altro ribatteva sempre con ‘Esistono
dei fiocchi di neve che allo specchio si vedono iceberg.’
Non voleva perdere quei battibecchi.
Aveva paura, Shuuya, guardando nel futuro e vedendo Suzuno che gli
voltava le
spalle; e mentre l’immagine si sfocava dietro ai suoi occhi
il sorriso si
spegneva e rivelava la fiamma debole.
«Ho paura di perderti, Gazel.»
Non se l’aspettava. Non poteva aspettarselo.
A quanto pare c’era qualcosa che gli occhi di Fuusuke non
avevano decifrato, in
una minuscola crepa nell’arroganza di Shuuya.
Avrebbe davvero voluto baciarlo, Fuusuke, ma non si mosse, gli sembrava
di
essere di pietra.
«E tu di cos’hai paura, adesso... Fuus'ke?»
Un lampo bollente all’altezza del petto. Sii
coraggioso e ricambialo.
«Di baciarti, Shuuya.»
Non ebbe più tempo di dire nulla.
_____________________________ ____ __ _ _
Oh
mio Dio se sono agitata OMG.
No davvero, non me la
sentivo di pubblicare questa shot, ma delle
adorabili imbecilli
ragazze mi hanno convinta, ah.
*schiva pomodoro*
Scusate il titolo
indecente. T_T
Comunque, è
bellissimo tornare dal mare e pubblicare
çuç Insomma, sì, sento la mancanza un
po' di tutto, sempre, e mentre ero al mare mi mancava efp - anche se mi
manca praticamente sempre.
E mi sono accorta che
era da tanto che non rompevo le balle con una
oneshot squallidissima Gouengaze, è che sono in astinenza T_T
Beh, qui ho cercato di
renderli un po' più fluffosi -
nonostante ami anche il loro lato diciamo bellico (wtf cha) - e ho
tentato - eh tentato è la parola giusta - di non farli
sembrare perfetti.
Perché dannazione,
mi dà terribilmente sui nervi quando un personaggio
è descritto come perfetto - e mi sono accorta che l'ho fatto
anche io parecchie volte -. Io riesco ad amare un personaggio molto di
più se ha tanti difetti.
Qui l'unico sono le
occhiaie di Fuusuke e la pelle ruvida di Shuuya
sigh. çAç
Comunque, beh, starei
qui a scrivere del più e del meno -
tutte cose inutili :'D - ma vado perché lo gnu la vendetta -
mia madre - strilla.
E tanti bomboloni
ripieni alla crema per tutti.
Grazie mille a chi
legge e recensisce, è sempre un onore
çuç
cha.