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Autore: Sad Angel    04/02/2008    5 recensioni
Ho pensato di scrivere delle fanfiction autoconclusive basandomi sul testo delle canzoni dei Tokio. Ovviamente, le meravigliose parole dei testi sono opera di Bill, Tom, Gustav e Georg, e di nessun'altro. Spero di non offendere nessuno..
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Spring nicht

Spring nicht…

 

Il freddo ferisce il mio corpo. Lo percepisco, intenso, trapassa la mia giacca di pelle, penetrandomi nelle ossa. Salgo le scale, senza sapere perché i miei piedi mi conducano in quella direzione. Il mio cuore li guida, una sensazione strana lo attanaglia. Attorno a me, il silenzio. Talmente profondo che il suono del mio respiro è potente come una bomba, al mio orecchio.

Davanti a me, improvvisamente una porta. E’ socchiusa, il metallo di cui è composta è arrugginito. La spingo, con un piede.

La cima di un palazzo. Pozzanghere per terra, la lampada sopra la porta alle mie spalle è l’unica fonte di luce. Intorno il buio. In lontananza le luci della città.

Avanzo. All’improvviso vedo una persona, che mi da le spalle. La riconosco, rabbrividisco, i miei piedi diventano pesanti come piombo. Apro la bocca, ma nessun suono ne scaturisce. Mi ritrovo ad essere uno spettatore impotente. Invisibile ai suoi occhi, inudibile ai suoi orecchi.

Continuando a darmi le spalle, si avvicina al cornicione. Appoggia il piede destro sopra di esso, poi il sinistro, issandosi.

Singhiozza. Anche se non posso vedere il suo volto, lo immagino, bagnato, le lacrime vengono inghiottite dall’abisso sotto di lei.

Apro di nuovo la bocca. “Spring nicht!” Urlo con tutto il fiato che ho in corpo.

Resta immobile, sul ciglio dell’abisso, come se le mie parole non potessero spezzare il suo dolore, raggiungere il suo cuore.

Abbasso lo sguardo, non voglio vedere. Lo rialzo subito, è ancora lì, immobile. Rifletto, sperando che possa almeno percepire la voce dei miei pensieri. Intanto mi ritrovo a ripetere “Spring nicht…” come se fosse una litania.

Si volta. Vedo il suo volto, mi specchio nei suoi occhi. Scuri, vuoti. Dentro di essi leggo il dolore, la tristezza. Mi guarda ma non sembra vedermi. La scruto ancora, comprendendo che, quella che mi sta di fronte, è una persona arrivata al capolinea, che pensa che la vita non possa darle più nulla, che vede in un terrificante salto nel vuoto la risoluzione a tutto. L’oblio.

Mi slancio in avanti, tentando ancora di muovermi. Il mio cuore mi dice che mi resta poco tempo, per fermarla. Il mio corpo fa resistenza, come se un’oscura forza volesse impedirmi di raggiungerla.

“Bitte…Spring nicht!” urlo ancora.

Sorride, tristemente. Le lacrime hanno smesso di cadere. Improvvisamente crollo in avanti. Non c’è più nulla che mi trattenga. Corro, mi fermo solo a pochi centimetri da lei, porgendole la mano.

“Nimm meine Hand, wir fangen nochmal an…” Afferra la mia mano, ricominciamo…, le sussurro.

Sorride ancora. I suoi piedi si muovono, avvicinandosi all’orlo. Cerco di afferrarla, lei si scansa.

Gli occhi mi bruciano, ora sono le mie lacrime a cadere. Non voglio perderla, rinunciare a lei. Il mio cuore è attanagliato dalla tristezza e da un sentimento di impotenza.

Mi osserva, il sorriso è svanito dalle sue labbra. I miei piedi si muovono, ora sono io che li muovo, consapevole di quale sia l’unica cosa che posso fare per salvare lei e, contemporaneamente, me stesso.

Salito sul cornicione al suo fianco, le sorrido, asciugando le scie delle lacrime che avevano solcato le sue guance.

L’abisso diventa sempre più grande mentre si avvicina, la sua figura, sempre più piccola mentre mi allontano. La fisso, felice di aver fatto la cosa giusta, saltando al suo posto…

 

…Dann spring ich für Dich…

 

Calore. Apro gli occhi. Buio. Lei si muove accanto a me. Va tutto bene, mi dico, era solo un incubo, non era reale.

La stringo, lei continua a dormire. Sorrido, spostandole una ciocca di capelli dal volto, le mie labbra sfiorano la sua fronte. Il mio cuore batte.

“Ein Tag, wenn es notwendig sein wird, werde ich für dir springen…” sussurro piano contro la sua pelle.

 

Un giorno, se sarà necessario, salterò per te…

 

 

 

  
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