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Autore: Stypayhorlikson    26/07/2013    2 recensioni
Dicono che gli incidenti rovinino le vite a molte persone.
In effetti è così per la maggior parte dei casi.
Ma non per quello di Erika Stratford e Louis Tomlinson.
Quell'incidente, è stato solo l'inizio.
***
Non sapeva se schiaffeggiarlo o baciarlo.
Si limitò a scoppiare in un pianto di gioia, e ad abbracciarlo.
Ad abbracciarlo così forte da essere sicura che non se ne sarebbe più andato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erika stava camminando con le mani in tasca e le cuffiette nelle orecchie.
Da quando era avvenuto l'incidente andava tutti i giorni in ospedale e stava lì anche interi pomeriggi.
Non si preoccupava degli impegni, voleva solo stare vicina a lui in questo momento.
 
'Sono qui per vedere Louis Tomlinson. So già il numero della camera, devo solo firmare.'
'Certo, ecco a lei.' 
L'infermiera le porse un foglio che lei firmò velocemente, e si diresse nella stanza di Louis.
Si sedette sulla sedia accanto al lettino, a guardarlo, come faceva sempre.
Cominciò a parlargli e a raccontargli la sua giornata.
'Oggi sono andata a scuola con l'autobus, l'errore peggiore che potessi fare. Sono arrivata in ritardo di quarantacinque minuti. Puoi solo immaginare cosa mi ha urlato la Greyson!'
Erika rise, tristemente.
'Ah già, tu non sai chi è la Greyson. E' arrivata dopo che hai fatto l'incidente. Quello stupidissimo incidente.'
Lei abbassò lo sguardo, e ripensò a quel giorno.
Stavano tranquillamente andando in giro con la macchina. 
Perchè era successo? 
Ma soprattutto, perchè lei si è ritrovata solo con il braccio rotto e lui invece adesso era ancora in coma? Non era affatto giusto.
Scacciò via quei pensieri che la tormentavano ormai dal giorno dell'incidente, e continuò a parlargli.
'Sono anche riuscita a recuperare Francese. Pazzesco vero? Mi ricordo ancora quando mi davi lezioni perchè non sapevo pronunciare la erre.'
 
'Ripeti dopo di me. "Je suis Erika", forza.'
Erika alzò gli occhi al cielo.
'Je suis Erika'
'No. Devi essere più sciolta, e la 'erre' deve essere più rigida. Devi arrotolare la lingua, così' 
Louis aprì la bocca e le fece una smorfia, e lei scoppiò a ridere.
'Ok, va bene. Je suis Erika' Disse arrotolando la lingua come aveva detto lui.
'Meglio. Ma se davvero vuoi avere la sufficenza, dovrai impegnarti di più.'
 
Erika non potè non sorridere ripensando a quel momento.
'E ti ricordi quando siamo stati interrogati insieme di storia? Non riuscivo a rimanere seria.'
 
'Tomlinson, Stratford, vedo che oggi siete in vena di parlare. Perchè allora non venite qua alla cattedra e mi dite quello che sapete sulla guerra fredda? Su forza.'
Erika e Louis si diressero verso la cattedra insieme, e lui fu il primo a parlare.
'Allora, la guerra fredda, al contrario di quello che si potrebbe pensare, fu in realtà molto calda. Insomma, pensi a quei poveretti che combattono per anni sotto il sole con quelle uniformi. Schiattano dal caldo, altro che armi nucleari!' 
La classe scoppiò a ridere e anche Erika cercò di trattenere una risata portando la mano alla bocca.
'Spiritoso Tomlinson. 
Stratford, vuole aggiungere qualcosa a quello che ha appena detto il suo compagno?' 
Tutti gli occhi erano puntati su Erika.
'Si Stratford, vuoi aggiungere qualcosa?' 
Il tono di Louis era ovviamente di sfida.
'Ecco, io..No. Credo che per il momento vada bene così, grazie.' 
Louis le sorrise e la classe approvò con fischi il loro aver provocato la Professoressa più detestata di tutta la scuola.
 
'Mia madre me ne disse così tante per aver preso zero quella volta.
Ma non mi interessa, ci siamo divertiti e abbiamo fatto vedere alla Professoressa che non ci importava di nulla, questo l'ha fatta impazzire.'
Erika scoppiò a ridere e prese la mano di Louis.
'Se solo tu potessi parlarmi. Dirmi qualcosa. Farmi capire in qualche maniera che io ti manco quanto tu manchi a me. Ne abbiamo passate così tante da quando ci conosciamo. Sei veramente il migliore amico che una ragazza potrebbe desiderare.'
Erika abbassò la testa e guardò le loro mani.
Erano fatte apposta per essere unite, lo aveva sempre pensato.
Ma ovviamente, se glielo avesse detto, Louis l'avrebbe presa in giro fino alla morte.
Sospirò, e continuò a scavare nella sua mente altri ricordi.
Le tornò in mente quella volta che erano andati a ballare.
 
'Louis, adoro questa canzone, ti prego ballala con me!' 
Erika prese Louis per un braccio e lo strattonò sulla pista da ballo, e si mise a ballare con lui sulle note di 'You need me, I don't need you' di Ed Sheeran.
'Sei davvero una pessima ballerina!' 
Louis la prese per i fianchi e la avvicinò a lui.
'Lo so, ma adoro ballare, quindi non mi interessa!'
Louis adorava il suo menefreghismo. Il suo essere così dolce e felice nel fare quello che voleva senza costrizioni.
'Non capisco solo come mai abbiano scelto una canzone come questa in una discoteca. E' movimentata ma non è molto adatta.'
'L'ho scelta io, per te.'
Erika lo guardò stupita.
'Davvero?' 
'Sì. So che ami questa canzone, e sapevo che mi avresti invitato a ballarla con te, allora ho chiesto al Dj di metterla.'
Erika era sempre più stupita e confusa.
'Louis, io non..'
Louis non la fece nemmeno finire di parlare che la avvicinò ancora di più a lui, e fece toccare le loro fronti.
'Erika, tu mi fai impazzire'
Lei lo guardava negli occhi, esterefatta.
Stava per dirgli che era ubriaco e non sapeva quello che diceva, ma prima che lei potesse dire qualcosa lui la baciò, mandandola in confusione completamente.
 
'Quella fu una delle serate più belle della mia vita.
Abbiamo anche fatto l'amore.
O meglio, io preferisco ricordarlo così, e non come una "semplice scopata da ubriachi".'
A Erika cominciarono a pizzicare gli occhi.
'Te lo ricordi? E' quello che mi hai detto la mattina dopo. Dopo avermi ricordato quanto fossi ubriaco e quante cavolate avessi sparato.
Ti ho odiato così tanto.
Ma poi ho capito. Non potevo mandare all'aria un'amicizia come la nostra per una cotta, così ho finto che non me ne importasse niente.
Ma non è una semplice cotta, Louis.'
Le lacrime ormai stavano scendendo lungo il suo viso, e non poteva più fermarle.
'Io ti amo Louis. Non è solo una stupida cotta.'
Erika era incontrollabile, singhiozzava così forte da non rendersi conto che stava stringendo la mano di Louis.
O meglio, che anche lui gliela stesse stringendo.
'Perchè non me lo hai detto prima?'
Erika alzò la testa immediatamente e guardò Louis in viso.
Aveva lo sguardo sul suo viso, aveva aperto gli occhi, le aveva parlato. 
Non sapeva se stava sognando o se stava avendo un'allucinazione.
'Erika, ti ho chiesto perchè non me l'hai detto prima.'
'Louis..Io..' Erika lo guardava sorpresa. Si era appena svegliato e voleva sapere perchè non gli aveva rivelato che avesse una cotta per lui.
Non capiva perchè per lui era così importante.
'Cosa avrei dovuto dirti? Che ero innamorata di te? Avrei buttato all'aria un amicizia che dura da diciassette anni, e io non volevo questo. E poi avevo paura, paura che mi avresti preso in giro per il resto dei miei giorni.'
Louis non poteva crederci.
'Sei completamente impazzita? Sai cos'avrei fatto se me lo avessi detto?'
Lei scosse la testa.
'Mi sarei messo a ridere, e ti avrei abbracciata.
Ti avrei dato della copiona.'
Erika non capì cosa intendesse dire.
'Ti avrei dato della copiona, perchè è esattamente quello che provo e che penso io.'
Lei non sapeva che dire. 
Non sapeva se schiaffeggiarlo o baciarlo.
Si limitò a scoppiare in un pianto di gioia, e ad abbracciarlo.
Ad abbracciarlo così forte da essere sicura che non se ne sarebbe più andato.
 
Erika si stava dirigendo all'ospedale per l'ultima volta.
Entrò e vide subito Louis nell'atrio che la stava aspettando.
Gli andò accanto e gli prese la mano, e lui la guardò in quegli occhi verde smeraldo.
Le prese il viso e la baciò.
Era così felice che lei gli avesse confessato tutto quello che provava quel giorno.
Lui non era mai stato pronto a rivelarle i suoi sentimenti, invece adesso, era più che pronto ad amarla con tutto se stesso.
  
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