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Autore: TimOFF    26/07/2013    2 recensioni
Valery è arrivata in Ohio per uno scambio culturale, ospite della famiglia Anderson, con Blaine che deve fare i conti con la distanza che lo separa da Kurt. Valery troverà in lui un vero amico, che la aiuterà ad integrarsi in quel contesto per lei così nuovo. Il suo ingresso nel Glee Club la porterà a trovare nuovi amici, magari ad innamorarsi e, più di ogni altra cosa, a conoscere un po’ meglio se stessa.
***
Nota dell'autrice: Tutti noi che amiamo Glee in qualche modo abbiamo immaginato come sarebbe farne parte. Questa è come immagino sarebbe la mia storia.
Compariranno quasi tutti, sia di Lima che di New York!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jake Puckerman, Marley Rose, Nuove Direzioni, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18 – Broken angel

 
 
Lentamente aprii gli occhi e subito dovetti richiuderli perché accecata dalla luce del sole che filtrava dalla tenda spalancata.
A fatica cercai di mettere a fuoco quello che mi circondava, comprendomi il viso con una mano.
 
«Beh buongiorno!»
Vidi Rachel in cucina intenta probabilmente a preparare il caffè.
«Buongiorno. Che ore sono?»
«Quasi le 10. Blaine ti lascia questo.»
Si avvicinò a me e mi porse un bigliettino che evidentemente il ragazzo aveva lasciato sul tavolo della cucina.
 
Sono uscito, con Kurt. Ho preferito non svegliarti, ti lascio nelle mani di Rach che non ha lezione stamattina. Prega per me.
B.
 
Mi alzai finalmente dal letto e la mora mi fece segno che il caffè era pronto.
Amavo quell’odore appena sveglia. Quando ero a casa papà mi svegliava ogni mattina con il caffè già pronto in cucina, quindi io mi alzavo come un automa e prima ancora di riuscire a connettere il cervello, venivo investita da quell’odore che mi scuoteva e dava l’impulso al resto del corpo di darsi una mossa.
 
«Speriamo che quei due sistemino questa cosa.»
Annuii a Rachel, che mi aveva raggiunta e si era seduta su uno degli sgabelli. Lo speravo anche io, con tutto il cuore, e pregavo per lui da giorni, anche prima che me lo avesse chiesto.
«Posso chiederti se hai parlato con Kurt?»
Avvicinai la tazza alle labbra e bevvi un sorso. L’espresso italiano era un’altra storia, ma ci stavo facendo l’abitudine.
«Beh sì, ieri sera mi ha raccontato velocemente, anche se sembrava avesse più voglia di piangere che di parlare. Non se lo aspettava, Valery, e sinceramente neanche io. Conosciamo Blaine da una vita ormai, e questa cosa è piovuta così all’improvviso. Kurt ha fatto molti sbagli nella gestione del loro rapporto, ma questo non lo meritava davvero.»
«Nessuno merita di essere tradito, hai ragione.»
Finii il caffè e posai la tazza nel lavandino. Mi rivolsi di nuovo alla ragazza bruna.
«Ma sai che c’è, Rachel? Prima di questo fatto io ero così rigida su questa cosa del tradimento, per me sarebbe stato inconcepibile perdonare una persona dopo un gesto del genere. Ma poi ho conosciuto Blaine, e ho visto esattamente tutto quello che è successo: ho visto come è passato dalla gioia ad una tristezza cronica, e l’ho visto il giorno dopo quella maledetta festa. E il dolore che ho letto nei suoi occhi… nessuno potrà essere arrabbiato con lui più di quanto lui già non lo sia con se stesso. Credo che sia una punizione già abbastanza grande… convivere con questo senso di colpa, ecco.»
«Lo immagino. E in più devi dire che Kurt è davvero innamorato di lui: il fatto che sia combattuto sulla scelta da prendere vuol dire che c’è una parte di lui che pensa che Blaine non meriti di essere allontanato.»
«Speriamo prevalga.»
Lei mi sorrise.
«Già, speriamo.»
 
Sentimmo il rumore della porta scorrevole trascinata e una Santana carica di buste entrò nel loft.
«Che ne dite di darmi una mano?»
Io e Rachel accorremmo.
«Hai svaligiato il supermercato, Santana?»
«Berry, se fosse per te e la tua fissazione nel mangiare solo piante, io e Lady Gaga Hummel saremmo tipo anoressici. Quindi sì, ho fatto un po’ di scorte.»
«La cucina vegana è estremamente salutare.»
«E fa estremamente schifo, quindi no grazie.»
 
Posammo le buste sul tavolo e diedi una mano a sistemare i quintali di biscotti, merendine e dolciumi che Santana aveva comprato, senza poter fare a meno di ridere alla vista di Rachel che inorridiva nel trovarsi davanti anche decine di vaschette di carne.
 
«Val, mi dispiace di averti lasciato in balia dello gnomo qui. Di che stavate spettegolando prima che arrivassi?»
Risi all’ennesimo soprannome che Santana aveva affibbiato a Rachel. Lei ormai non reagiva nemmeno, doveva esserci piuttosto abituata.
«Parlavamo di Kurt e Blaine. Sono usciti per parlare.»
«Lo so, li ho incontrati qui giù!»
«E non ci dici niente?!»
La più bassa la guardava sconvolta.
«E che dovevo dirvi, Berry? Non mi sono mica fermata ad origliare come avresti fatto tu con il tuo solito incredibile tatto. Li ho salutati di sfuggita e sono salita.»
«Ma come ti sembravano?! Litigavano, erano abbracciati, piangevano?»
 
Sentii il cellulare in tasca che vibrava.
 
«Berry, non lo so! Non aprivano bocca quando sono passata io!»
 
Lo presi e trovai un messaggio di Blaine.
Ci siamo lasciati. Kurt sta salendo a casa, io mi faccio un giro per Central Park, ho voglia di stare un po’ da solo. Per favore, prendi due biglietti per oggi pomeriggio, non possiamo restare ancora, mi dispiace. B.”
 
«Tutto ok, Valery? Hai una faccia.»
«Io-no, è che… mi ha scritto Blaine.»
Porsi il cellulare alle ragazze e vidi le loro facce nel leggere l’sms.
Appena il tempo che me lo restituissero che Kurt entrò nel loft. Lo vidi che era ancora più pallido di quanto non fosse già data la sua carnagione chiara. Il suo sguardo si incontrò con quello di Rachel e la bruna corse ad abbracciarlo, prima che questo scoppiasse in un pianto quasi disperato.
 
Mi avvicinai a Santana, chiedendole se potevo utilizzare il suo computer e lei mi fece segno di seguirla nella sua stanza.
Lo accese e inserì la password prima di gettarsi sul letto. Io mi misi alla ricerca del volo per quel pomeriggio.
«Mi sento a disagio io, immagino te.»
«E’ che ho vissuto tutto questo solo dal punto di vista di Blaine, mi fa così strano vedere anche l’altro lato della medaglia. E mi sento un di più in casa, ecco. Magari Kurt vorrebbe stare solo con voi.»
«Ah, sta’ tranquilla. Sono un di più anche io! Siamo legati ormai, e dovrò ucciderti se lo dirai in giro, ma non sono proprio il tipo con cui ci si confida degli affari di cuore. Ora saranno per ore lui e la nana a parlare di sentimenti, sogni infranti e finiranno a vedersi Titanic. Io rientro nel trio tra qualche giorno, quando avrà bisogno di distrarsi e divertirsi.»
«Sarà dura. Io sto cercando di capire come comportarmi con Blaine, ma semplicemente non so che fare. Per il momento mi attengo agli ordini e pianifico la fuga.»
Rivolsi un mezzo sorriso a Santana e tornai alla mia ricerca, trovando un volo che sarebbe partito intorno alle 18.00, e subito prenotai i nostri due posti.
 
«Valery?»
Ebbi un sussulto nel sentire la voce di Kurt chiamarmi.
«Posso-posso parlarti un secondo?»
«Certo, arrivo subito. Spegni tu qui, Santana?»
Le rivolsi un’occhiata allarmata, perché proprio non sapevo che aspettarmi da quella conversazione. Lei mi fece segno di stare tranquilla e seguii Kurt fuori dalla stanza.
Ci sedemmo in salotto, Rachel era in camera sua.
 
«Mi dispiace che ci siamo conosciuti in questa circostanza. Di solito sono molto più socievole.»
«Non preoccuparti, figurati. Stai-stai bene piuttosto?»
«Credo che l’essere investiti in pieno da un camion faccia meno male di questo.»
«Mi dispiace così tanto.»
«Lo so, Blaine mi ha detto che gli sei stata molto vicina da quando sei arrivata da lui.»
«Sì, beh… lui mi ha aiutata tantissimo e ora siamo come fratelli.»
«Allora è inutile che ti chieda di stargli vicino… Io… mi ha profondamente deluso per quello che ha fatto e non potevo fare finta di niente e stare con lui dopo una cosa del genere. Ma lo riesco a vedere, sai? Lo vedo quanto è pentito, quanto ci sta male, ed è questa la cosa che per assurdo mi ferisce più di tutto.»
Prese un respiro, lo vedevo che stava a stento trattenendo le lacrime, ma che ci teneva a portare avanti quello che stava dicendo. Io avevo quasi i brividi per quella conversazione, mai avrei pensato di venir coinvolta fino a quel punto.
Riprese a parlare.
« Vorrei poter alleviare il suo dolore, ma non posso, perchè è la causa del mio. Quindi ho bisogno che sia tu ad aiutare lui, mentre io cerco di aiutare me stesso ad uscire da questo casino che ho nel cervello.»
«Io sarò al suo fianco, non posso farne a meno.»
«Beh, grazie. So che ci sarai, e mi sento un po’ più leggero. E’ questo il brutto ed il bello di amare incondizionatamente una persona: metterla al primo posto, prima ancora di se stessi. Ma questa volta credo di dover invertire le priorità e capire cosa voglio davvero io.»
«Fai bene, Kurt, non ti biasimo. Qualunque decisione prenderai in futuro, segui il tuo cuore e basta, senza lasciarti condizionare da null’altro. Io e Blaine ce la caveremo.»
 
Senza sapere perchè mi ritrovai le sue braccia attorno al collo e non potetti fare altro che ricambiare con forza l’abbraccio.
 
 


 
 
Gli poggiai semplicemente una mano sulla spalla, prima di sedermi accanto a lui su quella panchina che probabilmente occupava da ore.
 
Avevo chiamato Blaine dicendogli che avevo prenotato il volo e lui mi aveva pregato di preparare anche il suo bagaglio e di raggiungerlo a Central Park, perché non se la sentiva di rientrare al loft. Avevo spiegato la situazione a Rachel e Santana, che mi avevano salutata affettuosamente, con la promessa di incontrarci di nuovo, a Lima o a New York.
 
«In fondo sapevo che sarebbe andata così, Val. Era inevitabile»
Blaine aveva gli occhi rossi, si vedeva che aveva pianto a lungo.
«La verità è che è giusto pagare per i propri errori, non avevo nessuna pretesa che mi perdonasse dalla sera alla mattina, anche se una piccolissima parte di me ci sperava. Ma merito di stare da solo.»
Si portò le ginocchia al petto, poggiandovi la fronte. Io semplicemente gli accarezzai la nuca, non sapevo cosa dire per alleviare il suo dolore.
«Dagli tempo, Blaine. Solo questo.»
«Può prendersi tutta la vita, Val. Non sarò io che volterò pagina. Io sarò qui ad aspettarlo, è il minimo che possa fare. Spero solo che capisca quanto cazzo ci sto male.»
E lentamente le lacrime presero a scendere lungo le sue guance.
«Lo sa, B. Lo sa. E sa che quello che vi lega può superare persino questo.»
Lo abbracciai forte e lui mi rivolse un sorriso triste.
«Meno male che sei qui.»
Gli lasciai un bacio veloce, prima di alzarmi e porgergli una mano.
«Andiamo a casa.»
 
 
Prendemmo un taxi e arrivammo in aeroporto con qualche ora di anticipo. Il tempo sembrava passare più lento che mai, Blaine si era addormentato sulla sua poltrona.
Io presi il cellulare dalla tasca ed entrai su Facebook, controllando e rispondendo ai soliti messaggi dei miei genitori che mi chiedevano come procedessero le mie giornate. Cercavo di essere più accurata possibile nei racconti, sapevo che sentivano fortemente la mia mancanza.
Poi vidi delle foto, probabilmente era una festa, la data era della sera precedente.
Vidi Sam, Artie, le ragazze.
E vidi Jake. Con Kitty.
E il mio cuore perse un battito.
 
Chiamata per il volo AR789 in partenza dal gate 8 per Lima”
 
Improvvisamente tornare a casa faceva un po’ paura.






Angolo dell'autrice

Un mese di ritardo, niente male XD
si chiude con questa la parentesi New York.. vi prometto che torneranno e torneranno Kurt e Blaine, non sono crudele come Ryan :D

spero che il capitolo vi sia piaciuto!! chissà cosa ha combinato Jake!!
lasciatemi un vostro commentino, ve ne sarei davvero grata!!!

a presto!
V.
 
  
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