Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: morane18    26/07/2013    6 recensioni
-"Bella, cosa c'è?"- Le sussurai roco.
-"C'è che questo profumo... questo sapore... Sa di caffè, sa di te..."-
E la baciai. Baciai la sua pelle, baciai le sue labbra succhiando il suo sapore unico, dissetante, mio.
.
E' una storia senza pretese, spera solo di riuscire a far sorridere qualcuno di voi, per cui se volete, è vostra!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo Saporedicaffegrave_zpsd4d5328b.jpg


Finalmente sono riuscita ad aggiungere questa magnifica immagine creata da Elenri! Che ne dite, non sembra anche a voi perfetta x questa ff??
Ti ringrazio ancora Teresa!!!!



Buon pomeriggio ragazze! Una sola precisazione prima di lasciarvi alla lettura: il rating è ancora arancione anche se in questo capitolo c’è una scena di sesso. Non è spinta per cui credo non possa causare danni di nessun genere. Se comunque dovesse infastidire qualcuno, vi prego di dirmelo.
Ci vediamo sotto e buona lettura!



CAPITOLO 7

Quando l’amore viene il campanello suonerà…


-“Ahi! Ahi! Ahi!”-

-“Oh santo Cielo, Bella! La vuoi piantare di urlare al dolore ogni qualvolta poggi il piede a terra per salire un piccolo gradino di questa scaletta?”-

-“Non è colpa mia se mi fa un male cane!”-

-“Oh sì che è colpa tua! Non saremmo qui a discutere di quanto tu sia ridicola in questo momento, se avessi chiesto ad Edward di riaccompagnarti a casa invece di comportarti da perfetta cacasotto!”-

-“Uffa Alice, e che avrei dovuto fare secondo te? Interromperlo nel bel mezzo della riunione e chiedergli di riportarmi all’ovile dopo tutto quello che era successo qualche ora prima?”-

Fortunatamente non avevo più avuto modo di parlare con Edward dopo l’ennesimo catastrofico episodio dovuto alla mia costante e malsana insicurezza . Nel pomeriggio lui era stato presissimo con il suo lavoro, ed io a fine giornata ne avevo approfittato per sgattaiolare via senza dare troppo nell’occhio.

Ero sicura che dopo il mio comportamento di quella giornata, nel caso in cui Edward avesse avuto ancora voglia di rivedermi, mi avrebbe fatto una di quelle ramanzine indimenticabili.

-“Certo che avresti dovuto! O ancora meglio, avresti dovuto evitare che le tue pippe mentali arrivassero a rompere le balle proprio in un momento come quello!”-

-“Senti Alice, sai meglio di me che purtroppo sono fatta così, e comunque ti prego, non ne voglio più parlare per i prossimi… duemila anni!”- Mi ero già mandata a quel paese da sola non so quante volte nel giro di poche ore, e l’ultima cosa che volevo era continuare a rivangare sull’accaduto.

Sbuffai aprendo finalmente la porta di casa, e l’attimo dopo Rocky ci assalì tutto allegro e pimpante continuando a scodinzolare ed abbaiare felice come una Pasqua.

-“Rocky, sta buono o mi farai cascare come un sacco di patate!”-

-“Beh, non è che adesso tu ti discosti molto dall’esserlo effetivamente…”-

-“Alice!”- Grugnii guardandola più torva che mai, e solo in quel momento mi accorsi della presenza di strani pezzetti di non so quale materia sparsi sul pavimento.

-“Ma che roba è?”-

Nell’istante in cui mi chinai per raccogliere uno pezzo di quello che sembrava semplice stoffa, mi resi conto davvero di cosa si trattasse.

-“Rocky! Come hai potuto ingurgitare le mie ballerine di seta blu preferite!? Io ti strozzo brutto cagnaccio che non sei altro!”- Urlai furiosa iniziando a sputare fumo dalle orecchie.

-“Bella! Lascia stare il mio cucciolone, lui non ha nessuna colpa!”-

-“Nessuna colpa? E allora spiegami chi è che qui dentro si mette a rosicchiare tutte le mie scarpe preferite!”-

-“Preferite? Rocky ti rovina solo quelle che fanno veramente pietà e anzi, dovresti ringraziarlo perché così facendo ci da l’opportunità di andare a fare un po’ di sano Shopping!”-

-“Ma quale shopping Alice!”- Piagnucolai abbattuta, raccattando quel che rimaneva del mio ennesimo paio di scarpette innocenti. Di questo passo entro breve sarei dovuta andare in giro a piedi scalzi…

-“Eddai Bella, questo weekend ti porto a fare spese e ti prometto che ti comprerò tutte le scarpe che vuoi, d’accordo?”-

-“Alice, l’unica cosa che vorrei in questo momento, è riuscire ad immergermi in un rilassantissimo bagno bollente e profumato”-

-“Perfetto! Facciamo così, io ti preparo la vasca, e poi mentre ti insapono i capelli, ti racconto di colui che in meno di sei mesi diventerà mio marito, d’accordo?”-

-“Ma di chi parli, del supereroe?”-

-“Quale supereroe? Io sto parlando di Jasper!”-

-“E beh? Sono la stessa persona!”-

-“Oddio Bella, a volte proprio non ti capisco quando parli, sai? Comunque, io adesso vado a prepararti il bagno, tu vedi di spogliarti e di non combinare altri disastri, ok?”-

Disastri?
Ma quali disastri?

Un secondo dopo Alice era già sparita, lasciandomi in compagnia di un Rocky che notando la mia faccia spazientita ed infervorita, sembrava più terrorizzato che mai.


----------------------

-“Cioè, fammi capire, tu lo consideri un supereroe solo perché è riuscito a salvare una stupida tazza di caffè?”-

-“LA tazza di caffè, Alice. Ricordati che se il mio capo non trova ogni mattina sulla sua scrivania quella preziosa bevanda, va su tutte le furie”-

-“Io credo che se invece ci trovasse te sulla scrivania, nelle furie ci andresti tu perché non riusciresti a fermare i suoi bollenti spiriti…”-

-“Tu vivi su un altro pianeta, Alice”-

-“No Bella, quella sei tu, e te ne accorgerai molto presto”-

Sbuffai, accorgendomi che ancora una volta l’argomento si stava spostando su di me.

-“Allora, stavamo parlando di questo Jasper mi pare”-

-“Oh sì! Dunque, si chiama Jasper Hale e “-

-“Hale? Anche la cugina di Edward porta lo stesso cognome”-

-“Ma chi, quella che per due volte hai scambiato per l’amante del tuo bel capo?”-

-“Si proprio lei, e comunque non c’è bisogno di sottolineare ogni volta i dettagli più scomodi della mia vita…”-

-“Ce n’è bisogno invece se continui a non capire che non affrontando subito proprio le situazioni più scomode, rischi di immaginarti le cose più sbagliate di questo mondo!”-

Ma perché Alice doveva sempre avere ragione?

-“Ok, d’accordo, ho capito! Ma adesso vuoi gentilmente raccontarmi di Jasperino? Ahi!”-

Protestai dal dolore nel momento in cui Alice prese a tirarmi alcune ciocche di capelli.

-“Non chiamarlo Jasperino! E poi lo stavo già facendo, sei tu che mi hai interrotto! E adesso stai zitta e fammi parlare. Dunque, stavo dicendo che Jasper è il ragazzo più dolce e sensibile del mondo!”-

-“Ma se non lo conosci neanche!”-

-“Lo vedi che mi interrompi sempre?! E comunque l’ho capito dai suoi occhi tutte queste cose! Sono così espressivi e dolci che mi hanno stregato subito! E poi… Mi ha proposto di uscire domani sera!”-

-“E avrai accettato spero”-

-“Certo che sì! Non sono mica scema come te…”-

-“Ma quanto sei carina Alice… E comunque sappi che dopo l’impresa eroica di questa mattina, hai tutta la mia benedizione per uscire con lui!”-

-“Vedo che anche tu come carinerie non sei da meno…”-

-“Lo so, e pensa che non ti rendi nemmeno conto di quanto sei fortunata ad avermi qui con te!”-

-“Oh, ma allora vuoi proprio la guerra, eh?”-

E non mi diede nemmeno il tempo di replicare che iniziammo una battaglia di acqua e sapone all’ultimo sangue.

---------------------

-“Bella, vuoi smetterla di guardare il telefono ogni dieci secondi esatti?”-

-“Non lo sto guardando! Sto solo… Verificando che non ci siano graffietti sullo schermo, ecco…”-

Alice sbuffò, tornando a puntare nuovamente gli occhi sulla TV.

Erano già passate quattro lunghissime ore da quando avevo lasciato la H & C, e di Edward ancora nessuna traccia.
Possibile che il mio comportamento di quella mattina gli avesse fatto cambiare idea su di me? Di certo non avrebbe avuto tutti i torti nel caso avesse deciso di lasciarmi perdere, ma dalle parole che mi aveva rivolto la sera prima, mi sarei aspettata un po’ più di insistenza da parte sua…

-“Sai… Oggi Jessica mi ha detto una cosa…”- Confidai alla mia migliore amica, mentre affondavo il cucchiaino nella vaschetta di gelato alla nutella che tenevamo poggiata sul divano in mezzo a noi.

-“Jessica chi? La stronza?”-

-“Sono sicura che non sia una stronza Alice, e domani cercherò di capire il perché si sia comportata in questo modo… Comunque, dicevo che mi ha confidato delle cose che riguardano Edward…”-

-“Davvero? E cosa ti ha raccontato?”-

-“Mi ha detto che il nostro capo… Beh pare che si sia portato a letto praticamente la metà delle ragazze che lavorano per lui…”-

-“Oh….”-

-“Già…”-

-“E tu le credi?”-

-“Non so cosa credere... Da una parte non vorrei farlo, ma dall’altra capisco che ancora non lo conosco affatto, perciò tutto è possibile…”-

-“Temi di essere solo una scopata per lui?”-

-“Temo un sacco di cose, Alice. Ho paura di quello che hai appena detto tu, ho paura di quello che proverei se dovessi andarci a letto, e ho paura di… di non essere alla sua altezza, capisci? E se non dovessi piacergli? Lui è così… E’ un Dio, Alice, mentre io… mentre io…”-

-“Mentre tu ti fai un sacco di pippe mentali Bella. Ma la vuoi piantare di pensare alle cose più sbagliate di questo mondo? Tu hai bisogno di qualcuno che ti faccia capire quante qualità in realtà possiedi, e maledico ogni giorno quel gran cazzone di Jacob per non aver fatto altro che aumentare le tue insicurezze”-

Sospirai annuendo e affondando il cucchiaio ancora più a fondo nella vaschetta. La dose di gelato che riuscii a recuperare con quella mossa, sarebbe bastata a riempire l’intera ciotola di cibo di Rocky.

-“Ho un’idea!”- Balzò in piedi Alice, dandomi una manata al braccio con il quale tenevo il cucchiaio di gelato, il quale andò inesorabilmente a spiaccicarsi in mezzo alle mie cosce scoperte.

-“Porca di quella vacca lurida, è ghiacciato!!”- Imprecai a destra e a manca cercando di ripulirmi in qualche modo.

Maledetta me e la mia ingordigia…

-“Alice, ma vuoi stare più attenta?!”- Le urlai contro, notando che nel frattempo se la stava ridendo sotto i baffi.

-“Non dare la colpa a me, sei tu che hai raccattato il contenuto di metà vaschetta di gelato in una sola volta! E comunque zitta e ascolta, hai mai fatto delle ricerche?”-

-“Che ricerche?”-

-“Ricerche su internet”-

-“Beh, certo che le ho fatte”-

-“E allora?”-

-“E allora che Alice?!”-

-“Uffi… Che hai trovato?”-

-“Ma che ne so, all’epoca avevo fatto ricerche per la tesi sulla Misoginia greca e la figura della donna nel periodo ellenistico Gre-”

-“Ma chi se ne frega della tua tesi Bella!”- Sbuffò oltraggiata, interrompendomi e andando a recuperare il suo portatile posto nell’altra stanza.

-“Io parlavo di Edward. Hai mai fatto ricerche su Edward Cullen?”- Mi disse infine spazientita, piazzandomi il computer tra le gambe.

-“Oh…”-

-“Bella, ci sono dei momenti in cui mi chiedo come tu abbia fatto a laurearti a pieni voti in un’università come quella di Harvard… Adesso muovi quelle belle manine e digita il suo nome su quel benedettissimo motore di ricerca”-.

Eseguii i suoi ordini senza fiatare, completamente terrorizzata dal fumo che giuravo di aver visto uscire dalle sue orecchie da elfa.

Nel momento in cui lo schermo si riempì di immagini dell’oggetto delle nostre ricerca, per poco non rischiai di finire sdraiata per terra.
Lui era così… Così sexy, e naturale, e affascinante, e bellissimo e non so quante altre cose magnifiche che se non fosse stato per Alice che mi spronava continuamente a girare le pagine di internet, sarei rimasta ore ed ore incantata a fissarlo.

-“Quella donna è carina… Però non è un po’ troppo anzianella per lui ?”-

-“E’ sua madre, Alice”-

-“Oh, allora vediamo… Ecco, quella lì sì che è bella…”-

-“Quella invece è sua cugina Rosalie”-

-“Vuoi dire che questa potrebbe essere la mia futura cognatina? Oh che gioia sapere che ha buon gusto in fatto di moda!”-

-“Alice, per favore, concentrati su quello che stiamo facendo…”-

-“Si, hai ragione. Gira ancora pagina”-

E girai le pagine così tante altre volte che alla fine ne persi il conto.

-“Qui le cose sono due. O il nostro scapolo d’oro paga così profumatamente la stampa, i giornalisti ed i paparazzi da evitare che venga immortalato con qualche bella donna, oppure il nostro Edward non è affatto come lo descrivono i suoi dipendenti…”-

Quello che Alice aveva appena detto era vero. Le uniche foto che lo ritraevano in compagnia di qualche ragazza, erano quelle con la madre, la cugina o qualche altro parente, e quel dettaglio mi fece molto più piacere di quanto volessi ammettere.

-“BELLA!”-

-“Dio Alice, ma perché devi sempre urlare quando ti rivolgi a me?!”-

Ovviamente fece come se non mi avesse minimamente sentito, e poco dopo iniziò a gesticolare come una forsennata, indicandomi una fotina minuscola sullo schermo del portatile.

-“Clicca qui, clicca qui, clicca qui!”-

-“Sì, sì! Ho capito, clicco qui e-“ – E mi ritrovai improvvisamente in paradiso, avvolta dal calore sprigionato dai miei ormoni impazziti che ballavano la rumba alla vista dello spettacolo che mi si stava presentando davanti agli occhi.

Se non fosse stato per quel minuscolo pezzetto di asciugamano bianco e candido che teneva con una mano per coprirsi i gioielli di famiglia, Edward sarebbe stato praticamente nudo.
Era tutto… bagnato, e sexy e arrapante e eccitante e…

Sobbalzammo tutte e due all’improvviso, sentendo il campanello di casa suonare.

-“Bella vai tu. Non credo di essere in grado di muovere un solo muscolo del bacino in questo momento…”-

-“Alice, ti ricordo che la pazza da manicomio che si è fatta scappare questo magnifico pezzo di manzo qui di fronte, sono io, per cui non credo di essere messa molto meglio di te…”-

-“Hai ragione… Sei da ricovero Bella…”-

Ci incantammo nuovamente ammirando tutta quella perfezione, e solo quando Rocky prese ad abbaiare sguaiatamente per via del campanello che continuava a suonare, Alice si decise finalmente di andare ad aprire.

Mi rendevo conto di essermi comportata da idiota con Edward, e molto probabilmente non mi aveva più richiamata perché si era reso finalmente conto che non ne valeva assolutamente la pena di perdere tempo per una come me.

-“Alice, come credi che uno come Edward possa minimamente considerare attraente una con tutta questa carne morbidosa?”- Sbuffai, spostando riluttante il portatile dalle mie gambe e tastandomi con avversione la pelle tenera del mio interno coscia.

Nel momento in cui alzai lo sguardo per ricevere la risposta dalla mia amica, mi accorsi della presenza che purtroppo in quel momento occupava lo stesso spazio mio e di Alice.
In ordine strabuzzai gli occhi, sbiancai e sentii il nelle orecchie il rimbombo dell’ultimo battito del mio cuore prima che cessasse di battere.

-“Ciao Bella”- Edward mi fissava con una strana luce negli occhi, e nel momento in cui aveva parlato, la sua voce aveva assunto un tono così rauco da raggiungere punti dentro di me ancora sconosciuti.

-“Io mi sono ricordata che ho delle cose da fare di là… Per cui vi lascio soli, ok? Ciao ciao”-

Alice si eclissò improvvisamente, andando a nascondersi chissà dove e lasciandomi da sola a gestire una situazione che non sarei mai stata in grado di affrontare.

-“Cosa… Che ci fai qui…”-

Ovviamente Edward lesse solo il labiale di quelle parole, perché ero sicura che nessun suono avesse lasciato le mie labbra nel momento in cui avevo pronunciato quella frase.

-“Sono qui perché abbiamo un discorso in sospeso, ed inoltre in questo momento ci terrei molto a farti vedere come uno come me possa considerare particolarmente attraente una pelle morbidosa come la tua…”- Aveva pronunciato quelle parole con fervore trattenuto, e nel mentre si era avvicinato, accomodandosi proprio sul posto occupato da Alice qualche minuto prima.

Sentivo il suo sguardo rovente sulla mia pelle, e deglutii quando percepii quello stesso sguardo scendere lentamente, accarezzando il profilo del mio corpo fino a raggiungere la sommità tra le mie gambe.

In un attimo le mie mani afferrarono i lembi della maglia che indossavo come camicia da notte, tirandola giù fino alle ginocchia. Ero sicura di essere diventata completamente bordeaux, di un colore molto simile a quello delle insegne al neon dei pub notturni.

Edward si fece lentamente più vicino e percepii con chiarezza il suo respiro farsi sempre più irregolare nel momento in cui la sua mano andò a sfiorare delicatamente la mia ancorata al ginocchio, costringendola ad abbandonare la presa sulla maglietta la quale si ritrasse inevitabilmente al punto di partenza.

-“Bella…”- Farfugliò con fatica, mentre le sue dita leggere avevano preso ad accarezzare la pelle del mio ginocchio risalendo pian piano sempre più in alto.

-“Pensavo non volessi più avere niente a che fare con me…”- Sussurrai in un soffio, mentre guardavo le sue dita continuare a muoversi come fossi uno spettatore esterno.

-“E perché mai lo avresti pensato?”-

-“Perché è tardi e tu non mi hai più chiamata…”-

-“Sono appena uscito dal lavoro Bella.”-

-“Adesso?”-

-“Sì, e tra un’ora ho un volo per Dubai.”-

-“Cosa? Devi andare via? Perché?”- Non so neanche io come trovai il coraggio di porgli quelle domande che dopotutto non avevo neanche il diritto di fare, ma il sorriso sincero che vidi spuntare sul suo bellissimo volto, mi dimostrava che forse era l’unica cosa sensata che avessi fatto fino a quel momento.

-“E’ per lavoro Bella. Starò via solo per qualche giorno e poi…”-

-“E poi?”- Sussurrai, sentendo l’eccitazione salire allo stesso modo in cui la sua mano si stava avvicinando alla mia parte più calda e sensibile.

-“Andiamo in camera tua”-

-“In… In camera mia?”-

-“Non voglio che il tuo cane ci interrompa ancora”-

-“Veramente è’ il cane di Alice…”- Farfugliai come una stupida, rendendomi conto che in quel momento l’ultima cosa che poteva interessargli era che io fossi la padrona di Rocky o meno.

Per tutta risposta, Edward ringhiò prendendomi in braccio e stringendomi al suo corpo. Ormai quella doveva essere diventata un’abitudine per lui, per cui pensai che mettermi a protestare proprio in quel momento, non sarebbe servito a nulla.

-“Dov’è la tua camera Bella?”-

-“In fondo al corridoio sulla destra…”- E non mi diede neanche il tempo di finire la frase che subito si mosse in direzione della mia stanza.

Rannicchiata tra le sue braccia riuscivo a sentire i muscoli tesi e forti del suo torace ampio. Inoltre il calore inebriante del suo corpo ed il profumo intenso della sua pelle, mi indusse a muovere dolcemente le labbra sulla carne del suo collo tesa ed esposta.

-“Dio Bella! Fallo ancora e giuro che ti sbatto contro questo muro infischiandomene della tua amica qui intorno!”- Ruggì feroce, riportandomi nuovamente con i piedi a terra e premendo con forza il suo bacino contro il mio.

Mugugnai di piacere incontrollato e quando finalmente riuscii ad aprire la porta della mia stanza distante pochi centimetri da dove ci eravamo fermati, Edward mi trascinò all’interno, richiedendo subito la porta e facendomici appoggiare in modo da dare a lui le spalle.

Le sue mani ed il suo bacino premevano con forza sulla mia pelle, e lo sfregamento tra il suo corpo e la porta sulla quale ero addossata, mi stava regalando un’eccitazione mai provata prima.

-“Oggi te ne sei andata lasciandomi con un’erezione dolorosa per tutto il resto della giornata…”-

-“Mi… Mi dispiace…”- Farfugliai senza tuttavia rendermi pienamente conto di quanto stessi dicendo.

-“Ti dispiace?! Non devi più farlo Bella, mi hai capito?”-

Sentivo di poter morire da un momento all’altro, perché mentre pronunciava duramente quelle parole ad un centimetro dal mio orecchio, le sue mani avevano preso ad accarezzarmi dolcemente la vita, spostandosi piano sul mio ventre e risalendo poi sempre più in alto.

Un gemito più forte si liberò dalle labbra di entrambi nel momento in cui le sue dita si erano posate sul mio seno nudo, vezzeggiandolo con cura come se stessero modellando una scultura preziosa.

-“Oh Bella… Bella…”-

Ogni traccia di durezza era completamente sparita dalla sua voce. Edward sembrava quasi tormentato, come se stesse subendo le torture più atroci ma nel contempo più sublimi di questa terra.

-“Alza le braccia Bella, voglio vederti tutta… voglio vederti nuda solo per me…” –

E lo feci.
Le mie braccia si alzarono ubbidienti, permettendo così ad Edward di sfilarmi l’unico indumento che indossavo oltre agli slip.

In un attimo fui nuda ed esposta, ma non ebbi nemmeno il tempo di accorgermene che la sua bocca si abbassò avida sul mio collo, assaporando la mia pelle come fosse un frutto prelibato e scendendo a regalarmi un a scia di baci infuocati lungo tutta la spina dorsale.
Urlai di piacere inaspettato quando sentii i suoi denti affondare contro la carne morbida delle mie natiche.

-“Allarga le gambe Bella”-

Tremante, costrinsi i muscoli delle mie cosce a muoversi, conscia del fatto che il terreno sul quale ci stavamo addentrando era per me totalmente inesplorato. Non avevo mai vissuto una situazione del genere e Jacob non si era mai preoccupato di prendersi cura di me in quel modo.

-“Aprile di più… Ancora.. Ecco, così… Così è perfetto…”-

I miei piedi distavano di circa mezzo metro l’uno dall’altro e in quella posizione, rivolta a gambe aperte contro la porta e con Edward a condurre il gioco alle mie spalle, non mi restava altro da fare se non attendere impaziente la sua prossima mossa.

Lentamente, la sua bocca scese a lambirmi le cosce, le ginocchia, i polpacci, per poi tornare indietro, baciando ogni lembo di pelle sensibile e spostandosi sempre più vicino al mio centro ancora coperto dall’intimo.

-“Mmmh… Bella, sai di nutella…”-

Ma gli sembra questo il momento di fare le rime?

-“Cosa?”-

-“Sai di nutella, proprio qui…”- Sussurrò ancora, succhiando avidamente la mia pelle proprio sul punto in cui, mi ricordai solo in quel momento, era scivolato il gelato poco prima.

-“Il… Il gelato… Mi è caduto li e…. Ah!”-

Buttai la testa all’indietro nel momento in cui percepii la sua bocca spingersi proprio , in mezzo alle mie gambe, mordicchiando dolcemente la carne bollente ancora coperta dal tessuto degli slip.

-“Voltati Bella.”-

Voltarmi?
Ero sicura di non avere nemmeno la forza per muovere un solo muscolo, come diamine avrei fatto addirittura a voltarmi?

-“Bella voltati verso di me. Adesso”-

E non so come riuscii a fare quello che mi aveva appena chiesto senza inciampare sui miei stessi piedi. Sicuramente la porta a cui ero aggrappata come un koala, mi aveva aiutato nell’impresa.

E mai come in quel omento fui estremamente contenta di avercela fatta, perché vedere il volto di Edward trasfigurato dalla passione più ardente, vedere i suoi occhi lucidi per il troppo desiderio, vedere la sua bocca rossa e gonfia per la miriade di baci che aveva regalato a tutto il mio corpo, era quanto di più erotico avessi mai visto in vita mia.
Doveva per forza possedere qualche particolarità divina, perché un solo uomo non poteva causarti tutte quelle sensazioni paradisiache che sentivo di provare in quel momento.

-“Sto per spogliarti tutta Bella…”- Mi disse con voce roca, mentre le sue dita andarono a tirare docilmente le mie mutandine verso il basso.

-“Aggrappati a me… Ecco così, brava…”-

Più che aggrapparmi, mi ero letteralmente arpionata alle sue spalle. Ero tutta un fremito e la mia vista ormai era talmente annebbiata da non vederci più del tutto chiaramente.
Quando anche l’ultimo indumento fu lanciato sul pavimento li a fianco, le mie mani erano ancora strette attorno alla sua pelle, ed il viso di Edward adesso distava di una sola spanna dal mio piacere più vivo.

Ed improvvisamente era come se si fosse … ipnotizzato. E non riuscivo a capire da cosa, visto che la mia non era di certo una patatina particolare. Ero più che sicura che forse fosse anche troppo comune

-“Non … non ti piace?”- Domandai come una stupida, arrossendo fino alla punta dei capelli.

Ma che domanda è? Ti piace la mia… patata?

Edward al suono delle mie parole sembrò fortunatamente riprendersi un poco.

-“Tu sei… sei…”-

Sono?

-“Completamente rasata”-

Cosa?

-“I-io non me lo aspettavo. Cioè non che mi aspettassi una foresta, però… “-

Edward, ma che stai dicendo?

-“Edward ti prego, non stai migliorando la situazione…”-

-“Lo so, hai ragione. Io vorrei solo dirti che sei bellissima Isabella e…”-

Un bacio sul mio stomaco.

-“Sei meravigliosa”

Un bacio sul mio pube.

-“Sei perfetta”-

Soffiò quelle ultime parole direttamente sul mio centro, assaporando con la lingua le mia pelle calda ed eccitata e bagnata solo per lui.

La mia mente viaggiava in un turbinio di pura lussuria, e sentire quel contatto così intimo tra me ed Edward era qualcosa che stravolgeva completamente le mie percezioni.

-“Bella, stai tremando…”-

Si era risollevato continuando a tenermi stretta al suo corpo, e adesso le sue braccia mi circondavano in un tenero e possessivo abbraccio.

-“Vieni qui…”- Mi aveva detto ancora, trascinandomi con lui verso il letto, e facendomi sdraiare sopra quelle soffici lenzuola con estrema delicatezza.

Edward approfittò del momento per togliersi la giacca che ancora aveva indosso, e allentare il nodo della cravatta che stringeva sul colletto della sua camicia blu cobalto.

Era così bello e sexy, ed in quel momento l’immagine di lui nudo che avevo visto al computer poco tempo prima, tornò prepotente nella mia mente, aumentando senza possibilità di ritorno il forte desiderio che avevo di lui.
Il mio bacino si alzò senza che glielo chiedessi, scontrandosi in pieno contro qualcosa di estremamente duro ed ingombrante in mezzo alle sue gambe.

-“Bella! Bella non farlo… Non adesso”-

Cosa? Perché?

-“Questa sera voglio che sia solo tua, capisci? Voglio vederti godere e vorrei riuscire a sradicare per sempre dalla tua magnifica testolina quei pensieri assurdi che hai su di te. Me lo permetti Bella?”-

Non faremo sesso?

-“Ti prometto che impazzirai di piacere ugualmente…”- Mi disse ancora, sfiorando con le dita la mia apertura bagnata.

Ok, non avremmo fatto sesso nel senso proprio del termine, ma quelle sensazioni divine che mi stava regalando, valevano come e più di tutti i rapporti completi avuti fino ad allora.

Lo attirai verso di me, baciando e succhiando le sue labbra piene e morbide, mentre le sue mani continuavano esperte a vezzeggiare la mia parte più intima.

I baci di Edward si spostarono sul mio collo, scendendo languidamente sui miei seni, dedicando ad entrambi le stesse piacevoli attenzioni e cure. La sua discesa continuò, fino a quando non raggiunse ancora una volta la calda entrata in mezzo alle mie gambe, dove vi si addentrò senza esitazione, spedendomi all’inferno e al paradiso ogni volta che la sua lingua rallentava o accelerava la sua corsa.

Avrei voluto urlare, dare sfogo a tutto quel piacere deliziosamente insopportabile che sentivo montarmi dentro come un’ondata travolgente. Ma non potevo mettermi a gridare sapendo che Alice era li vicino e che con molta probabilità, in quel momento se ne stava appoggiata ad origliare dall’altra parte della porta.

Così, per cercare di arginare quei gemiti sconnessi che mi era impossibile fermare, presi il primo pupazzo che trovai a tiro sul letto e me lo spalmai letteralmente sulla faccia.

-“Bella ma che stai facendo?”- Evidentemente ad Edward il mio tenero orsacchiotto di Winnie the Pooh non doveva piacere molto, perché in un attimo lo afferrò lanciandolo chissà dove dietro di sé.

-“E’ la tua faccia che voglio vedere mentre godi, non quella di uno stupido pupazzetto di peluche, mi hai capito?”-

E no che non capii.
Non capii più nulla perché l’attimo dopo la sua testa si era rituffata tra le mie gambe, ed a quel punto mettermi a gemere e a tremare e ad impazzire era l’unica cosa che potessi fare.

Sentivo la sua lingua ovunque; entrava, usciva, leccava in un circolo vizioso che mi stava portando al manicomio.

Il piacere montava e montava ad ogni affondo, e quando finalmente sentii le mie pareti stringersi spasmodicamente, fu come un’esplosione di calore e di luce mai provata prima.

Non avevo mai provato un orgasmo così… intenso e travolgente, e pensai con dispiacere a chissà quante altre cose ancora avevo inconsapevolmente negato al mio corpo fino a quel momento.

Quando svariati minuti dopo tornai padrona del mio respiro, mi concessi di riaprire gli occhi che avevo tenuto strettamente chiusi per riuscire ad assimilare tutto quel piacere appena provato. Edward mi osservava compiaciuto, disteso al mio fianco con la testa appoggiata ad una mano. L’altra invece, carezzava dolcemente il mio stomaco con piccoli movimenti circolari.

Avrei voluto poter fare la stessa cosa con il suo corpo, poterlo stringere, toccare e baciare come aveva fatto lui, ma se veramente doveva partire entro breve come mi aveva detto poco prima, allora sapevo che non ci era rimasto più molto tempo.

-“E’ stato… E’ stato…”-

-“Magnifico, sublime, unico?”- Continuò lui al posto mio. –“Lo so Bella. E’ stato così anche per me e forse ancora meglio. E’ stato come… fare del sesso orale con una che lo fa per la prima volta”- Mi sorrise sghembo, pensando di stare raccontando chissà quale assurdità, ma vidi la sua espressione passare da divertita ad incredula non appena notò le mie gote imporporarsi di rosso.
Come spiegargli che la realtà era proprio quella?
Come spiegargli che Jacob non mi aveva mai fatto una cosa come quella perché considerava molto più appagante il sesso orale fatto ad un uomo?

-“Bella, non mi vorrai dire che questo è stato il tuo primo rapporto orale!”-

L’imbarazzo a quel punto aveva raggiunto livelli altissimi, e quando notai Tigro, l’amichetto peluche di Winnie, poco più in la, tentai di afferrarlo per coprirmi nuovamente la faccia. Anche questa volta Edward fu più rapido, e con una mossa veloce, lo scagliò lontano impedendomi così di nascondermi alla sua vista.

-“Nessun pupazzetto della Disney riuscirà ad impedirti di rispondere alla mia domanda Bella. Allora, è stata la tua prima volta?”-

-“Non trovi che la tua domanda sia un po’ troppo… personale?”-

-“Personale? Bella, dopo ciò che è appena successo tra di noi, non credo che una domanda come questa possa venire considerata personale…”-

-“Io lo trovo imbarazzante invece…”- Gli confessai, coprendomi una volta per tutte la faccia con le braccia.

-“Forse lo sarà per te, ma per me Bella…”- Mi confessò con decisione, bloccandomi le braccia sopra la testa. –“Per me rappresenta la cosa più appagante che io abbia mai fatto con una donna. Non puoi immaginare cosa si provi ad essere stato il primo… Che poi, spero di riuscire ad esserlo anche per una lunga serie di altre cosette che mi piacerebbe farti provare…”-

-“Sei un maiale Cullen!”-

-“Sei tu che mi ispiri le fantasie più assurde Swan!”- E si buttò sopra di me prendendo a farmi il solletico sui fianchi.

-“Non andare Edward…”- Mi ritrovai a pregargli dopo quell’attimo di euforia.

-“Starò via solo per pochi giorni Bella, e ti prometto che quando tornerò, recupereremo tutto il tempo perso…”- Tornò a baciarmi sulle labbra, spingendo il suo bacino contro il mio in un lento movimento che mi fece eccitare nuovamente.

-“Spero di ritrovarti così la prossima volta… Spensierata, col sorriso sulle labbra e con una voglia matta di soddisfarmi sessualmente…”-

-“Ma quale voglia?! Non è affatto vero!”-

Seee, come no Bella. Perfino il tuo corpo avvinghiato al suo continua a tradirti…

-“Ok ok, non arrabbiarti”- Edward rise di gusto, lasciandomi un ultimo bacio per poi tirarsi indietro e staccandosi così dal mio corpo in fiamme.

-“Promettimi solo una cosa”- Mi chiese ancora, mentre cercava inutilmente di riassettarsi i vestiti ormai sgualciti. –“Promettimi che durante questi pochi giorni in cui non ci vedremo, non ti pentirai di quanto è successo questa sera”-

Io dovrei pentirmi?

-“Dovrei essere io a farti questa richiesta… Perché per me sarebbe impossibile farlo, Edward”-

-“E credi che per me invece possa essere differente? Lo vedi lo stato dei miei pantaloni?” – Mi chiese divertito, indicandomi l’evidente sporgenza all’altezza del bacino. –“Oggi è la seconda volta che mi ritrovo in questo stato per colpa tua, e posso assicurarti che questa sarà anche l’ultima. La prossima volta mi avventerò su di te Bella, e ti prometto che non ti lascerò nessuna via di scampo…”-


-----------------------

La mattina seguente mi ero svegliata molto (ma molto) più rilassata del solito, la caviglia mi doleva sempre meno ed ero contenta del fatto che da quel giorno avrei ripreso le mie mansioni nel reparto ricerca e sviluppo.

L’unica ombra scura di quella giornata era rappresentata dal fatto che non avrei potuto rivedere Edward prima di chissà quanti giorni.

La sera prima Edward se ne era andato via poco dopo quell’eccitante minaccia, e dal modo in cui si era staccato con fatica dalle mie labbra prima di abbandonare il mio appartamento, mi fece capire che senza ombra di dubbio avrebbe di gran lunga preferito rimanere li con me.
Purtroppo però, sapevamo entrambi che ad alcuni impegni di lavoro, non si poteva di certo rinunciare.

-“Isabella! Che piacere rivederti!”-

James fu il primo ad accogliermi una volta messo piede nel mio reparto. C’era la solita confusione generale ed ero felice di vedere il solito gruppetto di ragazzi che sembravano aver trascorso la notte sopra le loro scrivanie anche quella volta.

-“Ciao James! E’ un piacere per me essere qui di nuovo”-

-“Senti, io non so come scusarmi per l’accaduto. Non sapevo nulla di quella storia e ti assicuro che Jessica ne pagherà le conseguenze.”-

-“Non preoccuparti, non è stata mica colpa tua. E poi sono sicura che Jessica avrà avuto i suoi buoni motivi per fare una cosa simile”.-

-“Certo certo… Ma comunque, vieni con me, vorrei avere il tuo parere su un progetto al quale stiamo lavorando da un po’”-

Lo raggiunsi, pensando però che il modo in cui aveva sbrigativamente accantonato l’argomento, era alquanto bizzarro.

Jessica fece il suo ingresso quasi due ore dopo e non appena mi vide mi chiese il permesso di parlarle in privato.

-“Bella prima che tu possa dirmi qualsiasi cosa, io ti scongiuro di credermi se ti dico che mi dispiace infinitamente e che non mi sarei mai comportata in questo modo se non fosse stato per una causa importante.”-

-“Jessica io non sono arrabbiata, anche se forse dovrei. Mi stavo solo domandando il perché di questo tuo comportamento. Credevo ci fosse una buona intesa tra noi due e magari quindi avremmo potuto anche parlarne insieme”-

-“Credimi, non è così semplice…”-

-“Che intendi dire?”-

-“Vedi… Qualche tempo fa io e James… Abbiamo avuto una relazione. Era solo sesso ovviamente, ma nel momento in cui mi ha proposto di fare qualcosa di più spinto, io mi sono tirata indietro, e lui… Beh, non l’ha presa molto bene…”-

-“Ti ha fatto del male?”- Chiesi spaventata. Immaginavo a quali cose spinte stesse alludendo Jessica, poiché ero quasi sicura fossero le stesse cose che mi aveva proposto Jacob e alle quali anch’io avevo categoricamente rifiutato.

-“No! No, lui non mi ha fatto del male fisicamente… Però si sta vendicando sul lavoro, Bella. Ormai sono due mesi che tenta in tutti i modi di mettermi i bastoni fra le ruote, e se mi fossi assentata in questi ultimi giorni, avrei rischiato di venire estromessa dai miei stessi progetti.”-

-“Ma è una cosa ingiusta!”-

-“Lo so anch’io ma non posso farci niente. Lui è un mio superiore, a chi credi che darebbero retta se andassi a lamentarmi in giro? E poi non ho prove, e non posso accusarlo in mancanza di queste.” – Concluse mesta. –“Mi dispiace davvero di aver approfittato della tua amicizia…”-

-“Quella è’ acqua passata ormai. Piuttosto, da adesso sappi che non sarai sola Jessica. Voglio aiutarti e vedrai che le cose si sistemeranno.”-

-“Lo spero davvero, Bella…”- Mi disse sospirando e stringendomi la mano con la sua.

Ci avvicinammo insieme al grande tavolo ovale dove tutti erano riuniti per analizzare il progetto importante del quale mi aveva parlava James poco prima, e fu solo in quell’istante che mi accorsi dello strano sorriso che proprio lui mi stava rivolgendo.

Ricambiai solo per educazione, e l’attimo dopo tornò ad occuparsi del suo lavoro.

--------------------------

-“Oh Bella! Sono così eccitata per stasera!”-

-“Lo vedo Alice, lo vedo…”- Era da quando ero salita sulla sua macchina che la mia amica aveva preso a cantare a squarciagola ‘I've got the power’ come una pazza, facendomi sprofondare il più possibile tra i sedili della sua auto ogni volta che sfrecciavamo vicino a qualche passante terrorizzato.

-“Allora Bella, devi assolutamente aiutarmi a scegliere i vestiti!”-

Cosa?

-“E le scarpe!”-

Io?

-“E l’acconciatura!”-

E’ impazzita?

-“Oh, e non dimentichiamoci dell’intimo!”-

Sì, è impazzita…

-“Alice, siamo davvero sicure che tu stia bene?”-

-“Ceto che sto bene, non mi vedi?!”-

-“Sì, però ci terrei a farti presente che tu stai chiedendo a me di aiutarti a scegliere cosa indossare per la tua serata romantica”-

-“Lo so, ma d'altronde se sei riuscita ad accalappiarti l’uomo più desiderato dello stato, vorrà dire che sotto quegli inutili strati di vestiti da nonnetta del 900, si nasconde una donna dalle mille sorprese!”-

-“Ma quali sorprese Alice! Sono sempre io, non mi vedi? Solo perché Edward si è preso una botta in testa, una grande botta in testa oserei dire, non vuol dire che possa aiutarti a mettere Jasper K.O… Che poi dal modo in cui ti fissava ieri mattina, non credo gli importerebbe molto di quello che potresti o non potresti indossare…”-

-“Davvero?! Oh Bella, sono così felice!”- Mi disse euforica, schiacciando il piede sull’acceleratore e riprendendo a guidare come una pazza verso casa.

-“Sai, ho parlato con Jessica oggi”- Le confessai sperando che diminuisse quella velocità assurda.

-“E cosa ti ha detto? Spero si sia scusata almeno!”-

-“Si, certo che lo ha fatto. Mi ha anche detto di aver agito così per via di James, il capo reparto del nostro settore.”-

-“Cioè?”-

-“Praticamente mi ha detto che un po’ di tempo fa hanno avuto una storia e a quanto pare dal momento in cui lei ha rifiutato delle avance un po’ troppo particolari da parte sua, James ha iniziato a darle del filo da torcere al lavoro.”-

-“Ma è oltraggioso! Ha provato a parlarne con Edward?”-

-“No, anche perché non ha nessuna prova e quindi sarebbe la sua parola contro quella di James. Però le ho promesso che le avrei dato una mano per dimostrare a tutti che è una persona valida.”-

-“Mi spieghi perché devi sempre cercare di salvare tutti?”-

-“Alice, Jessica è una mia amica. Che male c’è se ho deciso di aiutarla?”-

-“Nulla è ovvio, ma promettimi che starai attenta Bella, ho degli strani presentimenti e non vorrei che ci andassi di mezzo proprio tu…”-

E avrei dovuto saperlo che quando Alice aveva certe sensazioni, queste si rivelavano quasi sempre corrette.


-----------

-“Allora Bella, quale mi metto? Questo rosso alla scopami selvaggiamente sul cofano della tua macchina, oppure questo nero sempre della serie scopami selvaggiamente sul cofano della tua macchina ma con classe?”-

Erano le nove di sera ed Alice era già pronta, ben pettinata, truccata e vestita di tutto punto. L’ultima cosa che però non aveva ancora indossato a causa delle sue indecisioni, erano le mutande.
Evitai di dirle che non era normale scegliere ed indossare l’intimo solo come ultima tappa della sua preparazione all’appuntamento, e fingendo di scrutare interessata quei due perizoma che aveva posizionato in perfetto ordine sul letto, presi la mia decisione.

-“Quello nero mi sembra perfetto”-

-“Ok, allora indosserò questo!”-

Lei ovviamente afferrò il perizoma rosso come se niente fosse ed io mi ritrovai a sbuffare per l’ennesima volta buttandomi a pancia in su sul suo letto. Perché diamine continuava a chiedermi consigli se poi faceva esattamente tutto l’opposto?

Guardai nuovamente l’orologio e con un sospiro malinconico mi coprii la faccia con entrambe le braccia. Perché Edward non chiamava? Ormai erano quasi ventiquattro ore che non lo sentivo e il mio cervello bacato aveva iniziato a pensare che tutte le belle parole del giorno prima potevano benissimo non essere vere.

-“Ehi, sei sicura che posso lasciarti sola?”-

-“Certo che sì, perché me lo chiedi?”- Le chiesi tornando a stamparmi un falso sorriso sulle labbra.

-“Bella, ti conosco più di quanto tu conosca te stessa. Non devi fingere con me. Sei in pensiero per Edward?”-

Annuii non sapendo che altro dire.

-“Vedrai che si farà sentire, magari avrà avuto qualche contrattempo con il lavoro.”-

-“Lo so, però…”-

-“Però niente, Bella. Ieri ti facevi le stesse pippe mentali e poi alla fine si è presentato direttamente qui a casa e da come gemevi come una cavalla selvaggia, mi pare che la serata si sia conclusa più che positivamente direi!”-

-“Dio Alice, perché devi sempre dirmi queste cose imbarazzanti!?”- Piagnucolai rossa come una passata di pomodoro italiana.

-“Non sono cose imbarazzanti! Sono cose belle, hai capito? Chi non desidererebbe che il proprio uomo si prendesse cura della sua donna come ha fatto Edward ieri sera con te? E senza pretendere nulla in cambio per giunta… Bella devi stare tranquilla, mi hai capito?”-

Il mio cellulare prese a squillare proprio nel momento in cui Alice terminò l’ultima parola, ed io mi ritrovai a correre zoppicando verso il divano del salotto sul quale avevo abbandonato il telefono poco prima.

-“Pronto?”- Risposi tutta affannata.

-“Ciao Isabella”-

Tutti i miei timori svanirono all’istante al suono della sua voce, e non potei far altro che darmi della stupida per aver dubitato ancora una volta di lui.

-“Come mai hai il fiatone? Hai corso?”-

-“N-no, io stavo facendo…. Un po’ di… aerobica, sì.”-

Aerobica? Ma sono impazzita o cosa?

-“Aerobica?”-

-“Già… Ehm tu? Tutto bene?”- Cercai di sviare l’argomento sedendomi a peso morto sul divano.

-“Beh, considerando che è da quando ho messo piede in questo Paese che non faccio altro che imbattermi in problemi più o meno assurdi, direi di no”-

-“Oh.. . Mi dispiace… Se c’è qualcosa che posso fare io-“-

-“Stai già facendo tanto Bella. Il pensiero di quanto è successo ieri sera è l’unica cosa che riesce a non farmi dare di matto, e sinceramente non capisco come mai non sono ancora salito sul primo aereo per raggiungerti subito.”-

Ero così sorpresa ed entusiasta, che un sorriso radioso nacque spontaneo sulle mie labbra. Ovviamente non avevo preventivato quali cose ci saremmo detto o meno, ma di certo l’ultima cosa che mi sarei aspettata era che potesse confessarmi dei pensieri così espliciti come quelli.

-“Davvero?”- Gli chiesi quindi ancora incredula.

-“Perché? Non mi dirai di avere ancora qualche dubbio Bella”-

-“No, no… E’ solo che pensavo… Ah!”-

-“Che è successo?”-

-“No, nulla scusami. Dicevo che pensavo che tu… Ah! Basta dai!”-

-“Bella, ma che succede?”-

-“Ma Niente e che… Smettila subito di leccarmi!”-

Rimproverai Rocky che non so per quale diamine di motivo si era messo a frugare sotto il mio sedere continuando a guaire e a leccare chissà cosa.

-“Bella chi cazzo c’è li con te?!”-

-“Nessuno Edward, te lo posso assic- Ma che è sto coso duro?”- E finalmente capii il perché quel povero cane si era messo ad infastidirmi di punto in bianco. Mi ero accidentalmente seduta sul suo osso preferito e non appena lo afferrai, lo lanciai il più lontano possibile da me.

-“Ok Bella, se avevo di meglio da fare potevi dirmelo, ti saluto”-

-“No Edward aspetta!”- Mi affrettai a dire temendo che avesse capito chissà cosa. –“Mi ero seduta sopra l’osso di Rocky e-“-

-“Rocky? Ancora lui?”-

-“Si, ma…”-

-“Bella la prossima volta ti porto fuori dalle mura di casa tua. Non voglio più assolutamente ritrovarmi quel sacco di pulci tra i piedi”-

-“Ma Rocky voleva solo-“-

-“Voleva solo farmi impazzire, e credimi se ti dico che c’è andato molto vicino oggi… Credevi che fossi in compagni di un altro uomo.”-

Un altro uomo? Forse Edward non aveva ancora capito com’ero io realmente, e mi resi conto che la colpa era anche e soprattutto mia perché non gli avevo ancora dato modo di fargli capire quanto il ritrovarlo dopo tanto tempo mi avesse piacevolmente colpito.

-“Non c’è nessun altro uomo, Edward. E giusto per la cronaca, anche io non ho fatto altro che pensare a te da ieri sera. O forse sarebbe meglio dire che è da lunedì scorso che ti sogno tutte le notti…”-

-“Lunedì scorso? Ma ci siamo rivisti solo due giorni fa…”-

-“Non so per quale motivo, ma la prima volta che ho messo piede nel mio reparto, tu eri li. Sicuramente non mi hai notata, ma credimi se ti dico che invece io l’ho fatto eccome, anche se non ti avevo riconosciuto subito.”-

-“E così… Mi sogni tutti le notti da più di una settimana…”-

-“Già…”-

-“Bella, dovrei rientrare tra due giorni. Permettimi di invitarti a casa mia questo week-and.”-

-“A casa… tua?”-

-“Sì. Voglio stare con te, da solo. Ne ho bisogno Bella…”-

Ne ha bisogno…
A quelle parole la mia pelle si era ricoperta di brividi e mi ritrovai a deglutire a vuoto immaginandomi uno scenario spettacolare di me e lui a rotolare tra le lenzuola.

-“Allora Bella, vuoi venire?”-

Oh sì, anche adesso se vuoi…

-“Bella?”-

-“Sì…”-

-“Sì, vuoi venire?”-

-“Sì voglio venire…”-

-“Ti scongiuro di ripetermi le stesse parole non appena ti avrò tra le mie braccia tra qualche giorno…”-

Divenni di tutti i colori dell’arcobaleno prima di riuscire a trovare il coraggio per rispondere alla sua richiesta.

-“Sei un maiale Cullen! Io mi stavo riferendo all’uscita!-

-“Sì certo, è ovvio che lo stessi facendo…”- Scoppiò a ridere, mandando così a farsi un giro anche gli ultimi neuroni che ancora non erano partiti verso quei sogni erotici che la mia mente continuava a partorire da quando avevo risentito la sua voce. Ormai avrebbe potuto dirmi qualsiasi cosa che non avrei fatto una piega.

-“Scopami Bella…”-

-“Come?”-

-“Ho detto, sognami Bella. Mi piacerebbe sapere che questa notte starò con te almeno nei sogni.”-

Oh…

-“Lo farò Edward… E tu? Penserai a me questa notte?”-

-“Non immagini neanche quanto. E non appena ti rivedrò, farò in modo che tutti questi sogni si realizzino per davvero, credimi.”-

Vibrai come una corda tesa di violino sollecitata da mani esperte, e strinsi con forza le gambe per impedire a quel calore improvviso di propagarsi ulteriormente.

-“Buonanotte Bella”-

-“Buonanotte Edward”-

E terminò così la nostra telefonata, certa che per quella notte, avrei fatto molto meglio ad evitare di indossare dell’inutile biancheria intima.





Buongiorno ragazze!
Scusate il ritardo, avrei dovuto postare martedì ma lunedì mi è partita la chiavetta, e ho dovuto riscrivere tutto da zero, e credo che molte di voi sappiano che quando si deve riscrivere un qualcosa già precedentemente conclusa, oltre alla rabbia per aver perduto tutti i dati c’è anche la triste consapevolezza di non riuscire più a riscrivere il capitolo nello stesso modo con il quale era stato concepito all’inizio.
Perciò ragazze, mi scuso se questa volta non sono riuscita a dare il massimo, ma spero vivamente che possa piacervi ugualmente.
Credo non ci sia molto da dire, Jessica ha spiegato a Bella le ragioni del suo comportamento, Alice ha finalmente incontrato il suo Jasper, ed Edward e Bella… Beh, loro si sono divertiti un po’…
Che ne pensate invece di James ? Non so ancora bene come, ma più avanti anche lui avrà la sua particina nella storia...

Ho un’ultima richiesta da farvi; secondo voi se si scrivono scene di sesso non eccessivamente troppo volgari, è possibile mantenere il rating arancione oppure bisogna obbligatoriamente portarlo nel rosso?
Ho letto diverse storie che benchè avessero un rating arancione, descrivevano scene di sesso seppur in modo non troppo colorito.
Fatemi sapere cosa ne pensate perché in base ai vostri giudizi deciderò se cambiare rating oppure mantenere quello attuale.
Grazie a tutte di nuovo,

Vi abbraccio ragazze,
a presto!!





  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: morane18