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Autore: queenofpromise    26/07/2013    1 recensioni
Questa è la tortuosa storia di una fan malata che dopo tanti sacrifici incontra il proprio idolo, ma non se ne innamora.
Dal prologo: "E' proprio così, Ian mi ha salvato la vita. Quando? Tante volte. Troppe. Alcune di queste avrei voluto che ci fosse il suo braccio a coprire il mio dopo aver tolto dalla mia mano la lametta, e invece c'era solo la sua foto."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Fisso per qualche secondo la finestra aperta, il cortile di sotto, prima di voltarmi verso Kate e sedermi accanto a lei sul mio letto.

-Ok, adesso puoi spiegarmi di cosa si tratta? Vi siete bevuti il cervello, tu e gli altri tre?-

-Non proprio...siamo semplicemente stufi di vederti così. Ok, i tuoi della lametta e tutto il resto non sanno nulla, ma tua sorella sì.-

-Se n'è accorta?-

-Nina, non è scema come sembra.-

-Ah sì? Non è scema? E allora perchè, se lo sa, non ha mai fatto niente per aiutarmi?! Ovvio, come potrebbe sedersi qui e parlarmi quando è troppo impegnata a pomiciare con quell'imbecille! Ma che schifo di sorella maggiore è?! Dovrebbe prendere il posto di mia mamma per aiutarmi ad aprirmi per questi problemi, e invece....-

Kate mi scuote per le spalle.

-Nina, Betta ha provato ad aiutarti, ma tu gliel'hai impedito.-

-COSA HO FATTO IO?! Secondo te avrei impedito a mia sorella maggiore di aiutami quando una chiacchierata con lei era la sola cosa che desideravo?-

-Ho parlato con lei, al telefono, prima di venire qui.-

-Bene, ora organizzate congiure contro di me e mi fate il bel faccino. Complimenti, a tutte e due.-

-Insomma Vale, mi lasci parlare o no?!-

Perfetto, ha colpito nel centro. Se c'è una cosa che odio è proprio essere chiamata Vale, quindi Kate usa sempre questo metodo per zittirmi quando deve parlare lei. Le rivolgo lo sguardo più truce che posso fare.

-Parla.-

-Era ora. Prima, appunto, abbiamo parlato al telefono. Mi ha detto che qualche giorno fa è venuta qui a parlarti. Ha bussato più volte, tu non hai aperto ma eri qui dentro. Ha aperto la porta, cominciava a preoccuparsi. Ti ha trovata seduta sul tappeto, con le cuffie alle orecchie, la lametta in mano e il braccio sinistro sanguinante. Ha subito capito perchè l'avevi fatto, così ha chiuso la porta e mi ha chiamata. Le ho confessato che sapevo questo da un po' di tempo ma tu mi avevi pregata perchè stessi zitta.-

-Sono scesa per cena, dopo avrebbe potuto benissimo trascinarmi in camera e parlarmi.-

-ZITTA. Devo finire.- Non mi dà il tempo di replicare. -Abbiamo parlato per un'ora, quel pomeriggio. Ha pianto come una disperata, si sentiva uno schifo, si sentiva in colpa. Si sente in colpa ancora adesso e si sentirà così per tutta la vita. Cerca di capirla. E' tua sorella, sicuramente la conosci meglio di me, ma hai paura di ammettere che è sempre stata riservata, e da quando sta con Michael è praticamente più fuori che a casa. Ma vuole aiutarti, lo vuole fare con tutto il suo cuore e la sua anima. E' lì per te. Anzi, è qui dietro per te.-

-Dietro la porta, come immaginavo. Ha origliato tutto.-

-Esattamente... ti sto dicendo quello che dovrebbe dirti lei, perchè lei non ne ha la forza. Posso farla entrare? Volevo che ti spiegasse lei in che cosa consiste questo regalo.-

-Vieni, Be'.- Nemmeno finisco di dirlo, che Betta entra correndo nella stanza e mi si fionda addosso piangendo a singhiozzi.

-Scusa Nina, scusami... sono orribile, lo so, ma davvero non sapevo che fare. Eri lì, sola e indifesa, e io non sarei stata in grado di aiutarti perchè vederti così mi ha distrutta.- Smette di parlare per riprendere fiato e posa lo sguardo sul mio braccio ancora avvolto nella maglietta nera. Scosta la maglia e ricomincia a piangere carezzandomi il braccio con una dolcezza che mi stupisce. -Guardati, perchè ti conci così?! Perchè?!-

-Ti prometto che un giorno te lo spiegherò. E ti prometto anche che se mi spieghi cos'avete architettato non lo farò mai più. Mai più.-

Lei continua a piangere disperata, e, come avevo previsto, cedo. La stringo in un abbraccio che solo due sorelle possono darsi e comincio a piangere con lei.

-Dai Betta, diamoci un po' di contegno.- La stringo più forte e lei si calma, e io con lei. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi ci asciughiamo le lacrime e lei fa un respiro profondo prima di cominciare a parlare.

-Come ti ha già raccontato Kate, qualche giorno fa ti ho vista. Eri talmente presa dal tuo...”lavoro”, che non ti sei nemmeno accorta della mia presenza.- Le si riempiono gli occhi di lacrime e prima che possa esplodere di nuovo mi protendo verso di lei e dopo averle asciugato gli occhi le do un leggero buffetto sulla guancia che la fa sorridere. -Abbiamo parlato per più di un'ora, e abbiamo pensato a tutte le possibili soluzioni a questo tuo problema. Kate mi ha anche spiegato in modo molto vago perchè lo fai. Per Ian, giusto? Perchè hai paura di non poterlo incontrare?- Annuisco trattenendo le lacrime e il respiro. -Beh, l'unica soluzione è... portarti da lui. Sono bastate un paio di telefonate alle persone giuste, e il regalo è pronto.-

-Scusa Betta, chi le ha fatte queste telefonate? Tu non avresti il coraggio.-

-Le ha fatte Michael. Suo fratello fa un mestiere che gli permette di tenersi in contatto con gli agenti di alcuni attori molto famosi. E sai com'è, tutti conoscono tutti, quindi...-

Beh, allora forse questo Michael tanto cretino poi non è...

-Quindi?-

-Quindi partiremo l'8 maggio, vagabonderemo per Atlanta il 9, e il 10, il giorno del tuo compleanno, andremo sul set. Avremo la possibilità di girovagare per il set per tre giorni, ma siccome la vacanza dura dieci giorni, poi potremo fare quel che vorremo. Se non sarai sazia, potremo appostarci lì vicino e aspettare che finiscano le riprese, e poi vedere che possiamo fare.-

La guardo incredula e ricomincio a piangere per trasformare poi le lacrime in forti singhiozzi. Kate mi si avvicina e mi abbraccia, nel vano tentativo di calmarmi.

-Ehi, shh...- sussurra -non devi piangere, devi urlare, saltare, ballare.- Mi asciuga gli occhi e mi stringe forte a sé, e poco dopo Betta la imita. Rimaniamo così per un tempo che mi pare infinito, finchè sono io a staccarmi per guardarle dolcemente.

-Devo urlare, saltare e ballare, eh? E allora facciamolo.- Mi alzo in piedi sul letto e comincio a saltare come una scimmietta in gabbia, e continuo, continuo fino a che comincio a vedere tutto sfocato. Resto ferma sotto gli occhi allibiti della mia migliore amica e di mia sorella, ma giusto il tempo di riprendere fiato e darmi una calmata. Le guardo con gli occhi lucidi per la felicità prima di fiondarmi verso il computer.

-Allegria, musica allegra.- Opto per una canzone di Miley Cyrus, “Party in the USA”, perchè è questo che farò tra meno di cinque mesi, una festa negli Stati Uniti. Dalla mia postazione computer mi lancio sul letto travolgendo sia Betta che Kate e comincio a ridere come una bambina.

E' una bella sensazione quella che sto provando. Sono felice. Dopo tanto tempo, sono davvero felice. E' come se mi avessero detto che c'è una cura definitiva per la mia malattia. Ma a me della cura non importerebbe nulla, perchè nonostante sia malata posso vivere tranquillamente la mia vita. Però in fondo, è come se avessi trovato una cura. La cura per il mio dolore emotivo. Ian. Ora però basta pensare. Devo chiudere la porta dei pensieri e lasciarmi andare alla spensieratezza. Devo FESTEGGIARE.

La canzone finisce e stavolta punto su Avicii, giusto per dare un tocco di “Disco” alla festa improvvisata. Prendo per mano le altre due che continuano a fissarmi sotto shock e le trascino in giro per tutta la casa, correndo, saltellando, ballando. E una volta arrivata in salone comincio a urlare come non ho mai fatto prima.

 

Stesso giorno, ore 23

 

Caro diario,

sono felice.

Sì, lo sono davvero. Strano, eh? Quanto tempo che non lo dico né lo penso... Non riesco ancora a rendermene conto, lo incontrerò davvero... passerò tre giorni con lui. Saranno sicuramente i tre giorni più belli di tutta la mia vita. Un modo un po' alternativo per festeggiare un 17esimo compleanno, no? Un modo un po' speciale.

Mio Dio... il mio idolo. Il mio amore platonico.

Tu, a differenza degli altri, mi capisci quando ti dico che ho tanto bisogno di Ian. Tu capisci sempre che non è un capriccio, ma la pura verità. Sì, io ho davvero bisogno di lui, perchè anche se ho cominciato a tagliarmi, guardando le sue foto e pensando a lui, non sono mai andata fino in fondo né ho mai pensato a suicidarmi. Ho davvero bisogno di lui perchè nei momenti più oscuri, lui era sempre lì ad aiutarmi anche se non sa che io esisto. E' un angelo custode, non so come farei se non esistesse.. Oh, diario del mio cuore, ne hai lette tante di pagine come questa.. ma questa è speciale. Perchè le parole sono quasi le stesse, ma l'umore con cui le scrivo è totalmente differente rispetto alle altre volte. Questa volta le scrivo sempre piangendo, ma dalla gioia, e sorridendo. Quanto vorrei che anche tutti gli altri capissero che non faccio i capricci quando dico che ho bisogno di Ian.. ora vado a letto, sperando di riuscire ad inventare un metodo efficace per mettere a tacere quelle oche delle mie compagne che mi hanno presa per una bambina.

Le due balorde di Kate e Betta mi hanno sfinita stasera, e hanno contribuito anche mamma e papà.. era da tantissimo tempo che non ricevevo un abbraccio da papà, era da tantissimo tempo che non trascorrevamo una serata così bella in famiglia. Sì, in famiglia, perchè Kate fa parte della nostra famiglia anche se non geneticamente.

Buonanotte, caro diario. A domani.



NOTA AUTRICE
Eccomi qui, anche questa settimana! :)
Per questo capitolo non ho nulla da evidenziare, ho solo cercato di far capire, attraverso la pagina di diario, che la frase "Ho bisogno di Ian" davvero non è un capriccio, nè qui, nè nella realtà!
Spero che continuiate a leggere, spero che vi piaccia.
A venerdì prossimo! :)
Baci.
Titti

  
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