Disclaimer Iris è una storiella che mi ha ispirato una mia amica, senza che lei ne sapesse - naturalmente - niente. La dedico a lei, anche se probabilmente non lo saprà mai.



Iris


A tredici anni Iris aveva già deciso cosa fare da grande: Voleva fare la modella.
A tredici anni Iris aveva già cominciato a fumare ininterrottamente, giorno e notte.
Questo, certo, poteva essere un piccolo ostacolo sulla strada per la realizzazione del suo più grande sogno, ma Iris non aveva ancora smesso di fumare.
Lei si limitava a rimandare al domani quello che non poteva fare oggi.

Iris ha i capelli neri, corti, e una bella bocca.
Indossa sempre gonne troppo corte e magliette troppo lunghe.
E' sempre là, in bilico sui suoi tacchi un po' troppo sottili e un po' troppo alti.

Quando passeggia, tiene la testa bassa. Non lo fa per vergogna, no.
Lei tiene gli occhi aperti, e precede con lo sguardo le proprie gambe come se volesse guidarle nel cammino che queste intraprendono.
Sembra distratta, ma è lì ad occhi sbarrati. Guarda i suoi piedi e conta i passi compiuti ogni giorno, ben immaginando che una mattina non molto lontana si sveglierà sapendo esattamente quanti passi ha dovuto fare per raggiungere quello che, allora, sicuramente avrà tra le mani.

Quei suoi occhi sono verdi, ma di un verde sbiadito, come se un pittore avesse deciso di intrappolare su una tela vergine quel volto piccino, e non fosse riuscito a trovare la giusta nota di colore, come se i suoi occhi riflettessero qualcosa in più, qualcosa di arcano e lontano e maledettamente anomalo.

Era come il vento, Iris, da bambina. Correva e saltava che era una meraviglia, con le sue gonne e le sue camicette strane. Quasi fosse sostenuta dal vento, e spinta da lui, e da un esclusiva voglia di evadere che tanto la distingueva da tutte le altre bambine.
Perché era forse l'unica che al posto di bambole, vestitini e borsette, chiedeva solo libertà. Pace.
Voleva una camera tutta sua, ma che fosse vuota, dalle pareti colorate e vive. Finestre grandi, chiedeva.
Nient'altro aveva importanza.
Perché mentre le altre ragazzine della sua età si rimiravano nei grandi specchi nella camera dei loro genitori, con addosso trucchi e gioielli delle loro mamme, Iris passava i pomeriggi in giardino, stesa a braccia aperte sull'erba, a fare angeli di neve su della neve invisibile.

Ora Iris spende le sue giornate sui libri, studia e si dà da fare.
Le piace passare inosservata, al contrario della maggior parte delle sue coetanee. Indossa ancora quelle gonne e quelle magliette lunghe, ma ha cambiato idea sul diventare Modella.
Ride e scherza, ma il più delle volte passa le mattinate a fissare le persone, per i corridoi della scuola: Non lo fa con invadenza, ma con leggerezza.
Non guarda, lei sfiora le cose con quei suoi fantastici occhi verdi - e che dir verdi è dir poco.
Quando qualcuno si accorge di essere l'oggetto della sua contemplazione, lei sorride e distoglie lo sguardo, quasi non le dispiacesse essere colta in flagrante.
Le sembra che il mondo scorra attorno a lei senza toccarla, eppure spesso si ritrova a piangere per una parola che la ferisce, o un atto di violenza caduto su una vittima indifesa.
Piange anche quando i pesci rossi muoiono, Iris.

Quando ora qualcuno le chiede « che cosa vuoi fare da grande? » lei risponde sempre, invariabilmente: « L'Amore. »