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Autore: Shora    26/07/2013    2 recensioni
Questa ff si rifà ai nostri eroi dopo la fine dei primi tre anni all'accademia dei MRR, con un fianale altrenativo, infatti i disastri torneranno più forti che mai e una nuova figura arriverà all'accademia. Nuovi amori, emozioni e avventure aspettano i nostri eroi. Spero vi piaccia buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Tutta colpa del fato:

Erano passati più o meno tre giorni da quando Eveline aveva visto Mike per l’ultima volta. Da quell’ultima volta non c’erano stati disastri e proprio la ragazza non ne capiva il motivo. Distesa sul letto ripensava alla giornata in ospedale ad aspettare che il misterioso ragazzo si svegliasse. Era stata stranamente inquieta per tutto il tempo e poi… si era addormentata. Guardò l’orologio, fra poco avrebbero servito il pranzo ma lei non aveva fame. Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti, la porta è aperta!-
“Ovviamente!” pensò. Era la solita smemorata, mai una volta che si ricordasse di chiudere la porta. La chioma di Taiyoh fece capolino dal corridoio.
-Eveline il pranzo è pronto, vieni?-
-No, grazie Taiyoh…-
-Ehi, va tutto bene?-
-Oh, si, si…- disse lei.
-Cos’è sei pensierosa?-
-E già.-
-Ok, se ti viene fame sai dov’è la mensa, ciao!-
-Si, ciao!- Aspettò ancora venti minuti, poi si alzò e prese una felpa, se la legò in cintura. Uscì. Nel cortile un venticello fresco le scompigliò i capelli.
“Magari se mio padre non mi becca vado a fare un girò in città…” si guardò circospetta intorno poi quatta quatta  uscì. Camminava sul marciapiede mentre le macchine le sfilavano accanto arruffandogli i capelli, mentre lei con un gesto stizzito li rimetteva dietro l’orecchio. Si sedette su una panchina e sospirò. Alzò lo sguardo verso un edificio. Sul tetto c’era una specie di giardino pensile. Poi di punto in bianco cominciò a uscire fumo.
-Cosa?!- in quel momento lassù ci fu un’esplosione. Le persone uscirono al più presto dall’edificio. Eveline invece di seguire la folla decise di andare a indagare per capirne qualcosa di più. Raggiunse il giardino ormai completamente lambito dalla fiamme. Si mise le mani davanti agli occhi per il troppo calore, non aveva ne l’abbigliamento ne l’attrezzatura adatta. Poi intravide una figura nelle fiamme.
-M-Mike?!- chiamò. Il ragazzo si voltò.
-Ancora tu?- disse il ragazzo spalancando gli occhi.
-Io pensavo che avessi smesso di appiccare incendi.- disse Eveline.
-Bè… ti… ti sbagliavi!- disse come se stesse cercando le parole giuste.
-Ma non ti stanca sentire le urla della gente indifesa che scappa?- Il ragazzo finse di ragionarci su.
-Mmm… no!- disse poi. Fece per fare un passo avanti ma, improvvisamente, Eveline lo vide piegarsi su sé stesso con una smorfia di dolore sul volto. Mike si portò la mano sull’esterno coscia mentre, sul tessuto dei jeans che aveva addosso, si creava una macchia rossa.
-Ehi, tutto bene?- chiese la ragazza soccorrendolo.
-S-si, tutto bene!- disse lui allontanandosi da Eveline. La mora lo guardò confusa.
-Ma che ti prende?- chiese lei.
-Il… il fatto è…- prese un respiro. –E’ che ci comportiamo come se fossimo grandi amici quando invece siamo solo nemici!-
-Ma non è vero! Noi siamo amici…-
-No! Non è così!- lo interruppe lui.
-Ma… ma tu mi hai…-
-Sì, è vero, ti ho salvata! Ma questo no vuol dire nulla!- il ragazzo scosse la testa.
-E ora…- continuò.- Se veramente vuoi fermarmi… combatti.- la guardò con durezza. Lei scosse la testa, piano. Per tutta risposta ricevette un calcio allo stomaco che la fece cadere in ginocchio. Le lacrime salirono agli occhi di Eveline, anche Mike sentì gli occhi pizzicargli. Come mai vedere quella ragazza in quello stato lo faceva stare male?
-Eveline, mettitelo in testa, noi due siamo fatti per stare l’uno contro l’altra! E se te la devi prendere con qualcuno prenditela con il fato!- Una lacrima rigò la guancia del ragazzo. Eveline la notò e sorrise.
-Tu non pensi quelle cose veramente.- disse poi.
-Invece si…-
-Se tu fossi veramente convinto di quello che pensi, ora non staresti piangendo.- Mike fremette. Poi una scossa sorprese i ragazzi.
-L’edificio sta per crollare!- disse Eveline. Un sorrisino comparve sul volto del moro. La ragazza lo notò.
-Qu-questo era il tuo intento?!- chiese poi la mora alzandosi in piedi debolmente. Aveva capogiri per via del fumo ed era debole poiché non aveva pranzato. Un pensiero le attraversò la testa. Perché i pompieri non erano ancora arrivati? Un’ altra scossa. Eveline ricadde a terra.
-Bene, prima di schiantarmi a terra e morire io me ne vado.- disse Mike aprendo il portale. Si voltò verso la ragazza e la guardò: “C’è qualcuno che ti distrae, non è vero Mike?”. La voce di sua madre, prepotente, si fece viva nella sua mente. Scosse la testa ed entro nel varco. Eveline si guardò confusa e terrorizzata intorno. Da dove poteva uscire. Il fuoco aveva chiuso qualsiasi via di fuga. Si rialzò. Vide un tubo che doveva appartenere ad una pompa dell’acqua Lo fisso ad un ramo di un piccolo melo non ancora del tutto morso dalle fiamme e scese lungo il muro dell’edificio usando il tubo come una corda e mentre le gambe tramavano, una volta a terra, chiamò i vigili del fuoco e i suoi compagni. Ma oramai era troppo tardi. L’edificio crollò.
 
Mike bussò alla porta della sala di sua madre.
-Avanti.- disse lei. Mike entrò nella stanza con un sorriso sul volto ma questo scomparve non appena vide il colonello Hazard vicino a sua madre. Quell’uomo faceva la corte alla donna da quando sua padre era morto e a lui non stava bene.
-Cosa vuoi Mike?-
-Ah… ecco io… ho completato la missione.- ora si aspettava che sua madre gli rivolgesse un sorriso e gli dicesse che era stato bravo. Non accadde.
-Hai fatto solo il tuo dovere.- Detto questo si alzò seguita dal colonello e passò si fianco al figlio senza degnarlo di uno sguardo. Il ragazzo abbassò gli occhi. E ora dove aveva sbagliato?
“Mike, una sola vittoria non cancella una serie di sconfitte!” disse una vocina nella sua testa. Camminò fino in camera sua e si sedette sul letto.
-Anche la prossima volta non fallirò.- Poi ripensò a Eveline.
“Speriamo che almeno lei abbia capito il senso delle mie parole… non era mia intenzione ferirla…” 
  
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