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Autore: davidexon    26/07/2013    2 recensioni
Una ragazza che in passato ha sofferto, riuscirà a ritrovare l'amore grazie a Louis Tomlinson e ad un lungo viaggio attraverso l'orrore
Vi ho incuriositi? leggete la mia storia e recensite :)
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Un incontro inatteso
 
Era Agosto inoltrato e la calura era ormai diventata opprimente.
In vacanza da mia sorella che non era in casa mi ritrovavo come al solito da sola a cercare di studiare per la verifica di Letteratura che avrei avuto a Settembre non appena si fossero riaperte le scuole, ma come era facilmente immaginabile non riuscivo a concentrarmi a sufficenza.
Per quanto mi sforzassi non riuscivo a fare a meno di pensare a lui, a quel ragazzo che riusciva a farmi stare bene solo con la sua semplice presenza, che mi confortava quando ero triste, che mi faceva sentire protetta e amata, che mi faceva sentire sua e di nessun altro.
Non riuscivo ancora a credere che non avrei mai più rivisto il suo bellissimo sorriso e quella faccia da cucciolo che mi piaceva tanto.
Il mio pensiero era ormai fermo a quel maledetto giorno del primo giugno. Solo quattro giorni ci separavano dal nostro primo incontro, da quel fatidico momento magico che ci avrebbe permesso di viverci e di amarci come non mai.
Fino a sette mesi fa se qualcuno mi avesse detto che i soldi non fanno la felicità lo avrei preso per matto. Come fanno i soldi a non renderti felice? con i soldi puoi comprare qualsiasi cosa desideri mi ripetevo sempre, ma adesso posso confermare che quel proverbio è più vero che mai e che io l'ho imparato a mie spese.
Mi sembravano ormai un ricordo lontano, quasi come fossero un illusione quegli interi giorni passati a vederci in webcam, a ridere e scherzare, ripeterci quanto ci amavamo, tenere il conto di quanti giorni mancassero affinché potessimo vederci, il tutto prima che succedesse quel terribile fatto che ci ha separati per sempre.
A poco a poco tutto quello in cui ho sempre creduto e tutte le certezze che avevo si sono dissolte in un attimo quasi fossero delle bolle di sapone e ora mi rimaneva solo l'amarezza di una storia non riuscita nel cuore e il rimpianto di non aver potuto vivere quel sogno nemmeno per un giorno, un ora o un minuto.
Lui aveva perso la fiducia che nutriva per me e non potevo nemmeno biasimarlo perché aveva tutte le ragioni per farlo, aveva tutti i motivi per avermi lasciato, ma non riuscivo ad accettare che tutti i nostri sogni e i nostri progetti si fossero spezzati cosi di colpo, all'improvviso. Avevo sentito di amori che finivano e di storie andate male ma quelle persone per un periodo di tempo almeno si erano goduti il momento, avevano potuto baciare il/la loro ragazzo/a e forse avevano avuto anche una loro prima volta speciale mentre per me non è stato cosi.
La nostra storia era finita prima ancora che potesse cominciare e ancora oggi non so nemmeno se quella che abbiamo vissuto possa essere chiamata "storia".
Momenti bellissimi e stupendi che porterò sempre nel cuore ma comunque ben lontani dal poter considerare tutto ciò una relazione a tutti gli effetti.
Per quarantaquattro giorni non ho fatto altro che piangere, mia madre era talmente preoccupata che aveva perfino sfiorato l'idea di farmi parlare con uno psicologo.
Non capiva cosa mi stava succedendo ma del resto come avrebbe potuto? nemmeno io l'avevo capito, in quel momento pensavo solo alle cose più nefaste come al suicidio o al fare sesso senza provare alcun sentimento, ma una cosa la sapevo, quel ragazzo con un semplice gesto era riuscito ad entrare nel mio cuore, a diventare la persona più importante per me e ora non voleva più uscirne quasi come se il mio cuore fosse diventata la sua casa, il suo impero.
Avevo provato anche a mandargli un messaggio ma non ho mai ricevuto risposta, chiaro segno che lui non voleva più saperne di me.
Il quarantacinquesimo giorno trovai un suo messaggio ed in quel momento la mia testa ed il mio cuore entrano in guerra impedendomi di compiere qualsiasi movimento. 
Da un lato volevo semplicemente staccare tutto e dimenticare, mi avrebbe fatto troppo male leggere i suoi eventuali insulti ma dall'altra la curiosità o forse sarebbe meglio dire la speranza di sapere cosa vi era scritto e se vi fosse ancora futuro per noi alla fine hanno avuto la meglio e decisi di leggerlo.
Maledetto fu il giorno in cui decisi di farlo.
Le parole che vi erano scritte mi avevano colpito come pugnali dritti al cuore, ma la cosa peggiore e che mi fece stare ancora peggio era il fatto che non fossero insulti, ma bensì qualcos'altro.
Colui che avevo considerato il mio ragazzo mi aveva consigliando di trovarmi qualcun altro che potesse rendermi felice perché lui non poteva più farlo con la scusa che non voleva mettermi contro la mia famiglia.
<< Sono tutte balle >> pensai
Come può un uomo che ha sofferto dire questo senza aver nemmeno provato a lottare? Allora in fondo il suo dolore non raggiungeva minimamente il mio.
A dire la verità non avevo nemmeno certezze che lui avesse sofferto per la nostra rottura, avevo la costante paura che lui ogni qualvolta non fosse in linea potesse star provando le emozioni che doveva provare con me con qualcun'altra.
Mi avessero dato un euro per ogni mia singola paura diventata realtà oggi sarei miliardaria al pari del personaggio di Zio Paperone ma mi rifiutavo di credere che lui non avesse sofferto.
Ne ebbi la conferma quello stesso giorno.
Ci ritrovammo a parlare, lui mi disse di non poter più essere il mio ragazzo ma che non voleva perdermi quindi mi chiese di rimanere amici.
In quel momento il mio cuore si è irrimediabilmente spaccato in due e se avesse potuto il mio cervello avrebbe fatto festa per avere per la prima volta battuto in duello chi nella mia vita aveva sempre trionfato.
Come può chiedermi questo? come può chiedermi di rimanere mio amico dopo essere stati insieme? come può pensare che io possa essere felice per lui se un giorno dovesse mettersi con qualcuno che non sia io? era pura e semplice follia tutto ciò.
Nel mio corpo si accavallavano milioni di sentimenti del tutto contrastanti: una parte di me voleva rimanergli amica per non doverlo perdere per sempre, una parte voleva chiudere tutti i contatti per non dover mai più soffrire, una parte sperava ancora in una nostra futura riconciliazione e una parte pensava che forse sarebbe stato meglio se mi avesse odiata.
Avevo sempre pensato che un amicizia possa trasformarsi in amore ma che l'amore non potesse mai ritornare amicizia e su questo avevo fondato le mie basi, ma la paura di perderlo immobilizzava ogni singolo muscolo del mio corpo.
Alla fine acconsentii ad essergli amica anche se avevo il costante timore che qualcosa potesse cambiare e infatti non passò nemmeno un giorno che mia sorella non fu molto contenta nello scoprire con chi mi stessi risentendo e il terrore di metterlo nei guai mi fece diventare contradditoria e mi portò a chiudere l'amicizia con lui per poi pentirmene qualche secondo dopo e ripropormi come amica.
Questi sentimenti furono la mia rovina.
Lui si sentì trattato come fosse un oggetto senza valore a causa della mia indecisione.
Non volevo pensasse questo ma ammetto che è proprio quello che gli avevo trasmesso.
Sono riuscita per un soffio ad evitare l'irrimediabile ma quanto basta affinché non ci sentissimo più su Skype. O almeno fino ad oggi.
Dopo essere riuscita a scacciare i cattivi pensieri ed essermi reso conto che anche non c'è verso che io riesca a studiare decido di andare a fare un giro per la città che per troppo tempo è rimasta a me sconosciuta.
Dopo aver lasciato per precauzione un biglietto in caso mia sorella fosse tornata per qualsiasi ragione, mi faccio una doccia ristoratrice, mi cambio ed esco da quella casa che mi mette in comunicazione col mondo esterno.
Non conoscendo minimamente la città e non avendo nè mia sorella che mi facesse da guida nè Google Maps decido di chiedere informazioni per raggiungere il bar più vicino.
Arrivata a destinazione ordino un caffè e poi mi siedo per osservare la gente che mi cirdonda.
<< Ciao >> sentì pronunciare da una voce che proveniva dietro di me, da una voce che ormai conoscevo benissimo e che non mi sarei mai aspettata di sentire ancora.
Subito gioia e amarezza ritornarono a farsi sentire ma decisi che questa volta avrei fatto a modo mio.
<< Ciao Louis, che cosa ci fai tu qui? >> dissi con un tono talmente freddo che avrebbe congelato la rete telefonica regionale se stessimo parlando al cellulare.
<< Potrei farti la stessa domanda visto che avevi detto che non avresti messo piede in questa città o sei talmente indecisa da essere incoerente perfino con con te stessa e ciò che dici? >> disse con un tono altrettanto freddo che mi spiazzò.
Aveva ragione, fottutamente ragione ma non avrei lasciato che vincesse, per lo meno non senza lottare.
<< Sarò anche un'eterna indecisa ma almeno qualcosa di coerente l'ho fatta, non esser stata io a salutarti per prima >> dissi sprezzante.
<< Solo perché non mi avevi visto >> ribatté lui.
<< Che ne dici di continuare cosi? >> continuai io.
<< Ottima idea >> terminò lui.
Quello che successe nell'attimo seguente mi apparve alquanto sfuocato.
Mentre stavo cominciando ad incamminarmi per ritornare a casa di mia sorella sentii dei passi avvicinarsi dietro di me finché non vidi il buio più totale.
Mi risvegliai qualche ora più tardi in un letto malridotto e puzzolente e non mi ci volle molto per capire che il luogo dove mi trovavo non era casa di mia sorella.
 
Angolo dell'autrice:
Salve ragazzi.. questa è la mia prima fanfiction quindi abbiate pietà xD
Mi farebbe piacere se recensiste anche se fossero delle critiche
A presto ;)
  
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