Film > Iron Man
Segui la storia  |       
Autore: Samita    26/07/2013    1 recensioni
Serie di fluff / slice of life casuali, della felice famigliuola Stark. Giusto per diletto. (!) Non si considera Avengers - Age of Ultron nella storyline! (!)
[3] “Tu eri uno Stark – tu” lo additò “ti eri presentato a casa sua in bermuda, due fiori di campo ed un prototipo non immatricolato delle Stark Motors!”
[6] Adam era il leader indiscusso della classe. Delle classi. Di tutta la scuola. E se gli girava di fare qualcosa che richiedesse più di due mani, potete stare tranquilli che qualunque bambino era disposto ad amputarsene una per lui.
[7] “NO!” urlò al figlio. “Vattene!” Lo additò “Sparisci! Evapora! Non voglio vederti! Sciò! Addio! Via! Via! Via!”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tony Stark
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

(5) Quella volta in cui…

 

 

Tony si abbassò gli occhiali protettivi sul volto, controllando con interesse la punta del saldatore – che aveva portato ditta davanti al suo naso.

Si rigirò lo strumento tra le mani, soppesandolo, finché non si voltò di scatto, intento a perlustrare con lo sguardo il panorama del laboratorio. Taverna. Quello, insomma.

L’ambiente era cambiato un po’, negli ultimi anni: la maggior parte delle mensole e dei mobili era stata portata in alto, assieme a ripiani e prese della corrente. Pepper lo aveva obbligato a usare scatole porta attrezzi con chiusure cifrate, complicate e resistenti. Come se questo avesse potuto fermare Adam.

Beh, per ora lo faceva. Ma era questione di tempo.

Considerato che poi era Tony stesso il primo a mettere le chiavi inglesi in mano al bambino…

Quello, comunque, non era uno di quei momenti. Era uno degli altri momenti. E, dovendo stilare una classifica, non avrebbe saputo quale delle due categorie collocare al primo posto.

Dunque…” disse, serio, iniziando a camminare. “Mi è stato detto –” dette due colpi di tosse, per poi ricominciare: “Mi è stato detto –” aveva abbassato notevolmente la tonalità della voce “– che hai appena sfornato una di quelle invenzioni rivoluzionarie…

Gironzolando a passi lenti per la taverna, si batteva il corpo del saldatore sulla spalla, lentamente, la mano stretta sul manico. “Mi sa proprio che dovrò rubartela, Stark

Si fermò, vigile. “O forse mi conviene ucciderti, cara la mia gallinella dalle uova d’oro?”

Aggrottò le sopracciglia, leggermente perplesso.

Stark!” riprese, alzando il volume della voce, “Non nasconderti!”

Non ebbe tempo di finire la frase che un urlo acuto e infantile lo fece girare verso la direzione giusta.

“Non puoi fermare Iron Man!”

Adam gli si avventò contro con tutto il suo peso, il casco di Mark 42 in testa. Beh, non era il casco, era un casco. In miniatura. Un giocattolo.

Il fatto che tale casco funzionasse era un dettaglio che valeva la pena omettere. A Pepper, almeno. Occhio non vede…

Tony schivò il bambino di poco, levando in alto la mano in cui serrava il saldatore.

“Fatti sotto, Stane!” urlò il bambino, ripartendo alla carica. Tony lo schivò di nuovo, afferrandolo per la collottola e sollevandolo a forza per la maglietta – rossa e gialla, se non si fosse capito. Una serie di led ne illuminavano il disegno centrale: anche quelli li aveva montati Tony – non che ci volesse molto. La maglietta no, faceva parte di un set di merchandising. In Cina Iron Man andava ancora parecchio.

“Sei finito, Stark.” Recitò Tony, puntando a distanza di sicurezza il saldatore – ovviamente spento – verso la tempia del figlio.

“Signor Stark…” questa era la voce di Jarvis. “Sua moglie è in avvici –” “Tony!”

Jarvis, hai i riflessi un po’ lenti, ultimamente –” commentò Tony, appoggiando il bambino per terra.

“Tony!”

Si voltò verso la porta, totalmente dimentico dell’oggetto che teneva in mano.

Il volto di Pepper era sconvolto.

Cosa stai facendo?”

Nien – *UGH*”

Adam!

 

In effetti negli ultimi tempi Adam era cresciuto parecchio: una cosa da valutare, nel momento in cui un bambino ti carica. Tony si aspettava al più il peso di un cane, e invece si ritrovò investito dalla foga di un cinghiale. Colto totalmente di sorpresa – ed incapace di contrastare il colpo – perse l’equilibrio, iniziando a cadere all’indietro.

Adam, che aveva usato tutta la sua massa per riuscire a sbilanciare il padre, era completamente fuori controllo: dapprima gli ruzzolò addosso, per poi prendere un’altra direzione.

Tony – sotto lo sguardo terrorizzato di Pepper – lasciò cadere il saldatore per terra e si gettò addosso al figlio, afferrandolo e stringendolo al petto.

 

Ci fu una serie di rumori metallici, cose che cadevano, clangori e urla – di Adam e Pepper. Quest’ultima, non appena vide i due fermi per terra, corse loro incontro – insultando violentemente Tony. Tali insulti non verranno qui riportati, ma si sappia che dopo questa esperienza il vocabolario di Adam ne uscì notevolmente ampliato.

L’uomo era ranicchiato, il figlio stretto tra le braccia, ricurvo sopra di lui per fargli da scudo umano. Cosa che effettivamente aveva funzionato – sentiva un certo dolore lungo tutta la schiena.

Quel giorno Pepper inaugurò la doppia sberla: una per Tony e una per Adam – data però a Tony.

“Ahia! –” protestò quello, che già sentiva i segni rossi delle dita comparire sul volto.“ – perché?!

Pepper tirò su Adam, togliendogli il casco. “Ti sei fatto male?”

Adam fece di no con la testa, impaurito: la donna esalò un po’ della sua vita, sfiatando.

“Quante volte ti ho detto di non giocare qui?” fece, dura.

Ma ero con pa –”

Quante volte ti ho detto di non giocare con papà?

Tony sgranò gli occhi, cercando di rimettersi in piedi.

“Davvero glielo hai detto?” chiese, sconvolto.

“Certo! Ma ti sei visto? Avevi un saldatore in mano!”

Ma era spento!

“E se lo colpivi?! Ma tu sei completamente fuori di testa!”

Tony, passandosi la mano sulla schiena indolenzita, mugugnò qualcosa di incomprensibile. “Come se fosse una novità” – ecco cosa stava dicendo. E Pepper lo sapeva benissimo.

“Avete sfasciato tutto!”

“Dai, si ripara…”

“Oh, hai intenzione di ripararti da solo?”

“Non sarebbe la prima volta che…” a quel punto Tony si guardò la mano: era ricoperta di sangue. “Dannazione…” Si voltò, osservando il disastro che avevano combinato: in effetti, era caduto dritto dritto su Ferrovecchio.

“Sapevo che era colpa sua.” Grugnì, chinandosi a raccogliere l’oggetto. “Forza, rimettiti su – sei sempre fra i piedi, stupido affare.”

Pepper, intanto, stava perlustrando il corpo di Adam alla ricerca di ferite.

Ferrovecchio non rispondeva, palesemente rotto. “Haah – adesso mi tocca pure ripararlo. Perché era qui?!

“Lo ha posizionato lei, Signore.” Rispose diligentemente Jarvis.

“E perché?”

“Per aiutarla con le sospensioni X-31bis12.” Una delle infinite cose a cui lavorava – l’apertura della Stark Motors era ormai prossima.

“Come se Ferrovecchio mi potesse mai aiutare. Pepper, mi dai una mano?”

“No.” Rispose secca la donna.

 

Tony sospirò, sfibrato.

“A quanto pare siamo rimasti solo io e te, Jarvis.”

“Sì, signore.”

Pepper aveva trascinato Adam due piani di sopra, in camera sua – e, facendo due conti, la ramanzina sarebbe durata parecchio.

“Forza, vediamo di riparare questo affare.”

“Signore, forse sarebbe il caso di riparare prima lei.” sottolineò Jarvis.

Tony sbuffò, schioccando la lingua sul palato. Si tolse la maglietta, appallottolandola e buttandola in un angolo. Si distese quindi sul tavolo da lavoro, puntellandosi sui gomiti e porgendo la schiena al soffitto.

“Scansiona.”

Jarvis procedette.

“Signore, il taglio è superficiale, ma la perdita di sangue cospicua a causa della dimensione. Considerata l’età –”

“Considerato cosa?” abbaiò Tony, offeso.

“Signore, se non trattata con la massima cura, c’è un’elevata probabilità che la cicatrice rimanga visibile.”

“Quanto è profonda?”

“Poco, Signore.”

“Quantifica, Jarvis – sei un software, fai il tuo lavoro.”

“0,41 millimetri, signore. Più o meno 0,005.”

Quindi non ha bisogno di punti.”

“No, signore, ma vi sono molti prodotti farmaceutici –

“Disinfetta, copri e impara a farti gli affari tuoi, Jarvis. Quando ti chiederò un consulto medico potrai dire la tua – cioè mai.”

Jarvis eseguì i comandi, applicando con i vari bracci robotici il disinfettante e una striscia di garza adesiva.

“Fatto, signore.”

Tony balzò giù dal tavolo, inspirando profondamente. Si sgranchì le spalle, facendole ruotare in sede, e stese i muscoli del collo inclinandolo da una parte e dall’altra. “Adesso –” fece, strofinandosi le mani ed andando a prendere una lunga serie di cassette per gli attrezzi “Vediamo di riparare questo stupido Ferrovecchio.”

“Signore, è a torso nudo.”

“E quindi?” chiese quello, iniziando ad aprire le cassette e a disporre sul tavolo gli strumenti.

“Signore –”

“Prova a dire di nuovo qualcosa riguardo la mia età e potresti fare la sua stessa fine.”

“Come desidera, Signore.”

“Chiudi l’accesso alla taverna ad Adam – sia mai che decida che disobbedire a sua madre sia una buona idea.”

“Già fatto, signore.”

“Musica.”

 

 Sei ore dopo Tony non si era ancora fatto vedere.

Jarvis sosteneva che lavorasse, ma alle dieci di sera – Adam bell’e addormentato – Pepper decise di controllare di persona.

Dalla porta insonorizzata si riusciva a sentire la musica da lavoro di Tony: evidentemente si era messo ad armeggiare sui suoi pezzi di prototipo, e – al solito – aveva perso la cognizione del tempo.

Aprì la porta chiamandolo: “Tony!”

La musica era decisamente forte. “Jarvis, puoi abbassare, per favore? Tony!”

Jarvis eseguì. Tony, a torso nudo e con una striscia di garza incollata sopra la ferita che si era procurato quel pomeriggio, era flesso sul tavolo dove giaceva Ferrovecchio.

“Tony – ancora non l’hai riparato?”

“Vai pure a cenare, Pepper. È solo un po’ più lunga del previsto.”

“Tony, sono le dieci.”

Quello si rimise dritto in piedi. Aggrottò le sopracciglia, guardandola perplesso: “Le dieci?”

“Sì. Adam dorme, e tu dovresti mangiare.”

“Meglio di no, ultimamente sto ingrassando.” Fece lui, voltandosi verso un monitor. Fece scivolare via un paio di schermate e si fermò a fissare una lunga serie di dati.

Pepper sospirò, scuotendo la testa. “Io torno su a controllare le mail. Domani mattina dobbiamo andare al CdA, ricordatelo.”

“Certo che mi ricordo del CdA. Ti raggiungo fra un attimo, questione di dieci minuti.

“Va bene…”

 

A mezzanotte Tony non era ancora salito in camera. Certo, fosse stato per lui poteva dormire anche solo tre ore, ma poi era lei a pagarne le conseguenze.

Pepper si infilò la vestaglia di seta e scese verso la taverna.

Jarvis, cosa sta facendo?” chiese, ancora sulle scale.

Medita, signora Stark.”

“Medita…” ripeté lei, a bassa voce, terminando l’ultima rampa. Una volta davanti alla porta, notò che non ne usciva più musica. O Tony non aveva rialzato il volume una volta che lei se n’era andata dalla taverna (improbabile) o Jarvis aveva ragione, stava meditando.

Aprì la porta giusto quel po’ che le consentisse di vedere all’interno.

Di musica, nessuna traccia: regnava il silenzio. Tony – ancora a torso nudo – era spaparanzato sulla sedia, intento a rigirarsi un bicchiere di vetro in mano. Il contenuto, ambrato, era intuibile.

“Tony, è mezzanotte.” Fece lei, entrando. Si risparmiò il tono d’ammonizione, facendosi invece un po’ preoccupata. Si avvicinò a lui, cercando di capire cosa lo avesse portato in quella situazione.

“Lo so.” Rispose lui, senza rivolgerle lo sguardo.

Pepper lo affiancò, guardando nella sua stessa direzione: fissava il tavolo dove giaceva Ferrovecchio. Iniziò a farsi un’idea di cosa stava succedendo.

“Non riesci a ripararlo?” chiese, dolcemente.

“Tutto si può riparare.” Mormorò lui, portandosi il bicchiere alle labbra. Bevve un sorso, inspirando poi profondamente. “Ma lui è andato.”

Pepper si flesse sulle ginocchia, accanto alla sedia di Tony. “Cioè?”

“Aveva una piccola rete neurale indipendente. Nella caduta devo aver strappato qualche cavo – quello sbagliato, evidentemente – che ha generato un sovraccarico. I pesi della rete sono completamente sconfigurati.

“E non li puoi riconfigurare.” A furia di lavorare con Tony, sia come assistente che come amante, aveva imparato almeno i fondamentali.

“Non come erano prima. La sua memoria è andata.”

“Mi spiace, Tony.”

“Posso azzerarlo, le componenti Hardware le ho riparate – ma non faccio un backup da… beh, da prima di Iron Man.”

“Immagino avessi altre preoccupazioni, all’epoca.”

Tony abbozzò un sorriso storto.

“Aveva imparato a fare piccole riparazioni all’armatura – male, ma le faceva. È tutto perso. Probabilmente se lo avvio adesso inizierà a fare dei movimenti improbabili.”

“Vuoi che ti lasci solo?” sussurrò la donna, continuando a fissare, assieme a Tony, Ferrovecchio.

“Mi sento molto stupido.”

“Non ti preoccupare, lo sei anche quando non piangi un automa che è stato assieme a te per decenni.”

 Pepper…” continuò, appoggiando il mento su una mano, ricurvo in avanti “Ho paura per Jarvis.”

Quella stirò le labbra in un sorriso, alzandosi e portandosi di fronte a lui.

“E per me e per Adam no?”

Tony levò lo sguardo, senza alzare di troppo il capo. Solo dopo aver indugiato per qualche istante alzò il mento, gli avambracci poggiati sulle ginocchia. “Sai perfettamente quanto sia terrorizzato all’idea.”

No, in effetti non serviva ripeterlo. Si era visto, più e più volte.

Ma loro…” scuotendo la testa, tornò a guardare l’ormai cadavere di Ferrovecchio. “Sono macchine, io riparo queste cose. Dio, ho riparato te!  aggiunse, indicandola. Pepper sorrise, scuotendo il capo.

“Non ci ho mai lontanamente pensato –”  continuò lui “ – per me Jarvis e Ferrovecchio sono sempre stati esseri immortali. Stupidi, poco esseri, ma immortali.”

Pepper gli prese la testa fra le mani, passandogli le dita tra i capelli.

Doveva lavarseli, pensò.

E domani avevano una riunione all’alba.

“Nulla è immortale, Tony. Nemmeno gli asgardiani – lo sai.”

Tony socchiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla donna.

Era una delle rare volte in cui, come meccanico, falliva.

Questa volta faceva anche male.

 

 

 

 

 

 

 Ferrovecchio se ne andò.

 

 

 

 

Scusate per l’eccessiva produzione, mi rendo conto di stare esagerando XD

Grazie a tutti quelli che passano di qui :D

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: Samita