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Autore: xoxo g    26/07/2013    2 recensioni
-E' tornato...- dice lugubre.
-Non dovresti essere felice che il tuo ragazzo sia qui il giorno di San Valentino?- lei ama alla follia Jasper, forse si è ammalata oggi.
-Non parlo di Jazz, ritorna venerdì dal viaggio di lavoro a Denver, e poi abbiamo festeggiato San Valentino prima che partisse...- mi spiega in modo apatico.
Poi alzo gli occhi e la fisso. E in questo momento noto che i suoi grandi occhi neri mi fissano con dispiacere e nervosismo. Ha i capelli corti spettinati, non è da lei. Porta una tuta gialla canarino, lei odia le tute e il giallo. Questo vuol dire che non ha prestato la minima attenzione mentre stamattina si vestiva. Non odora neppure del suo adorato Hypnotic Poison che di solito sento da isolati.
Chi potrebbe essere tornato da farla arrivare da me in questo stato? E da guardarmi così?
Oh... Oh... Oh... Non ci credo.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buonasera gente! Sono tornata... Dopo Swatch Verde mi sono presa un piccolo periodo di pausa...
Questa ff doveva essere una one-shot... Parto sempre da quel presupposto -.-'' ma comunque non è molto lunga... Molto probabilmente si concluderà in 3 capitoli.
E' nata dopo aver letto Sugar Rush (Un amore di cupcake è il titolo nell'edizione italiana u.u) libro che adoro.
Bene! Spero che vi piaccia! E spero che qualcuno mi lasci qualche recensione dopo! Fatemi sapere!



-Elle sono più che sicura che i tuorli siano sbattuti decisamente bene...- mi ricorda Rose.
-Si... Ehm, sono un po' nervosa...- mi giustifico cercando il latte che avevo fatto bollire.
-L'hai saputo?- mi guarda preoccupata. Mi viene in mente quando lo sono venuta a sapere quel mattino.
 
Sbatto gli albumi con più forza del necessario. E' la fase premestruale, lo sento, sono troppo nervosa. Ho anche il personale ridotto. Odio San Valentino, perchè l'hanno inventato? E perchè quasi tutti i pasticceri che lavorano per me hanno una dolce metà? L'ultimo ragazzo che ho avuto è stato Drew... Ma la specializzazione a Yale era più importante di me a quanto pare. Ho un infinità di meringhe da fare, questo giorno è già di per se mieloso, anche il dolce più dolce che esista la gente vuole?
-Alice mi passi lo zucchero?- chiedo alla mia migliore amica.
-Tieni- alzo gli occhi per ringraziarla e solo ora noto che è poco Alice oggi. Forse sente la mancanza di Jazz.
-Alice sei strana, tutto ok?- le chiedo. Non è da Alice starsene lì zitta e fissarmi mentre lavoro. La Alice che conosco sarebbe entrata come ogni mattina saltellando. Mi avrebbe chiesto il cupcake del giorno e se lo sarebbe mangiato fingendo un orgasmo. Ama i miei dolci, me lo ricorda ogni giorno. Poi avrebbe parlato all'infinito di Jasper, il suo ragazzo.
-E' tornato...- dice in modo lugubre.
-Non dovresti essere felice che il tuo ragazzo sia qui il giorno di San Valentino?- lei ama alla follia Jasper, forse si è ammalata oggi.
-Non parlo di Jazz, ritorna venerdì dal viaggio di lavoro a Denver, e poi abbiamo festeggiato San Valentino prima che partisse...- mi spiega in modo apatico.
Poi alzo gli occhi e la fisso. E in questo momento noto che i suoi grandi occhi neri mi fissano con dispiacere e nervosismo. Ha i capelli corti spettinati, non è da lei. Porta una tuta gialla canarino, lei odia le tute e il giallo. Questo vuol dire che non ha prestato la minima attenzione mentre stamattina si vestiva. Non odora neppure del suo adorato Hypnotic Poison che di solito sento da isolati.
Chi potrebbe essere tornato da farla arrivare da me in questo stato? E da guardarmi così?
Oh... Oh... Oh... Non ci credo.
-Ah... Ok...- e ricomincio a sbattere gli albumi e zucchero con più forza di prima.
-Mi dici solo questo?- si agita sullo sgabello dove è seduta.
-Vuoi che mi metta le mani sui capelli e mi disperi? Perchè cazzo è tornato? Non stava bene a New York? Seattle è mia! Non voglio che arrivi qui e mi porti via tutti i clienti!- mi innervosisco. Gli albumi sono pronti.
-Passami gli stampi a forma di cuore- me li passa silenziosa.
-Non lo so... Mamma me l'ha detto stamattina quando l'ho chiamata per chiederle a che ora era la cena stasera... Ha detto che era stanco dell'aria di N.Y che lasciava il suo ristorante in gestione a un suo fidato, e che gli mancava l'aria di casa...-
-Cioccolato fondente- le ordino- E la brunetta dove l'ha lasciata...?-
-A parte il fatto che anche tu sei bruna...- la fulmino con lo sguardo- Scusa sei color mogano... Si sarebbero lasciati te l'ho sempre detto, non mi è mai piaciuta. Le relazioni non sono eterne, tutte finiscono prima o poi, in un modo o in un altro... Solo quelle tra umani e vampiri durano- ammicca verso di me. Scuoto la testa sconsolata - Io me n'ero andata da New York perchè non volevo più vederlo! Non ce la facevo a vederlo felice con quella brunetta. Lavorare, diventare ogni giorno più bravo e stronzo, bello, intelligente e divertente! Non potevo essere più solo la sua collega/amica!-
Lascio le meringhe e mi siedo sullo sgabello. Alice mi viene vicino e mi abbraccia.
-Tesoro, non preoccuparti, non credo starà qui molto; e tu non dovrai per forza incontrarlo,ok? La tua pasticceria è semplicemente fantastica non ti devi preoccupare di questo. Adesso devo andare, non posso andare a lavoro così! Odio questa tuta!- mi bacia un guancia e va via.
 
-Alice è passata da me questa mattina...- la informo mentre tolgo la scorza di limone dal latte.
-Stasera lo conoscerò... Secondo te gli starò simpatica? Emmett adora suo fratello! Non voglio non andarci d'accordo!- che dolce Rose a preoccuparsi sempre di far felice Emmett. Si sono conosciuti qui una volta che Emmett è venuto a ritirare una torta.
-Non preoccuparti. Edward va d'accordo con tutti. E' sempre molto gentile e divertente. E arrogante nel suo lavoro a volte, molto testardo... E sa essere...-
-Ok... Grazie Elle ho capito. Non ho bisogno di tutto il suo profilo psicologico... Non mi hai mai detto come vi siete conosciuti- mi domanda. In effetti non le ho mai parlato di come lo conosco. Sa solo che sono grande amica di sua sorella e che ho lavorato con lui.
-Ehm... Ci siamo conosciuti alla Scuola d'Arte Culinaria Cordon Bleu qui a Seattle. Siamo diventati subito amici. Lui aveva un paio di anni in più di me, all'inizio mi faceva di cicerone- sorrido al ricordo di quei primi giorni- quando ha finito la scuola avrebbe potuto benissimo aprire un suo ristorante, era bravissimo. Ma ha deciso di viaggiare. Quando io finii andai per un anno in Europa per imparare i trucchi di un bravo pasticcere. Ci eravamo comunque sempre tenuti in contatto. Quando gli dissi che ero a Parigi scoprì che lui era a Bruxelles e mi raggiunse. Voleva andare a New York ad aprire un ristorante, e mi voleva con sé. Non ci pensai un attimo a rispondergli di si. Ho lavorato al Mirille Blue come Sous-chef e Chef patissière per quattro anni... Poi decisi di aprire una pasticceria qui vicino a casa...- raccontai a Rose. Quando alzai gli occhi dalla mia crema pasticcera la vidi assorta a fissare un punto dietro di me.
-E quand'è precisamente che ti sei innamorata di lui?- mi chiese a brucia pelo- E non provare a negare! Si vede lontano un chilometro che ti brillano gli occhi quando parli di lui. Vi siete tenuti in contatto, per quanto? Tre anni dopo che avete finito la scuola di cucina? In questi due anni non ti ho mai sentito parlare di lui. E lavoro per te da quando hai aperto.-
-Durante la scuola, ma pensavo fosse solo una cottarella. Poi lo ricontrai a Parigi e pensavo che potesse nascere qualcosa tra di noi se mi aveva chiesto di andare a lavorare per lui, ma quando arrivammo a N.Y scoprì che in Francia aveva conosciuto una brunetta che frequentava, prova a indovinare cosa? La N.Y.U! Continuai comunque a lavorare per lui, ma due anni fa non ce l'ho più fatta, gli ho dato le dimensioni e me ne sono andata... Ha provato a contattarmi ma non gli ho mai risposto...- le spiegai.
Intanto avevo preso il pan di spagna e i frutti di bosco per farcire la torta.
-Mmm... Ma ora si sono lasciati, quindi stasera potresti venire! Esme aveva invitato anche te!- mi prega Rose.
Ho sempre adorato Rose, fin da la prima volta che la vidi. Bionda, con due occhioni violetti dolcissimi; ma che sapevano anche uccidere nei momenti giusti.
-Rosie se non te ne fossi accorta sono a corto di personale stasera e per domani non ci sono dolci pronti, quindi prima che cambi idea, vai a prepararti per questa sera. Ah e ricordati di prendere la torta ai frutti di bosco, e i cupcake alla vaniglia per Emmett-
Rosalie sconsolata si mette il cappotto e mi saluta mugugnando.
E' quasi l'una. Ho mandato a casa Tanya alle undici, una fra le poche a non avere un ragazzo a quanto pare in questa pasticceria.
Non ce la faccio più. E mi mancano ancora da farcire cento cupcake con la glassa al mirtillo, e due torte al cioccolato con la farcia al cioccolato al peperoncino.
-Non eri una tale stacanovista neppure quando lavoravi da me Bella...- cazzo, ditemi che me la sono immaginata quella voce. Mi giro tenendo in mano la frusta, non si sa mai.
E lo vedo.
Non è cambiato poi molto da due anni fa'. Sempre alto il suo metro e ottanta, spalle larghe, capelli ramati con vita propria, mascella quadrata, labbra da infarto e quei occhi. Verdi come la menta. Adoro il the alla menta. Porta una camicia azzurra, e jeans. Adoro le camice di quel colore su di lui.
-Stasera ho mangiato la torta ai frutti di bosco che hai fatto. Ovviamente era deliziosa. E' sempre stata una delle mie preferite. Il pasticcere che ho ora non la fa come te...-
-Prenderai freddo senza cappotto...- qualcosa di più stupido no Elle, vero?
Lui ride, mostrando i suoi denti bianchissimi.
-Bella, pasticcino, ti preoccupi sempre troppo...- mi ha chiamato pasticcino. Mi chiamava così fin dai tempi della scuola di cucina, diceva che non c'era nessuno che faceva dei dolci come i miei.
-Perchè non sei venuta stasera? Non ti vedo da due anni, non siamo mai stati così tanto tempo senza sentirci... E perchè non hai mai risposto alle mie e-mail e telefonate?-
Non gli rispondo riprendo semplicemente a mettere la glassa sui cupcake.
-Metti giù quella sac à poche e rispondimi Bella!- è arrabbiato, come posso pretendere che non lo sia?
Si avvicina, mi prende la saca dalle mani, e mi gira verso di lui tendendomi per le spalle.
-Ero stanca di stare a N.Y te l'ho detto, avevo bisogno di cambiare aria e di rompere i ponti con certe persone- gli dico guardandolo negli occhi. Lo vedo che è ferito dalle mie parole, la sua presa su di me si alleggerisce fino a diventare nulla. Gli cadono le braccia lungo i fianchi.
-Bene... E perchè? Bella siamo sempre stati come fratelli noi due! Se ti ho fatto qualcosa che ti ha fatto soffrire potevi dirmelo!-
-E' questo il problema, non ho mai voluto essere come una sorella per te! E lo vuoi proprio sapere il mio problema? Eri tu! Sei sempre stato tu, cazzo! E poi si è aggiunta Jodelle! E ora vattene Edward! Ho del lavoro da finire!-
Lui mi guarda con degli occhi fuori dalle orbite, ha la mascella contratta e si passa ripetutamente le mani fra i capelli.
-Sono tornato per te cazzo! Non ce la facevo più a continuare senza di te! Non puoi dirmi certe cose e aspettarti che me ne vada!-
-Edward ho del lavoro da finire!-
-Non credere che sia finita qui! Ritornerò e vorrò delle spiegazioni!- dice sbattendo la porta dietro di se.
Che giornata di merda. E mentre finisco di glassare i cupcake incomincio a piangere.
 
-Peter oggi prenderai il mio posto, non mi sento molto bene, gli ordini li sai e anche i cupcake del giorno. Te la saprai cavare?-
-Certo Chef! E guarisca presto!- appoggio il cellulare al comodino.
Ho lasciato la guida della pasticceria a Peter, non ho la forza di alzarmi. Lo sapevo che era la sindrome premestruale.
Ripenso alla visita di Edward "sono tornato per te". E' veramente tornato per me? E' ritornato solo perchè la brunetta lo avrà lasciato?
Questo contribuisce a questa giornata schifosa. Non solo ho il ciclo, fuori c'è un alluvione ma Edward è pure tornato.
Guardo fuori dalla finestra. La pioggia forma gocce che corrono lungo i vetri della finestra.
-Bella stai bene? Di solito non manchi mai da lavoro...-
Santissimi cazzi, giuro che ucciderò Alice.
-Edward ti potrei denunciare per violazione di proprietà privata. Chi ti ha detto che ero a casa? E chi ti ha dato le mie chiavi!?- gli urlo incazzata. E' bagnato fradicio. Sembra un pulcino. Ha in mano una confezione di cupcake e croissant, probabilmente.
-Mmm...Alice. Ho provato a venire in negozio, ma non c'eri. Sono andato da Alice, ha guardato il calendario e mi ha detto che questo è il periodo del tuo ciclo mestruale- arrossisce imbarazzato- e l'ho convinta a darmi le tue chiavi di scorta per vedere come stavi. E ti ho portato la colazione.-
Sospiro so che non se ne andrà. Mi alzo e lui mi segue fino in cucina. Metto su il bollitore dell'acqua per fare una tisana.
Poi vado in bagno a prendere un asciugamano.
-Non hai un cappotto? Lo sai che a Seattle c'è freddo e piove sempre in questo periodo. Asciugati dai... Devo avere una tuta della tua taglia da qualche parte...-
Gli porto la tuta di Drew, me la sono tenuta solo perchè è calda e comoda.
Mentre gliela porgo inarca le sopraciglia.
-E' del mio ex, non l'ho bruciata solo perchè è comoda...-
-Hai avuto un ragazzo?-
-Si, ci siamo lasciati. Anzi lui mi ha lasciato per Yale.-
-E' stato un cretino-
-Una cosa in comune con te oltre al fatto che mi ha tradito con una francese...-
-Ci sei rimasta comunque insieme?- mi chiede esterrefatto
-No! Ero andata a Yale per dirgli che avrei potuto aprire una pasticceria lì, ma nel suo letto l'ho trovato con una di nome Claire o Clotide... Be' qualcosa del genere... Gli ho spiaccicato in faccia un cupcake al limone e me ne sono andata...- gli racconto mentre preparo le tazze con la tisana.
Gliene porgo una -Ho visto Parfum du Sucre stamattina. E' stupendo! Ti rispecchia molto... C'è molto cioccolato e molte fragole...- mi sorride.
Io arrossisco e apro la confezione che mi ha portato.
-E' fantastico Ed! Non ci credo- e lo abbraccio di slancio. Lui mi stringe forte, quando mi accorgo di quello che ho fatto mi stacco.
-Ehm... Gli ho fatti stanotte dopo che mi hai cacciato. Non sono sicuro che mi siano venuti bene. E' da tanto che non li faccio.-
Cupcake al cioccolato fondente con ganache al cioccolato al latte. C'è ne sono quattro e tutti hanno una glassa diversa. Peperoncino, menta, mirtillo e fragola.
-Mmm... Pure i miei gusti preferiti! Non ho mai capito perchè gli hai voluti togliere dal menù! I bambini gli adoravano!- mi sorride. Con il sorriso che fa' solo a me.
-Me li hai ispirati tu... E la tua torta al cioccolato...-
-Edward...-
-No, non interrompermi...- si passa una mano fra i capelli nervoso- Mi piacevi, sin da quando ti ho vista alla scuola di cucina, quando mi dissi che eri a Parigi corsi da te perchè non volevo che mi scappassi un' altra volta e ti proposi di venire a lavorare da me. Ma poi incontrai Jodelle, e credevo veramente di essermi innamorato di lei. Ma in verità proiettavo il mio amore su di te in lei. Avevo paura che tu mi dicessi che per te ero come un fratello, che non volevi rovinare la nostra amicizia, per questo non ti dissi mai nulla.
Ma lavorare sempre a contatto con te, tu emanavi odore di cioccolata e mirtilli, eri così dolce, gentile e dotata. Quei cupcake sei tu, ti rappresentano. Sai essere nervosa e piccante, una volta hai detto che so da menta e tu adori la menta, il mirtillo e la fragola sono i tuoi frutti preferiti. Quindi sono qui perchè mi voglio mettere in gioco. Ti voglio, ho sprecato anni dietro a una persona che per me non poteva essere di più di un'amica.-
-Edward... Io... Ho bisogno di pensare...- mi metto le mani in testa.
-Isabella voglio che tu mi creda e farò tutto quello che mi è possibile affinché tu lo faccia-  dice prima di uscire.
 
-Chef, quand vous retournerez?- mi domanda Jean per telefono.
-Tranquillo Jean, ancora un giorno e poi torno...- lo rassicuro mentre preparo del sugo.
-Chef non ce la facciamo più! Peter è uno schiavista!- s'intromette Tanya.
-Hey! Voi due! Tornate a lavorare! Siamo indietro...-
-Vous l’ avez senti, Chef?- mi sussurra Jean. Ridacchio.
-Chef! Mi scusi se l'hanno disturbata questi due...-
-Non preoccuparti Peter... Come sta andando?-
-Tutto bene... Potrei venire da lei stasera? Le dovrei parlare...- mi domanda imbarazzato.
-Non preoccuparti... Vieni pure...-
Mescolo il sugo, non me n'era più rimasto in freezer e non posso sfamarmi di dolci sempre. Apro il frigo e li che mi fissano intensamente trovo i cupcake che mi ha preparato Ed. Mi siedo e sospiro.
Mi vuole, è ritornato per me, e pensava che per me lui era come un fratello, niente di più sbagliato. Prendo il cupcake alla menta e gli do un morso. E' semplicemente squisito e mi ricorda lui. Questi piccole delizie le ha dedicate a me, e stava con la sua ragazza quando le ha create.
E' stato uno stupido, ma penso di avere fatto anch'io la mia parte. Non gli ho mai fatto intuire quello che io provassi per lui.
E lui che ha proiettato i sentimenti che provava per me su Jodelle! Io e lei non abbiamo in comune nemmeno lo shampoo! Forse avremmo il colore dei capelli simile, occhi marrone scuro e siamo piccoline ma formose! Ma io sicuramente non avrei mai studiato fisica nucleare... E non lo avrei fatto alla N.Y.U... Forse alla Colombia.
Adesso sto divagando.
Cosa faccio?! Prendo il mio cellulare in mano e fisso il mio sfondo.
-Robert Douglas Thomas Pattinson dimmelo tu!- e lui mi fissa tutto sorridente dal red carpert di Cannes dell'anno precedente.
-Sei disutile Pattinson! Io ti sto dicendo che non so che cazzo fare con il ragazzo che mi piace da una vita, che mi sogno quasi tutte le notti e quando mi sveglio me lo vorrei trovare di fianco , possibilmente nudo! E tu mi fissi con quella faccia da prendere a sberle tutto sorridente! 'Fanculo!-
Riprendo in mano il cellulare che durante la sfuriata lo avevo messo nel tavolo -Scusa Rob, ma ho il ciclo...-
Continuo a cucinare per il resto del pomeriggio. Preparo torte salate da congelare, preparo verdure tagliate per poi congelare, preparo muffin che poi darò alla mia vicina di casa, preparo torte al cioccolato con glassa alla menta... E ne preparo tante, a cosa ne farò ci penserò dopo.
All'improvviso mentre mescolo la salsa chili suona il campanello. Mi tolgo il grembiule e mi dirigo verso l'entrata. Guardo attraverso lo spioncino, chi potrebbe suonare alle nove di sera? E' Peter. Tiro un sospiro di sollievo non ce l'avrei fatta a parlare di nuovo con Edward, e io ho bisogno di pensare.
Apro la porta e lo faccio entrare.
-Vieni Peter, vuoi qualcosa da bere? Come mai qui a quest'ora?- Arriviamo in cucina e quando alza lo sguardo e si accorge cosa c'è nel tavolo, nelle sedie e sui mobili dove di solito si trovano soprammobili strabuzza gli occhi.
-Ma che cavolo...?-
-Avevo bisogno di pensare...- mi giustifico. Ci sono torte, muffin, cupcake ovunque.
-Vuoi portati a casa qualcosa? C'è di tutto... Perchè non prendi una torta di mele, tu le adori, no?-
-Ehm... Si, grazie... Ma comunque sono venuto qui per parlarti di una faccenda importante...- lo guardo e mi sembra agitato, e di solito Peter non lo è mai.
E' un tipo pacato, calmo ma autoritario. E' di una statura media per un maschio, capelli castano chiaro, occhi marroni ed esile. L’ho conosciuto grazie a Jasper, sono amici di infanzia.
-Ok... Parla allora- lo invito con un sorriso rassicurante.
-Ti ho portato le mie dimissioni- dice tutto ad un fiato.
Ehm...Cosa? Peter è il mio secondo! Sa tutte le ricette della pasticceria, lavora con me da quando ho aperto, l'ho preso sotto la mia ala e gli ho insegnato tutto quello che so!
-Ma perchè Peter? Non ti trovi più bene? Hai problemi con qualche collega? La tua famiglia non sta bene?- gli faccio domande a raffica.
-Elle tranquilla, io adoro Le Parfum du Sucre è grazie a te se oggi sono un così bravo pasticcere... E' che ho incontrato un ragazza, e me ne sono innamorato... Non ce la facciamo più a vivere separati così ho deciso di trasferirmi da lei a Dallas-
Adesso capisco...
-Oh!!!!! Peter sono così felice per te! Ti firmerò le dimissioni per domani! E spero che tu sarai felice con lei!-
-Grazie Elle!- dice abbracciandomi.
-Portati via anche un torta al cioccolato con ganache ai lamponi! E portemela a fare conosce appena puoi la tua ragazza!- dico salutandolo.
Ed è così che alle undici di sera finisco a letto, con la cucina piena di dolci e non, con Edward che mi ha fatto una dichiarazione, con Peter il pasticcere più bravo che avevo che se ne va a Dallas dalla sua ragazza e quindi con un posto vacante nella mia pasticceria.
Credo proprio che mi farò un lungo, lunghissimi sonno.
 
Sono le quattro del mattino quando entro nel laboratorio della mia pasticceria. Non ce la facevo a dormire.
Mi manca un pasticcere... Perchè se ne doveva andare proprio Peter? Scuoto la testa ormai rassegnata. Controllo come siamo messi con i cupcake, pasticcini e torte, controllo gli ordini. Almeno in mia assenza hanno fatto un buon lavoro. Incomincio a preparare un torta di compleanno per una bambina che compie cinque anni, la vuole con le principesse Disney. Sempre meglio di quella che mi è toccato fare con Hello Kitty.
Attacco il mio iPod allo stereo seleziono l'album che in questo momento rappresenta meglio il mio umore. E mentre incomincio a preparare il pan di spagna la voce di Chris Martin si diffonde nell'aria.

https://www.youtube.com/watch?v=EdBym7kv2IM
 
"Come up to meet you, tell you I’m sorry,
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart."
(Sono venuto per incontrarti, dirti che mi dispiace,
Tu non sai quanto sei adorabile.
Dovevo trovarti, dirti che ho bisogno di te,
Dirti che ti ho considerata da lontano.)
 
Chissà perchè mi ricordano le parole di qualcuno, meglio fare ironia che mettersi a piangere, e poi qui posso fare tutte le torte che voglio senza che i miei vicini si insospettiscano del fatto che gli porto sempre dolci.
 
Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, lets go back to the start.
Running in circles, coming in tales,
Heads are a science apart.
Nobody said it was easy,
It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be this hard,
Oh take me back to the start.
(Oh, torniamo al punto di partenza.
Correndo in cerchio, si vedono le code,
Le teste sono una scienza a parte.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile,
E' una vergogna per noi dividerci.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile,
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato così difficile,
Oh, riportatemi alla partenza.)
 
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile. Continuo a mescolare con più forza del necessario.
 
I was just guessing at numbers and figures,
Pulling your puzzles apart.
Questions of science, science and progress,
Do not speak as loud as my heart.
And tell me you love me, come back and haunt me,
Oh and I rush to the start.
Running in circles, chasing tails,
And coming back as we are.
 Nobody said it was easy,
oh it's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be so hard. I'm going back to the start."
(Stavo solo calcolando cifre e numeri,
Tirare i tuoi puzzle a parte.
Domande di scienza, scienza e progresso,
Non parlano forte come il mio cuore.
E dimmi che mi ami, torna e mi ritrovami,
Oh, e mi precipito all' inizio.
Correndo in cerchio, a caccia di code,
E tornare così come siamo.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile,
oh sè una tale vergogna per noi dividerci.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile,
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato così difficile.
Sto tornando al punto di partenza.)
 
Elle sarebbe così complicato ritornare al punto di partenza e dargli una possibilità? Chris Martin ha ragione, nessuno ha detto che sarebbe stato facile.
Mi siedo su un sgabello e continuo a preparare la torta con le principesse. Non pensare per un po' di farà bene.
   
 
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