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Autore: _Magic is magic_    26/07/2013    3 recensioni
Sophie ha 16 anni,è la classica ragazza di un quartiere periferico,che lotta con i classici problemi adolescenziale,finchè lei e le sue amiche non si ritrovano fra le mani un potere troppo grande per loro,e una missione troppo importante per quattro semplici umane,così,tra esitazioni,litigi,lotte,amori imparano a convivere con questo potere,che le porterà alla scoperta di un nuovo mondo e di nuove creature.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è un sogno,solo un diverso aspetto della realtà.
capitolo 1


 E’ un quartiere piccolo il nostro, dove riconosci tutte le facce che ti passano accanto,dove non riesci a camminare senza dover sorridere a qualcuno e salutarlo,dove si finisce sempre per fare una chiacchierata indesiderata,anche se si ha fretta,in cui non si possono tenere segreti,perché quando ne riveli uno,alla fine lo sapranno tutti.
E’ un paese piccolo il nostro,e la gente mormora.
E sarà sempre così.

Sto correndo a perdifiato da una manciata di minuti,seguo le strade tortuose che ormai conosco come se fossero le mie tasche,le strade del Paese,che potrei percorrere ad occhi chiusi.
Scendo la discesa che mi porta davanti alla chiesa,il punto di ritrovo da una vita,sai no? Quando ti chiedono “Dove ci vediamo?”  “Bè,alla Chiesa” rispondi.
Mi fermo davanti alla vetrina di quello che ora è un negozio di abbigliamento,precedentemente ne ha ospitato uno di bigiotteria cinese,e prima ancora uno di scarpe.
Qui ci sono negozi che non resistono per più di due anni.
Guardo l’immagine riflessa nel vetro,spero quasi che mi sorrida,o che mi strizzi l’occhio,per rendermi conto che quella ragazza con qualche chilo di troppo,i capelli alle spalle di un castano indefinito e quegli occhi azzurri come il mare non sono davvero io.
Io li ho sempre odiati,quegli occhi.
Attiravano attenzioni indesiderate,gente sconosciuta che si fermava solo per dire “che occhi belli”
Ma chi ti conosce?
Lancio uno sguardo all’orologio,realizzando che sono in ritardo e che Noemi mi ucciderà.
Do un ultima occhiata al mio riflesso,che me lo restituisce,impassibile,annuso l’aria,cosa che mi capita di fare ormai da parecchi giorni,manco fossi un animale,sento di nuovo quell’odore di mare,mi sembra di sentirlo da giorni,cosa impossibile,visto che se anche girasse nell’aria dovrebbe essere coperto dallo smog che ci respiriamo adesso al posto dell’ossigeno.
E’ da una settimana a questa parte che mi sento strana,come se stesse per succedere qualcosa,come se qualcuno mi stesso disperatamente cercando.
Scrollo le spalle e ricomincio a correre,sperando che per un'unica volta nella sua vita la mia amica si sia svegliata tardi,o sia cascata dalle scale,o sia stata investita,perché oggi,di ascoltare le sue prediche sulla puntualità, non ne ho proprio voglia.
Come al solito la Fortuna mi ha voltato le spalle.
-Quando ti deciderai ad arrivare puntale S?- Poggio le mani sulle ginocchia per riprendere fiato –Sono qui ormai da cinque minuti,cinque minuti sola,a sorridere falsamente a tutti quegli stronzi che passavano e mi guardavano come…- gli basta un mio sguardo per rendersi conto che a me,dei ragazzi che se la volevano fare,non me ne fotteva nulla.
Lei,con quei suoi capelli ramati,che gli scendevano lisci fino alla vita,lei non quegli occhi lavanda pieni di rabbia,il naso piccolo e all’insù,la bocca carnosa,il seno voluminoso e il culo perfetto.
Se non la conoscessi bene la giudicherei una ragazza facile,non solo per la sua somiglianza ad una modella,anche per i suoi vestiti,se così si possono chiamare,ma fortunatamente per lei so benissimo che è solo una facciata,che è solo il suo modo di manifestare la rabbia verso i suoi genitori,la mancanza di attenzioni.
-Perché hanno litigato questa volta?- mi chiede titubante,sorrido di malavoglia,mi conosce  bene la ragazza.
-Uno voleva passare l’aspirapolvere,l’altro no-
-Miley?-
-E’ chiusa nella sua camera-
-Cazzo S,non potete continuare così,lo sapete vero? Dovete trovare una soluzione,che sia anche il divorzio!-
Mi fisso i piedi,so benissimo che il divorzio sarebbe la soluzione migliore,ma non voglio,preferisco tenermeli così,un giorno che litigano e l’altro pure,piuttosto di essere sballottata da una casa all’altra ogni settimana.
Prima non erano così,prima che promuovessero papà andava tutto a meraviglia,sono i troppi soldi che gli hanno dato alla testa.
O almeno a me piace pensarla così.
-Guarda! Arrivano Nicole e Caroline! Lasciamo perdere le prediche per oggi,va bene?- dicendo questo mi passa un braccio intorno alle spalle,stringendomi a sé.
Punto lo sguardo sulle due ragazze,Carol porta la sua camicetta preferita,a quadri viola,neri e verdi,con dei jeans strappati al ginocchio,i capelli castani lasciati sciolti,che gli arrivano a malapena al mento,la bocca aperta i un sorriso e gli occhi,anche se  da qui non li vedo,saranno del solito color marrone tempestato di pagliuzze gialle; Nicole porta un paio di pantaloni neri,una maglietta verde,i capelli legato in una coda alta,quando arriva a due passi da me i suoi occhi verdi mi trafiggono,e io non posso fare a meno di abbassare lo sguardo.
C passa con lo sguardo da me a Noemi, in una muta richiesta di spiegazioni.
-Hanno di nuovo litigato- Mi sento il dovere di dire.
L’atmosfera cambia impercettibilmente,sanno tutte quanto ci sto male,e che le classiche frasi quali “mi dispiace” sarebbero inutili,così ci avviamo mogie verso la via principale.

Sto meglio,sto sempre meglio quando sto con loro,cinque minuti mi bastano per tornare me stessa.
Sono loro,sono il mio ossigeno in un mondo in cui ormai se ne trova poco.
-Mi dai un goccio di cola?- mi chiede Noemi.
-No-
-Tieni, prendi un goccio della mia- Scocco uno sguardo esasperato con Nik,sappiamo entrambe che C è troppo buona.
Basta un momento,un’occhiata fugace a Noemi che, con il sorriso sulle labbra, si scola quasi tutta la Cola di Caroline.
-Ehi! Ragazze! Vi dovreste sbrigare! C’è rimasta una sola altalena!- Nico è seduta su un’altalena, mentre l’altra è ancora libera, guardo negli occhi  le mie amiche, poi iniziamo tutte e tre a correre,corro ridendo,fregandomene della gara o dell’altalena,felice di essere qui.
Sfortunatamente questo ragionamento mi porta alla sconfitta,Noemi arriva prima.
-Ah Ah , mi dispiace ragazze, sarà per la prossima volta!E poi non è colpa mia se siete lumache-
Gli scocco un’occhiata seccata,un’altra occasione di stare zitta sprecata.
-Allora non se solo brava a fare favori sessuali ai ragazzi-
Lo ammetto,mi è scappata,non sono riuscita a trattenermi,ma lei non ha avuto il tempo di rispondermi con una risata strafottente,perché improvvisamente scompare.
-Ma che..?-
E successe,i miei piedi si alzano spontaneamente dal suolo,una forza invisibile mi sospinge su, sopra le nuvole, sento a malapena le mie amiche urlare,prima di volatilizzarmi.
Dove sono?
Sono stesa su una superficie liscia e fredda.
Cerco di alzarmi in piedi.
Sento la testa pesante,respiro a fatica,riesco a mettermi in ginocchio prima di sentire una voce.
-Tu sei la prescelta- il suono profondo riecheggiò nelle pareti come un possente battito d’ali di un drago
il panico mi attanaglia le viscere.
Sto sognando,sicuramente sto sognando,è tutto un sogno,mi do un pizzicotto,ma non cambia nulla,tranne il probabile livido che mi verrà.
-Sophie, tu sei la prescelta,hai un compito da svolgere-
Cosa ha detto? Chi sarei io?
-Ma che cazzo stai dicendo? E dove cazzo sono? E che cazzo sta succedendo? E per favore,sogno del cazzo da cui non posso svegliarmi,mi fai il di piacere di smettere di farmi  dire cazzo? Cazzo-
Sento una risata e una figura snella appare davanti a me, sembra una donna molto giovane, non riesco a vedere bene,è troppo buio,ma sembra  avere un viso perfetto, con degli occhi grandi di un turchese cristallino e dei capelli blu lunghi fino ai fianchi stretti in una treccia, indossava un abito di seta blu con dei ricami bianchi intorno alla vita fino in fondo al vestito,è di una bellezza mozza fiato. –Stai calma.- mi dice -Sono Ashes, regina del popolo dell’acqua, sono venuta a chiederti aiuto-
-Regina di cosa? Penso che tu abbia dei seri problemi- Ma in realtà spero ardentemente che quello che ha detto sia vero,che esiste davvero una realtà diversa,come quella dei miei libri,dove possa rifugiarmi.
Mi guardo intorno,cercando un punto di riferimento per capire dove fossi.
Non lo trovo.
Sono circondata dal buio, la superficie sembra ghiaccio, il posto non sembra avere pareti, era buio, ma una leggera luce arriva...si, arriva proprio dalla donna, che con la sua pelle sembra illuminare di un blu-argenteo tutto quello che la circonda, sposto lo sguardo sulla sua faccia,labbra rosse,naso piccolo,la scruto,assorbendone i particolari e quando arrivo a incrociare i suoi occhi, parlò di nuovo
-Del popolo del mare,ma non posso spiegartelo ora,non abbiamo molto tempo,devi fidarti di me, tu sei l’unica che può salvare il mio popolo e l’intero universo-
-Fidarmi?Hai presente che non ho la minima idea di chi tu sia?-
Cos’ha detto che dovrei fare io?
-Credimi,per favore,il mondo ha bisogno di te-
Cosa? Sta scherzando.
Eppure sembra maledettamente seria,nei suoi occhi scorgo solo tristezza.
E per la prima volta,vacillo.
-Cosa sta succedendo?- Mi porto le mani all’altezza del collo,dove poco prima c’era la collana di mia madre,ora scomparsa.
-Dammi la mano- mi dice
Titubante gliela stringo,una serie di immagini si infilano nella mia mente: combattimenti,sangue,morte,figure oscure,e poi scorgo la Terra,ricoperta da nuvole nere.
-Questo è quello che succederà se non  mi aiuti Sophie-
-M-Ma,se anche fosse vero,da sola cosa potrei fare?-
-Non dubitare mai di te stessa bambina mia e comunque le tue amiche ti aiuteranno, presto non ho più tempo, vuoi aiutarmi?-
Non riesco ad abbassare lo sguardo, i suoi occhi mi incatenano.
Posso davvero dire di no a lei? Posso davvero rifiutare la sua disperata richiesta d’aiuto?Le immagini di quello ce ho visto mi ronzano nella testa,posso davvero fare questo al mio pianeta?
Ed è davvero tutto vero?
E se fosse un sogno,quando mi sveglierei?
-Io…Non credo di essere all’altezza-
Invento ì per lì,anche se spero in un qualunque segno della verità delle sue parole
-Si lo sei.-continua a fissarmi.
E se anche fosse un sogno? Ho già preso la mia decisione,e la rispetterò,e comunque un No non vale come risposta a quello sguardo.
-V-Va bene,accetto-
Lei sorride,un sorriso meraviglioso,e mi stringe la mano tra le dita,sussurrando un –grazie- prima che senta un capogiro e la terra cominci a girare intorno a me....davanti a me appaiono montagne,colline,fiumi, laghi chiudo gli occhi per sottrarmi a quel paesaggio.
Un momento dopo sento i miei piedi toccare terra, apro gli occhi e mi ritrovo nel punto in cui ero prima, nello squallido parco della chiesa del mio quartiere, davanti alle altalene, come se non fosse successo niente, ma dentro di me, sapevo che qualcosa di inspiegabile era successo, e la prova era il bracciale che portavo al polso.

-Sophie?- dietro di me vedo Caroline,basta uno sguardo per capirci–E’ successo anche a te..?-
Annuisco –Le altre?-
-Eccoci- Noemi e Nicole vengono verso di noi.
-Non potete capire cosa mi è successo- strepita No,eccitata
-Credo la stessa che è successa a noi- rispondo sorridendo.
-Quindi non ho sognato?- chiede Caroline,continuando a fissare il gioiello.
-pare di no...- dice Nik
-E se fosse ancora tutto un mio sogno?- domando,più a me stessa che a loro.
-Perché deve essere tuo il sogno scusa?-
Scoppio a ridere,non ne posso fare a meno.
-Ma che domande fai No? Che importanza ha di chi sia il sogno?-
-Se fosse un sogno,non potrei farti male giusto?- si avvicina spaventosamente a me.
-Cosa…vuoi fare?-
-Niente,solo uno schiaffetto..-
Urlo e corro a nascondermi dietro –Non mi avrai mai! Piuttosto la morte!-
-Vieni qui!- corre verso di me,giochiamo ad un Acchiapparella improvvisato fino a che Nicole non tuona –Insomma la volete smettere coi due? Sto cercando di pensare.-
-Ma come è possibile?-  sussurra Caroline
L’euforia del momento è scomparsa,soggiogata dalla paura e dall’eccitazione di cosa comporterebbe la realtà di quello che è successo,e l’incontro con Ashes,alzo lo sguardo,il cielo si fa pian piano più nuvoloso,masse di vapore piene d’acqua si spostano pian piano fino a oscurare  il sole,ripenso allo spazio scuro dove ho incontrato quella donna,probabilmente era una dimensione parallela,accettando la possibilità che sia tutto vero.
-Sta per piovere- annuncio,con voce piatta,chissà se ho fatto bene ad accettare,immagini di morte e fuoco invadono la mia mente,accettare era la mia unica soluzione.
-Venite da me,continueremo a parlare lì- dice Caroline
E così,in una giornata apparentemente anonima,quattro figure si ritrovano a dover fronteggiare un potere immenso.

-Mamma,sono tornata!- dico,ma non ricevo risposta –Mamma!-
Nulla.
Mi giro verso le altre con un sorriso a trentadue denti –A quanto pare siamo sole-
-Bene-.Noemi mi supera,attraversa il salone ed entra nella mia camera,buttandosi sul mio letto.
-Fai come se fossi a casa tua- gli urlo
-Ti prendo in parola- Sophie mi supera con uno scatto mentre lo dice,e raggiunge di corsa la rossa,sistemandosi probabilmente sul letto di mio fratello.
 Nico scoppia a ridere vedendo la mia faccia innervosita, e mi fa cenno di raggiungerla in camera,quando ci entro lei si è già sistemata accanto alla bionda,io decido di sedermi a terra.
Mentre le altre discutono del sogno fatto,e S espone la sua teoria della dimensione parallela io lascio finalmente vagare lo sguardo sul bracciale,è poco appariscente,fatto di una catenina argentata con un ciondolo contenente una sfera gialla,l’avvicino agli occhi,sembra un normale minerale,ma più caldo,infatti pare espandere del calore autonomamente,arrischio uno sguardo alle altre,Nicole e Sophie sono occupate a fissare la pioggia che cade dal cielo ormai grigio,mentre Noemi è intenta a fissare me,cercando di predire la mia prossima mossa.
Deglutisco a vuoto e sfioro la pietra.
Non succede nulla,forse era davvero solo un illusione.
Sono davvero malata,e io che ci ho anche creduto alle parole di quella donna,Marlet “la regina del popolo della luce” ma chi vuole prendere in giro? Mi sarò fumata qualcosa senza ricordarmelo.
Faccio un respiro profondo che mi si blocca  ametà quando vedo l’espressione di Nik
-Che c’è?-chiedo
-Caroline..-
Sposto lo sguardo su S e No e dico spazientita.
-La smettete di guardarmi cose se fossi un aliena?-
-In un certo senso..- Nik si alza,e torna poco dopo con uno specchio.
Quasi mi viene un infarto.
Gli occhi  ora sono gialli.
-Ma cosa..?- Mi giro in tempo per vedere le altre sfiorare le pietre.
Magicamente i colori di ognuna cambiano.
Gli occhi di Nik ora sono verde elettrico,quelli di No viola acceso e Sop…
Quelli di Sop sono di un turchese cristallino,di quello che ti acceca gli occhi._
E collego tutto
Marlet aveva gli occhi gialli.
Era tutto vero.
Rimaniamo lì,a fissarci l’un l’altra,assorbendo la realtà dei fatti che ci sono caduti addosso, prima che un terremoto scuoti il terreno.

                                                                   
                                      
Angolo autrice.

Bè,che dire,ok è la mia prima storia,non ho la minima idea di come sia venuta,diciamo che mi hanno consigliato altre di metterlo e,anche se gli sono grata,non riesco a fare a meno di pensare che sia venuta simile alla cacca di un Troll,ma tralasciamo.
Spero che sia comunque un primo capitolo passabile,sono anni che nella mia mente sviluppo questa storia,e ancora la sto sviluppando,spero di riuscire a scriverla tutta,ma credo che se seguo la mia mente non finirà mai,mi ci sono troppo affezionata ai personaggi TwT
Ringrazio tutti quelli che apriranno e inizieranno a leggerla,sperare in una recesione o in un commento è sperare troppo.
Smetto di disturbarvi.
Ciao :3
Gaia.



  
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