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Autore: PollyTheHomeless    26/07/2013    3 recensioni
Jongin ha sempre vissuto di stenti da che ne ha memoria. Non ha un futuro né una brillante carriera davanti a sé, ma tiene stretta tra le braccia quella vita che gli è stata donata.
Kyungoo è l'esatto opposto di Jongin.
La vita a volte è ingiusta. Sospirò interiormente, meravigliandosi di quanti pensieri potesse formulare la sua mente in una frazione di secondo.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mindless thoughts





Mindless thoughts








Continuava a torturarsi le unghie, spezzandole prima con le dita, poi con i denti. Prese a mordicchiarsi nervosamente la pelle ormai secca a martoriata intorno ad esse, facendo comparire qui e lì la carne rosa e viva, qualche piccolo punto di sangue sparso. Non capiva da quanto tempo si trovasse ormai per strada. Probabilmente solo pochi minuti, ma già sembravano ore, estenuanti, infinite per uno come lui.
Continuò a camminare a passo spedito per le vie della Seoul notturna, come fosse sicuro dei suoi passi, e soprattutto sicuro su dove lo stessero conducendo.
Ma di sicurezza, Do Kyungsoo, adesso ne aveva solo una: gli serviva. E subito. Non importava dove, quale o quanto. Il suo corpo ne chiedeva adesso, questo contava.

Gli occhi già naturalmente grandi del ragazzo erano ancora più dilatati al buio, alla ricerca di ciò di cui necessitava. Continuava a camminare, il cervello elaborava febbrilmente pensieri a caso uno dietro l'altro, affollandoli fin quando Kyungsoo non ebbe la testa talmente piena che quasi pensò stessero per fuoriuscirgli dalle orecchie; diede due colpi con i palmi su di esse, cercando di smettere di pensare. Ma ancora una volta, pensò anche che se avesse smesso di correre a quella maniera, probabilmente sarebbe morto per strada.
Alla fine i piedi riuscirono a portarlo nel posto giusto e prese a guardarsi intorno schifato. Quel quartiere gli aveva sempre portato addosso una sensazione di vero schifo. Mai era riuscito a trovare parola più adatta (e in quel momento, non sarebbe comunque nemmeno riuscito a pensare di cercare un sinonimo a quel termine). I palazzi cadenti, tutti grigi, tutti uguali. Nessuna cura, nessun riguardo; gente ubriaca e fatta ad ogni angolo della strada, qualche volta aveva beccato qualcuno a scopare in qualche viottolo laterale. Si chiese come riuscissero a fare una cosa del genere per strada o che tipo di persone fossero. E puntualmente si sentiva una merda quando realizzava che lui non era da meno a tutto ciò. Ma d'altronde la sua mente affollata non reggeva nemmeno un pensiero così spossante, e decise di abbandonarlo lasciandolo alla deriva.

In genere non cercava una persona in particolare. Molti lo facevano, ma a lui non poteva importare. Uno valeva l'altro, fin quando gli avessero dato ciò che cercava. E per fortuna i soldi non gli mancavano, altrimenti credeva davvero che sarebbe potuto impazzire o morire sul ciglio di una strada. Per l'ennesima volta pensò che sul ciglio di una strada ci sarebbe morto comunque, di quel passo, ma nuovamente scacciò il pensiero quando una fitta più forte alla testa lo riportò al vicolo buio e soffocante in cui si trovava.

Guardandosi intorno, notò un giovane -ad una prima occhiata non sembrava tanto più giovane o più grande di lui, ma decisamente più alto, sì- poggiato al palo in ferro all'angolo opposto al suo. Era vestito in maniera molto sportiva: un pantalone largo di una tuta nero con sopra un felpone grigio, almeno tre taglie più grande di lui, il cappuccio calato sugli occhi e una mano nelle grandi tasche anteriori. L'altra reggeva una sigaretta già mezza consumata e Kyungsoo si perse un attimo ad osservare il ragazzo sollevare la mano e portare la sigaretta alle labbra. Scoprì con grande sorpresa che aveva delle labbra davvero enormi e lo guardò stringere la sigaretta e aspirare, per poi arricciare leggermente le labbra in fuori -rendendole ancora più grandi- ed espirare via il fumo che si disperse nell'aria gelida della sera in piccole volute grigie miste al fiato condensato del giovane dalle labbra abnormi.
Fece una smorfia con le labbra. Quello sembrava davvero il tipo di cui aveva bisogno. Senza esitazione si avvicinò fino a fermarsi a circa un metro di distanza dal ragazzo, che lo aveva notato già due tiri di sigaretta prima.

«Ehi tu» Kyungsoo fece un cenno col capo in direzione dell'incappucciato, passando nervosamente il peso da un piede all'altro. Sperò vivamente che quel tipo avesse qualcosa -qualsiasi cosa- da vendergli perché davvero, non poteva resistere ancora.

«Che vuoi?» Il ragazzo sollevò il capo, permettendo così alla luce del lampione di illuminare il suo viso quel tanto che bastava per farsi vedere -e quel tanto che bastava da scrutare l'altro con le sopracciglia aggrottate, mentre tirava un ultimo tiro dalla sigaretta per poi gettarne il filtro consumato per terra. Per un attimo si chiese chi fosse, cosa ci facesse un ragazzo così ben vestito e così a posto, con quell'aria da bravo ragazzo, forse un po' stronzo, ma quel viso che gridava figlio di papà a chilometri di distanza. Fantasticò su un lussuoso appartamento a Gangnam (magari un attico con piscina privata sul terrazzo), su un giovane che avrebbe seguito le orme del padre ed ereditato l'azienda di famiglia; una giovane fidanzata bella e ricca, figlia di qualche amico o collega del paparino. Vacanze oltreoceano, feste private, ristoranti lussuosi da 40.000 won a portata, aperitivi sul tetto di Seoul e Jaguar lucide fiammanti. La vita a volte è ingiusta. Sospirò interiormente, meravigliandosi di quanti pensieri potesse formulare la sua mente in una frazione di secondo.

«Hai roba?» chiese senza mezzi termini Kyungsoo, mentre le palpebre andavano fuori il suo controllo alzandosi e abbassandosi davvero troppe volte al secondo per essere normale.

Dovette mentalmente aggiungere un piccolo punto alla lista della sua fantasia. Sicuramente a papino i soldi non mancavano e non li faceva mancare a lui per comprarsi la sua dose giornaliera. Se solo li avesse avuti lui,  tutti quei soldi... La vita a volte è davvero troppo ingiusta.

«Lsd» rispose semplicemente, atono. Per quanto quel ragazzo fosse diverso dalla clientela che incontrava abitualmente e suscitasse in lui una certa curiosità -ed ammetteva con rabbia, anche molta invidia-, rimaneva pur sempre un cliente e anche ben pagante, a giudicare dall'apparenza.

«Cazzo...» rispose seccato e visibilmente agitato, deformando le labbra nell'ennesima smorfia della serata. Lo spacciatore si chiese da quanto tempo non si facesse, date la condizioni. Schizzato sarebbe stato il termine più adatto. D'altronde, non credeva ci fosse altro termine con cui definire un tossicodipendente. Ma c'est la vie, si ripeteva, e ringraziava una qualche entità lassù per non essercelo fatto cadere dentro con tutte le scarpe. Spacciava per necessità si, ma non aveva mai toccato nulla in quegli anni. Almeno le scarpe le aveva salvate.

Kyungsoo girò in tondo un paio di volte, frugandosi nervosamente nelle tasche, prima di alzare di scatto la testa verso lo spacciatore dalle labbra abnormi «Nient'altro? Eroina, coca?» chiese speranzoso, spalancando ancor di più gli occhi. Nuovamente, pensò che se li avesse spalancati ancora un po' gli sarebbero finiti per terra, quindi portò una mano davanti gli occhi e li chiuse. Trovò strano che effettivamente, fossero ancora al loro posto e non gli fossero ancora rotolati via dalle orbite in tutti i suoi vent'anni di vita.

«No. Stasera o questo o niente bello» fece semplicemente spallucce. Certo, non era un supermarket della droga. Quello che riusciva a recuperare in giornata, vendeva. Almeno quel tanto che bastava per riuscire ancora a garantirsi un tetto malandato sopra la testa.

Kyungsoo sbuffò, guardandosi intorno. Di altra gente che potesse anche solo lontanamente somigliare ad uno spacciatore, neanche l'ombra. E di girare ancora per quello schifo di posto non se ne parlava, affatto. Per un attimo ponderò la situazione: non aveva mai preso lsd o robe simili, aveva sempre tirato avanti a cocaina, eroina e crack -e sapeva che davvero era entrato nel giro sbagliato e non ne sarebbe più uscito. Ma l'esitazione durò un attimo e il bisogno di prendere qualsiasi cosa che lo facesse sentire bene anche solo per pochi miseri minuti si fece più pressante di qualsiasi altro pensiero.

«Ok. Quanto?» si avvicinò ancora di più al ragazzo, infilando le mani in tasca pronto a tirare fuori i soldi per pagarlo.

«Sono 35.000 won a dose» il ragazzo dalle labbra carnose si scostò dal palo cui era ancora poggiato, avvicinandosi a Kyungsoo. Notò quanto fosse ancor più evidente la differenza d'altezza da quella distanza. Poteva sembrare un ragazzino, ed in effetti era un ragazzino proprio come lui. Scosse leggermente la testa. I drogati non li capiva, proprio per niente. Ed in realtà gli facevano anche pena, ma non abbastanza da evitargli di vendergli una morte lenta e abbastanza dolorosa -si ritrovava a credere- per comprarsi da mangiare. Però quel ragazzo, inaspettatamente, gli faceva ancor più pena del solito. Saranno stati gli occhi così grandi, che gli davano quell'aria spaurita e triste. O il fatto che fosse così piccolo e minuto, in quel postaccio, alla ricerca di droga... insomma, fosse stato un cucciolo sicuramente non avrebbe esitato nel prenderlo con sé e portarlo in casa, offrirgli cibo e acqua e un posto in cui tornare alla sera -ed era consapevole che se avesse davvero dovuto prendere in considerazione di accogliere un cucciolo con lui, avrebbe dovuto mangiare la metà per potersi permettere di non farlo morire di fame.

«Dammene due» asserì porgendo velocemente le banconote tutte spiegazzate al ragazzo che con tutta tranquillità tirò fuori dalla tasca della tuta una bustina e la porse al moro, che la prese tra le mani e guardò perplesso per qualche secondo i cartoncini colorati con i pokèmon stampati sopra.

«Che cazzo sarebbe 'sta roba?» chiede guardando schifato prima la faccia sorridente di pikachu e poi quella apatica di labbra-abnormi.

«La dose che hai chiesto» face per la seconda volta spallucce il giovane, guardandolo poi come a dire seriamente un drogato non sa come sia fatta l'lsd?

«E di grazia, com'è che si prenderebbe? Sai com'è, sono rimasto alle gocce io...» chiede sempre più scocciato e nervoso Kyungsoo, che intanto aveva tirato fuori i cartoni dalla bustina e li rigirava tra le dita.

«Devi tenerlo sotto la lingua per mezz'ora, poi comincia a fare effetto» questo sapeva, questo ripeteva quando glielo chiedevano. Come detto prima, non ci teneva a provare personalmente. Che fossero gli altri a rovinarsi la vita. Per quanto la sua facesse davvero schifo, se la teneva stretta.

Il più basso guardò un'ultima volta il cartone prima di metterlo sotto la lingua.

«Ciao» disse semplicemente, per poi girarsi ed incamminarsi nuovamente verso il suo appartamento. Mezz'ora sarebbe bastata per tornare, almeno non sarebbe collassato su un marciapiede lurido.


****


Kyungsoo decise che non avrebbe più comprato lsd in vita sua. Due giorni di merda, li aveva definiti. No, decisamente quelle cose con i pokèmon non facevano al caso suo. Ma tant'è che le aveva comprate e doveva usarle. Per principio, non buttava via niente lui. A parte la salute e la vita ma diede l'ennesima botta in testa e scacciare il pensiero sostituito subito dall'ennesima incoerenza: come aveva fatto la sua testa a non rompersi dopo tutte le botte che gli aveva dato?
Aveva decisamente bisogno di un'altra dose.
Inaspettatamente, quella sera i piedi lo condussero nuovamente nello stesso vicolo di due giorni prima -non poteva certo dire nello stesso quartiere. Alla fine era solo uno quello popolato da spacciatori- e vi trovò lo stesso ragazzo che gli aveva venduto quella merda un paio di giorni prima (aveva fatto il conto sul calendario, quando l'effetto della droga era finito e aveva finalmente compreso che no, non si trovava sulla cima dell'Himalaya o appeso per i piedi alla coda di un aereo di linea, ma semplicemente sdraiato sul divano di casa) .

«Ehi tu»  e gli sembrò di avere una specie di deja-vu. Sarà l'astinenza.

Labbra-abnormi lo guardò per qualche attimo, cercando di mettere a fuoco il volto che adesso si trovava a pochi centimetri dal naso. Lo riconobbe in pochi istanti -quegli occhi erano davvero difficili da dimenticare- e si rammaricò del fatto che fosse lì per comprare qualcos'altro. Quasi quasi sarebbe stato tentato di non vendergli nulla, sul serio. Ma la fame era fame. Mettiti l'anima in pace, Jongin.

«Quella roba faceva davvero schifo. Dimmi che hai qualcosa di buono stasera o da te non ci compro più un cazzo di niente» disse passandosi una mano tra i capelli scuri con il ciuffo già tirato indietro. Si prese qualche attimo per guardare meglio in viso quello che sembrava essere ormai il suo spacciatore di fiducia. Era davvero un ragazzo bellissimo, la pelle decisamente più scura rispetto alla sua, che ricordava più la sfumatura biancastra di un qualsivoglia latticino. Adesso che poteva osservarlo nel suo insieme, quelle labbra non erano poi così assurde; più che altro sembravano urlare scopami a chilometri di distanza e Kyungsoo si chiese se avesse potuto provarci o più semplicemente, se avesse potuto averlo pagandolo.

«Ecstasy» rispose semplicemente tirando fuori dalla tasca una bustina con almeno una decina di pillole bianche dentro e sventolandola davanti a sé.

«Sempre merda eh... Ma perché sei tu... quanto?»

«Se ti fa così schifo non sei obbligato a comprare eh. Sono 15.000 won a pillola» lo informò giocherellando con la bustina, piegandola da una parte all'altra. Rifletté per un attimo su quel perché sei tu, poi decise di sorvolare l'accaduto.

Kyungsoo ruotò gli occhi al cielo e batté i denti un paio di volte, prima di tirare fuori dalla tasca 15.000 won e, senza una parola, li porse al ragazzo e prese una di quelle pillole bianche, portandola alla bocca e mandandola subito giù. Increspò le labbra in una smorfia e decise che sarebbe stato meglio passare la sera in discoteca. Poi semplicemente se ne andò, seguito dallo sguardo compassionevole dell'altro ragazzo.

Jongin pensò che avrebbe davvero voluto conoscerlo, magari in circostanze diverse e sicuramente più favorevoli. Quegli occhi da cucciolo non erano adatti alle perenni borse scure sotto gli occhi, per niente.


****


«Chi non muore si rivede»

«Giuro che se stasera non hai almeno dell'eroina ti prendo a calci in culo solo per avermi fatto arrivare fin qua» Kyungsoo lanciò uno sguardo più che omicida a labbra-abnormi , che portò le mani avanti in segno di pace.

«Calma bello, stasera ho cocaina. E anche buona» e tirò fuori dalla borsa -che quella sera aveva a tracolla- una busta con al suo interno tante altre piccole bustine piene di polvere bianca. Kyungsoo si morse le labbra, reprimendo l'istinto di afferrare quella busta e sniffarla tutta, grammo per grammo.

«Quanto?» chiese saltando con lo sguardo dalla cocaina al viso del giovane.

«100.000 won al grammo, 50.000 una bustina» lo informò l'altro, infilando una mano nella busta per tirare fuori la dose che sapeva l'altro avrebbe comprato.

«Certo che a prezzi te la tiri eh» commentò porgendo 50.000 won in contanti a labbra-da-scopare (aveva cambiato il soprannome dopo averlo guardato per bene) e strappando con impazienza la bustina dalle sue mani. Rovesciò parte del contenuto sul dorso della mano, sistemandolo con cura, poi vi avvicinò il volto e chiudendo una narice con la mano libera, inspirò a fondo, sentendo finalmente quella familiare sensazione giusto sulla fronte, quella leggerezza ed euforia che solo la cocaina poteva dare.

Jongin lo osservò durante tutto il processo. Non era certo il primo che sniffava cocaina davanti ai suoi occhi, ma vedere lui farlo, era una cosa molto.... poteva definirla strana, ecco. Quel ragazzo non era fatto per quel posto, stonava con quell'ambiente, con la droga... Non doveva essere lì e basta.
Vedere il cambiamento repentino nel suo volto, lo fece spaventare. E per la prima volta in vita sua. Quegli occhi relativamente dolci (se quelli di un drogato in astinenza potevano essere chiamati dolci) mutarono in pochi secondi in uno sguardo che poté definire soltanto come folle. E quella sensazione così spiacevole -quasi una morsa all'altezza dello stomaco che non riusciva nemmeno a spiegarsi- si acutizzò quando il più basso vuotò anche la seconda dose, continuando a tirar su col naso per un po' mentre se ne massaggiava la base. Lo vide guardarsi intorno per qualche secondo per poi incantarsi a guardarlo e sorridere con quell'espressione da maniaco che sul suo volto era qualcosa di davvero inquietante. Ironico come un drogato di 1.73 possa incutere così tanta paura.

«Scopiamo»

«Che?!» Jongin osservò il più basso avvicinarsi a lui mentre istintivamente, ad ogni passo avanti corrispondeva un suo passo indietro.

«Ho detto scopiamo. Ho voglia» concluse semplicemente massaggiandosi il cavallo dei pantaloni, cercando di dare sollievo al piacere improvviso che la cocaina infiammava nel suo corpo.

Jongin lo osservò stupito per qualche secondo. Davvero, gli faceva proprio impressione vedere quel ragazzo comportarsi a quella maniera «No bello, frena. Sei fatto, e anche molto. Vedi di calmare i bollenti spiriti da qualche altra parte ok?» aveva intanto continuato ad indietreggiare fino ad arrivare con le spalle al muro. Prontamente il più basso gli fu praticamente addosso, continuando a sfregarsi il cavallo dei pantaloni, andando a massaggiare con il dorso della mano anche quello di Jongin, che inevitabilmente vibrò a quel contatto e si lasciò scappare un ansito.

«Hai proprio delle labbra da scopare» constatò Kyungsoo adesso che lo aveva davvero vicino. Si sporse verso il viso del più alto e prese a baciarlo con foga, mentre la mano andava definitivamente a stringere l'ormai semi-erezione del moro. Jongin d'altro canto, rimase letteralmente pietrificato e non seppe neanche spiegarsi il perché. Non era da lui lasciarsi toccare e baciare da un totale estraneo (si appuntò mentalmente di denominarlo così, dato che incontrare per tre volte scarse la stessa persona non significa conoscerla) per di più in quelle condizioni. Ma quella brutta sensazione allo stomaco era solo peggiorata e non aveva avuto la forza di fare nulla, se non cominciare nuovamente a pensare che forse avrebbe potuto trovare un modo per farlo tornare in sé. Forse non sarebbe poi stato tanto male andare a letto lui. Pensò anche che non lo aveva mai fatto con un ragazzo, ma che in vita sua non si era mai nemmeno eccitato per un coetaneo del suo stesso sesso. Ancora una volta i pensieri si mescolarono in una bolgia senza né capo né coda fin quando non furono definitivamente spazzati via dalla lingua di quel ragazzo di almeno dieci centimetri più basso di lui, che continuava a vorticare impazzita nella sua bocca.

«Se vengo a letto con te...» riuscì finalmente a parlare Jongin quando l'altro si staccò poco delicatamente dalle sue labbra «... potresti prendere in considerazione l'idea di non fare più uso di droghe?» e mentalmente, si prese a schiaffi, pugni e calci, per aver detto una stronzata simile. Ancora non riusciva a capacitarsi del perché volesse vedere quel ragazzo per ciò che era realmente, fallo uscire da quel giro, da quel mondo che non gli apparteneva per niente e stonava completamente con la sua persona.

Kyungsoo sembrò pensarci un attimo su, ma in realtà quello che il cervello gli diceva era quanto fossero scopabili le labbra di quel ragazzo e se anche il suo culo fosse altrettanto scopabile come immaginava. Per averne la certezza, strinse con forza entrambe le natiche tra le mani, allentando e stringendo la presa più volte constatando effettivamente che, si, ha proprio un culo da favola. «Si si, come vuoi» rispose con noncuranza, impaziente di affondare dentro quel corpo che sembrava chiamarlo a gran voce.
Jongin fece una smorfia a quella risposta e pensò che non lo avesse ascoltato per niente. Ma si convinse dell'opposto e sperò per un futuro migliore per quel ragazzo di cui ancora non conosceva il nome. E se un giorno la sua ricchezza fosse finita? Tutta sperperata in droghe. Sarebbe rimasto senza un tetto sulla testa? Senza cibo? Proprio come era successo a lui tanti anni prima... No, non poteva permettere che quel ragazzo così... così... lui potesse ridursi alla miseria di quella vita. In un attimo decise che se nessuno si prendeva cura di quel cucciolo abbandonato, magari poteva farlo lui. Avrebbe dovuto rinunciare a tanto, ma si ripeté che andava bene anche così.

Lo trascinò con qualche difficoltà fino a quella che lui chiamava casa, un piccolo e diroccato semi-interrato di un palazzo fin troppo malandato anche per gli standard di quel quartiere. Con un sospiro di sollievo, notò che l'altro non sembrava nemmeno interessato a guardarsi intorno. Lo imbarazzava farsi sapere in quelle condizioni a soli diciannove anni. Quando Kyungsoo lo baciò nuovamente e con più violenza di prima, tutti i pensieri che vorticavano incessanti nella sua mente persero di significato, tranne un ultimo che continuò a rimbombargli in testa fin quando, molte ore dopo, non riuscì a prendere sonno.

Farsi scopare per la prima volta da uno totalmente fatto non è proprio un'idea geniale.


****



Da quella sera, Kyungsoo tornava ogni sera in quel quartiere, in quel vicolo a comprare ciò di cui aveva bisogno da quel ragazzo -che adesso aveva scoperto chiamarsi Jongin-  che ogni sera sembrava trovare una scusa diversa per vendergli dello schifo o/e sempre meno roba. L'ennesima sera in cui con un'alzata di spalle gli rispose stasera niente, mi dispiace si chiese perché continuasse ad andare da lui e invece non cercasse un qualsiasi altro spacciatore ben fornito. La testa sembrava scoppiargli da giorni, non faceva altro che vomitare e stare davvero una merda. Ne aveva un bisogno disperato. Era stanco di stare così male, così agitato e nervoso. Strinse le tempie tra le mani, facendo sempre più pressione mentre strizzava gli occhi nell'inutile tentativo di calmare il dolore.

«Ehi, stai bene?» chiese Jongin con quella che sembrò una nota di preoccupazione nella voce, allungando una mano verso di lui, che Kyungsoo scacciò via malamente.

«No che non sto bene, idiota! Non hai mai un cazzo di niente, ho la testa che scoppia! Cristo...» il volto di Kyungsoo fu attraversato da una smorfia di dolore prima d'essere costretto a voltarsi di scatto, piegarsi in due e vomitare l'anima. Jongin gli corse in contro sorreggendolo come meglio poteva e in quel momento pensò che non era davvero stata una buona idea cercare di farlo disintossicare a quella maniera. Aveva bisogno di aiuto, un aiuto serio e concreto che -si rese conto con rammarico- lui non poteva offrirgli adeguatamente. Cosa poteva fare? Aveva cercato di diminuirgli le dosi giorno dopo giorno, ma ora che se lo ritrovava in quello stato... Doveva portarlo a casa e legarlo fin quando non si fosse calmato? Chiamare un ambulanza e farlo ricoverare in ospedale? Probabilmente cercare dei parenti sarebbe stata la cosa più logica da fare ma d'altro canto, chi era lui nella vita di Kyungsoo? Lo spacciatore che si era portato a letto e che gli vendeva merda. Non era nessuno.
Così quando un nevrotico Kyungsoo si allontanò di scatto da lui incamminandosi per le strade di Seoul, rimase semplicemente immobile a fissare la schiena del ragazzo fin quando non sparì alla sua vista.


****


Jongin era quel tipo di persona che leggeva raramente i quotidiani. Non sprecava certo i soldi per comprarli; preferiva rimanere nell'ignoranza che morire di fame, detto in tutta sincerità. Ma a volte capitava che ne trovasse uno abbandonato su qualche panchina arrugginita al parco, o semplicemente qualche edicolante vecchio e gentile gli permettesse di leggerlo senza comprarlo. Allora si sedeva a gambe incrociate e, tutto attento e concentrato, iniziava a leggere dalla prima all'ultima pagina.

Quel giorno stava semplicemente facendo una passeggiata al parco, stringendosi più che poteva nella grande felpa grigia, la stessa che indossava la prima sera che Kyungsoo era andato da lui per comprare roba. Si ritrovò a pensare che erano almeno un paio di giorni che non lo vedeva. Forse aveva trovato un altro spacciatore, non è poi così difficile in fondo pensò con una punta di rammarico. A qualche metro da lui, vide un uomo in giacca e cravatta alzarsi da un panchina, ripiegare il giornale che teneva tra le mani e gettarlo nel cestino vicino, per poi incamminarsi nella direzione opposta alla sua, probabilmente diretto a lavoro. Jongin si avvicinò al cestino, pensando che a volte la gente è davvero assurda. Si guardò un attimo intorno (perché infondo si sarebbe vergognato a farsi beccare mentre recuperava un giornale dall'immondizia) e poi prese velocemente il groviglio di carta ripiegata, allontanandosi verso un punto più riparato e tranquillo dove poter leggere in pace.
Andò a sedersi ai piedi di un albero dalle grandi radici, accovacciandosi più che poté per recuperare un briciolo di calore in più. Marzo a Seoul è un mese davvero freddo. Cominciò a dare un'occhiata alla prima pagina, leggendo i vari titoli stampati in bella mostra al centro della pagina. Ma più che quei grandi caratteri neri scritti in grassetto, fu un piccolo trafiletto -giusto all'angolo in basso a destra della pagina- a catturare la sua attenzione: "Scandalo nella famiglia Do". I Do erano una delle famiglie più ricche e famose di tutta Seoul. A quello che sapeva, possedevano praticamente tutte le aziende e compagnie di comunicazione della metropoli e negli anni gli affari si erano allargati a contatti e commerci internazionali soprattutto con gli USA, cosa che aveva portato non pochi benefici all'intera nazione data l'amicizia economica tra i due paesi.
Seguì l'indicazione a piè di pagina che indicava l'articolo completo a pagina 27. Sfogliò velocemente finché non trovò ciò che cercava. In alto, lo stesso titolo della prima pagina riportato a caratteri più grandi e visibili, accompagnato da un sottotitolo che riportava: "Trovato senza vita il promettente erede del grande Do" e una foto del ragazzo sorridente accanto al padre, che stringeva un braccio attorto alle spalle del figlio. Rimase per qualche secondo immobile, gli occhi che studiavano i lineamenti di quel ragazzo in ogni suo particolare: dalle labbra spesse tirate in un sorriso radioso, i denti dritti e le gengive in bella vista; gli zigomi alti e tondi, gli occhi ridotti quasi a due fessure e le borse evidenti al di sotto di essi; i capelli neri e corti portati indietro in una cresta scompigliata e sbarazzina; il corpo snello e così piccolo avvolto in un completo elegante, in tinta con quello del padre. Con gli occhi ancora sgranati quasi quanto quelli naturali del ragazzo che sorrideva in foto, riuscì a cogliere qualche frase sparsa per la pagina, cogliendone il significato approssimativo: il ragazzo era stato ritrovato morto nei bagni di una discoteca e l'autopsia aveva riscontrato la causa della morte in overdose da cocaina.

Una lacrima scivolò giù lungo la guancia cadendo sul giornale, macchiandolo e lasciando che l'inchiostro si sciogliesse sulla carta, offuscando un piccolo cerchio di caratteri scuri.

Pensò che avrebbe davvero voluto conoscere quel ragazzo in circostanze migliori o, magari, in un'altra vita.









****








Leggete le note per favore!


Buonasera people! Finalmente dopo lo sbarco sul fandom dei Super Junior, approdo anche sul fandom degli EXO! E davvero, non era mia intenzione iniziare con una Kaisoo, ancor meno con una sottospecie di angst ma, come chi mi conosce sa, sono perseguitata da questa specie di maledizione che mi costringe a pubblicare (almeno come prima volta in un fandom) qualcosa di sicuramente triste.
E siccome nella Kaisoo muore sempre Jongin e io sono alternativa, ho fatto morire Kyungsoo. Capitemi, tutto ciò non era nemmeno in programma e davvero, la parte del bastardo o quellochevoletevoi più  che appiopaparla a Jongin perché è alto è figo, preferisco concederla a D.O. Scusatemi se non lo vedo il dolce e piccolo Do coccole, sorrisi e gné gné, ma la voglia di scrivere su di lui è partita proprio dalla mia visione del suo carattere e dalla caratterizzazione che volevo dare al mio D.O.
Ah, per le ripetizioni del verbo pensare: è fatto apposta, per il titolo e perché si.
Prendetela come viene.
Ah! I prezzi in won... prendetela come un licenza poetica. Fortunatamente non ho idea dei veri costi delle varie droghe (ho dato un'occhiata in internet per scegliere dei prezzi approssimativi) ma non sono nemmeno sicura del cambio corretto (sono troppo pigra per controllare) quindi spero per voi non siate informate su ciò e prendete tutto come licenza poetica, davvero.


* La mia cara mogliah mi ha fatto notare delle cose che credo sia meglio prendere in esame. Innanzitutto, i due protagonisti. Non ho volutamente descritto le loro vite o approfondito i loro sentimenti per dei motivi ben precisi. La storia è nata con lo scopo d'essere una specie di slice-of-life, quindi già questo dovrebbe spiegare tante cose. Jongin e Kyungsoo sono due personaggi particolari (e davvero gente, mi chiedo come abbia fatto a pensare e scrivere una cosa del genere in sole due ore) in una situazione ancor più strana. Ci sono dei motivi ben precisi dietro che hanno portato Jongin alla povertà e necessità di spacciare e altrettanti sono i motivi che hanno portato Kyungsoo ad entrare nel giro della droga. Non sto a spiegarveli adesso perché, sinceramente, se l'idea vi piace, sarebbe più carino scrivere altre one shot e far diventare questa una serie, in modo da scoprire cosa ha protato questi due ragazzi alla situazione attuale.
Comunque, fatto sta che alla fine, entrambi sono attratti l'uno dall'altro. Solo, Kyungsoo non se ne rende conto perché annebbiato dalla droga e Jongin.... boh. Sapeva che si sarebbe innamorato del vero Kyungsoo. Si dovrebbe capire dalla storia.
Credo che per quanto non sia scesa in particolari descrizioni psicologiche, la storia sia alquanto complessa da quel punto di vista.
Non so che altro dire al momento, io modifico le note ogni tre secondi perché puntualmente dimentico qualcosa d'importante da dire.

**Ahahah avevo sbagliato l'altezza di D.O xD Non me ne vogliate male, non sono una di quelle fan che sa a memoria vita, morte e miracoli dei ragazzi. Comunque, ho controllato in internet giusto ora, spero sia corretto adesso.

Sarei felice se mi faceste sapere cosa ne pensate, soprattutto vorrei capire se il fandom italiano si davvero attivo o meno quindi boh, io aspetto voi!

안녕하세요!

Polly~





   
 
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