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Autore: FrenKillerQueen    27/07/2013    0 recensioni
Mi guardava negli occhi.
Sì, non mi sbagliavo, guardava proprio me, con quegli occhi azzurri che difficilmente avrei potuto dimenticare, per quanto erano belli. E all’improvviso tutto ebbe un senso; tutta la sofferenza precedente trovò un suo perché.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mi precipitai da Andrea come una furia.
Conoscevo bene dove abitava, essendoci stata parecchie volte; una partita alla Play e un joint non si rifiutano mai!
Lui però non era proprio di buonumore.. Nel suo posacenere si intravedevano le miriadi di mozziconi di sigarette fumate e filtrini e capì in quel momento che c'era qualcosa che non andava, senza aver ancora visto i suoi occhi vuoti e spenti.
"A-Andrea.. Che é successo?"
Tremavo nel vederlo così affranto.
"Nicole.." Mugugnò lui, aspirando lentamente il fumo dalla sua canna.
Mi venne un colpo allo stomaco.
Che cosa aveva fatto ancora quella stronza? Che altro gli aveva detto per ridurlo ancora così? Giuro l'avrei uccisa prima o poi.
"Che ha fatto ancora?" Dissi, traducendo i miei pensieri in parole.
Tirò su con il naso, mi resi conto che aveva pianto. Inutile dire che quando lo sentii mi pianse il cuore a mia volta.
"Ieri siamo usciti e.."
"E..?" Incalzai, mentre lui fumava nervosamente.
"..E lei mi ha detto che lei è troppo diversa da me e che non siamo fatti per stare insieme". All'ultima parte della frase gli vennero gli occhi lucidi e appena me ne accorsi corsi subito ad abbracciarlo e lui per tutta risposta si strinse con la testa sull'incavo del mio collo.
"Andrea.." Sussurai dolcemente. "Non pensare mai di essere troppo per lei, capito? È lei che è troppo poco per te".
"Ma, Frè, è così bella, così angelica, così.."
"..puttana" aggiunsi io d'istinto, ma dopo me ne pentii amaramente di averlo detto.
Passammo un intero pomeriggio così: Andrea che guardava il soffitto accendendosi sigarette e rollandosi canne una dietro l'altra alternandole, mentre io lo guardavo perso nella sua disperazione e cercando invano di rincuorarlo.
Si fece tardo pomeriggio e io, stamca di parlare a vuoto, lo lasciai lì dicendo "Se non prendi in mano tu la situazione lo farò io"
"E cosa hai intenzione di fare?" Urlò lui dalla sua stanza.
Non risposi, perchè già avevo preso la strada della porta, sbattendola per il nervosismo.



Più tardi, tornai a casa, stremata dalla situazione e dal viaggio in metropolitana.
Mi stesi sopra al letto e mi addormentai una mezz'oretta, giusto il tempo di riprendermi.
Quando mi svegliai era ormai quasi orario di cena e per dare il tempo a mia madre di cucinare intanto mi connettei su Facebook e guardai le notifiche. 10 + 1 messaggio.
Lo aprii.
Era Andrea.
"Ti ringrazio per oggi, sei stata una vera amica, io adesso mi sono ripreso. Ti va di uscire domani per prenderci un caffè? Ti devo raccontare degli ultimi sviluppi :)" Bah, questo ragazzo non cambierà mai, trova sempre un modo per farsi perdonare da me, pensai. Però almeno domani l'avrei visto con il suo bellissimo e usuale sorriso. Cenai e trascorsi la mia serata tranquillamente in attesa dell'uscita dell'indomani.



Era la prima mattinata ed io sono sempre stata solita essere puntuale agli appuntamenti: non ritardai nemmeno quella volta.
Invece Andrea arrivò tutto trafelato bofonchiando scuse sconnesse alternandole a giustificazioni inesistenti che però crollarono davanti ad una mia semplice domanda:
"A che ora ti sei svegliato?"
E la sua risposta fu "10 minuti fa".
Ci dirigemmo al nostro solito bar dove conoscevo sia i proprietari che il personale ed ordinammo due caffè.
"Allora, Andrea, che altro capitolo si è aggiunto a 'La storia infinita'?"
"Spiritosa - rise lui - in realtà non ti volevo parlare di Nicole".
"Ah no? Strano, perchè di solito mi fai una testa così".
Sorrise.
"No stavolta no, ti voglio parlare di me".
Il modo in cui lo disse mi fece vibrare l'anima ed inquietare allo stesso tempo.
"Di te? Ma io so tutto di te, siamo migliori amici da 4 lunghi anni"
"Sì ma non sai una cosa".
Il suo sguardo si fece profondo e serio, mi prese le mani e le strinse nelle sue.
"Ti volevo dire che sono innamorato".
Io lo guardai indispettita.
"Ma se ieri stavi piangendo per Nicole perchè l'amavi?!"
"Mi sono reso conto che ho sempre amato una persona che avevo sempre avuto sotto gli occhi"
"E cioè?"
"Cioè tu".
  
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