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Autore: Angel_B    27/07/2013    1 recensioni
Cos'è successo ai ragazzi dell'Upper East Side dopo l'ultima puntata della 4^ stagione? Quali scandalosi segreti nascondono dietro calici di champagne e abiti firmati?
Disclaimer: i personaggi presenti nella storia non mi appartengono. Le vicende narrate sono frutto della fantasia della sottoscritta.
Disclaimer: i personaggi citati nella storia non mi appartengono. Le vicende narrate sono frutto della fantasia della sottoscritta.
"Fingi Blair, fingi di divertirti. La sincerità non ha mai fatto parte di questo mondo."
"Non sarebbe dovuto finire tutto così, Chuck! Se il mondo in cui viviamo è falso, cosa ci resterà di ciò che siamo adesso, in futuro?"
"Un paio di Laboutin tacco 12, presumo..."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
C’era una volta, nel lontano regno di Manhattan, un giovane principe gentile e riservato.
Un giorno, il principe venne invitato ad una festa che, nel giro di una sera, avrebbe cambiato molte cose.
Non vi aspetterete di certo che qualcuno perda una scarpetta, vero?
Quella è roba antica!
Le uniche cose che si perdono in una festa dell’Upper East Side sono la verginità …
o le staffe!
L’importante è saper affrontare le conseguenze, non è forse vero, N?"

 
La tempesta del rapimento era ormai passata. Gossip Girl era riuscita ad arrivare anche alle notizie più riservate, rendendo la faccenda di dominio pubblico più di quanto fosse auspicabile. Blair e Serena, tuttavia, si erano riprese, anche se non del tutto. La loro attenzione adesso, come quella di tutto l’Upper East Side, era focalizzata sul processo di Nate Archibald per il caso Kohler. Chuck sembrava essere fiducioso, fin troppo, mentre il giovane accusato temeva davvero di non farcela. Il giorno prima del processo aveva messo a dura prova i nervi di entrambi.
C: “Pare che il nuovo avvocato non sia poi così male. Mi ha spiegato la situazione, hai ottime chance Nathaniel.”
N: “Ci crederò solo quando mi avrà tirato fuori di qui.” – Disse col tono piatto di chi ha perso ogni speranza.
C: “Non puoi arrenderti prima ancora di aver lottato. Affronta la situazione con coraggio, come hai sempre fatto, come quando la tua famiglia è andata in rovina. Non ti sei arreso allora, e non ti arrenderai neanche adesso. Intesi?” – Sorrise.
N: “Non mi fido della giustizia.”
C: “Oh, invece devi fidarti. La giustizia non può essere corrotta!”
N: “E se … l’accusa inventasse delle prove?”
C: “In quel caso, ne inventeremo anche noi.”
N: “Ma non hai appena detto che la giustizia non può essere corrotta?”
C: “Sì, ma … io sono Chuck Bass!”
Gli fece l’occhiolino, lo salutò e si diresse rapidamente fuori dall’edificio.
 

Un vero Bass affronta la vita come una partita di poker,
e una partita di poker come se da essa dipendesse la sua vita, ma il bravo ragazzo dell’Upper East Side
saprà stare al gioco?
Da che parte penderà la bilancia della Verità?  Non fatevi ingannare, la Dea Bendata vede tutto,
anche i trucchetti di Chuck Bass.

 
L’espressione di Blair fu attraversata da un lampo di sorpresa quando lesse il messaggio che Chuck le aveva appena inviato: “Ti devo parlare. Vieni all’Empire. Ora!”
L’idea di andare nel covo del Diavolo non la entusiasmava, tuttavia doveva ammettere che Chuck l’aveva aiutata ad incastrare Mattew Ward, quindi era in debito con lui, in un certo senso. Non ci mise molto a raggiungere l’Empire ed a salire all’ultimo piano. Bussò, incerta ma elegantissima nel suo completo beige impreziosito da una fila di perle. La porta si aprì e Blair si trovò, per l’ennesima volta, nella suite che era stata lo sfondo di tante e tante conversazioni, alcune concluse con un brindisi seguito da una notte di fuoco, altre con un “addio” imbronciato, altre ancora senza parole, ma con la tristezza nel cuore. Chissà come sarebbe andata a finire quella volta, pensò la ragazza.
C: “La tua vista è un piacere per i miei poveri occhi stanchi, Waldorf.”
Non c’era ironia nel suo tono, né tantomeno scherno. Non sembrava sul piede di guerra, ma Blair lo conosceva troppo bene per lasciarsi incantare.
B: “Bass, quando la finirai con le tue lusinghe? Ho mille cose da fare, non posso dedicarti più di dieci minuti.”
C: “Oh …” –La guardò dritto negli occhi, e la ragazza intravide, o credette di intravedere, un lampo di tristezza nel suo sguardo- “Volevo parlarti di un argomento delicato, ma se hai solo pochi minuti per me, cercherò di essere breve. Ricordi Isabelle?”
Il cuore di Blair si fermò per un attimo. No, non quel nome! Non di nuovo …
B: “La ricordo benissimo. Scarpe brutte come le sue sono difficili da scordare.”
C: “Beh … lasciamo da parte le sue scarpe per il momento. Quando sto per dirti, non è in nessun modo affar tuo, tuttavia sento che devo assolutamente raccontarti tutto, non so per quale motivo. Isabelle e io stavamo insieme ... per denaro. Solo ed esclusivamente per denaro. Non c’è mai stato amore. Stare con lei era come vivere accanto ad una statua di ghiaccio.”
B: “Cosa?!” –Era scioccata ma riusciva a stento a trattenere un sorriso- “Questo però spiegherebbe le parole che mi hai detto al ballo in maschera, quando mi avevi confuso per lei.”
C: “Già, il ballo … Devi sapere che, mentre tu ti godevi la crociera con il tuo principe azzurro, io sono stato travolto dalle spire infernali del gioco e dell’alcol in Giappone. È lì che ho conosciuto Isabelle, da quel momento è iniziato il mio calvario.”
Mentre parlava, Chuck aveva invitato la ragazza a sedersi, e le stava porgendo un calice di Champagne per addolcire la storia.
C: “Lei ha approfittato della mia debolezza psicologica, mi ha ingannato e mi ha costretto a fare un patto. Avrei dovuto fingere di stare con lei e metterle a disposizione tutta la mia ricchezza, fino all’ultimo centesimo … o lei mi avrebbe portato via tutto!”
B: “Tu sei il mago delle finanze, Chuck. Com’è possibile che una ragazza così ti abbia ingannato? Non capisco!”
C: “Ad essere sincero, neanche ricordo la sera in cui l’ho conosciuta. Ero pieno d’alcol, probabilmente non ricordavo neanche il mio nome. La mattina seguente, mi sono ritrovato nella sua camera d’albergo, con il contratto già firmato lì sul comodino. Per un attimo, avrei voluto uccidermi: alcolizzato, drogato, senza una famiglia e senza neanche più giurisdizione sul mio denaro … La mia vita non serviva a niente!”
B: “Non dirlo neanche per scherzo!”
C: “Sai cos’è stata l’unica cosa che mi ha tenuto in vita?”
Blair non rispose. Si limitò a fare cenno di no con la testa, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo.
C: “Tu, Blair, proprio tu. Ho pensato al tuo sorriso quando ti portavo i macarons per colazione, al modo in cui solo tu sai guardarmi, alle tue labbra, ai tuoi capelli arruffati di prima mattina, al tuo profumo. Improvvisamente capii che c’era solo una cosa per cui valeva la pena lottare, nella mia vita: tu. Ecco perché sono tornato. Ecco perché sono qui adesso.”
La ragazza era immobile, stava ancora elaborando la notizia. I suoi occhi cominciarono ad inumidirsi, sempre di più, finché non sgorgarono le prime lacrime. Improvvisamente, gli si buttò tra le braccia, con la testa sul petto di lui, come per sentire i battiti del suo cuore e capire se tutto ciò che stava dicendo era vero. Rimasero a lungo in quella posizione, entrambi persi nei loro pensieri. Poi Chuck la prese per il mento, girando così il volto di lei verso il suo. Quello sguardo sembrò durare secoli, nessuno dei due sapeva bene cosa fare dopo. E poi accadde l’inevitabile. Le loro labbra si unirono in un bacio appassionato, carico di desideri, speranze, gioia, amore … Le loro lingue si cercavano disperatamente, come un pellegrino che dopo aver tanto vagato nel deserto, ha finalmente trovato un’oasi dove dissetarsi. Sembrava il finale perfetto per un romanzo ottocentesco, se non fosse stato interrotto da Blair, che si staccò lentamente dalle labbra di Chuck, e lo fissò.
B: “Tra cinque giorni mi sposo.”

Nei film sembra tutto così semplice!
Lui ama lei, lei ama lui, lui confessa i suoi sentimenti, lei cade ai suoi piedi
e tutto finisce con un bel matrimonio.
Gli elementi ci sono tutti. Peccato che il matrimonio
sia con un’altra persona!
 

Il giorno seguente
Era mezzogiorno in punto quando Nate guardò l’orologio. Se lo sarebbe ricordato per sempre, poiché quella era l’ora in cui il suo incubo era finalmente terminato. Le sue orecchie non lo stavano ingannando, il giudice aveva davvero pronunciato il verdetto: innocente. C’era davvero da stupirsi? In fondo, lui era il bravo ragazzo dell’Upper East Side, il fidanzato che ogni madre avrebbe voluto per sua figlia, e poi aveva l’appoggio di Chuck. Ciò significava avere la vittoria in pugno. Strinse la mano al suo avvocato, poi corse ad abbracciare sua madre, che tremava ancora per la tensione. Accanto a lei erano seduti anche Blair, Serena e Chuck, tutti certi del trionfo del loro amico. Ringraziò di cuore l’amico di tutto ciò che aveva fatto per lui, abbracciò anche Blair, ma il suo sguardo si soffermò su Serena. Quante volte l’aveva umiliato, preferendogli il ragazzo solitario? Quante volte l’aveva fatto sentire il terzo incomodo? Eppure, se c’era una persona che non avrebbe voluto deludere in quel processo, era proprio lei. Se fosse stato dichiarato colpevole, avrebbe sopportato lo sguardo disgustato di tutti, dell’intera Manhattan, ma non quello di Serena. Dal canto suo, la ragazza sembrava aver intuito i pensieri di Nate, e stava ricambiando il suo sguardo con forte intensità. Quando tutti furono usciti dal tribunale, fu proprio lei a proporre di andare a brindare, contagiando tutti con la sua allegria. Nate le si avvicinò.
N: “Ascolta, Serena. Abbiamo passato anni a rincorrerci e abbandonarci. Se c’è una cosa che questa storia mi ha fatto capire, è che devo cogliere l’attimo, perché la vita può riservarci delle sorprese, belle o brutte, e tutto ciò in cui crediamo può crollare all’improvviso. Non ho più intenzione di perdere tempo correndo dietro a ragazze di cui non mi importa davvero, ma purtroppo non ho la certezza che i sentimenti che provo per te siano ricambiati al cento per cento. Voglio provarci ancora una volta, andiamo con calma: Serena van der Woodsen, vuoi cenare con me, stasera? Vuoi essere la mia principessa per una notte? O per molte altre, se vorrai.”
La proposta di Nate era arrivata improvvisamente, la ragazza era colta di sorpresa. I loro rapporti non si erano ancora ristabiliti del tutto, tuttavia non poté far a meno di provare un brivido di gusto nel sentire quelle parole. Lo guardò attentamente, sorrise e si avvicinò a lui con fare giocoso.
S: “Passami a prendere stasera alle sette.”
La conversazione tra i due fu bruscamente interrotta da Chuck.
C: “Perdonami, S, ma devo rubarti il cavaliere. Dobbiamo discutere di faccende da uomini.”
S: “Trattalo bene, Chuck. Deve essere in forma per l’appuntamento di stasera!” –Gli fece l’occhiolino e si diresse verso Blair.
N: “Chuck, sono in debito con te. Senza il tuo aiuto sarei in galera, adesso.”
C: “Io non ho fatto nulla, ho solo la fortuna di conoscere tante persone. Ora che la storia è finita, posso sapere la verità, Nate? Sei stato davvero tu oppure no?”
N: “Tu cosa pensi?”
C: “Ho imparato a non fidarmi di nessuno … ma tu sei il mio migliore amico, se mi dici di essere innocente, per me sei innocente.”
N: “Fidati del tuo istinto, Chuck. Sì, sono innocente,e oggi è stato ampiamente dimostrato. Non voglio rovinarmi la vita come mio padre, ora voglio solo pensare alle cose belle che essa ha da offrirmi.” –Sorrise.
C: “Come la bella van der Woodsen.” –Ricambiò il sorriso.
N: “Esatto!”
Si accorsero che Serena li stava chiamando per andare a brindare alla salute di Nate. Chuck si incamminò per primo verso le due ragazze, cercando di ignorare la conversazione con Blair, almeno per quel giorno. Nate lo seguiva a qualche passo di distanza.
N: “Maledetto Kohler, è per colpa tua che ho dovuto subire tutto questo” –Strinse i pugni- “Ti ucciderei altre mille volte …”
C: “Hai detto qualcosa, Nathaniel?”
N: “Oh … Sì, ho detto che dobbiamo sbrigarci!” – Disse, sfoggiando il sorriso più bello che potesse.
 

Si conosce meglio il proprio nemico che il proprio migliore amico:
è più facile guardarsi le spalle da chi non conosci.
A quanto pare, il ragazzo d’oro ha un cuore di pietra,
e io che pensavo che il Cavaliere Nero fosse Chuck Bass …
Non preoccuparti, N, nessuno verrà a farti la predica:
solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra, e nell’Upper East Side
il peccato è un accessorio irrinunciabile!

 
Finalmente il giorno del matrimonio reale era arrivato. Tutto il Principato di Monaco era in gran festa, pronto per accogliere la nuova principessa Blair con tutti gli onori. Quell’evento era stato al centro dell’attenzione dei tabloid da così tanto tempo che sembrava non arrivare mai, ed invece, finalmente, il sogno d’amore di Blair e Louis sarebbe stato coronato. Come di consueto, la cerimonia civile si sarebbe celebrata prima di quella religiosa ed avrebbe avuto luogo nella Sala del Trono del palazzo Grimaldi, che per l’occasione era stato decorato nei toni del bianco e del beige. Eleganti drappi si snodavano ovunque, incartando la sala come un pacco regalo. Gli invitati a quella prima cerimonia sarebbero stati solo un’ottantina, tra cui la famiglia della giovane sposa ed i suoi inseparabili amici, oltre ai capi di stato dei vari paesi. Eleanore e Cyrus erano emozionatissimi, si stringevano le mani in una morsa aspettando che la piccola Blair facesse la sua comparsa. Serena era splendida, avvolta nel suo Gucci dorato a sirena. Sedeva accanto a Nate, che indossava un completo blu, intonato ai suoi occhi. Chuck aveva optato per il grigio, con cravatta rosa e occhiello abbinato.
Louis era già all’altare, nel suo abito da cerimonia bianco. Aveva il cuore in gola, non era mai stato davvero sicuro che quel matrimonio avrebbe avuto luogo, sapeva che Blair aveva temporeggiato a lungo, e la colpa era anche di quell’odioso Chuck Bass che non perdeva occasione per tormentarla. Ma il passato non contava più nulla, ora la sua sposa sarebbe entrata da quella porta e l’avrebbe reso l’uomo più felice della terra con un semplice “sì”. E poi, finalmente, le porte si aprirono e la sposa fece la sua entrata trionfale, sotto braccio di suo padre, mostrando a tutti la sua bellezza. L’abito bianco le cadeva perfettamente, con uno scollo a cuore sul corpetto che si stringeva sulla vita, per poi lasciare spazio ad un’ampia gonna decorata con tanti piccoli Swarovski. Niente velo, al suo posto, una tiara di diamanti completava l’insieme. Attraversò la navata con passo lento, poi il padre la lasciò al suo sposo, che la ricevette con un ampio sorriso. La cerimonia ebbe inizio. Tutti erano molto emozionati, alcuni non riuscivano a trattenere le lacrime per la gioia. Alla fine, il Presidente del Consiglio di Stato pronunciò la classica formula:
-       “Vuoi tu, Louis Antoine, prendere Blair Cornelia Paige come tua sposa?”
L: “Sì, lo voglio.”
-       “Vuoi tu, Blair Cornelia Paige, prendere Louis Antoine come tuo sposo?”
B: “Io …”
C: “NO!!!”
La voce del ragazzo si intromise prepotentemente, lasciando tutti a bocca aperta. Fu come un fulmine a ciel sereno. Ogni singola persona presente in sala, si girò verso Chuck, con aria infuriata.
B: “Perché lo hai fatto, Chuck, è inutile …” –mormorò tra sé.
 
Due anni dopo
Un raggio di sole filtrava leggero dalle tende di seta della camera da letto, colpendo il volto di Blair ancora assonnato. Nella stanza regnava il silenzio più totale, finché la sveglia non interruppe quell’attimo di paradiso. La ragazza si sentì accarezzare la guancia da un bacio, poi quel bacio raggiunse la sua bocca, invitandola ad aprire gli occhi. Si svegliò tra le braccia dell’uomo della sua vita.
C: “Buongiorno mia principessa. Spero che abbia trascorso una piacevole nottata.” –esordì con un ghigno.
B: “Che ore sono? Ho sonno! Avrò sicuramente le occhiaie … Colpa tua, Bass!”
C: “Stanotte non ti sei lamentata delle occhiaie” –rise- “Sarai perfetta comunque! Tu sei sempre perfetta.”
B: “Ne è valsa la pena, lo ammetto. Non c’è imperfezione che un buon fondotinta non possa cancellare.”
C: “Facciamo colazione in terrazza?”
B: “Ho un’idea migliore … Facciamo colazione a letto!” –Gli fece l’occhiolino.
C: “Blair … sono le sette.”
B: “Cosa?! È tardissimo! Perché non me l’hai detto prima? Louis e François saranno all’aeroporto tra un’ora!”
C: “Porta anche il bambino? La madre di Louis non aveva detto che non avrebbe potuto uscire dal principato?”
B: “Per una volta che sono riuscita a convincerla, guarda come mi ritrovo!”
Non finì la frase che già era saltata fuori dal letto e si stava dirigendo in bagno per farsi la doccia.
C: “Ti ci accompagno io, non ti far prendere dal panico.”
B: “Sei stupido, Bass? Non puoi accompagnarmi tu! Scoprirebbe tutto, manderesti all’aria due anni di impegno!”
C: “Hai ragione … ti porto a casa di tua madre, da lì ti farai accompagnare dal suo autista.”
B: “D’accordo.”
Chuck si sedette sul letto, pensieroso.
C: “Spiegami ancora una volta che senso ha il tuo matrimonio con Louis.”
B: “Sai che non voglio più fare questo discorso. Vi amo entrambi, anche se in maniera diversa … Sei ancora in pigiama? Sbrigati!”
C: “Ho speranze di rivederti stasera, al matrimonio?”
B: “Certamente, Bass! Non posso certo mancare al matrimonio della mia migliore amica. Sono sicura che lei e Nate saranno stupendi!”
Rideva mentre parlava del fatidico “sì” dei loro amici. Per un attimo era tornata la Blair spensierata di quando aveva 16 anni, quando l’unica cosa che le importava era partecipare ai party più in dell’Upper East Side. Poi, improvvisamente, ripiombò nella dura realtà. Uscì dal bagno, avvolta in un accappatoio bianco, e guardò fisso Chuck.
B: “Stasera dovremo … dovremo ignorarci? Insomma, trattarci come vecchi conoscenti?”
C: “Temo di sì. Tu avrai tuo marito e tuo figlio, la mia presenza non sarà necessaria, anzi direi che sarebbe fuori luogo. Per me sarai solo la Principessa Blair.”
B: “Sarà orribile. Non so se ce la farò.” –Si buttò tra le sue braccia – “Cosa posso fare?”
C: “Fingi Blair, fingi di divertirti. La sincerità non ha mai fatto parte di questo mondo.”

B: “Non sarebbe dovuto finire tutto così, Chuck! Se il mondo in cui viviamo è falso, cosa ci resterà di ciò che siamo adesso, in futuro?”

C: “Un paio di Laboutin tacco 12, presumo...”
 

La vita di una principessa è piena di decisioni difficili.
Sembra che per una volta, la regina B, o dovrei dire la principessa B,
abbia scelto l’amore:
sappiamo tutti che ci sarà posto sempre e solo per un cavaliere nel suo cuore.
Devo correre a comprare un abito per stasera!
Gossip Girl non può mancare al matrimonio più atteso di Manhattan.
Auguri e figli maschi, Serena e Nate! Speriamo che il vostro matrimonio sia come un tubino nero:
di gran classe e intramontabile.
Sapete di amarmi!
XOXO Gossip Girl

 
 
 
Si conclude così la mia interpretazione della 5^ stagione di Gossip Girl. Devo essere sincera, non ho voluto vedere l’ultima stagione del telefilm in tv prima di concludere la mia storia, perché temevo che altrimenti avrei preso troppa ispirazione da esso e parte della mia fantasia sarebbe svanita. Ho preferito quindi creare una storia originale, lasciandomi guidare solo dalla mia mente. So che è un po’ diversa dalla classica storia a lieto fine che tutte desiderano, ma spero davvero che questa fan fiction vi sia piaciuta, vi abbia tenuto compagnia e vi abbia emozionato. Ricordate che è la prima che scrivo, quindi magari non avrò raggiunto livelli eccelsi, ma mi sono divertita molto!! Aspetto come sempre le vostre opinioni e spero di tornare presto a scrivere, su questo o su altri fan dom. :D
Baci e abbracci, Angel_B
  
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