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Autore: Liberty89    27/07/2013    4 recensioni
Storia Incompleta.
Vexen s’inchinò e scomparve in varco oscuro per riapparire nel suo laboratorio. Si avvicinò alla scrivania e prese in mano una fiala di liquido scarlatto.
-Numero XIII… presto sarai mio…- sibilò il Freddo Accademico con un ghigno divertito.
-dal capitolo 2-
Una long-fic sull'arrivo di Roxas nell'Organizzazione e sul suo addestramento, nonché sulla pazza e misteriosa non-vita che conduce con i suoi compagni.
Par: Akuroku, Zemyx, Vekuroku, XemnasxSaix
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Organizzazione XIII
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con | Contesto: KH 358/2 Days, Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti! :3 No, non avete un'allucinazione e nemmeno siete diventati pazzi, sono realmente tornata a distanza di un mese con il nuovo capitolo! ù.ù Farmi finalmente una vacanza mi ha aiutata molto e mi sono portata avanti con il capitolo nuovo, che è pronto da almeno un paio di settimane, ma ho preferito aspettare a postarlo, e con questo vi dico che spero di aggiornare da qui alla fine, una volta al mese. Mi impegnerò, lo prometto a voi e alla fan fiction. Detto questo, vi auguro una buona lettura :3

Ps: Grazie a Melissa per il betaggio finale :3


Capitolo 35: Scacco matto

Rurouni Kenshin - Talk to the moon

Erano ore che se ne stava alla scrivania, carte alla mano, a fare un solitario dietro l’altro, visto che la sua consueta avversaria di poker non c’era più. Tuttavia, il risultato che stava ottenendo dall’inizio non gli piaceva affatto. Girò l’ultima carta e la guardò con freddezza quando vide di aver perso un’altra volta.
Lui era lo Sfidante del Destino, di fronte a lui qualsiasi tipo di gioco cedeva le armi, sottomettendosi al suo potere, alla sua fortuna. Non aveva mai perso, semplicemente perché non poteva perdere. Eppure, la donna di picche che teneva tra le dita, era la prova fisica e reale della sua ennesima sconfitta.
Sospirò e raccolse le carte per mescolarle e tentare nuovamente, la noia di certo non l’avrebbe colpito. Gli piaceva avere quei sottili oggetti tra le mani, metterli insieme, separarli, usarli in infinite combinazioni, gli donava una sensazione di appagante potere, che gli ricordava tanto la sua precedente esistenza: quando era un accanito giocatore d’azzardo, che vinceva praticamente sempre, circondato da nubi di fumo di sigaro e bellissime donne che facevano la fila per averlo anche solo per metà di una notte.
Ora, invece, non gli restava altro che quel mazzo di carte con cui poteva fare sostanzialmente qualsiasi cosa. Poteva fermare il tempo dell’avversario per almeno un minuto, metterlo in difficoltà e mutare le condizioni di gioco a suo favore. Non erano mosse pulite, ma chi c’era a impedirglielo?
Dispose le carte davanti a sé con una precisione quasi maniacale, poi, con il mazzetto rimastogli, diede inizio al solitario. Una dopo l’altra, passarono tra le sue dita inguantate di nero e andarono a finire sul ripiano bianco, unendosi alle altre già presenti. Nella stanza illuminata appena dai raggi lunari non si sentiva altro che il fruscio delle carte da gioco, le tende erano immobili davanti alla finestra chiusa e le labbra del Nessuno erano morbidamente serrate, ferme in una linea quasi retta.
Infine, giunse ancora l’ultima carta.
Luxord la fissò con gli occhi azzurrissimi con incredibile intensità, quasi volesse vederci attraverso, poi passò a guardare le carte disposte sulla scrivania, in bilico tra la luce della vittoria e il buio della sconfitta, esattamente come il loro padrone, che con quell’assurda non-esistenza, stava sul ciglio del Nulla.
Esattamente come l’ombra che si trovava alle sue spalle.

***
Si svegliò di colpo a causa di un bussare a dir poco insistente, che lo fece saltare per aria tra il materasso e le coperte, che per poco non lo strozzarono. Dopodiché una voce disperata si aggiunse ai pugni che venivano gettati contro la porta.
-Axel! Axel svegliati!- urlò il visitatore.
-Sono sveglio… arrivo…- mugugnò il numero VIII, alzandosi dal letto e dirigendosi a passo lento e strascicato verso l’uscio.
Tuttavia, non si avvicinò oltre perché l’ospite, stufo di attendere e fallito il tentativo di aprire la porta chiusa a chiave, aveva attraversato un varco oscuro e si era piazzato davanti al rosso, che lo guardava con un occhio chiuso e uno mezzo aperto, perché ancora intontito dal sonno.
-Dem…? Che succede…?-
-Zexion…- mormorò il musicista con ansia, deglutendo e destando finalmente l’altro. -Zexion non lo trovo da nessuna parte!- dichiarò, fissandolo con gli occhi lucidi e pieni di preoccupazione mista a paura.
-Sei sicuro? Hai cercato dappertutto?- domandò Axel con tono grave.
-Ovunque! Sono andato a bussare persino da Xemnas, perché credevo di trovarlo lì a controllare Saix, ma non c’era!- disse, disperato, trattenendo un singhiozzo.
-Dobbiamo andare a cercarlo, forse su un altro mondo…-
-Non sarebbe andato via senza avvisarmi…- rispose Demyx, gettando poi un’occhiata sfuggente al letto. -Scusa ma… dov’è Roxas?- chiese poi con orrore.
Il rosso si voltò di scatto, sgranando gli occhi verdi quando vide che il materasso che era convinto di star dividendo col suo proprietario era vuoto.
-Non è possibile…- asserì, avvicinandosi. -Era qui che dormiva… accanto a me.-
-Non sarà… che…-
-No!- tuonò il Soffio di Fiamme Danzanti, voltandosi con le iridi che sputavano fuoco. -È assurdo!-
-Assurdo, ma possibile.- replicò il numero IX, controllandosi e guardandolo con serietà. -Zexion… credo che sapesse che gli sarebbe successo qualcosa…-
-Ti ha detto qualcosa che può esserci utile?- indagò l’altro, stringendo i pugni con tanta forza da far frusciare i guanti.
-No, purtroppo…- rispose con rammarico, abbassando la testa. -Però so cosa farebbe.- aggiunse, rialzandola e mostrando due iridi determinate.
-Cioè?- chiese Axel, quasi intimorito da quello sguardo.
-Manterrebbe il sangue freddo e poi andrebbe direttamente da Xemnas.- disse convinto, continuando immediatamente per fermare una possibile replica dell’amico. -Pensaci Axel, è l’unica cosa che ci resta da fare. So che vuoi proteggere Roxas, ma se andiamo avanti così, non potremo aiutarlo. Invece, possiamo correre da Xemnas e dirgli che c’è un traditore che sta usando il nostro compagno per eliminarci.- concluse, aprendo un varco alle sue spalle. -Che vuoi fare Axel?-
Il numero VIII strinse i pugni e i denti, portando l’attenzione al letto e ricordandosi immediatamente del momento in cui lui e il custode si erano coricati di schiena, guardando le stelle incollate al soffitto e addormentandosi poco dopo, insieme con le dita intrecciate. Quando, però, il biondo si era alzato per andare chissà dove -si rifiutava di pensare che Roxas avesse eliminato anche Zexion- non si era accorto di nulla, e non avrebbe mai smesso di maledirsi per questo. Tuttavia, non era il momento di piangersi addosso e restare chiuso in quella stanza. Rialzò gli occhi color smeraldo e trovò l’elegante figura della rosa che aveva donato a Roxas, ora completamente fiorita in un tripudio di rosso chiazzato di blu all’esterno e viola intenso sui petali più interni.
-D’accordo.- rispose con voce dura. -Sbrighiamoci.- proseguì, avviandosi dietro l’amico, che era già sparito oltre le spire del passaggio oscuro.

***

Kuroshitsuji II - Dance Macabre

Fu un istante e l’arma si mosse senza un fiato in un fendente orizzontale. Come la lama di una ghigliottina, calò con un luccichio buio e sinistro sul collo della sua vittima, che però, si difese, evocando un’enorme carta, che incassò il colpo al suo posto, per poi svanire in una manciata di coriandoli bianchi e neri.
-Che diavolo…?!- esclamò il Senza Cuore, decisamente sorpreso e allibito quando nel girarsi si trovò di fronte un Samurai a spada sguainata pronto per ucciderlo. -Questo… è uno dei Nessuno di Roxas… che sta succedendo?!- pensò allarmato, guardando ovunque, persino sul soffitto, tenendosi pronto a reagire a un altro attacco.
Attacco che non tardò ad arrivare. Infatti, il Nessuno di bassa lega impugnò anche la seconda katana e la incrociò con l’altra, facendosi avanti per muovere una nuova offesa. Luxord strinse i denti e bloccò i movimenti del guerriero grazie al suo potere, dopodiché richiamò una decina di carte e gliele lanciò contro, eliminandolo. Con occhi larghi, lo Sfidante del Destino impugnò altri dardi e fissò ogni angolo della propria stanza, sentendosi in trappola al pari di un topo da laboratorio, che viene controllato dallo sguardo di uno scienziato a cui importa unicamente l’esito dell’esperimento.
Rabbrividì a quei pensieri, ma scosse il capo, scacciandoli.
-Roxas!- chiamò, con fare nervoso. -Lo so che sei qui! Fatti vedere!- ordinò, studiando le pareti con minuzia, mentre un ricordo di ciò che era la paura si faceva vivo nella sua mente per poi espandersi nel suo animo.
Tuttavia, né la Chiave del Destino né altri comparvero all’interno della camera, che tornò muta e immobile, come un quadro appeso a un muro. Il numero X deglutì, continuando a far schizzare le iridi azzurre da un angolo all’altro, poi all’improvviso, davanti a sé vide aprirsi un varco oscuro, da cui emerse una coppia di Samurai, che balzarono immediatamente verso di lui. Capendo che il collega non si sarebbe fatto avanti tanto presto, Luxord schioccò le dita e comparvero immediatamente due Giocatori d’Azzardo per difenderlo.
Le quattro creature presero a darsi battaglia a suon di spada e dadi usati come proiettili. I colpi venivano sferrati con una velocità incredibile e venivano incassati e schivati da entrambe le parti con la stessa frequenza. Si spostavano dal pavimento al soffitto con agili salti e capriole, ignorando completamente il biondo che osservava loro e contemporaneamente la stanza. Quella piccola battaglia, simile a una baruffa tra cani, durò per qualche minuto abbondante e terminò con la morte di tutti i contendenti nel medesimo istante e il silenzio calò ancora con fare imperioso, gettando una terrificante sensazione di gelo tra quelle quattro mura.
Luxord inghiottì a vuoto per l’ennesima volta, ignorando con testardaggine il rivolo di sudore freddo che gli colava dalla tempia, poi si fece attento quando sulla parete della porta, si aprirono due passaggi infidi e bui, che liberarono altri due spadaccini, che senza proferire verbo si lanciarono su di lui. Seccato, li bloccò col suo potere e chiamò i Giocatori d’Azzardo, che li eliminarono in un batter d’occhio dopo aver eseguito un elegante capriola.
Fu l’istante dopo che il proprietario della camera udì un leggero colpo sulla scrivania, quindi si girò di scatto, sgranando gli occhi nel vedere una figura incappucciata inginocchiata sul ripiano, riconoscendovi la corporatura del numero XIII. Aprì la bocca per chiedergli spiegazioni, ma le parole gli morirono in bocca a causa della chiave nera che l’aveva trafitto istantaneamente, proprio al centro del torso, per uscirgli dalla schiena con una facilità disarmante, quasi fosse fatto di carta. Dalle labbra schiuse colò un rivolo di sangue scarlatto, imbrattando il biondo pizzetto e gocciolando sul pavimento candido.
I due Nessuno di bassa lega si mossero immediatamente per soccorrere il loro padrone, ma furono cancellati da una nuova coppia di Samurai l’attimo stesso in cui alzarono le braccia verso il custode del keyblade, che dal canto suo continuava a fissare la sua vittima con indifferenza. Quando poi, il Senza Cuore più anziano sollevò il viso sul proprio carnefice e ne incrociò lo sguardo, si sentì trapassato una seconda volta. Quegli occhi, molto più freddi e vuoti dei loro corpi, lo fecero capitolare, quindi s’inginocchiò e tremando, tossì sangue che andò a formare una corona scarlatta sul candore del pavimento, mentre le spire dell’Oscurità cominciavano a lambirgli gambe e braccia.
-Roxas… perché…?- chiese in un sussurro.
-È un ordine del mio Signore.- rispose con voce atona, guardando l’uomo dall’alto in basso, ma senza provare il brivido d’onnipotenza che avrebbe scosso chiunque.
Al contrario, il numero IV, lo percepì benissimo nel momento in cui oltrepassò la porta della stanza, osservando con somma soddisfazione la dipartita definitiva dello Sfidante del Destino.
-Ottimo lavoro Roxas.- si congratulò il fondatore, richiamando il servo con un gesto della mano. -Il prossimo obiettivo è il numero III, mi raccomando non deludermi.-
-Sì Signore.- annuì il giovane, prima di svanire in un varco oscuro seguito dai Samurai.

***

Saiyuki - Omoi midarete

Bussarono con urgenza alla porta del Superiore, chiamandolo entrambi a gran voce, e quando finalmente aprì non si fecero intimorire dal suo sguardo di rimprovero.
-Insomma, cos’avete da urlare?- domandò tagliente, guardando i due sottoposti con tutta l’intenzione di incenerirli sul posto.
-Dobbiamo parlare.- rispose Axel, con voce grave, facendo inarcare un sopracciglio all’altro. -Non qui fuori.-
-Ma si può sapere…-
-Non abbiamo tempo!- esplose il Notturno Melodico, interrompendo l’albino e spingendolo verso l’interno della stanza, immediatamente seguito dall’amico, che si chiuse la soglia alle spalle, dandoci un paio di giri di chiave.
-Esigo una spiegazione, subito.- asserì l’uomo, algido, fissandoli.
-Un traditore.- esordì il numero VIII, ricambiando l’occhiata scioccata con una incredibilmente seria.
-…cosa?-
-Qualcuno vuole distruggere l’Organizzazione.- riprese il rosso. -Non sappiamo chi sia.- disse. -Ma vuole eliminarci uno per uno. Zexion l’aveva scoperto e doveva venire a parlartene, ma se non sai nulla… significa che non ha fatto in tempo…- proseguì, gettando uno sguardo preoccupato al biondo, che strinse i pugni. -E che dopo Larxene è toccato a lui…-
Xemnas sgranò gli occhi ambrati, ora pieni di orrore. Non riusciva a concepire l’idea di un traditore, che per chissà quanto tempo si era nascosto nella fortezza, prendendosi gioco di lui che aveva dato tutto se stesso per mettere in piedi quell’Organizzazione.
-Sir…- chiamò il numero VII, attirando l’attenzione di tutti. -Dicono la verità… però, c’è dell’altro…- aggiunse, con il fiato corto a causa della debolezza che ancora lo sfiancava.
-Cos’altro c’è…?- chiese, quasi tremando al pensiero di un’altra notizia terribile come la prima.
-Il traditore, chiunque sia, si sta servendo di Roxas.- rivelò Demyx, anticipando il compagno. -Lui non si rende conto di quello che fa, viene controllato dal traditore come un pupazzo.-
Un pensiero che il Superiore non avrebbe mai voluto concepire corse alle sue labbra. -Mi stai dicendo che Roxas ha…?- domandò, non riuscendo però a completare la frase.
-Non sapeva di averlo fatto finché non è tornato e non gli è stato detto che Larxene mancava all’appello.- intervenne Axel in sua difesa. -Ora, però, non possiamo perdere altro tempo. Non sappiamo dove sia Roxas e temiamo il peggio…-
Il numero I strinse i pugni e abbassò lo sguardo sul pavimento senza vederlo realmente. Incredulo, non poteva definirsi in altro modo in quel momento che stava in bilico sull’orlo dell’irreale. Si girò verso il proprio letto, scrutando a occhi schiusi il volto pallido di Saix, che poggiato su un braccio stava tentando di alzarsi. Lo raggiunse, prendendolo per le spalle e riportandolo a sdraiarsi per impedirgli di compiere una sciocchezza come seguirlo in quell’incubo.
-Da quanto tempo lo sapevi?- gli chiese, incrociando le iridi dorate, annebbiate dalla stanchezza.
-Zexion…- deglutì, riprendendo fiato. -Mi aveva chiesto di osservare Roxas durante la missione… aveva dei sospetti, ma non ha voluto parlarmene per proteggermi e non è voluto venire da te… perché le accuse da muovere erano gravi…- spiegò, citando quasi alla perfezione ciò che il Burattinaio Mascherato aveva pronunciato quella volta.
A quelle parole, Xemnas si fece duro in viso e impallidì, comprendendo fin dove fossero giunti i ragionamenti del numero VI.
-Impossibile…- mormorò, tornando in piedi e guardando un punto indefinito della stanza, come se fosse in trance. -Un fondatore…-
-Cosa?!- esclamarono i due appena arrivati, mentre il Nessuno dai capelli azzurri si limitò a sgranare gli occhi.
-È l’unica opzione.- rifletté a voce alta l’albino. -Zexion era il sesto fondatore, per ritenere gravi le proprie accuse, significa che il traditore era di grado più alto.-
-Escludendo te, quel pazzo di Xigbar e Xaldin…- disse Axel, contando mentalmente i colleghi.
-E Lexaeus, che è morto durante lo scontro con quel guerriero alato… resta…- s’interruppe Demyx, sbiancando e facendo scattare lo sguardo da un compagno all’altro.
I Senza Cuore rimasero in uno stato di muta consapevolezza, ricolma di pensieri ed emozioni molto simili tra loro, e fra queste vi erano senza dubbio lo sconcerto e la paura. Erano increduli di fronte alla reale conferma del tradimento di un fondatore, uno dei più fidati del loro comandante, uno di quelli che fin dal principio s’erano mossi per dare vita all’Organizzazione per poter rientrare in possesso del cuore perduto. Ed erano spaventati dal potere che aveva tenuto nascosto fino a quel momento: c’era un limite al suo controllo sulla Chiave del Destino e le sue armi?
Non dovettero aspettare molto per ottenere una parziale risposta a quel quesito, poiché poco dopo avvertirono una forte scossa e il rumore tipico di un crollo provenienti dai piani inferiori.

***

Kingdom Hearts II - Sacred Moon

Chiuso lo sportello, il moro si guardò alle spalle, scosso da uno strano presentimento.
Indeciso su come passare il tempo era sceso in cucina, poiché di riposare non ne aveva assolutamente voglia, al contrario del Tiratore Libero, che se non era in giro a dare fastidio o fare casino si era messo a dormire da qualche parte. Considerando la tranquillità che aleggiava in tutto il Castello come un ospite inatteso, doveva essere così. Tutta quella calma, però, lo metteva inspiegabilmente in allarme.
Quella quiete sembrava preannunciare una tempesta e qualcosa gli diceva che c’era un nesso con la scomparsa della Ninfa Selvaggia. Ricordava perfettamente la zona di giungla in cui lui e Luxord avevano trovato le tracce di sangue: c’erano impronte di stivali, ma non degli animali che vivevano lì, come se avessero deciso di starci alla larga, forse per timore. Tutt’attorno, però, la vita scorreva come se nulla fosse, con il vento che muoveva appena le larghe foglie degli alberi assieme a un coro di cinguettii che si chiamavano a vicenda. Mentre si girava del tutto per andare a posare il canovaccio, si domandò per l’ennesima volta cosa fosse accaduto alla numero XII e chi si fosse rivelato così forte da avere la meglio su di lei, perché quella donna non era certo una sprovveduta né una principiante.
Non seppe perché, ma in quel momento gli tornò in mente la visita di Zexion e le domande che gli aveva fatto in merito alla sua missione con Roxas. Chiuse gli occhi e scosse la testa, dicendosi che non doveva pensare cose assurde, e quando sollevò le palpebre, quasi sussultò nel trovarsi davanti una figura incappucciata decisamente più bassa di lui, che riuscì comunque a riconoscere.
-Ehi, funghetto, come mai da queste parti? Vuoi fare uno spuntino?- chiese, sorridendo al collega e avvicinandosi per posargli una mano sulla testa. -Come mai il cappuccio? Non starai diventando scontroso come Vexen, vero?- proseguì, senza ottenere alcuna risposta verbale, però ne ricevette una fisica quando l’altro gli strinse il polso per allontanarlo da sé. -Roxas? Che cosa-
Il Feroce Lanciere non terminò la frase perché costretto a indietreggiare per schivare la lama del Portafortuna, che altrimenti l’avrebbe sicuramente colpito al fianco.
Mancato il bersaglio, il numero XIII sollevò il capo e puntò lo sguardo spento sulla sua nuova vittima, che lo guardava come se avesse davanti uno sconosciuto. Quando, però, il biondo scattò in avanti per attaccarlo di nuovo, il moro reagì, evocando una lancia, con cui intercettò il fendente verticale.
-Si può sapere che ti prende, eh?- chiese il Nessuno anziano, più seccato che furente, mentre respingeva la chiave bianca con una leggera fatica. -Se volevi attaccare briga, dovevi andare da Xigbar.- disse per poi costringerlo a indietreggiare, mettendo nella spinta tutta la propria forza e il proprio peso.
La Chiave del Destino fece strisciare il keyblade sul pavimento, frenandosi, e rialzò il viso, mostrandolo impassibile e immobile. Tornò in posizione eretta e impugnò anche il Lontano Ricordo, dopodiché si lanciò ancora una volta verso l’avversario, che lo accolse con due lance incrociate, per poi imprigionarlo con le altre quattro. Senza emettere un fiato, il ragazzo si mosse per liberarsi, ma senza successo, quindi chiamò istintivamente due Samurai, che comparvero al suo fianco e attaccarono l’avversario.
Inarcando un sopracciglio, Xaldin si circondò con un turbine di vento e si sollevò dal pavimento, respingendo la coppia di vassalli e osservando con sguardo duro il giovane che nel frattempo era sfuggito alla sua trappola e si era messo in posizione.
-Davvero Roxas, gradirei che mi dicessi cosa ti prende.- asserì il numero III. -Ma non mi lasci altra scelta, te lo chiederò nuovamente quando sarai ragionevole.- concluse, aumentando la forza e la velocità dell’aria che lo avvolgeva.
Il semplice vortice di vento divenne un piccolo tifone che si allargò in un battito di ciglia e gettò i Samurai contro il soffitto, disintegrandoli con l’impatto, e la Chiave del Destino contro la parete opposta. Vi sbatté emettendo un unico gemito, che si perse nell’ululare dell’aria, e coprì lo scricchiolare del muro, che si crepò per poi infrangersi e cadere verso l’esterno. Roxas e le macerie precipitarono nel giardino sottostante con un incredibile tonfo e sollevando una grande nuvola di polvere.
Xaldin sospirò. -Chissà che cavolo sta succedendo…-
-Dovevo immaginarlo che contro un fondatore avrebbe avuto dei problemi.- mormorò una voce alle spalle del Feroce Lanciere, che si girò immediatamente, trovandosi circondato da delle fauci di ghiaccio.
-Vexen?!- gridò, cercando di respingerle con il vento.
-Poco male, rimediamo subito.- aggiunse il Freddo Accademico, ghignando e generando altro ghiaccio.
Sgranando gli occhi viola e vedendosi perduto, il moro si chiuse a riccio per difendere i centri vitali mentre pensava a un modo per potersi liberare in seguito. Qualcosa, però, lo afferrò alla vita trascinandolo all’indietro.
-Non così in fretta!- esclamò Axel, scagliando un Chakram avvolto dalle fiamme, che sciolsero rapidamente il ghiaccio.
Con una smorfia di disappunto, il numero IV si voltò verso i nuovi arrivati, tra cui figurava il Leggiadro Sicario, ferito ma comunque in buona salute e con i pezzi tutti al loro posto.
-Tsk.- sputò. -Numero XI, dalla tua presenza posso dedurre che i Samurai abbiano fallito nel loro compito.-
-Quei Nessuno di bassa lega sono rimasti intrappolati tra le mie piante, solo tre sono riusciti ad arrivare fino a me… e mi hanno creato qualche problemino…- spiegò Marluxia, tirando le liane verso di sé e tenendo Xaldin in piedi, ancora scosso dal salvataggio turbolento.
-Vexen.- disse il Superiore, guardando il biondo fondatore con gli occhi ridotti a fessure.
Lo scienziato deformò le sue labbra in un sorriso sottile e inquietante. -Oh, Xemnas. Tu eri l’ultimo sulla mia lista, ma visto che sei qui, anticiperò il programma.- asserì, girandosi verso gli ex colleghi. -Vieni, Roxas.- proseguì, aprendo il braccio destro per posarlo sulle spalle del numero XIII che l’istante seguente emerse dal pavimento tramite un varco oscuro sotto lo sconcerto generale.





Eccoci qua ù.ù
Anche Luxord è caduto e sarebbe successo anche a Xaldin se Axel (per somma gioia e tripudio delle sue numerose fan ù.ù) non fosse intervenuto a salvargli le basette ù.ù Vexen è stato scoperto e si è mostrato, dando conferma alle deduzioni del Superiore. Roxas, povero cucciolo, è lì che come sempre svolge i suoi doveri (?). Cos'accadrà ora? ù.ù Lo scoprirete al prossimo aggiornamento! Spero che il capitolo vi sia piaciuto come le musiche che ho scelto per accompagnarlo :3
Normalmente a questo punto saluterei, ma non è ancora il momento. Da questo capitolo in avanti l'angolino che usavo per rispondere alle recensioni non ci sarà più perché userò il comodissimo sistema di EFP, così non dovrete aspettare un mese o più per avere una risposta da parte mia xD
Quindi passo a ringraziare tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite, le seguite e in quelle da ricordare, tutti quelli che leggono e ovviamente quelli che lasceranno una recensione, piccola o grande. Siete sempre così tanti *^* io vi adoVo tutti x3
Alla prossima!
See ya!
  
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