_And I'll Be Your Home_

 

 

In this time
In this place
This moment es all we have
And tomorrow we never know

 

 

 

I deboli raggi del sole, che filtravano all’interno della stanza, mi solleticarono gli occhi, in quel momento ancora chiusi.

Sospirai lievemente, decidendo di aprire di poco gli occhi. Il sole stava sorgendo, illuminando la stanza gradualmente. I ricordi della sera prima mi invasero la mente, provocando un lieve fremito in tutto il mio corpo.
Istintivamente portai una mano sulle labbra. Era successo, era accaduto veramente, e io non riuscivo a crederci. Sbattevo gli occhi, oramai totalmente sveglia, cercando i motivi che mi avevano portato a quell’evento.

Motivi? Quali motivi? Potevo trovare tutte le scuse presenti in questo mondo, dare la colpa a chiunque, ma la verità era un’altra. Ero io stessa la prima persona ad aver voluto che ciò accadesse.

Un mugugno improvviso mi fece alzare il viso, e fu in quel momento che tutte le mie preoccupazioni cessarono per un momento di esistere, lasciandomi lì in balia delle mie emozioni.

Due occhi azzurri, in quel momento ancora velati dal sonno, mi guardarono curiosi.

«’Giorno.» biascicò la sua voce, prima che una mano li stropicciò.

«E’ ancora presto, torna a dormire.» dissi dolcemente, sorridendo.

Sollevò un sopracciglio, sporgendosi per prendere il telefono. «Come mai sei già sveglia?»

«Il sole… i raggi del sole mi stavano dando fastidio.» Non avrei potuto dire che, in realtà, stavo ripensando a quanto accaduto, vagliando tutti gli aspetti che si presentavano davanti a me.

Mi fisso per qualche secondo, poi si mise su di un fianco. Le sue braccia mi strinsero la vita, facendo aderire i nostri corpi nudi. Ogni centimetro della mia pelle era posata contro la sua, in quel momento fresca in confronto alla mia bollente.

Avvicinò le labbra alla mia fronte, senza toccarla, e poi sospirò. «Non mentire, non con me, te ne prego.» esclamò con voce… sofferente?

“Cosa?”. Nella posizione in cui ero mi era impossibile alzare il viso e guardarlo negli occhi, per cui rimasi con gli occhi fissi sul suo petto. «Non sto mentendo.»

La sua stretta intorno alla mia vita aumentò. «Claire!» disse a modi rimprovero.

Strinsi gli occhi e posai i palmi sul suo petto, spingendolo via. Mi misi seduta di scatto, guardandolo furiosa. «Cosa vuoi che ti dica, Joseph? Vuoi che ti dica quanto questa notte sia stata bella, bellissima, la migliore notte di tutta la mia vita? Vuoi sapere come mi sento a riguardo? Bene, ora te lo dico. Io mi odio, in questo preciso momento io mi odio. Odio me, odio te, odio questo stupido sentimento che mi spinge a cercarti in ogni momento, a cercare i tuoi occhi, le tue labbra, a volerti nella mia vita sempre. Sai perché? Perché so che in questo momento dovrei essere da un’altra parte, in un’altra stanza, su di un altro letto con un uomo che ha detto di amarmi. – singhiozzai improvvisamente, costringendomi a mordere le labbra per non lasciar che le lacrime uscissero da i miei occhi – E tutto quello a cui riesco a pensare è a quanto bene sto con te, a quanto vorrei che tu mi stringessi ogni giorni, alla luce del giorno. Io… »

Joseph si alzò subito e mi abbracciò, cullandomi dolcemente fra le sue braccia fino a quando non mi calmai. Solo allora prese il mio viso tra le sue grandi mani e mi guardò negli occhi. «Io… Claire, basta, per favore. Smetti di dire così, finiscila. E’ colpa mia, sono stato io a iniziare tutto ciò. Ho desiderato tu fossi mia, anima e corpo, fin da quando sei entrata a far parte del cast. Tu, con questi lineamenti delicati che ti fanno sembrare una bambola di porcellana, così delicata e fragile tra le mie mani, gli occhi dolci e sinceri.. Tutto di te mi ha catturato, sconvolto. Ho sbagliato a insistere anche quando ti sei fidanzata, ma non ci sono riuscito. Il solo vederti con lui.. – Joseph scosse la testa, come a scacciare parole che non avrebbe voluto dire – Ma ora, dopo ciò che è accaduto, penso solo che mi sarei pentito se non lo avessi fatto. Non posso pentirmi di qualcosa di cui, invece, non mi pento minimamente. Io ho voluto che accadesse, e voglio che accada ancora.»

Distolsi lo sguardo dai lui, posando gli occhi sulla finestra e su ciò che si vedeva. Joseph, ovviamente, interpretò male il mio gesto. «Ti penti di ciò che è successo? Se è così, Claire, dimmelo. Smetterò di importi la mia presenza nella tua vita, sarò solo un semplice amico con cui condividi un lavoro e basta. Una sola parola, Claire, devi dire una sola parola.»

I suoi occhi mi incatenarono, impedendo a qualunque mio muscolo di muoversi. «Joseph..» chiusi gli occhi, prendendo un profondo respiro. Mi avvicinai a lui, ignorando il fatto di essere ancora nuda davanti a lui, e fu il mio turno di prendere il suo viso tra le mani. Feci vagare il mio sguardo sul suo viso, dalla fronte alle guance, giù fino alle labbra e al collo. Il mio pollice accarezzò le sue labbra, che si schiusero durante il suo passaggio. «Stiamo ferendo persone che tengono a noi, che ci amano.. Questo non vuol dire essere egoisti? – sorrisi malinconica – Stiamo pensando solo a noi, alla nostre felicità..»

Joseph prese i miei polsi con le su mani, pronto a levare le mie mani dal suo viso. «Claire, ok, ho capito il messaggio» ringhiò duro, lo sguardo serio. Risi del suo gesto, beccandomi da Joseph un’occhiataccia. «Ti faccio ridere, Claire? Cosa c’è di divertente in tutto ciò? Spiegamelo, perché io non lo capisco!»

Gli sorrisi dolcemente, sfiorandogli una guancia con il dorso della mano. «Tu, scimmietta. Sei tu a divertirmi. – un sopracciglio di Joseph si sollevò – Non fai finire mai qualcuno a parlare, parti in quarta dritto per la tua strada.. Io non mi pento di nulla, mi sembrava avertelo detto, ma tu come sempre non ascolti.» Avvolsi il suo collo con le braccia, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, posandovi sopra un bacio. «Morirei tra le tue braccia per quanto voglio averti nella mia vita.» confessai sincera, non avevo più niente da dover nascondere a lui. Mi conosceva, sapeva leggere dentro di me.

Joseph mi accarezzò i capelli, riempiendo le mie tempie di baci e le mie orecchie di parole dolci.

«Claire?» esordì Joseph, interrompendo tutto.

Sollevai il viso e lo guardai negli occhi. «Si?»

La sua mano ancora ferma sulla mia nuca spinse verso di lui. Le sue labbra si posarono sulle mie, dolci, morbide e delicate. Istintivamente sorrisi e le mie mani gli avvolsero il collo, stringendolo a me.

Sarei potuta restare lì tra le sue braccia, con la mia bocca sulla sua, per sempre e non stancarmene o saziarmene mai. Ma lui si allontanò, facendomi mugugnare in segno di disapprovazione.

«Ti amo - spalancai occhi e labbra sentendo le sue parole – Io, Joseph Martin, conosciuto come Joseph Morgan, amo te, Claire Rhiannon Holt, o più semplicemente Claire Holt.» affermò fiero, un lieve sorriso increspava le sue labbra.

«Ripetilo.»

Joseph trattenne una risata a quella mia richiesta. «Ti amo.»

«Ancora. Dillo ancora.»

«Ti amo. Ti amo. Ti amo.»

Lo bacia di slancio con foga, facendolo ricadere sul letto. «Non smettere di dirlo.» mormorai tra un bacio e l’altro. «Non smettere mai, perché io non smetterò mai di amare te!»

 

 

 

Spazio Autrice ( scherzi? )

Ammettiamolo, chi non muore si rivede.. Un po’ come The Vampire Diaries.. Tutti muoiono, ma stanno sempre là.. Così io.
Bon.. Che devo dire, io amo la coppia Joseph/Claire, li amo profondamente in un modo incredibile. Loro due al Comic Con mi volevano morta, si perché sono stati tutti il tempo appiccicati l’uno all’altro ç__ç Vorrei che si mettessero insieme, ma Joseph sta con quella zoticona antipatica e brutta, di cui è meglio non dare la definizione giusta  Persia White e Claire con il tizio di cui ignoro il nome. I miei Closeph!! *piange*
Dovevo scrivere una su di loro.. teoricamente dovrei scrivere anche una Klebekah :/ Dopo Nian, Delena, Kelena ect ect, quella Closeph era d’obbligo!
So.. spero che vi sia piaciuta come è piaciuta a me scriverla, e niente.. spero di ritornare definitivamente su EFP.. si, un po’ mi manca..
Baci!