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Autore: ChocoCat    27/07/2013    2 recensioni
Cercava, Daphne Greengrass, la salvezza nel blu dei suoi occhi, ma l’oceano del cielo era fra di loro; erano avvinghiati uno all’altro, stretti come non si fossero visti da anni, le mani intrecciate come catene, ma il dolore e la vergogna erano un gelido sipario.
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Un "per sempre" alla Serpeverde, alla Theodore e Daphne.
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Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Theodore Nott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'HOGWARTS: CRONACHE DAL BASSO'
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 Di tutti i veleni l'anima è il più forte - (Novalis)





“Theo, Theo!” gridava Daphne cercando di sovrastare il rumore.
Lo vide udire le sue parole e guardarsi attorno per capire da dove venissero; i suoi grandi occhi azzurri cerchiati da scure occhiaie perlustravano la scena di battaglia alla sua ricerca; parevano tremanti e minacciosi. Finalmente i loro sguardi s’incontrarono, e lui d’un tratto si fece più determinato. Gli sembravano ore, ma erano passati appena dieci minuti da quando erano tornati indietro per ritrovare Draco e i ragazzi. Non poteva perdonarsi di abbandonarli per salvarsi la pelle, però poteva farlo per salvare quella di Daphne. Lei era decisamente più importante.
Essere cresciuti uno accanto all'altro negli anni di Hogwarts li aveva resi complici: il tempo aveva strettamente legato i loro polsi con una catenella d’oro; un legame da non spezzare.

Lui doveva proteggerla, anche a costo di perdere la propria dignità. Si, perchè quello che si apprestava a fare non era altro che vile, egoista, disonesto, contro natura - contro il proprio sangue verde-argentino . Ma lui l'avrebbe fatto comunque.
Volle nasconderle alla vista la morte che aveva incontrato in prima persona, impedirle di dover decidere da che parte stare, allontanarla da quel sempiterno conflitto che si era delineato a lingue di fuoco sulla loro pelle e che li aveva resi portatori di ogni colpa a causa delle loro stesse famiglie.
Non aveva mai avuto un corpo robusto, Theodore Nott. Non era nemmeno stato accettato nella squadra di Quidditch; le sue spalle larghe le aveva ereditate per pura genetica, infatti erano scarne. Il fisico scolpito sul corpo asciutto era dovuto al semplice fatto che la pelle era fine e tesa direttamente sui muscoli.
Gli zigomi pronunciati e le labbra carnose lo facevano apparire ancora più debole, eppure si scagliò come una fiera verso quella pietra preziosa e lucente che Daphne era ai suoi occhi.

Svelto la sottrasse al presente e stringendole la mano la guidò correndo come un forsennato.
La sentiva gridare alle sue spalle, sapeva che gli stava urlando contro e anche che piangeva disperata, ma non potevano fermarsi o sarebbero morti entrambi.

Serpi figli di serpi non meritano altro che la vendetta. Vide accasciarsi numerosi studenti delle altre case, persone che non conosceva e altre con cui aveva anche chiacchierato a lezione; ma nessun Serpeverde era rimasto per battersi.
Ai confini della foresta vedeva crepitare un piccolo incendio all’incirca dove credeva che si trovasse la casupola del guardiacaccia. Continuò fino al recinto dove si tenevano i Thestral e ignorando le proteste di Daphne la sollevò di peso per buttarvela dentro. Saltò la staccionata e raggiunse il primo animale adulto. Quando lei capì cosa stava facendo cercò di ribellarsi e di fargli intender ragione, ma lui la prese in braccio e la mise in sella all’equide magico e scuro senza darle retta.
Era rivoltante alla vista, ombroso e scheletrico, e ringraziò che fosse invisibile alla sua protetta che aveva ancora il cuore delicato di un’adolescente.

Non perse un attimo e si mise in sella alle sue spalle, poi chiese gentilmente in un sussurro roco al Thestral di prendere il volo; avrebbero deciso ad alta quota dove andare; la cosa più importante in quel momento era allontanarsi da Hogwarts.
Sentiva il cuore affaticato in petto e il sangue pulsante a livello della giugulare; non presagivano nulla di buono.
Era orripilato da quello che aveva appena fatto, aveva tradito degli amici per proteggersi e proteggere lei.

La sentiva tremare contro il torace, singhiozzava ancora facendo ancora più male al suo cuore.
Con un braccio la strinse a sé per le spalle, voleva imprigionare quei sobbalzi e tamponare quel cuore sanguinante; come? Il suo piangeva all’unisono.

“Traditori, siamo solo dei traditori” la sentì sussurrare con voce tenue. Suonava come una sconfitta.
“Avevano scelto di battersi, così come l’ha scelto il resto di Hogwarts. Non ci riguarda”
“Si invece” disse lei, voltandosi disperatamente alla ricerca del suo sguardo. Aveva bisogno di vederlo, voleva un appiglio, si sentiva precipitare man mano che si ergevano fra le nuvole chiare.
Le membra stanche per lo sforzo reclamavano tregua, pareva ad entrambi di portare pesi di piombo a mani e piedi. Erano i sensi di colpa. E lei non voleva sentirli sulla sua pelle; non voleva leggerli negli occhi di lui quando lo guardava.
Cercava, Daphne Greengrass, la salvezza nel blu dei suoi occhi, ma l’oceano del cielo era fra di loro; erano avvinghiati uno all’altro, stretti come non si fossero visti da anni, le mani intrecciate come catene, ma il dolore e la vergogna erano un gelido sipario.

“Tu lo sai di chi è la colpa, Theo. E non di Draco, di Vincent o di Blaise”
“Lo so”
“Sono solo dei ragazzini” si portò una mano sulle labbra tremolanti.
“Come noi”
“Moriranno”
“Sono mangiamorte, Daphne. Come i loro genitori. Come i miei e i tuoi. Non moriranno.”
“Ringraziamo i nostri padri e le nostre madri per aver scelto la parte del male”
“Il Signore Oscuro li ha piegati”
“Si sono lasciati piegare!”
“PER PROTEGGERE NOI” gridò lui, ansimante per l’aria rarefatta e l’impeto di rabbia.
La sentì piangere sommessamente e si pentì. Era deluso, triste, arrabbiato con se stesso e con tutti gli altri; non voleva prendersela proprio con lei, l’unica gemma luminosa e pura di cui fin ora avesse scoperto l’esistenza. Luce dei suoi occhi, amore della sua vita.
“Ci hanno distrutti”
“No, siamo ancora qui”
“Saremo sempre dei traditori, Theo. Per l’Ordine della Fenice; per il mondo magico; per gli amici; per la famiglia.”
“Si. Per sempre”.
   
 
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