I love you.
La casa era immersa nel silenzio più assoluto, a parte sporadiche imprecazioni di Kreacher contro di me. Mi chiusi la porta della camera dove mi ero rifugiato alle spalle. Mi sedetti sul letto e affondai le mani nelle tasche della felpa malconcia che indossavo. Tastai la superficie liscia del boccino d'oro che tenevo costantemente in tasca, non me ne separavo mai. Lo tirai fuori e ammirai per un attimo la superficie dorata, perfetta, del mio boccino. Lo portai alle labbra e le posai sopra di esso. Sul boccino, fino ad ora liscio, erano apparse delle parole; ma non era la solita frase “I open at the close”, era cambiata. Osservai rapito le parole tracciate sull'oro.
I love you.
Riposai le labbra sul boccino e, in un sussurro, ripetei le parole impresse sul metallo.