Grimmauld Place. Numero dodici.
Un uomo.
La casa è grande. E lui è così solo.
Così triste.
E' seduto sul letto di una camera. La più colorata della casa. Appesi al muro ci sono stendardi e bandierine di Grifondoro. Ma, in mezzo a tutte le decorazioni, c'è una foto. Quattro ragazzi sorridono, felici. Tutti, tranne uno. La sua immagine è stata cancellata con un pennarello. Il mondo è loro. Sono giovani e spensierati. I tre restanti sono alti. Ma il più alto, capelli neri molto lunghi, ride più di tutti.
L'uomo sorride, guardando quella foto. Per un momento gli pare che siano lì, con lui. Poi si volta. Ed è di nuovo solo. Si prende il viso tra le mani. Come per nascondere quelle lacrime che scorrono sul suo volto.
Quell'uomo ha sofferto troppo. Ha subito cose che non si meritava.
Alza lo sguardo. La vista è un po' appannata dalle lacrime, ma riesce comunque a distinguere un giradischi comune, babbano. Il giradischi di Sirius. Doveva averlo portato lì di nascosto.
Si alza e va verso l'oggetto. Affianco, posati sullo stesso mobiletto, ci sono dei dischi. Gruppi babbani.
"Pare che abbia avuto una buona influenza su di te, eh, Sirius?" . Sorride, l'uomo, mentre pensa a queste parole.
Legge i nomi di tutti i gruppi. Poi arriva a un disco particolare.
"Il mio disco... l'avevo perso... Ce l'avevi tu...?" Lo estrae dalla fila e lo osserva. scorre i nomi delle canzoni. Ma si ferma alla prima.
Toglie il disco dalla sua copertina e lo mette su.
Parte la prima canzone.

"When the night has come... And the land is dark... and the moon is the only light we'll see... oh, I won't be afraid, no I won't be afraid, just as long as you stand, stand by me..."

Riaffiorano i ricordi. Le notti insonni. I sogni. Le speranze. I litigi. Le riappacificazioni. I sentimenti.
Tutte cose svanite. Che sono già scomparse o sono, comunque, destinate a scomparire.
Eppure.
Se nell'immensità dell'esistenza, qualcuno si volta a guardare indietro... forse, tutto si può salvare.
E l'uomo si guarda indietro. E ricorda. Sorride alle emozioni che provava, ai suoi pensieri, alle sue paure, che ora gli sembrano tanto stupide, ma che allora sembravano insormontabili.
E che è riuscito a superare solo grazie ai suoi amici.
Loro tutti insieme.
Ma lui... Lui c'era sempre.
Lui e le sue risate.
Lui e le sue sfuriate.
Il suo incredibile istinto per i guai.
Lui, tutti i difetti del mondo.
Ma era sempre lì.
Una forza che non era comune.
Cadeva e si rialzava. E ancora, ancora, ancora e ancora.
E, mentre faceva le sue esperienze, si voltava e diceva, con il suo sorriso, "Tutto Ok?"
Il sorriso.
Variava continuamente.
Cattivo, malandrino, dolce, simpatico, timido, speranzoso, disilluso...
Ma lui era sempre uguale.
E gli sembra di vederlo, ora, mentre saluta con la mano e se ne va silenzioso, sparendo a poco a poco...
Una lacrima, solitaria, scorre sul suo viso... E una figura gli appare di fianco.
Gli scompiglia i capelli e fa una risata silenziosa. Come un'immagine in televisione al quale si è tolto l'audio... Gli asciuga la lacrima e gli sorride. Un sorriso spensierato e felice.
E, molto lentamente, una frase gli si disegna sulle labbra.
"Io... sarò... sempre... con... te..."

La figura si alza, apre la finestra e vola via.

La lacrima cade a terra...

PLIC

"And, darling, darling stand by me, oh stand now... Stand by me... Stand by me..."

Il pezzo finisce.

L'uomo si avvicina alla finestra, aperta.
Un raggio di sole esce dalle nuvole grige.
Gli illumina il viso, su cui si forma, lentamente, un dolce sorriso.