27/07/2013
8 recensioniFive moments.
1# circle.
Dopo tanto tempo, Masaki era riuscito ad avere un appuntamento con Akane.
Non ci sperava più, visto che lei perseguitava sempre Shindou.
Avevano incominciato a frequentarsi, e così al primo appuntamento decisero di andare al circo. In prima fila, per precisare. La ragazza intimorita dai leoni e dalle tigri si era arpionata ad un braccio del ragazzo.
«Bene, ed ora facciamo comparire il serpente più lungo al mondo!»
Kariya si buttò —letteralmente- sulla Yamana, mentre lei ridacchiava e tirava da chissà dove la sua amata fotocamera, scattando una foto a lei stessa con il suo futuro ragazzo.
2# zucchero.
Masaki amava lo zucchero.
Da bambino ricordava che spesso e volentieri, nonostante le urla di sua madre, prendeva dei chiucchiaini di zucchero e se li ficcava velocemente in bocca.
Lo zucchero, la più grande invenzione mai fatta. Era importante specialmente quando andava fuori casa a mangiare da qualche parte, e poi prendeva il caffè, che lui considerava molto amaro.
Così Akane, anche se stavano fuori casa, si ritrovò a ridere vedendo che Masaki stava cacciando dalle tasche qualcosa: delle bustino di zucchero.
«Oh Kariya, non cambierai mai!»
3# anello.
Kariya aveva camminato così tanto da star male. Due giorni dopo, avrebbe compiuto tre mesi di fidanzamento con Akane-chan, e non sapeva che regalarle. Così si era ritrovato al centro commerciale, senza un buco d'idea di che regalare a quella ragazza particolare.
Sospirò, affaticato, e per quanto potesse sembrare rozzo, s'appoggiò a un muretto.
Vide di fronte un negozio di gioielli, che sembrava fare proprio al caso suo. S'avvicinò, e notò un anello molto carino, con sopra un cuoricino color pesca. Semplice ed adorabile, proprio come la Yamana.
La sua sfortuna però si fece viva— una donna volevo lo stesso anello, ed era casualmente rimasto solo quel tipo di modello, nient'altro di simile.
Tanto non si sarebbe arreso.
4# avrei voluto incontrarlo prima.
Akane guardò Masaki che correva sul campo.
Distolse lo sguardo, per fissare poi Shindou— colui che aveva amato tanto tempo, così tanto da struggersi, da pensare che c'era qualcosa di strano in lei, da farla dubitare molto sul suo comportamento, sul suo aspetto, su tutto.
Ammetteva di provare ancora qualcosa per il castano, ma ormai Kariya era il suo fidanzato, e Takuto doveva rimanere solo un vago ricordo. Si sarebbe risparmiata tante sofferenze se ci fosse stato Masaki, prima del castano.
Spostò di nuovo lo sguardo verso il blu: giurò, non avrebbe mai più guardato il passato, ma solo il futuro.
5# un’ultima volta.
Kariya stava morendo. E tutta la colpa era sua.
Era stato investito da una macchina, ed era tutta colpa sua.
Lo aveva invitato a casa sua per studiare— non l'avesse mai fatto!
Voleva entrare, vedere le condizioni del suo Masaki, ma non glielo permettevano.
Incominciò a piangere silenziosamente, mentre si abbandonò per terra.
Il giorno dopo Hiroto la chiamò dicendole che Kariya era morto, e cercava di consolarla, invano: a cosa serviva dirle "non è colpa tua, è stato il caso, il fato" se lei sapeva esattamente qual'era la causa dell'incidente?
Voleva rivederlo.
Andò in cucina prendendo un coltello affilato, e con decisione se lo ficcò in pancia.
Uscì tanto sangue e la vista le si fece offuscata. Intravide qualcuno, un angelo forse. Sembrava Masaki, anzi era di certo il blu. Riaprì gli occhi, lo aveva visto un’ultima volta.
Chiuse gli occhi stancamente.
Ora sarebbe stata per sempre con Kariya, colui che amava più di ogni altra cosa e persona.
Dopo tanto tempo, Masaki era riuscito ad avere un appuntamento con Akane.
Non ci sperava più, visto che lei perseguitava sempre Shindou.
Avevano incominciato a frequentarsi, e così al primo appuntamento decisero di andare al circo. In prima fila, per precisare. La ragazza intimorita dai leoni e dalle tigri si era arpionata ad un braccio del ragazzo.
«Bene, ed ora facciamo comparire il serpente più lungo al mondo!»
Kariya si buttò —letteralmente- sulla Yamana, mentre lei ridacchiava e tirava da chissà dove la sua amata fotocamera, scattando una foto a lei stessa con il suo futuro ragazzo.
2# zucchero.
Masaki amava lo zucchero.
Da bambino ricordava che spesso e volentieri, nonostante le urla di sua madre, prendeva dei chiucchiaini di zucchero e se li ficcava velocemente in bocca.
Lo zucchero, la più grande invenzione mai fatta. Era importante specialmente quando andava fuori casa a mangiare da qualche parte, e poi prendeva il caffè, che lui considerava molto amaro.
Così Akane, anche se stavano fuori casa, si ritrovò a ridere vedendo che Masaki stava cacciando dalle tasche qualcosa: delle bustino di zucchero.
«Oh Kariya, non cambierai mai!»
3# anello.
Kariya aveva camminato così tanto da star male. Due giorni dopo, avrebbe compiuto tre mesi di fidanzamento con Akane-chan, e non sapeva che regalarle. Così si era ritrovato al centro commerciale, senza un buco d'idea di che regalare a quella ragazza particolare.
Sospirò, affaticato, e per quanto potesse sembrare rozzo, s'appoggiò a un muretto.
Vide di fronte un negozio di gioielli, che sembrava fare proprio al caso suo. S'avvicinò, e notò un anello molto carino, con sopra un cuoricino color pesca. Semplice ed adorabile, proprio come la Yamana.
La sua sfortuna però si fece viva— una donna volevo lo stesso anello, ed era casualmente rimasto solo quel tipo di modello, nient'altro di simile.
Tanto non si sarebbe arreso.
4# avrei voluto incontrarlo prima.
Akane guardò Masaki che correva sul campo.
Distolse lo sguardo, per fissare poi Shindou— colui che aveva amato tanto tempo, così tanto da struggersi, da pensare che c'era qualcosa di strano in lei, da farla dubitare molto sul suo comportamento, sul suo aspetto, su tutto.
Ammetteva di provare ancora qualcosa per il castano, ma ormai Kariya era il suo fidanzato, e Takuto doveva rimanere solo un vago ricordo. Si sarebbe risparmiata tante sofferenze se ci fosse stato Masaki, prima del castano.
Spostò di nuovo lo sguardo verso il blu: giurò, non avrebbe mai più guardato il passato, ma solo il futuro.
5# un’ultima volta.
Kariya stava morendo. E tutta la colpa era sua.
Era stato investito da una macchina, ed era tutta colpa sua.
Lo aveva invitato a casa sua per studiare— non l'avesse mai fatto!
Voleva entrare, vedere le condizioni del suo Masaki, ma non glielo permettevano.
Incominciò a piangere silenziosamente, mentre si abbandonò per terra.
Il giorno dopo Hiroto la chiamò dicendole che Kariya era morto, e cercava di consolarla, invano: a cosa serviva dirle "non è colpa tua, è stato il caso, il fato" se lei sapeva esattamente qual'era la causa dell'incidente?
Voleva rivederlo.
Andò in cucina prendendo un coltello affilato, e con decisione se lo ficcò in pancia.
Uscì tanto sangue e la vista le si fece offuscata. Intravide qualcuno, un angelo forse. Sembrava Masaki, anzi era di certo il blu. Riaprì gli occhi, lo aveva visto un’ultima volta.
Chiuse gli occhi stancamente.
Ora sarebbe stata per sempre con Kariya, colui che amava più di ogni altra cosa e persona.
angolo autrice.
no comment- uccidetemi su.
che io li ho fatti morire a sti due, mi sento un mostro. sono un mostro çç
eucalipto. ♡