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Autore: Dreamerina    06/02/2008    7 recensioni
Draco si sveglia in una giornata come le altre accanto alla donna che gli ha fatto conoscere il significato della parola amore. Nei suoi gesti quotidiani, guardando lei, la mezzosangue Hermione Granger, ricorda come, dall'odio, il suo sentimento nei suoi confronti sia diventato altro. Tutto in qualche minuto della sua giornata appena iniziata accanto a lei.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se vi raccontassi la mia storia, beh, sono sicuro che vi mettereste a ridere. Guardate, a pensarci vien da sorridere anche a me. Non avrei mai e poi mai creduto che un giorno avrei pronunciato quelle due fatidiche parole alla persona che adesso dorme beata accanto a me. Più la guardo, più mi rendo conto di aver fatto la cosa più giusta che avrei mai potuto fare in vita mia.
Mi alzo.
Quell'aggeggio babbano che ogni giorno mi rompe i timpani giusto per ricordarmi che devo andare a lavoro segna le sei e mezza. E' ancora presto per svegliarla.
Mi volto verso di lei. Mi sta capitando sempre più spesso di trascorrere minuti, o forse ore intere, a fissarla. Un debole raggio di sole filtra dalla finestra e le illumina la pelle ambrata. Ha gli occhi ancora chiusi e la bocca leggermente socchiusa, le guance ancora rosse d'amore.
Non ci crederete mai, ma io, l'algido Principe di Serpeverde, Purosangue doc e destinato a diventare Mangiamorte...sono cambiato. Lo so che detto da me può sembrare un paradosso, ma giuro che è così.
E tutto per colpa di quella Mezzosangue che quanto apre gli occhi, mi urlerà addosso di non averla svegliata in tempo, di rischiare di arrivare tardi a lavoro e tante altre cose che, a dirla tutta, io molte volte neanche ascolto.
Mi allontano dal letto.
Posso approfittare di questo momento per farmi una doccia.
Entro nel bagno.
Ormai non mi stupisco più di tutto ciò che c'è sul lavandino. Profumi di ogni genere, rossetti di vari colori, matite per gli occhi. Sa come piacere ad un uomo, la mia mezzosangue. Si, ora lo posso dire senza più problemi, senza rischiare di farle correre pericoli solo perché sta con me. Lei è mia, e mai più di nessun altro.

Decido di farmi un bagno. C'è tempo ancora. Devo andare al Ministero per le nove. Al Ministero. Me l'avessero detto qualche mese fa, ci avrei riso sopra con tutit i miei amici, o meglio quelli che credevo fossero tali.
Purtroppo nella vita non tutto va come uno si aspetta. Io, votato alla causa dei Mangiamorte, sono stato tradito proprio da mio padre, che mi aveva abbandonato nelle mani dell'Oscuro Signore. Lui aveva ben deciso di scappare via con mia madre, per cercare di ricominciare. In fondo, chi ero mai stato io per loro? Chi ero stato io, se non un esempio per tutti i figli di Mangiamorte che come me avrebbero dovuto portare a termine la missione dei loro genitori?
Mi guardo il polso. Lì giace ancora il Marchio Nero. Ma io non lo vedo più come un tempo. Per me, ora, non è altro che un semplice tatuaggio, un qualcosa di estraneo che non fa nè bene nè male. E' come un neo sulla pelle, non tanto fastidioso come un tempo.
Perchè da quando Harry Potter, il bambino sopravvissuto, ha annintato una volta per tutto il Signore Oscuro più forte degli ultimi cent'anni, i Mangiamorte non hanno più avuto necessità di riunirsi e il marchio di bruciare.
No, non credete che io sia stato accanto a Lord Voldemort. Mi sono reso conto in tempo della cosa alla quale andavo incontro. E tutto grazie ad una luce che ha illuminato la mia vita, che mi ha preso per mano e mi ha guidato sulla via giusta.
Hermione Jane Granger è apparsa nel mio cammino per caso.
Con Potter e Weasley erano venuti al mio maniero con la speranza di trovare qualche informazione sul luogo in cui era nascosto il Signore Oscuro.
Si era separata dai compagni, nella speranza di fare presto e di poter subito tornare ad Hogwarts.
Mi trovò accasciato a terra, un pugnale quasi a livello del cuore.
Era stato mio padre.
Come monito, per ricordarmi cosa avrei dovuto fare.
Per non farmi dimenticare chi avrei dovuto servire.

-Malfoy! Oddio, ma che ti è successo?- la Grifoncina si avvicinò svelta al biondo. Lui, una mano per terra a fare da sostegno, un'altra vicino al pugnale, non riusciva ad alzare il viso verso di lei.
Hermione abbassò la bacchetta. Di certo in quelle condizioni non avrebbe potuto far male ad un insetto.
-Non ho bisogno di te, mezzosangue.- sputò del sangue.
-A me non sembra, stupido di un Serpeverde. Per quanto ti detesti, stai morendo e non posso lasciarti qui.-
-Ah no? Perchè mai? Non potresti così liberarti di un Mangiamorte? In fondo è questo che fate tu, lo Sfregiato e Lenticchia. Uccidete quelli come me.- un altro gemito strozzato uscì dalle labbra del ragazzo.
-Sto perdendo la pazienza. Non voglio essere io ad ucciderti. Ci penserà chi di dovere.- si chinò come per controllare la sua ferita. Draco le strinse il polso e i suoi occhi luccicarono al buio della sala.
-Ti avviso, mezzosangue. Il tempo di riprendermi e tutti quelli come te finiranno dove devono. Non cambierà nulla tra me e te solo per questo. Non mi stai salvando, ricordatelo bene. Tu e i tuoi amichetti non avrete mai vita facile con me. Sei tu che mi stai salvando, non io che te lo sto chiedendo. Non avrò mai nessun debito nei tuoi confronti e stai pur certa che avrai la fine che meriti.-

Da allora tutto è iniziato a cambiare.
Hermione mi portò ad Hogwarts e il preside Silente decise di farmi rimettere in forze lì.
Ancora non sapevo quanto fosse forte la mia mezzosangue.
Lo scoprii qualche giorno dopo.
Avevo appena ripreso i sensi e vidi intorno a me delle sagome indistinte. Poco dopo misi a fuoco.
Uno era il preside. Accanto al mio letto il naso adunco di Piton si avvicinava come per vedere se mi fossi svegliato davvero.
Dietro di lui, la professoressa McGranitt.
E poi lei, nascosta in un angolo, con gli occhi fissi verso di me, come a volermi sfidare. E' sempre stata forte lei. Coraggio e orgoglio in una grande donna.
Il preside mi disse qualcosa riguardo a quella notte in cui Lei mi aveva salvato.
Ogni giorno la mezzosangue era stata incaricata di portarmi qualcosa.
Nessuno sapeva che io fossi lì, ad eccezione dei tre Grifondoro che mi avevano tratto fuori dalle macerie del mio mondo sgretolatosi.
Li odiavo. Perchè loro avevano avuto quel che io avrei sempre sognato.
C'erano sempre stati l'uno per l'altro, quando io non avevo avuto mai nessuno al mio fianco, se non l'ombra di amici che credevo fossero tali, un padre che poi tanto genitore non era e una madre che aveva preferito salvarsi piuttosto che salvare me.

-Ti ho portato da mangiare. Poi Piton mi ha detto di darti questi appunti. Sono su una pozione che stiamo preparando in questi giorni e che è sicuro ti piacerà molto.- Hermione gettò sul letto di Draco degli appunti e poggiò sul comodino una minestra calda.
-Mi sono rotto di andare avanti a minestre.- la Grifoncina lo guardò con un sopracciglio sollevato.
-Non sono io che te le preparo, Malferret. Fosse per me, andresti avanti a pane ed acqua.-
-Ecco che ritorna la mezzosangue di sempre. Credevo avessi avuto un po' di pietà per me quando mi hai trovato lì a terra.- lo fissò con gli occhi fiammeggianti.
Credevo anche io, ma siccome ricordo anche le tue ultime parole prima di svenire, stai pur certo di una cosa. Non abbasserò mai le mie difese con te. Mai.- una risata isterica le fece spalancare la bocca.
-Che hai da ridere, stupido di un furetto?-
-Niente, niente.- il volto gli si fece improvvisamente serio. -Granger, lo sai quando una donna è più indifesa? Lo sai? Te lo dico io. Quando va a letto con un uomo. E stai pur sicura di una cosa. Sono disposto a venire a letto con te se questo significherà averti alla mia mercè e poterti uccidere. Dovrai pagarla per essere una mezzosangue e per avermi umiliato.-
-Sai tu invece una cosa, Malfoy? Tu sei bravo a parlare, non a fatti. Non mi piegherai mai, perché sono più forte di te. Nessuno mi ha mai messo i piedi in testa, e tu non ci riuscirai mai. E per informazione, non verrei a letto con te neanche se fossi l'ultimo degli uomini rimasto su questa terra.-

Apro i rubinetti. La mezzosangue si tratta bene, visto che la vasca è grandissima e confortante.
L'acqua calda mi scivola dolcemente addosso.
Sento bruciare la pelle a contatto con il calore sulle cicatrici che non andranno mai via.
Come quella più grande.
Quella vicina al cuore.
Come a ricordarmi per sempre che sono stato tradito dai miei genitori.
Ma che grazie a loro ho conosciuto l'amore.

-Sai cosa mi fa ridere, Malfoy? Il fatto che tu, alla tua prima uscita dopo due mesi in un letto, creda che tutto possa essere come tu voglia.- la risata della Grifoncina lo fece innervosire anche di più.
-Insomma, sta' zitta mezzosangue. Esco dopo due mesi e nevica. Fa freddo, non sono più abituato a queste temperature. Mi fa male la gola, ho gli arti infreddoliti, le mani rosse, il respiro affannato e per di più vado in giro per il castello con una lurida mezzosangue.- Draco tossì forte.
-Allora è proprio vero quello che si dice in giro di te. Sei proprio un principino viziato. Mamma mia, io mi godrei la libertà, invece di stare a lamentarmi come fai tu.- Hermione si sedette su una panchina di pietra poco distante dal giardino interno del castello e iniziò a sfrigolarsi le mani. Sentiva freddo anche lei.
-Lo farei anche io, se non avessi come compagnia te.- e la guardò come se le fosse superiore.
-Mi spieghi cos'hai contro di me?-
-Sei mezzosangue.-
-E allora? Sono forse inferiore a te? Non mi pare affatto. Ma tu non capisci. Tu sei cresciuto viziato, circondato da idealisti del cavolo, gente inferiore a tanti mezzosangue, come li chiami tu, che abitano il mondo. Non sono io diversa. Sei tu. Tu sei uno sporco Mangiamorte al servizio di Voldemort. Sono io che non dovrei parlare con te, con te che servi l'uomo che ha ucciso i genitori di Harry per una causa assurda.-
-Smettila, tu non capisci. Tu non sai niente.- Draco cercò in tasca le sigarette. Doveva calmarsi, altrimenti non ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro.
-Cosa sai tu di me, ah? cosa? Tu non sai niente! Parli come se io fossi un semplice argomento di quei tuoi stronzissimi libri, come se tu fossi più che preparata sull'argomento. Ma tu non sai nulla di me! Nulla! Io non servo quell'uomo, come dici tu. Io sono stato costretto in passato! Questo. -puntò il dito sul Marchio Nero. -Questo me l'hanno imposto! Tu non puoi sapere cosa si prova ad essere soli contro tanti, cosa si sente ad essere abbandonato dai genitori e dagli amici. No. Non sono io ad essere viziato, sei tu mezzosangue. Tu che sei circondata da amici che darebbero la vita per te. Sei tu che non capisci.-
-Io..non volevo.- Hermione guardò a terra. Draco, resosi conto della sua debolezza davanti a lei, cercò di riprendere il suo contegno di sempre.
-Sai che ti dico? Lascia perdere. Fa' che non abbia detto nulla. E ora vattene. Non voglio più vederti.- quelle parole la colpirono. In quei mesi aveva conoscituo un ragazzo un po' diverso da quello che aveva sempre mostrato di essere. Si era sempre più resa conto che forse lui non era poi diverso dagli altri, da Harry, da Ron. Forse anche a lui era stato negato quell'affetto che tutti meritano di avere.
-Non posso andarmene...non voglio...- lei abbassò gli occhi, lui la guardò.
-Come sarebbe a dire non voglio? Ho detto di sparire, mezzosangue. Non voglio avere nulla a che fare con te. Non sei mia amica, non sei nessuno per me, anche se in questi mesi abbiamo parlato più di quanto abbiamo mai fatto in sei anni. Vattene, io non ho bisogno di nessuno.- la sigaretta si spense. Draco lasciò che cadesse a terra e poi la fece scomparire con la bacchetta. Hermione tornò a guardare un punto imprecisato.
-Sono io che non voglio andarmene. Io che forse ho bisogno di te.- lo sentì ridere.
-Di me? E perchè mai?-

-Perché mi sono affezionata a te, stupido di un Serpeverde! Perché ho capito che sei diverso da quello che tutti descrivono. Perché hai anche tu un cuore come tutti noi e so benissimo che non ti vado a genio per la mia natura, ma non ti giudico per questo. Ti...ti voglio bene lo stesso.- un'altra pugnalata nel petto. Hermione tentò di andarsene, ma Draco la fermò, trattenendola per un polso. E fu magia.

L'acqua continua a scorrere sulla pelle. Chiudo gli occhi, cercando di godermi quanto più possibile quell'attimo di pace a tranquillità. Non sono mai stato così bene, mai come in questo momento. Sento la testa senza più pensieri. Sono felice, forse. Finalmente.

-Andiamo, mezzosangue. Non vorrai dirmi che non posso entrare nella tua stanza da letto perché non ci è mai entrato nessuno!- Draco la guardò imbronciato.
-E' inutile che continui a fare il bambino. Ho detto no!-
-Ma io non so dove dormire.- Hermione lo guardò al limite della pazienza.
-Non mi importa! Sono tutte scuse. C'è Blaise. Sai chi è? L'unico tuo amico che non ti ha voltato le spalle. Vai a dormire da lui!-
-Non posso, è impegnato con Daphne.-
-Ah...grazie dello scoop. Non lo avrei mai immaginato.- la Grifoncina lo guardò come se non gli volesse credere.
-Beh, vai lo stesso. Disturba e chiedi di dormire lì.-
-No ma dico, sei impazzita?! Mezzosangue, non posso interrompere! -
-E allora dormi da qualcun'altro. Vai nel dormitorio dei ragazzi.- Malfoy la guardò schifato.
-Vuoi mandarmi a dormire con lo Sfregiato, Lenticchia, Paciock, Thomas e Finnigan? Tu stai male mezzosangue. Hai la febbre.- le si avvicinò, mettendole una mano sulla fronte. L'altra scivolò subito sul fianco. Se la schiacciò addosso, cominciando a baciarla.
-Questo non cambia le cose, Malfoy.- lui le sorrise sulle labbra.
-Voglio proprio vedere se sai resistermi. Da questi baci non mi sembra affatto.-
-Sei tu che pensi avanti.-
-Sei tu che mi ci fai pensare.-
-Tanto non dormi da me. Scordatelo.-
-Tanto domani mattina mi ci sveglio accanto a te. Ricordatelo.- i baci si fecero sempre pià intensi. E fu amore.

Un rumore. Apro gli occhi. Lei è sulla porta del bagno, appoggiata coi fianchi, le braccia conserte, i capelli ancora arruffati.
-Ma è possibile che ogni mattina con te si ripete sempre la stessa storia?!- sbuffa. Imbronciata è anche più bella.
-Non ne posso più! Non mi puoi lasciar dormire! Tu vai e vieni dal Ministero quando vuoi! Io no! ho degli orari da rispettare. E adesso, principino, alza il tuo regale fondoschiena da quella vasca, vai a fare colazione così io posso sbrigarmi in tempo!- le sorrido. Non posso fare a meno di sorridere.
-Non ho ancora finito.- le rispondo tranquillamente. Mi diverto a farla innervosire.
-Non mi importa! Sbrigati!- mi guarda sempre più arrabbiata. Tanto lo so benissimo che in fondo...

-Malfoy, devo dirti una cosa.-
-Hn.-
-Potresti mostrarti anche più interessato, sai?-
-Sto dormendo mezzosangue. Che vuoi?-
-Niente più. Mi hai rotto.-
-Ok. -
-Vai al diavolo.-
-Raggiungimi presto.-
-Ti amo.-
-Hn. Grazie.-


-Per favore, Draco! Devo sbrigarmi.-
-Non sono neanche le otto, amore.-il suo sguardo si addolcisce. La adoro quando mi guarda così.
-Beh, ma il lavoro chiama lo stesso. I maghi oscuri non guardano l'orologio prima di decidere quando attaccare.- comincia a trafficare con le sue cose. Creme, saponette. Mi chiedo ancora a cosa le servano tutte quelle cose profumate quando lei è bellissima anche senza.
-I maghi oscuri non ci sono quasi più, mezzosangue. Lo sai benissimo. Li abbiamo sconfitti. Insieme.-

-Harry! Harry, dove sei?- Hermione si aggirava per tutto il castello, cercando disperatamente il suo amico.
-E' in quella sala. Combatte con Voldemort. Noi dobbiamo preoccuparci degli altri Mangiamorte.- Ron le si rivolse con sguardo preoccupato.
-Ce la farà?- domandò lei, con voce tremante.
-Harry è sempre stato forte. vincerà. Me lo sento.-
-Andiamo allora.-
Proseguirono insieme, affiancati, bacchette alla mano. Erano pronti anche loro. Schiantarono molti mangiamorte. Dietro, uno di loro.
Ron si voltò di scatto.
-Tocca a te decidere, Malfoy. O combatti con noi, o combatti per loro. Ti avviso, non hai molta scelta.- Hermione abbassò gli occhi alle parole dell'amico. Da qualche tempo a quella parte tutto ciò che c'era stato fra lei e il biondo principe era come scomparso. Lui pareva essere tornato accanto ai suoi compagni di sempre.
-Donnola, non amo queste out-out.-
-Non mi importa, decidi e in fretta anche.- la bacchetta del rosso si piantò in mezzo agli occhi del Serpeverde.
-Hn. Cosa credi, Lenticchia? Che io sia tornato da loro? Tu sei malato, come la mezzosangue.- Hermione tirò un sospiro di sollievo.
-Metà dei Mangiamorte della mia età sono chiusi nell'altra stanza. La McGranitt e Silente li raggiungeranno dopo. Altri sono schiantati al piano di sopra. Per il resto, vi seguo. Devo chiudere una volta per tutte questo capitolo. E per quanto vi disprezzi, beh lo farò con voi.- un ghigno sulle labbra. Hermione corse a baciarlo. Ron distolse gli occhi, come per non voler guardare.

Da allora sono infiltrato nei Mangiamorte, in quei pochi che ne sono rimasti. Cerco di sapere quanto più possibile sui maghi oscuri della Gran Bretagna e comunico tutto agli Auror del Ministero. Allo Sfregiato, a Lenticchia e alla Mezzosangue soprattutto.
-Amore, non mi fare diventare cattiva. Hai due secondi per alzarti da quella vasca.-
-Altrimenti?-
-Altrimenti ti schianto.-
-Non ne saresti mai capace.-
-Ah no?- un ghigno le piega le labbra.
-Non sfidarmi, amore.-
-Che mi dai in cambio?-
-Niente, è logico.-
-Su, mezzosangue. Puoi fare di meglio per convincermi.- mi sorride. Si avvicina lentamente.
-Come hai sempre detto tu di una donna, un uomo è indifeso quando si lascia sedurre da una donna. Preparati, Malferret, perché per farti uscire da lì sono disposta a tutto.- le sorrido, quando le sue labbra incontrano le mie.
Non saprei essere niente senza di lei. Mi riempie le giornate come mai nessuno ha fatto prima d'oggi.
-Sono curioso.-la accarezzo e me la stringo addosso.
-Non esserlo troppo, amore. In fondo, è ancora presto per esasperarti. Ci sposiamo solo fra qualche mese.-e mi bacia.

-Come grazie?-
-Che vuoi che ti dica?-
-Non lo so...-
-Ah è vero...-
-Cosa?-
-Ti amo anche io, mezzosangue. E ora lasciami dormire.-

  
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