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Autore: heartorn    27/07/2013    2 recensioni
Categoria: Anime e Manga.
Sezione: Inazuma Eleven.
Titolo: lo leggete sopra.
"«Ti devo parlare, Byron. Posso?» chiede lei esitante.
«Certo.» risponde lui, non lasciando trapelare nessuna emozione dal suo viso.
«Okay, allora.. Ehm, come dire?» chiede lei, più a se stessa che al ragazzo che ha di fronte."
Ciò che avete appena letto, fa parte della storia, che, quasi dimenticavo di dirvi, è una One-Shot.
Byron/Camelia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Camelia/Fuyuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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One last question before I say what I have to say to you, love.


«Cammi, Cammi!» urlò Mark, che sembrava in preda ad un attacco isterico.
«Dimmi Mark. Anzi, no, prima respira. Un respiro lungo e profondo, sempre che tu non voglia svenire, ovvio.» disse Camelia divertita, continuando, beffarda, prima ancora che Mark potesse rispondere «ti avverto però, che non ho la più pallida idea di come si faccia a far stare meglio un povero pazzo vittima di un attacco isterico.»
Mark sorrise.
Era da tempo che non vedeva la sua migliore amica così.
Così…        
Già, ma così come?
Lui, proprio non lo sapeva.
Non lo sapeva proprio.
Cosa aveva potuto renderla così… allegra?
Divertente?
Solare?
Simpatica?
Non che non fosse  simpatica, ovvio, ma allegra?
Divertente?
Solare?
In fondo, Cammi, era sempre stata una ragazza un po’ sulle sue; timida, gentile, introversa.
Non aveva mai amato dare spettacolo rendendosi divertente, ma, in fondo si sa, tutti possono cambiare; sebbene non con questa velocità.
Ma quindi, cosa c’era?
Prima che Mark si risvegliasse dal suo stato di trans, Camelia, si era già fiondata negli spogliatoi, liquidando il suo migliore amico con la scusa del bagno.
Anche se, in realtà, un bagno le serviva.
Altrimenti, dove altro avrebbe potuto confessare i suoi sentimenti a Byron prima dell’inizio della partita?
In fondo si sa, prima di un evento calcistico di questo rango, come avrebbero potuto, gli spogliatoi non essere così affollati?
Sicuramente, sarebbero stati pieni di giornalisti, parenti, amici e chissà cos’altro dei giocatori.
Camelia, sperava solo che per Byron, non ci fosse stata nessuna “chissà cos’altro” ad aspettarlo.
La ragazza, scese velocemente le scale che portavano agli spogliatoi, stranamente poco affollati, ma, si bloccò un attimo vedendo una folta chioma di lunghi e lisci capelli biondissimi.
Oh, ma sicuramente è comprensibile quella sua inquieta ansia di essere rifiutata, dato il gesto che si appresta a fare.
Subito si riprende, però, vedendo solo il ragazzo dagli occhi rossi.
Solo.
Quale momento migliore per parlargli?
Oh, nessuno, ovviamente.
Si avvicina quindi, cautamente a lui.
L’oggetto dei suoi desideri, dei suoi sogni e delle sue voglie.
Lo raggiunge, le gambe tremanti, e lo saluta con un dolce bacio sulla guancia.
Subito si alza sulle punte, per raggiungere il suo orecchio e sussurrargli di seguirla.
Lui annuisce, con un distratto cenno del capo, e lei, quasi si pente di ciò che sta per fare.
Ma in fondo, perché fermarsi?
Perché bloccarsi?
Alla fine, non ha nulla a perdere.
Lo prenderebbe per mano, ma non sa come lui potrebbe prendere quel gesto, quindi, lo afferra per il polso, dolcemente, cautamente, e, lo conduce  con se, non in un lurido bagno, come pensava all’inizio, ma in un discretamente pulito, ripostiglio delle scope.
Manca quasi un’ora all’inizio della partita, quindi, può prendersi tutto il tempo che vuole, anche per dire, solamente, due semplici parole “ti amo”.
Eppure, sa che non usciranno solo quelle due parole dalle sue labbra.
Non usciranno solo quelle due parole dalle sue rosee e sottili labbra, oggetto del desiderio di Byron ormai da troppo tempo.
Si fa quindi coraggio, la ragazza dai lunghi capelli viola.
«Ti devo parlare, Byron. Posso?» chiede lei esitante.
«Certo.» risponde lui, non lasciando trapelare nessuna emozione dal suo viso.
«Okay, allora.. Ehm, come dire?» chiede lei, più a se stessa che al ragazzo che ha di fronte.
«Con la bocca, geniaccio di una nana.» risponde lui, con sorriso, che, pensa lei, farebbe invidia al sole.
Si sforza di ridere a questa battuta, apparentemente squallida, che serve solo ad allentare la tensione.
«Un’ultima domanda prima che ti dica ciò che ho da dire, Love.»
«Dì pure, Travis.»
 «Ti amo.» lascia che quelle due stupide, insulse, ed inutili parole escano dalla sua bocca; perfetta, secondo Byron Love; e volino via, arrivino fino alle orecchie, al cervello, e chi lo sa?
Al cuore, magari, di quel ragazzo bello e sfacciato.
E in tutta risposta lui che fa?
La bacia, ovviamente, come a suggellare ciò che si sono detti.
No, aspetta, ciò che lei le ha detto.
Ma in fondo, lui non è mai stato bravo con le parole, quindi, prova a farle capire che il sentimento è reciproco con i fatti.
Ma, che gli costa provare?
«Ti amo anch’io, geniaccio di una nana.» sentenzia lui.
E insieme ridono.
Ridono come mai avevano fatto prima d’ora.
Ridono come possono ridere insieme Byron e Camelia.
Camelia e Byron.
«In fondo non suona male.» dà voce ai suoi pensieri lui.
«Cosa?» chiede lei, confusa.
«Byron e Camelia, Camelia e Byron.» risponde con tono ovvio lui.
«Avevi dubbi?» chiede lei, con un tono fintamente offeso.
«Mai avuti.» e la guarda.
La guarda come non ha mai guardato nessun’altra finora.
La guarda come merita di essere guardata
La guarda come Byron guarda Camelia, e giuro, non c’è niente di meglio.

 
 

≈SPAZIO AGLI UNICORNI!
NO, MA CHE DICO?
SPAZIO A ME CHE SONO ME,
E CHE HO SCRITTO CODESTA STORIA.
GLI UNICORNI NON C’ENTRANO NULLA,
NON HANNO FATTO NIENTE,
QUEGLI SCANSAFATICHE!≈

 
 
Ciao a tutti, belli e brutti!
Sono io che vi scrivo!
(Che geniaccio, eh?)
Detto ciò, ho dimenticato ciò che avevo da dirvi,
quindi, ci si rilegge alla prossima.
Oh, perdonate gli eventuali errori/orrori grammaticali.
Cordialmente,
me.
P.S. Una piccola recensioncina non fa male a nessuno.
Nuovamente, ma sempre cordialmente
(ehi, ho fatto la rima!),
me.
 

  
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