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Autore: Lovehope_    28/07/2013    17 recensioni
ATTENZIONE:Questa storia è ispirata al romanzo 'Blue lagoon' di Henry De Vere Stacpoole.
Cosa succede quando due ragazzi si ritrovano su un'isola sperduta nel bel mezzo dell'oceano Atlantico?
Sono praticamente l'opposto.
Lei, Jade Mills, diciassette anni, studente modello e obbediente a casa.
Lui, Dorian Anderson, diciotto anni, è tra i ragazzi più popolari e belli della scuola.
Ma un'isola, può cambiare decisamente tutto. Un'isola può far conoscere nel profondo.
E sarà odio o amore?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                Chapter two.









                     











-Dai Jade vieni!-urlò Charlotte mentre l'acqua della cascata scorreva sul suo corpo.
Sbuffai scuotendo la testa. Eravamo bloccati su un'isola e invece di trovare un modo per andarcene preferivano divertirsi.
Per tutto il tempo ero rimasta seduta con le ginocchia al petto ad osservare come scherzavano e giocavano tra di loro.
Idioti.
Bene, non mi importava se non avessero voluto aiutarmi. Avrei incominciato io, da sola, a cercare qualcosa per portarci via da qui.
Mi alzai, spazzando via le foglie dal mio sedere con le mani, per poi guardarmi intorno e capire quale direzione avrei dovuto prendere. Decisi di perlustrare la spiaggia, per prima cosa. Il sole iniziava a picchiare sulla mia testa e probabilmente avrei iniziato anche a sudare. Perfetto.
Ogni tanto sentivo qualche fruscio. Chissà quante specie di animali esistevano in quella foresta. Perché io oltre ad avere la fobia del mare, avevo anche la fobia dei ragni.
Non solo mi facevano una certa impressione, ma avevo letteralmente paura .
Che ragazza problematica, vero? Se solo ne avessi visto uno, sarei scappata sicuramente a nuoto da quell'isola.
Da lontano, notai un barile piuttosto grande. Mi avvicinai velocemente e mi accasciai davanti ad esso. Notai che era pieno di qualche liquido. Vino, probabilmente. Non ero amante del genere, ma se era di buona qualità e stagionato lo avrei bevuto volentieri. Sicuramente quello era molto vecchio.
Dieci passi più avanti, trovai una specie di baule. L'aprii lentamente, alzando un velo di polvere che mi fece tossire pesantemente. Dopo essermi ripresa, iniziai a vedere cosa contenesse all'interno. C'erano molti oggetti e cose sicuramente utili. Ma sopra agli oggetti, notai un bigliettino.


'Lascio tutto quello che avevo ai prossimi che vivranno quest'isola'


Era firmato da un certo Jack Torres.

Per prima cosa, tirai fuori un paio di coperte di seta scure. Dalla stoffa sembravano molto ma molto vecchie. Ne uscirono molti utensili, utili a quanto pare sia per tagliare che per cucinare e persino per pescare. Trovai anche un rotolo di spago e delle corde.
Ed infine, in fondo alla cassa un fucile. La paura mi travolse.
A cosa poteva servire un fucile se non per uccidere? Di certo non avrei potuto trovare degli animali da caccia qui. Quindi, si doveva trattare di un oggetto a scopo difensivo. Il mio cuore iniziò a palpitare velocemente e il respiro a farsi sempre più affannato.
-Jade!-una voce alle mie spalle mi fece sussultare e risvegliare dalla situazione di panico di prima. -Cosa stai facen…-David si fermò di colpo, guardando ad occhi sbarrati ciò che avevo in mano. Io restai completamente immobile, spostando il mio sguardo dai suoi occhi al fucile.



-Secondo voi ci sarà qualcun altro su quest'isola?-chiese Kelsey. Eravamo tutti seduti a cerchio, intorno al fuoco che aveva acceso Dorian, cercando di schiarirci le idee.
-Può essere-rispose Tom-magari qualche tribù..-erano quasi le prime parole che gli sentii pronunciare. Era un tipo timido, si vedeva.
-Allora perché non abbiamo ancora visto niente?- ribatté in tono arrogante Dorian.
-Magari si troveranno nell'altra parte dell'isola-rispose prontamente Tom. La sua ipotesi non era poi così sbagliata. Se quel Jack Torres ci aveva lasciato il fucile, di qualcosa ci saremmo dovuti preoccupare.
-Ci troveranno mai?-chiese Jess titubante. Non avevamo più parlato dall'ultima volta su quel gommone. -Prima o poi..-rispose in modo vago David-magari il fucile ci servirà per dare un segnale alle navi di passaggio- constatò. In effetti, il rumore dello sparo sarebbe stato abbastanza forte da fare in modo che qualcuno si accorgesse di noi.
Incredibile, io che volevo trovare un modo per fuggire da quell'isola e l'unica cosa che ero riuscita a ricavarne era un baule con quasi il necessario per vivere qui.


Mi svegliai di soprassalto. Un rumore forte mi scosse dal sonno.
Mi alzai a sedere e notai le ragazze dormire, mentre i ragazzi erano già svegli a quanto pare. Mi strofinai con le dita gli occhi. Fortunatamente prima di andare alla festa avevo dimenticato di mettermi il mascara, altrimenti avrei preso sicuramente le sembianze di un panda.
Notai un po' più in là, Dorian con un ascia in mano che cercava di tagliare e raschiare un ramo piuttosto grosso. Mi alzai lentamente, ancora stordita dal sonno e mi avvicinai.
-Perché fai questo?-gli chiesi curiosa, osservando il modo in cui usava l'ascia e pensare che ci sapesse davvero fare.
Strano.
-Dobbiamo costruire un rifugio oppure preferisci dormire sempre sulla sabbia?- Il suo tono sarcastico mi faceva saltare i nervi. In risposta, lo fulminai con lo sguardo, incrociando le braccia al petto come una bambina a cui le è stato precluso di mangiare le caramelle. Scuotendo la testa fece una piccola risatina. Decisi di ignorarlo e passare alla prossima domanda. -Dove sono Tom e David?-
-Sono in cerca di qualcos'altro per costruire il rifugio.- Mi rispose, mentre colpiva in modo forte il ramo con l’ascia. In quel momento, non mi sembrava giusto che solo i ragazzi si sacrificassero. Insomma, mi sentivo inutile. -Posso aiutarvi in qualche modo?- Chiesi titubante. Si fermò di colpo, alzando il suo sguardo e guardandomi divertito prima di squadrarmi dalla testa ai piedi con un sorriso di scherno stampato in faccia.
-Non vorrai mica farti male, bambolina -disse in tono seducente che in quel momento non fece altro che innervosirmi. -Questi sono affari miei, Anderson!-ribattei in tono abbastanza acido. -Wow!-esclamò-perché il mio cognome suona come un insulto...Mills? -Niente da fare. Mi stava prendendo in giro. Probabilmente il mio sguardo arrabbiato lo stava bruciando vivo, perché decise di darmi, dopo aver fatto una piccola risatina, un lavoretto da fare.
Dovevo cercare della frutta. Iniziai ad incamminarmi all'interno della foresta, guardandomi intorno. Notai un bel po' di banane su un tipo di piante mai viste prima d'ora. Non ricordai il loro nome, ma sicuramente le avevo studiate. La nostra professoressa era molto appassionata di coltivazione, anche se non ne capivo il senso.
Dopo aver raccolto abbastanza banane, decisi di arrampicarmi sulle palme per raccogliere i cocchi. Non era la prima volta che mi arrampicavo e poi sembrava piuttosto facile dato che i rami erano molto bassi. Così, mi avvicinai ad uno di essi e con molta lentezza cercai di arrampicarmi. Prima una gamba poi l’altra, facile no? Peccato che io ero una di quelle imbranate colossali e non feci altro che cadere come un salame dal ramo, graffiandomi tutta la zona del polpaccio.
-Ahi!- Urlai forte dal dolore, accasciandomi a terra e mantenendo con le mani la zona ferita. Quando riuscii ad alzarmi, controllai il mio polpaccio. Mi scappò un piccolo urletto appena vidi l’enorme quantità di sangue che scorreva dai miei graffi. Continuai a guardare la mia ferita, ed ero spaventata anche se non sembrava nulla di grave.
-Ti avevo detto che ti saresti fatta male.- Una voce divertita mi fece sussultare. Mi girai di scatto e vidi Dorian davanti a me che ghignava divertito. Ma quanto poteva essere odioso?
-Fammi vedere. - Si piegò verso di me. Osservò per qualche secondo il mio polpaccio. - Quanto riuscirai a sopravvivere su quest’isola, Jade?- Mi chiese guardandomi in modo sornione, mentre la mia faccia era un velo di puro odio verso quel ragazzo che continuava a prendermi in giro. D’improvviso, sentii alzarmi da terra. Dorian mi aveva presa in braccio.
-Ma che fai?- Chiesi allarmata, allacciando le braccia attorno al suo collo per tenermi meglio. Non mi rispose. Continuò a camminare finché non mi adagiò a riva. Capii che voleva levare il sangue dalla mia ferita e disinfettarmi stesso con l’acqua salata del mare.
-Posso?- Chiese poggiando la mano a metà gamba. Annuii piano, quasi intimorita dal suo tocco. Come una carezza, alzò lentamente il vestito da metà polpaccio. Salì in modo cauto verso il mio ginocchio, arrivando alla mia coscia.
Un calore mi travolse e il respirò diventò improvvisamente spezzato.
Sentii il suo sguardo insistente sulla mia gamba.
Cavolo, sembravo una ragazzina in piena crisi ormonale!
Arrivò all’altezza del bacino, dove appoggiai la mia mano sulla sua per poterlo fermare. Dovevo assolutamente riprendere il controllo della situazione!
Lui alzò il viso verso di me. - Scusami, hai delle belle gambe. - Mi disse dolcemente, mentre sul suo viso aleggiava un piccolo sorriso.
Deglutii vistosamente, rispondendo con un alzata di spalle. Non era la prima volta che avevo complimenti sulle mie gambe. Erano magre e lunghe, anche se non ci vedevo niente di bello. Avvicinò il mio polpaccio all’acqua e con la mano versava l’acqua su di esso.
Feci una smorfia di dolore, mentre sentivo che i graffi iniziarono a bruciarmi, anche se lui era molto delicato e cauto.
Dire che non me lo aspettavo era poco. E così, mi persi ad osservarlo.
Osservavo il suo viso che guardava attento la ferita.
Le sue mani che si bagnavano di acqua salata e poi si posavano sul mio polpaccio. Il suo corpo, piegato sulle gambe mentre cercava di…farmi stare meglio.
In quel momento, non pensai a lui come il solito ragazzo con l’aria da figo.
Ma pensai solo a quanto fosse dolce.
-Sai che hai un debito in sospeso con me vero, Mills?- Mi sorrise voltandosi verso di me.
-Grazie. - Gli sorrisi timidamente, evitando il suo sguardo. Mi spostai più lontano dalla riva strusciando il sedere sulla sabbia, in modo che l’acqua non mi toccasse.
-Aspetterò che si asciughi.- Dissi, sedendomi a metà busto e sorreggendomi con le braccia.
Si mise proprio al mio fianco, imitando la mia posizione. -Non dovevi tagliare legna?- Gli chiesi, guardando il mare. In effetti, era davvero uno spettacolo ma la paura di certo non passava. Specialmente adesso, che mi trovavo su un’isola circondata dall’oceano. Sembravamo persi nel nulla. E questo mi faceva salire l’ansia.
-Ci andrò dopo.- Mi rispose alzando le spalle, anche lui con lo sguardo rivolto verso il mare. Voleva farmi compagnia? Stiamo parlando di Dorian Anderson. Lui non può essere un tipo dolce.Eppure io lo avevo pensato.
-Posso farti una domanda?- Mi chiese improvvisamente, voltandosi con il capo verso di me. Annuì incuriosita. Cosa poteva mai chiedermi?
-E’ un impressione o nutri un odio naturale verso di me?- Mi domandò, guardandomi attentamente. Era così chiaro che non lo sopportassi?
-Non è un impressione.- Ammisi sospirando e cercando di scampare al suo sguardo insistente. Si lasciò scappare una risatina scuotendo il capo.
-Ci saremmo scambiati si o no due parole e tu…mi odi?- Mi chiese con il suo tono incredulo mentre mi guardava divertito. -Incredibile.-Disse, voltandosi poi verso il mare.
Ci furono atti di silenzio in cui mi sentivo quasi in colpa. Mi aveva aiutato già un paio di volte da quando ci eravamo trovati in quella situazione e io non potevo fare a meno di discriminarlo.
-Non mi piacciono i tuoi atteggiamenti. -Ammisi con nonchalance. -Ossia?- Mi chiese con un tono di voce apparentemente indifferente ma con una nota di curiosità.
-Sei presuntuoso, arrogante e te la credi come non mai. - Risposi prontamente in modo acido. Non avevo paura di dire ciò che pensavo. Si lasciò scappare un risolino, girandosi verso di me con il suo solito e odioso ghigno stampato in faccia.
-Non mi conosci nemmeno!- esclamò incredulo - cosa ne sai di come sono fatto? - Mi domandò leggermente infastidito. -Si vede da come ti comporti. - risposi calma.
-Allora mi scusi Mrs Perfezione. - Sisse in modo sarcastico. Si era davvero offeso? Incredibile. Quella conversazione terminò lì, poiché mi alzai infastidita e andai a raccogliere altra frutta.



Arrivò subito la sera. Inutile dire che ero stanca morta. Certo, non avevo svolto il lavoro pesante dei ragazzi ma ero stata l’unica ragazza a non restare con le mani in mano.
-Questi dovrebbero bastare, no?- Chiese David portando una specie di cesta contenente tanti pesci. Odiavo il cibo di mare, ma mi sarei dovuta accontentare anche perché il mio stomaco brontolava. Ci sedemmo tutti intorno al fuoco, come la sera precedente.
L'aria era umida e tirava un leggero venticello, così mi portai le ginocchia al petto.
-Hai freddo?- Mi chiese Jess. Ancora non avevo chiarito e mi mancava da morire. Per quanto potessi essere orgogliosa, lei su quell’isola era l’unica persona di cui mi fidavo, anche dopo quella colossale bugia che mi aveva detto. Annuii tenendo lo sguardo sul fuoco innanzi a me. Mi sentii abbracciare-perdonami-mi disse. Non ci pensai due volte e ricambiai.
-Sono stata malissimo. - Mi confessò stringendomi più forte. Non dissi nulla. Restai in silenzio tra le braccia della mia migliore amica. Ricordai il nostro ultimo abbraccio sul letto di camera mia. Quanto poteva mancarmi la casa? E i miei genitori, cosa avrebbero detto? Erano sicuramente preoccupati a morte per me...



Anche se David cercò di cucinare quel pesce solo col fuoco, era davvero buonissimo.
Mi complimentai con lui che mi ringraziò con un dolce sorriso.
-Hai visto quanto è sfigato quel Tom? - Mi sussurrò Jessica all’orecchio. A me faceva solo tenerezza. Se ne stava lì, in disparte. Sembrava che pensava costantemente a qualcosa.
Era perso nel suo mondo. Ovviamente, Jessica non perdeva attimo per criticarlo.
-Penso che sia solo un tipo solitario. - Risposi facendo spallucce.
-Sarebbe carino se si sistemasse un po’... - Constatò Jess mantenendo un tono vago. In effetti, se avesse alternato le sue solite camicie a quadretti con una polo, oppure avesse indossato dei jeans nuovi e avesse cambiato il suo taglio di capelli, sarebbe risultato carino.
Accanto a lui era seduto Dorian. Mi soffermai ad osservarlo involontariamente.
Con un bastoncino, disegnava sulla sabbia dei segni. Sembrava parecchio sovrappensiero, finché Charlotte non gli toccò il braccio accarezzandolo. Era una gatta morta,si vedeva. Stranamente, mi sentivo parecchio osservata. Infatti, appena mi girai verso Jessica, notai che mi fissava con aria maliziosa. Le rivolsi uno sguardo stranito. Cosa le era preso?
-Dimmi un po’- incominciò a parlare, con un sorriso stampato in volto - cosa ci facevi seduta a riva con Dorian, stamattina?- Mi chiese. -Jess non iniziare a farti strane idee - sbuffai - lo sai cosa penso di lui! E’ solo un ragazzo presuntuoso e...- iniziai il mio solito monologo pur sapendo che sarei risultata solo ridicola.
-Sì, lo so! Presuntuoso, arrogante …egoista! - Mi interruppe bruscamente con aria scocciata.
-Ma ho dimenticato di dirti che quando sei svenuta sullo yacht, è stato lui a soccorrerti-
Dire che ero sbalordita era poco…Dorian mi aveva soccorsa?
D’istinto mi girai verso di lui, notai che mi stava fissando con aria pensierosa.
Gli rivolsi un sorriso. Un semplice sorriso.
Chissà perché, ma ormai mi stavo quasi arrendendo.
Avrei iniziato una nuova vita, su quell’isola.






__________________________________________AUTRICE_______________________________________________




Tadaaaaaan!Ecco con il mio nuovo capitolo!Ho fatto passare un pò di giorni è vero, ma spero possiate perdonarmi.
Tornando a noi, avrete sicuramente notato che Dorian ha soccorso Jade per la seconda volta nonostante per lei rimanga comunque odioso. Anche se, nell'ultima volta qualcosa cambia... 
Nei prossimi capitoli la storia si intreccerà visto che i personaggi ne sono ben sette. Ci saranno molti scoop soprattutto su Jessica e il nerd Tom.
Vabbè, sperio vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito.
Tutti quelli che hanno messo la mia storia nelle ricordate/seguite/preferite.
Tutti i lettori silenziosi.

Al prossimo capitolo.
Baci,Marta.
  
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