Con i capelli bagnati che davano sul color blu, Bulma si dirigeva verso la sua stanza per farsi una doccia dopo il bagno in piscina.

 

“Ahhhh….ci voleva proprio questa doccia fredda! Hei..Vegeta? Vegeta sei tu?”

 

Era uscita dal bagno con uno sguardo interrogativo quando una cosa, o meglio una persona, la prese da dietro.

 

“Bulma Bulma Bulma….Non ti fa caldo con  questo accappatoio?”

disse lo sconosciuto infilando una mano dentro di esso.

 

Presa dal panico più totale fece ciò che le venne istintivo e gettò dietro di lei il barattolo del borotalco e appena lo sconosciuto si allontanò e lasciò la presa ecco che lei si voltò per conoscere il suo volto, e quale fu la sorpresa quando..

 

“Vegeta? No, dico, sei scemo? Ti sembra il modo di farmi spaventare?”

 

“Scema tu! Ettciùù, etciù che caspita mi hai buttato etciù??”

 

“Da quando il borotalco ti fa starnutire?” rispose quella incredula.

 

“Etciù, da quando etciù non riconoscii etciù il mio tocco etciù?”

 

“Da quando un certo sayan mi assale sotto la doccia!”

 

Quel poveraccio non la smetteva un attimo di starnutire e sembrava esasperato, ma Bulma, per fargliela pagare, rivoltò la situazione a suo vantaggio.

 

Si avvicinò al volto del marito come per baciarlo e appena lui si avvicinò ancor di più a lei, ecco che sganciò un’altra nuvola bianca che andò a posizionarsi proprio sul naso del sayan che ricominciò il suo Calvario.

 

“Disgra….etciùùù, questtttètciù”

 

“Oh, poverino…giuro, non volevo!” disse cominciando a rincorrerlo in accappatoio.

 

Correvano come bimbi, lui davanti che saltava persino sul povero letto, e Bulma dietro che divertita agitava a più non posso il barattolo verde contente la polvere che usava dopo la doccia.

 

“Etciù, Etciù, basta basta!”

 ordinò lui fermandosi di botto e con sguardo crudele si avvicinò alla turchina che non poteva fare a meno di sorridere davanti alla pessima interpretazione dell’ex spietato guerriero.

 

“Tu dimmi che mi ami prima!”

 disse ridendo e ricominciando a buttare bianco su bianco sul povero principe ormai non più scuro di carnagione.

 

“Stupida oca! Smettila! Sono serio, basta ETCIUUUU’”

 

Lei, dal canto suo, continuava a ridere e a inseguirlo come fosse tornata indietro nel tempo di molte decine di anni.

 

Ma si sa, non tutto è per sempre, e anche il barattolo si svuotò del suo contenuto, ma non prima di aver lanciato il suo ultimo soffio e aver riempito di dolce bianco il viso dei due, che con molta sorpresa si ritrovarono uniti nell’ennesimo bacio appena la nuvoletta si dissolse.

 

“Mi auguro che finalmente quell’aggeggio infernale abbia finito di soffiare polveri starnutifere.” 

Sussurrò quello mentre le prendeva il viso e lo baciava con passione sdraiandola sul morbido letto anch’esso bianco per colpa di Bulma.

 

“Si chiama borotalco, si usa dopo la doccia, stupidino.” 

Rise lei avvolgendosi al collo del moro.

 

“Non azzardarti più, o la prossima volta  non aspetterò che tu esca dalla doccia.”

 

“Sei sempre il solito…” 

rispose lei mentre quello si beava della dolce pelle candida e profumata che quella donna non gli avrebbe mai privato.